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3 denti del giudizio
Sto tentando di scrivere non so che cosa... un romanzo di vita vissuta, una raccolta di boutade e pensieri pseudifilosofici non so... sto tentando di lasciare un segno su questa terra che non riesco nemmeno a calpestare... che mi è sconosciuta... ma nemica...
Mi addormento dopo l'ultima considerazione... finalmente spossato da quell'estasi creativa che mi stravolge di tanto in tanto. La sveglia è clemente. le nove. cazzo però ho scritto fino alle sei e un quarto... poco male... dormire non mi piace negli ultimi tempi. cazzeggio per casa ravanandomi e stropicciandomi gli occhi. ciao mamma. ciao pà. ciao sorella... non ricordo mai il nome la mattina. non faccio colazione. esco. scivolo la prima rampa di scale dopodichè inchiodo. perchè uscire. non c'è niente da vedere.
Capisco che posso smetterla di pensare o di pianificare la giornata. Perchè non ho cavato un ragno da un buco. Troppe domande, interrogativi, dubbi. Zero risposte, certezze. Per lo meno non in quest'epoca, in questo posto, con queste persone. Qualcosa mi sta spingendo a cambiare palcoscenico. Voglio un costume diverso. Che qualcuno mi scriva un nuovo copione, molto più arguto, meno sfigato di quello che sto interpretando da Oscar. Chi può farlo?
Devo assolutamente diventare l'autore, lo sceneggiatore, il regista del mio film. La mia energia basta per un cortometraggio, cazzo, se non per un videoclip. Ridurre la vita ad un videoclip...
Sono fabrizio, ho 21 anni, tre denti del giudizio spuntati su quattro, e chissà perchè tutti storti. Amo un sacco di cose ma non me stesso. mi dicono che sono carino, o meglio a detta della maggior parte delle gentili donzelle di una città che si atteggia a metropoli ma non è altro che uno sputo nella campagna. un grosso sputo. E tanto per starci bene, chiunque si sputa addosso. Ho sputato, meno di quanto avrei potuto e dovuto, ho preso le difese di sputatori e sputati. Ma non ci ho mai capito un cazzo.
Ho pochi amici meravigliosi e tanti che non sanno d'esserlo. Personaggi singolari, diversi, a volte incomparabili l'uno all'altro, dalle divergenze inconciliabili, ma che io amo dal profondo del mio essere... So a chi raccontare della mia ultima scopata senza che diventi un affare di stato, a chi parlare dll'università e da quanto possa esserne assorbito o meno, a chi del futuro che mi appare vicino ma ostile... Il vero amico è colui con cui posso disquisire un minuto o sei ore di qualunque di questi argomenti, di uno solo o di tutti insieme...
Adoro la mia famiglia, unita, totalmente comprensiva, paziente delle mie lagne e cambi di umore più che repentini e talvolta inspiegabili:non riesco a dar loro tutto ciò che vorrei...
