Caro..., anzi carissimo.
L'ho scritto così perché ho voluto riprendere l'inizio della lettera che ti mandai anni fa e fu fonte di malinteso.
Ti ho ingannato, e spero che tu mi perdoni. Te lo chiedo e lo spero.
Non sono andata lontano, non ne ho mai avuta l'intenzione, sono andata in una clinica per essere curata, con poche speranze.
E visto che ricevi questa lettera, è stato tutto vano.
So che eri alla stazione il giorno della partenza, ti ho visto sai? Mi ha fatto piacere, nonostante fossimo rimasti d'accordo che non saresti venuto, per non rischiare che tu incontrassi i miei ed anche per non farmi commuovere.
Ho resistito, ma dopo essermi sporta un po' di più per farti intenzionalmente un ultimo saluto, sono rientrata nello scompartimento ed ho pianto.
Ho pensato a te e ai miei. Anche loro non sapevano nulla.
Ho voluto fortemente così. Non volevo che vedessero quest'ultima parte della mia vita. Ho visto tanta gente, purtroppo, soffrire e non volevo straziarli. A loro ho scritto diverse lettere immaginandomi i primi mesi della mia nuova vita lontano da loro.
L'ho fatto a fin di bene, come si dice.
Perché ti ho inventato questa storia del figlio che mi dovevi regalare? Ora te lo spiego.
Sei stata una persona importante, per me. L'unica, tra i non familiari, che ho ritrovato dopo anni, e che mi ha, in un certo senso, fatto compagnia nella gioventù e nella fase ormai finale della mia vita.
Volevo vedere, facendoti quella strana proposta, quanto del nostro rapporto complice era rimasto, e devo dire che sapevo che mi avresti fatto il regalo.
Quando mi hai detto che era una cazzata quello che ti chiedevo ti ho guardato bene, ed ho capito che non lo era.
Si vedeva che ti avevo sorpreso, ma ti aveva fatto piacere. A mano a mano che ti spiegavo la proposta, aumentava la mia convinzione di fartela, e portarla a compimento.
Quei quattro giorni che ci siamo, per così dire, incontrati (vedi come sono diventata pudica nel parlare di certe cose), li ho idealmente uniti al periodo che ci siamo frequentati. Ne è stata la conclusione. Per me la più bella ed anche la più sofferta. Spero tu voglia unirli idealmente a tutti gli altri.
Le poche parole che ci siamo scambiati durante quei quattro giorni non so come tu le abbia interpretate. Da parte mia erano poche per mantenere il mio segreto.
Grazie.
Non so quanti, forse nessuno, avrebbero acconsentito a questo, e tu lo hai fatto. E non ne dubitavo!
Ho scritto a mia madre di darti alcune cose mie e alcuni libri che mi regalasti.
Su ognuno ho scritto qualcosa che, spero, gradirai.
Non volermene.
So che mi comprenderai l'ultima volta.
Ne sono sicura.
Per sempre.
Lettera firmata.