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Primo cap. vorrei morire se non vi disturba troppo
Sarei o meglio, fui, un attore teatrale e, ahimè! di fiction, che di questi tempi vanno per la maggiore, ma sulla carta d'identità preferii dichiarare di essere un banale impiegato.
Per anni fui ospite abbastanza richiesto alle trasmissioni di Raiuno e della De Filippi, dove girano sorrisi d'ipocrisia e complimenti iperbolici, gli spettatori presenti in sala si spellano le mani consigliati dalla manciata di euro che percepiscono. A me di questi inviti era sempre importato meno di zero, li avevo sopportati perché mi erano stati imposti dalla produzione e dal mio agente, io mi ero sempre sentito un attore " vero " con delle responsabilità verso il pubblico... Ma perché mi ostino a perdere il mio tempo a discuterne? Quasi avessi dimenticato che sono accidenti che appartengono tutti quanti al mio passato. Oggi è un giorno diverso, dopo tre mesi d'inutili dubbi ho finalmente sconfitto l'ultima esitazione, ho messo in vendita l'appartamento, quell'appartamento che io e Giulia al termine di una ricerca capillare avevamo scovato alla periferia di Milano, dove il cielo non banalizza le giornate. Tralascio di raccontare con quanto amore e con quanta cura l'avevamo arredato.
L'avvocato mi aveva preparato la procura ed alcune carte, che firmo. Neppure vi do un'occhiata, uno scarabocchio e via, il mio sguardo è attirato da una finestra socchiusa dello studio con il vento che si accanisce contro la tenda.
Sino all'ultimo il buonuomo aveva cercato di convincermi a rimangiarmi la decisione: un appartamento tanto bello, arredato con tanto gusto... Nell'invitarmi ad accomodarmi mi aveva anticipato che si sarebbe permesso di esprimersi non come titolare di uno studio legale che suo nonno aveva aperto nel 1935 o giù di lì, ma da amico quale si onorava di ritenersi. La mia, a suo dire, era un'imprudenza, avevo davanti una carriera teatrale e televisiva avviatissima, sarebbe bastato superare lo choc, l'indubbio choc... Nella foga oratoria si spinge oltre, nei miei confronti si sente non solo un amico, ma di più, molto di più, un fratello maggiore, che dico? un padre, una madre, una balia, eccetera eccetera. Fingo di ascoltarlo annoiato dall'osservare il gioco sempre più impietoso del vento con la tenda, l'avvocato, ringalluzzito dal mio silenzio, prosegue affermando di comprendere il mio stato d'animo, la mia disperazione, il mio senso d'impotenza, il mio desiderio di solitudine, ma, ma, ma...
" Il proverbio recita che il morto giace ed il vivo si dà pace? È questo che le sue parole, per quanto nobili ed ispirate, sottintendono, avvocato?"
Un improvviso attacco di raucedine gli sottrae la risposta. Si limita ad abbozzare un sorriso e ad accarezzare nervosamente il bordo della poltroncina.
Per rincuorarlo gli ribadisco che non sarebbe stato nelle mie intenzioni buttarmi dalla guglia del Duomo ( dove, prima di poter realizzare il mio desiderio sarei stato bersaglio di alcuni sciagurati che coi loro cellulari mi avrebbero immortalato ). Per qualche tempo avrei girato il mondo, visitato luoghi sconosciuti, lontano dai ricordi e, soprattutto, lontano dai tanti chi mi avrebbero riconsegnato all'atrocità del mio lutto: insomma, lontano da tutto e da tutti. Gli ho anche sparato il nome delle nazioni che avrei visitato.
" Ma Ruggero, amico mio, il Nord del Canada, l'India, l'Africa sud sahariana si trovano alle estremità dei continenti, sono inoltre luoghi estremamente desolati, pericolosi, infidi, sconfortanti..."
" Con gli aerei al giorno d'oggi impieghiamo molto più tempo a raggiungere la Malpensa ed a trovarvi un parcheggio, " aggiungo per mettere termine ad un dialogo che si è protratto oltre il tollerabile.