Ho avuto un sacco di ragazze, un numero che fa quasi rabbrividire, con cui ho passato ottimi momenti di pseudoromanticismo o animalesco amplesso... ma una, una sola ha avuto me.. il me originale voglio dire.. e non so quanto sia stata fortunata ad avere questo privilegio. Ho questa strana dote di magia nera. sono solito trasmettere la mia intensa negatività alle persone che mi stanno accanto.. non sono uno iettatore od un menagramo. sono semplicemente una persona triste che sorride alla tristezza, perchè in un certo senso, non ne potrebbe fare a meno... Mi chiedo per quanto ancora mi imporrò di avere questo atteggiamento nei confronti dell'esistenza. Per quanto andrò avanti con questa maledetta convinzione di essere inferiore, di non riuscire mai in nulla, di non essere in grado di amare ed essere amato, quando poi i fatti mi danno normalmente torto. Vivo negando l'evidenza... Vorrei ciò che in realtà non voglio. L'unica congruità riscontrabile nel mio strano atteggiamento è la scrittura. Voglio, desidero, sogno, prego gli dei di essermi favorevoli.. voglio scrivere.. di me, di te, di chiunque tu sia, di mondi meno tristi di questo od infinitamente più bui... voglio dieci, cento, mille realtà nuove e differenti in cui possa trovare asilo, sognare, ridere e morire se necessario, lontano da qui... Tutto ciò che mi manca è la coerenza negli argomenti, coerenza che non ho mai avuto in nessun momento della mia troppo breve esistenza.. unità di argomenti intendo. Ho voglia di scrivere di tutto un pò, storie fantastiche in cui c'è sempre il sole, minitrattati di filosofia spicciola casalinga, viaggi psichedelici, voli pindarici, amori indescrivibilmente magnifici, morti suicide, depressioni e risate... ho un pentolone al posto del cranio che bolle e ribolle di questo brodo malsano che è l'ispirazione, ustionante ma dai lunghi tempi di cottura, che sembra voler tracimare dai bordi e corrodere la realtà che vorrebbe corrodere me. In realtà sono arcisicuro che tutto ciò di cui scrivo, ciò che tiro in ballo anche solo per un istante in una a caso delle migliaia di pagine che ho scritto, sono proprio io... la realtà è la miglior finzione...
il divano ha preso la forma delle mie chiappe, mentre me ne sto ad occhi socchiusi a rimuginare... ritorno sui miei passi. se ho puntato la sveglia una ragione c'era. non voglio sprecare il tempo a casa, a dormire, o davanti alla televisione, quando fuori c'è uno stupendo gran cazzo di niente che mi aspetta... non facciamolo aspettare... I colori che indosso non sono il miglior abbinamento possibile... scarpe gialle, maglietta verde, jeans sdruciti e lisi e un paio di occhiali cromati tipo anni settanta... di quei materiali pesantissimi che ti piegano quasi il naso mentre li porti... lenti a specchio che nascondono completamente lo sguardo... sguardo discreto a catturare il mondo senza incrociarne mai un altro... I miei piedi oggi sono il mio mezzo di trasporto... tanto più che ho dell'ottima musica a darmi il ritmo... guai a rimanere solo senza un qualche supporto musicale... mi scoppierebbe la testa... ma non oggi:duecentoquaranta canzoni aspettano solo di essre cantate, assaporate, amate, memorizzate in quella parte del cervello, in quell'angolino, che ti serve giusto quando sei in fila in banca, o in classe che non credi più a tutto quello che il professore ti sta propinando... e ti rifugi in quell'angolino di cervello, canticchiando proprio una di quelle canzoni, di quei ritornelli, fischiettando uno di quegli assoli di chitarra...è un onore riservato a poche note, quello di non andarsene mai dalla mente...
È un autunno freddo quello che mi fa compagnia; solo un raggio di sole su dieci arriva a scaldare un pò, a scansare un minimo del grigio topo che regna sovrano. poi mi ricordo che mi basta guardarmi un istante per veder un bel po' di colore.. ottima scelta stilistica penso... tra il verde della t-shirt ed il giallo canarino delle scarpe mi perdo per strade che conosco come le mie tasche, vuote, come le mie tasche... mi lascio alle spalle ville signorili con siepi finte, dello stesso colore della maglietta, cancelli in ferro battuto con arzigogoli estremi e di dubbio gusto, condomini del'ultima generazione con più vetro che cemento.. non è manhattan ma fa effetto.. i miei passi sono estremamente veloci, come al solito, tanto che mi accorgo che le sparute persone che incontro mi cedono il passo come se notassero la mia fretta estrema... sono tanto assorto in me stesso che probabilmente non sarei in grado di riconoscere nemmeno mia madre... mi piace proiettare davanti agli occhi immagini e motivi totalmente diversi dallo squallore... tramonti caraibici sulle note di una baciata, la donna che amerò distesa sul letto coperta solo del mio sguardo perso di lei, un pubblico delirante sotto di me mentre dal palco tento di cambiare il mondo con il mio rock'n'roll... tutto sta ai tuoi occhi...
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