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Maschio e femmina
Bibbia - Genesi 1 - 27
"Dio creò l'uomo a sua immagine;
A immagine di Dio lo creò;
Maschio e femmina li creò."
Bibbia - Gen. 2 - 24
..."e i due saranno una sola carne"...
Molte volte mi sono risuonate in animo queste tra le prime parole della Bibbia, a proposito delle due grandi categorie che popolano la Terra.
Il fatto che siamo stati creati a immagine di Dio e che siamo maschio e femmina, mi fa dedurre che il volto di Dio, molto probabilmente, è rispecchiato sulla Terra nell'unico volto di uomo e donna uniti in un'unica carne.
Ciò che ci distingue è dunque una condizione senza della quale non abbiamo un volto eterno e, con l'ipotesi di non essere compiuti.
Io mi sono sempre considerata "essere" di uguale valore, rispetto ai maschi ma non ho potuto non vedere quanto invece nella vita si sia ritenuta più importante la maschilità.
Gli uomini sono sempre stati ai vertici di tutte le strutture, antiche e moderne e, le eccezioni che stanno diventando anche numerose, non fanno che confermare la regola.
Ciò che mi preoccupa non è tanto quanto di più ottengano gli uomini nei vari ranghi della società, ma la spinta reciproca ad annientare le diversità che fanno della donna: "donna" e l'uomo: "uomo".
Assistiamo ad un sempre più palese sforzo della donna ad emulare l'uomo, ad imitarlo, allo scopo evidente di occupare le sue posizioni. Io ritengo che non sia il ruolo a dare una identità, bensì lo specifico della persona, il suo "essere" vissuto in pienezza e coerenza.
Allora una donna Capo di Stato sarà vera quanto più sarà evidente e manifesta la sua identità di donna e tutti sappiamo cosa significhi essere donna: la donna nella storia è stata dea, sacerdotessa, regina, madre, e non occorrono le posture maschili per darle pregio e valore; è sufficiente che sia pienamente sé stessa.
Allo stesso modo una sempre più numerosa schiera di maschi vorrebbe essere donna ed utilizza tutti gli strumenti che la scienza mette a disposizione per appropriarsi di quell'immagine femminile che vorrebbe avere e che, evidentemente, preferisce.
Che la donna abbia intelligenza, grande intuito, estro, perspicacia, è ormai cosa indiscussa; tuttavia io ho sempre ravvisato nella femminilità una diversa qualità d'intelligenza e di capacità.
Ovviamente comprendo meglio ciò che rende me dissimile dall'uomo. Più difficilmente comprendo le diversità maschili che pure divengono evidenti nel rapporto ravvicinato e non di rado creano difficoltà ed anche rifiuto.
Mi è sempre parso chiaro che l'uomo accogliesse la femminilità con una certa benevolenza poichè la accetta inglobata in quegli aspetti che maggiormente lo attraggono.
Nella femminilità vi sono anche degli aspetti negativi: i cosiddetti capricci, la vanità particolarmente accentuata dalla consapevolezza di essere portatrici della bellezza ed anche un certo modo distorto di vivere il rapporto con l'uomo, lasciando a lui l'impegno di prendere tutte le importanti decisioni, l'autorità familiare, la responsabilità su ogni problema.
Sappiamo poi quanto invece siano le madri a portare il peso maggiore nell'ambito familiare ed all'uomo, l'onere di provvedere al sostentamento della famiglia, è sufficiente a vantarne la proprietà.
Il capo famiglia è l'uomo.
A mio parere il capo famiglia "sono i genitori", con uguali responsabilità, uguali doveri che ovviamente saranno espressi diversamente perché la donna è fisicamente meno forte ed istintivamente delega all'uomo i compiti più gravosi.
Le mansioni sono diverse perché - per fare un esempio- la donna ha più difficoltà a portare un grosso peso sulle spalle, ad andare a prendere il vino in cantina, a caricare la macchina sollevando colli pesanti ecc. perché la donna è più fragile e la sua muscolatura, per sprigionare forza, deve essere molto allenata.