" Sono località che non vanno più di moda neanche fra i ricercatori di sensazioni estreme, sono desuete, le ribadisco, ostili, nemiche..."
" Si blocchi, mio caro avvocato, prima di esaudire i sinonimi. "
Dopo un attimo di sbigottimento il buonuomo mi asseconda. Si fa promettere, e quasi invoca l'assistenza di testimoni, che non l'avrei lasciato senza notizie, periodicamente, ogni quindici giorni o magari, se di buon umore, una volta alla settimana, mi sarei fatto vivo, avevamo i reciproci indirizzi mail, sarebbe stato aiutato dalla sua segretaria, lui con i ritrovati tecnologici non ha dimestichezza, io mi sarei recato in un Internet Point, che trovi ad ogni angolo di strada.
Prima di stringermi la mano per congedarmi il buon avvocato torna alla carica come - e la frase mi torna ridicola - da miglior copione.
" Non dimentichi che sia il suo pubblico, sia il suo agente che, lo ammetterà, si è sempre fatto in quattro per lei, non meritano di essere abbandonati. "
Il mio sguardo lo blocca. Rimane sorpreso ed indeciso. Poi si avvicina alla finestra dove il vento non la smette di perseguitare la tenda.
Con un cenno mi indica di raggiungerlo.
" Vede l'edicola nella piazza? Per due terzi i giornali pubblicano notizie di politica e sportive, per un terzo è lei l'argomento che da un paio di mesi prediligono, non è solo la moda del coso, del gossip come voi lo chiamate, a spingerli a comportarsi come dei pescicani sulla preda, lei non può tradire i suoi ammiratori, anche loro hanno sofferto per la morte di..."
" Morte è una parola che in mia presenza non permetto di pronunciarla neanche al mio più caro amico e lei, mi permetta, non è il mio più caro amico."
" Mi scusi l'imperdonabile indelicatezza, Ruggero, mi è sfuggita."
" Mi sono trattenuto sin troppo, avvocato, si è fatto tardi, se non ha in serbo ulteriori paternali, riterrei concluso il nostro incontro."
Un saluto con una stretta di mano contegnosa, capisco che vorrebbe gettarmi le braccia al collo ( e magari piangere sulle mie spalle ) ma per un individuo che gira con camicie bianche ed inamidate anche in pieno agosto non sarebbe il modo più indicato per ribadirmi la sua partecipazione al mio dolore.
Seconda, obbligatoria tappa: mio fratello e la sua famigliola. Ho evitato il tram ed il metrò, ho attraversato a piedi il centro di Milano dove piccioni, sfaccendati ed extracomunitari la fanno da padroni, stamani i miei occhi riescono a trovare sorprendentemente affascinante persino questo schifo di città, che ha l'ardire di definirsi metropoli.
Come suono, Marcello si precipita alla porta con moglie & figlio alle spalle, tutti in pompa magna. Hanno preparato la cena, mi pretendono loro ospite. Barbara non la finisce di sorridermi e di strizzarmi l'occhio : che soffra di congiuntivite? Li anticipo dicendo che non mi sarei fermato, da un paio di giorni sono infastidito da continui crampi allo stomaco. Il mio saluto inoltre non dovrà essere interpretato come un addio, per la testa non mi girano strane fantasie, che diamine!
Anche a loro ripeto la storiella del periodo di riflessione. Una per una utilizzo le parole buttate in faccia all'avvocato senza modificarle, so che i due si parleranno. Ci aggiungo che il vivere in luoghi tanto differenti mi avrebbe giovato, lontano per di più dai cacciatori d'autografi e dalle mie fan, le sole che ( forse ) avrebbero sofferto. D'altronde non riesco proprio ad immaginare una sola persona che si dispererà per la mia lontananza dal palcoscenico, non certamente i colleghi, con i quali avevo condiviso le emozioni e le paure del debutto e di ogni replica.
Anche a mio fratello ed alla sua famiglia ribadisco che mi farò vivo periodicamente, non li avrei lasciati senza notizie.
