Carmelo aveva un ruolo specifico nel seno della " Onorata Famiglia." Era cassiere e metteva al sicuro i soldini, raccolti dai picciotti. Lavoro non facile, visto il gran numero dei Delinquenti in circolazione, ansiosi di allungarci sopra le loro manine. Il gruzzoletto settimanale di dieci milioni di euro meritava rispetto e Carmelo, uomo di rispetto era. Lo Stalliere, che si recò nella Masseria di don Salvo, aveva baffi e coppola. Aveva anche il cancro, una lupara e tanta voglia di premere il grilletto. "Carmelo è scappato col malloppo." "Ah, e allora Carmelo non deve morire." Tempo tre ore e in tutta la Penisola, gli amici e gli amici degli amici sapevano. Carmelo doveva vivere ad ogni costo. Forse il malloppo era la sua assicurazione. La Cassa di noce era scongiurata.
Occhi negli occhi e mani nelle mani, Rosalia e Carmelo palpitavano.
Il cuore del ragazzo accelerava troppo e prima che il gallo cantasse per la terza volta, arrivò tanto di quel buio, che solo a ricordarselo, ancora ci si spaventa.
Fortunatamente le vie del Signore sono infinite e in una camera adibita a terapia intensiva, il bello addormentato si risvegliò con una valvola cardiaca riparata.
Riparata, si diceva e riparata con rara maestria.
Il primo pensiero fu per il gruzzoletto, che stava al riparo in una via di Damasco. Il secondo pensiero fu per la bella Rosalia. Vederla e sorridere fu la gioia di un solo momento, poi... si rannuvolò. Aveva visto camici bianchi, che profumavano di coppola e lupara. Chiuse gli occhi e per sei giorni ne vide di tutti i colori. Erano Vecchie assassinate e con le mani tagliate, erano fori neri di pistole, erano Postini, che scaricavano montagne di bollette davanti al suo portone. Finalmente, il settimo giorno le allucinazioni sparirono, e non riposò.
Timori non infondati i suoi, visto il fattaccio del martedì pomeriggio.
Il Medico addetto alla medicazione, invece di curarlo, lo aveva incaprettato.
Voleva sapere del nascondiglio dei soldini. Che Medico curioso!
A volte si deve la vita al caso fortuito e a volte la si deve ad una pallottola che, un'anestesista sa indirizzare con la sua calibro 9.
Prima che il colpo partisse, Assuntino, il medico, chiese il perché.
" La pallottola vale più della tua inutile vita." Rispose Lucia che sapeva servire.
Due mesi dopo, La Mercedes, guidata da don Ciccio, arrestò la sua corsa nel garage di Don Ignazio.
Il padrone di casa, Capo dei Capi, sapeva essere anche splendido anfitrione.
Cassate e cannoli, preparati con le proprie manine, lo confermavano.
In quel salotto buono della Mafia, si arrivò ad un onorevole compromesso.
Il rogito fu stilato dal notaio Filomeno, con soddisfazione delle parti in causa.
"Carmelo s'impegnava a convolare in matrimonio con Rosalia e a restituire il gruzzolo. Don Ignazio lo perdonava, perché non voleva che la figlia restasse vedova, prima di essere maritata."
E poi,... poi i nonni vogliono bene ai nipotini.