L'esempio delle soldatesse, delle operaie, delle donne che da sempre hanno lavorato la terra sopportando duri lavori, le atlete che oramai si equivalgono in ogni disciplina, non cambiano questa realtà: il corpo della donna è strutturalmente più debole e più fragile, lo scheletro femminile è più esile.
L'uomo ha un fisico più robusto, uno scheletro più pesante, un cervello più grosso e, verosimilmente, con una maggiore capienza di facoltà. Questo concetto non è mai stato diffuso ed affermato con chiarezza, però è scientificamente accertato che l'uomo abbia una capacità e quantità intellettive superiori a quelle della donna.
Quindi l'uomo è potenzialmente più intelligente ; che la donna abbia poi risorse proprie, insite nella sua superiore perspicacia, nella più immediata capacità di sintesi ed una capacità vigile e sensitiva, non cambia questa realtà di fondo e cioè che l'uomo abbia fisicamente delle caratteristiche che fanno da presupposto ad una maggiore intelligenza.
L'intelligenza non è soltanto una prontezza di riflessi, una capacità di sintesi e di memoria, un elevato livello di comprensione e di elaborazione dei concetti, ma è anche la capacità di saper gestire questo patrimonio genetico in modo, equilibrato, esauriente, razionale ed utile.
E su questo punto, la stragrande maggioranza maschile fa difetto e la donna, proprio per colmare il divario che la differenzia dall'uomo, diviene più attenta a mettere a frutto le proprie qualità e facilmente lo supera.
Nella storia l'uomo è stato grande pittore, scienziato, filosofo, statista ecc.; è emerso ai massimi livelli possibili e ciò non è avvenuto soltanto per motivi ideologici confluiti su di lui in tempi particolarmente favorevoli. Gli è sempre stata riconosciuta una maggiore capacità, una superiorità.
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Non è per caso che siano sorti proverbi significativi come ad esempio: "Auguri e figli maschi".
Il figlio maschio aveva il futuro privilegiato, tutte le possibilità di affermarsi, qualunque attività avesse intrapreso. La femmina poteva contare su vantaggi sicuri sempre sotto l'egida del maschio ed ogni famiglia auspicava d'avere la fortuna d'aver figli di sesso maschile.
Conosciamo quanti drammi familiari si siano creati a questo proposito, ed oggi ci appare grottesco che si possa preferire un figlio maschio piuttosto che una figlia femmina. Le donne hanno saputo riscattarsi con il loro impegno sociale e non par vero che tutto ciò sia iniziato non più di un paio di secoli fa.
Ancora oggi possiamo constatare che le retribuzioni nei posti di lavoro, a parità di grado e di mansioni, per gli uomini sono superiori a quelle della donna e non perché l'uomo valga di più o lavori di più; non è dovuto neppure al fatto che ciò possa in qualche modo essere d'aiuto alla famiglia, nei casi in cui la donna si assenta dal lavoro per maternità. No, il motivo è misterioso e questa norma vige anche per gli scapoli, anche per i divorziati. Accade semplicemente perché l'uomo è uomo.
Un altro aspetto non meno rilevante è quello in cui la donna viene molto facilmente definita con parole oscene, talvolta soltanto per gli scatti dell'ira maschile, sia che essa sia donna per bene, sia che conduca una vita disordinata, perché asservita dall'uomo che la sfrutta per il proprio guadagno, ed accade che sulla malcapitata fiocchino epiteti scurrili, affatto meritati e disonorevoli.
La donna viene definita P... B... P... T... con disinvoltura mentre l'uomo che, fa le identiche cose, non viene mai definito in tal modo. Ciò non è spiegabile poichè se la donna vende e l'uomo compera, le responsabilità sono identiche, il disvalore è lo stesso, anzi, proprio perché la donna è più fragile, l'uomo facilmente la intimorisce a volte anche con minacce e violenza, in qualunque ambito, anche in quello familiare e quindi le sopracitate parolacce parrebbero verosimilmente più adatte all'uomo.
L'uomo diviene capace di stupro perché, avendo egli una fisicità più forte e sentendo atavicamente la donna come parte di sè, quando perde il lume della ragione, se ne appropria a suo piacimento.
Gli uomini hanno sempre avuto anche la libertà di scegliere, in età avanzata, donne giovanissime e non v'è chi non ne comprenda il perché; i loro approcci non trovano eccessivi ostacoli perché spesso sono divenuti personaggi e possono proporsi con l'allettante ricchezza che diviene patina dorata capace di coprire qualunque difetto.. Dette unioni, non soltanto sono ritenute normali ma vengono anche tranquillamente consacrate dalla chiesa, quando nella chiesa è sempre stato insegnato che il Matrimonio è fondato sull'amore dei coniugi.
Alla donna anziana non è permesso di innamorarsi di un uomo più giovane; viene subito considerata persona da compatire quando non addirittura da disprezzare.
Il mio parere è che possa accadere più facilmente la passione amorosa, sia per l'uomo che per la donna, quando gli amati sono ancora giovani e prestanti, che non in tarda età quando il fascino si dissolve insieme con il passar del tempo. Rimangono tuttavia esempi di vero amore tra persone che si trovano in quell'età che non ha prezzo e persone dalla personalità ricca di doni intellettivi speciali e d'esperienza, delle quali il tempo non fa che aumentarne il pregio e che hanno ormai raggiunto l'età anziana.
Ma tant'è! La mentalità radicata negli usi e nei costumi è difficile da rimuovere; nella maggioranza dei casi, si sollevano scandali e disapprovazioni.
L'uomo disprezza facilmente quell'essere che lo condiziona ma che lo attrae; vorrebbe poterne fare a meno così come, allo stesso modo, la donna s'illude, nel cammino che sta facendo per arrivare alla parità maschile, di poterlo usare e poi cancellarlo dalla propria vita non appena ciò le convenga.
Ma la realtà ha dimostrato che, nonostante tutto, l'uomo e la donna continuano a cercarsi ed a volersi sebbene in modi sempre più caotici e non capendo che l'uno non possa rinunciare all'altro per l'arcano motivo che sta all'inizio della nostra specie: la volontà di Dio, il quale ha voluto la donna a completamento dell'uomo ed ha ordinato la procreazione..
È l'umiliazione che spinge la donna ad assumere quegli atteggiamenti tipici dell'uomo: la grinta, la voce imperiosa, la propensione a dire di no anche se non è giusto, pur di sentirsi al di sopra, capace di dirigere e di determinare il lavoro ed anche la vita altrui.
Sono considerate doti di comando e se ne è sempre fatto uso ed abuso. Io ritengo invece che soltanto rispettando la giustizia si possa ottenere il credito ad una reale autorevolezza che non ha bisogno di urlare per farsi capire, ne tanto meno, di agire con cattiveria.
Rimane importante tuttavia non scordare quanto ho detto all'inizio di questo argomento e cioè che non vada vanificata la positività delle differenze dell'essere muliebre, perché la femminilità non sta soltanto nell'avere le linee del corpo più armoniosamente ricurve, ma tutto ciò lo si deve accompagnare alla grazia del comportamento, alla dolcezza dell'animo, alla tenerezza del cuore, in una calma e determinata capacità di giudicare ogni cosa con maturità, specie se si hanno delle responsabilità; tutte qualità che Madre Natura ha donate alla donna la quale è stata scelta per divenire madre e che sono indispensabili per la crescita e la formazione dei piccoli.
La donna in carriera non ha bisogno di imitare l'uomo per aspirare a divenire il capo nell'ambito del suo lavoro; è anzi più giusto e più utile che le vengano riconosciute le sue qualità di donna, non soltanto nel fisico ma anche della sua personalità, quanto mai necessaria per il buon andamento dell'azienda perché la donna è creativa e capace di comprendere le persone con il suo innato intuito e la sua perspicace sagacia; tutte doti utili al buon andamento della collaborazione e della produttività.
Lo stereotipo della donna nel cinema americano, fatto di gambe accavallate, sigaretta persistente, parole di sfida ed abbondante ironia, ci deve persuadere che quello era la caricatura della donna compiuta.
L'occhio del maschio si pone soltanto sulla bellezza femminile quando non ne conosce l'anima, la personalità. Ma per la scelta della donna adatta alla sua vita, si preoccuperà di conoscerne il cuore ed amerà la donna nella sua integrità.
L'uomo si innamora della donna intera, con il suo corpo, i suoi pensieri, la sua sensibilità. Tanto è vero che se vengono meno quelle qualità morali che lo hanno innamorato, l'uomo non sente più neppure l'attrattiva fisica e rifiuta la donna integralmente, anche se è bella. Non l'ama più e non riesce più a gradire neanche la sua bellezza. Amando istintivamente la bellezza femminile, sceglie piuttosto il corpo di una estranea che non quello della propria donna che lo ha deluso e ferito e quell'essere indegno che lo ha tanto umiliato, preferendo altre esperienze, merita di essere trattato con parolacce, insulti della più iniqua specie.
Nel possesso fisico dell'uomo vi è sempre una componente d'amore; pur nella sua più accentuata istintualità, l'uomo ama la donna che possiede, anche se, per altri motivi, sceglie di vivere con altra.
La donna crede di poter amare fisicamente soltanto quando è appassionatamente innamorata di un uomo e ciò ritengo non sia vero, o per lo meno rimane vero in età giovane quando la mentalità non si è ancora scaltrita, poichè sappiamo che molte donne usano il proprio corpo per ottenere denaro e soggiacciono ad uomini che detestano, per paure ed interessi di vario genere.
In casi esasperati, l'uomo giunge anche a sopprimere mentalmente e fisicamente la donna o perché ne ha perduto l'amore e continua a sentirsene il proprietario, rifiutando di concederla ad altri, oppure perché non la stima più e la vuole allontanare per sempre da sé.
L'amore dell'uomo è attivo, quello della donna passivo; l'uomo vuole possedere, la donna vuole essere posseduta.
L'intelligenza dell'uomo è speculativa, sintetica, volta alle soluzioni drastiche; quella della donna è analitica e più incline alla ricerca della bontà delle cose.
L'uomo esprime spesso un'ironia ed un sarcasmo che somigliano al disprezzo malevolo, e ciò accade di solito quando soffre per gelosia ma difficilmente associa questo suo atteggiamento all'odio. Può divenire anche violento ed assassino ma lo sfogo inumano rimane comunque agganciato al proprio amore, al proprio bisogno di quell'essere che vuole gli si accompagni nell'anima se non è più possibile nel corpo e che perciò egli distrugge o con parole od anche con i fatti.
L'ironia della donna invece è quasi sempre benevola e quando diviene gelosa più facilmente può trasformare il proprio amore in svincolo che le permette di raggiungere un dominio di sé più freddo, distaccato, sprezzante, fino a divenire capace di odio e cattiveria. In questo modo si sente liberata dal funesto rapporto che l'ha imprigionata. Normalmente dimentica presto il soggetto negativo e l'esperienza vissuta.
L'odio femminile ha una forza centrifuga, espansiva e, quanto più è profondo ed accecante, tanto più viene scagliato a distanza, facendo terra bruciata nell'animo di chi si è imbattuto in esso.
Mentre l'odio maschile si rivolge principalmente a sé stesso, di qualunque origine sia ma può divenire distruttivo, oltre che per sè stesso anche per chi gli fosse intorno.
Tutto ciò ovviamente facendo per ogni argomento le debite riserve poiché oggigiorno vediamo donne più che attive nel voler possedere l'uomo; ma, a mio parere, si tratta di convinzioni giustapposte ad una natura che invece rivorrebbe il corteggiamento per risentirsi considerata, desiderata, voluta per ciò che è e non per ciò che ha.
Se vengono meno le attenzioni, la donna si rattrista e crede di non essere amata. Molte donne lamentano nel matrimonio proprio la non attenzione, la non espressività dell'amore, per cui ritengono di non essere più amate e desiderate poichè ne sono venuti meno i segni visibili.
Molti uomini cadono dalle nuvole e si addolorano nell'accorgersi che la propria donna non si senta amata. Sono psicologicamente persuasi che basti averla nel cuore, sentirla in sè in modo inamovibile, insostituibile per convincersi di amarla ancora di più del tempo in cui doveva esprimere gesti apertamente per conquistarla.
Ed ogni volta, rivedendola, si aspettano di trovarla in attesa, sorridente e disponibile, così come egli l'ha sentita presente dentro di sé, anche nelle ore del distacco.
La donna ha bisogno invece di espressioni amorose, fatte nel modo giusto ed al momento giusto. Non artificiose o mosse dagli usi e dai costumi, ma spontanee e suscitate dal piacere dell'essere insieme. Allora essa diviene capace di perdonare anche la dimenticanza di un anniversario, perché ciò che le sta a cuore è la stabilità dell'amore, richiamata dalle occasioni, dalle date e dalle consuetudini.
Accade facilmente che la donna, convincendosi di non essere più amata, vada alla ricerca di quei segni tangibili del corteggiamento che le diano l'illusione d'essere amata ancora; rischiando di perdere il rapporto più solido e più importante della propria vita, a causa di questo malinteso.
Io non so se può bastare la spiegazione di questo caso che appare piccolo all'uomo ma che per la donna è invece di vitale importanza. Spiegando e dicendo, qualunque gesto perde di spontaneità e la donna ne sente l'artificiosità, anche se ne apprezza l'impegno.
L'ideale del comportamento potrebbe essere che l'uomo non arrivi mai a disattendere ciò che la sua donna ha bisogno, ma che, fin dall'inizio, registri mentalmente ciò che l'ha resa felice e continui a farlo, allo stesso modo per tutto il tempo, non permettendo a nulla ed a nessuno di distrarlo da questo impegno. Ovviamente all'uomo viene chiesto lo sforzo di non ripetersi, proprio per non banalizzare ciò che invece è basilare per una unione felice.
Così pure per l'uomo può essere importante che gli venga accuratamente apparecchiata la tavola come nel primo giorno; un segno, piccolo se vogliamo, ma simbolico di quell'attenzione amorosa che testimonia una continuità.
È troppo? Io credo di no poiché sta diventando sempre più importante scandagliare il mare dei sentimenti per recuperarli, per non perderne il significato profondo sul quale si è sempre costruita ogni società. Tutti, prima o poi, desiderano unirsi in matrimonio. Cerchiamo le possibilità che potrebbero ridare il giusto valore all'unione coniugale, affinché cessino le separazioni ed i divorzi voluti con tanta fretta e disinvoltura.
Credo che le parole della formula coniugale racchiudano il significato di questa promessa che invece viene facilmente disattesa, come se il fatto dell'essersi sposati, disimpegni la persona dall'esprimere l'amore, la giustifichi in ogni trascuratezza, perché la vita a due s'è fatta più impegnativa: sono aumentati i doveri e le fatiche e la stanchezza, si sa, non è un aiuto alla migliore espressività della persona. Non va dimenticato però che il motivo principale del Matrimonio è l'amore coniugale, ancor prima della volontà d'avere dei figli.
Ci si sposa per amarsi e per poter dare al mondo i frutti di questo amore che sono i figli. Non è difficile sentire affermare che il Matrimonio è la tomba dell'amore; forse la causa sta proprio in questo aspetto della cosa.
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Nella gamma infinita delle personalità, emergono questi aspetti che rappresentano le diversità sostanziali tra uomo e donna; tuttavia l'incontro di due anime che si cercano, è sempre molto probabile ed allora le loro differenze divengono motivo di attrazione, bisogno di compimento, desiderio di unità e di integrità.
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