I tre non sembrano convinti della sincerità delle mie parole.
" Siete pur sempre i miei unici parenti!"
" Fermati a cena Ruggero, " Barbara è ripartita, sta giocando ad essere la più gentile e premurosa cognata del mondo, castigata, virginale, mentre io per anni con la fantasia avevo giocato ad immaginare come si comportava quando scopava con il marito." Ti ho preparato dei tortellini in brodo di carne, una cosa leggerissima per il tuo stomaco, poi un arrosto con il contorno d'insalata e di altre verdure tra le quali carciofi crudi a fettine con sopra del grana parmigiano grattugiato ed una spruzzatina d'olio..."
Cribbio, le mie pietanze predilette! E le aveva preparate non la cameriera ma lei, donna che oltre a recarsi con il suo fuoristrada dal coiffeur non aveva mai dato prova di sapersi applicare in qualcosa, tanto meno nel mettere le corna al marito, a quanto mi risulterebbe.
Mio fratello approva tronfio. Con la mano mi indica la tavola onorata di una tovaglia di Fiandra, dei doppi bicchieri e delle triple posate: quanta fatica inutile, manco avesse invitato a cena il presidente Berlusconi!
" Vedrai che prelibatezze. Per una volta mia moglie ti ha battuto, ed ha battuto uno che in cucina è un drago."
" Cose passate."
" Che dici? Sarai sempre un maestro davanti ai fornelli. Come ti riprenderai..."
" Ho una morsa allo stomaco, te l'ho appena detto. Comprendimi, Marcello, lo stordimento e la sofferenza di queste settimane..."
" Se è come affermi, Ruggero, non sarò certo io ad importi di restare."
In cuor suo mio fratello ha già ceduto, confesso che la cosa mi stupisce, mi ero atteso una resistenza mille volte superiore a quella dell'avvocato. Evidentemente, al di là delle belle e doverose parole, i miei parenti più intimi non erano per niente entusiasti dalla prospettiva di dover sopportare il mio umore per un paio d'ore. Meglio fingersi dispiaciuti ma chiudere ben bene la porta di casa alle mie spalle e sprofondarsi in poltrona a gustare un film su Sky.
" Con il lavoro come la metti? " Marcello gioca a non avere fretta. " Qualche giorno fa mi avevi confidato che ti avevano proposto la parte di protagonista in una fiction di Rai Uno tratta da un romanzo di Dostoevskij... " Delitto e castigo, " se non ricordo male... Non puoi regalarla ad un rivale, il vostro è un mondo di serpi."
" Se ne incaricherà il mio agente, lo pago profumatamente per questo. Carlo ha proposto ai dirigenti Rai di sostituirmi con un attore della sua scuderia che vanta un gran nome ma è una schiappa, un semi balbuziente con problemi di memoria e con un'unica espressione da pesce lesso sia che reciti una farsa sia una tragedia di Sofocle, il pubblico lo confronterà con me e rimpiangerà la mia assenza. Così, quando rientrerò dal mio giro turistico, sempre ad intendere Carlo, il mio cachet lieviterà. Idem, " aggiungo, " i suoi profitti di sanguisuga. "
" E allora perché hai messo in vendita la casa? Economicamente non credo che tu
abbia dei problemi."
" Non ne ho difatti, questo è l'unico problema che non mi affligge."
" Capisco, ma... "
" È troppo grande per me, mi basteranno due locali, meno spese condominiali, meno gas per il riscaldamento, nessuna donna delle pulizie tra i piedi."
" Non saranno due o tre mesi di assenza dagli schermi ad impoverirti."
" Perché non prendi in considerazione l'ipotesi di assumere una colf? Se vuoi, " s'infila mia cognata mentre il rampollo le tiene una mano sulla spalla a mo' sostegno, " potrei prestarti la nostra un paio di mattine la settimana..."
" Diavolo di un fratello, di una cognata e di un nipote, come potete supporre che io, finché sarò sano di mente, vorrò e potrò rimettere piede in quelle stanze? Viverci dentro e non sentire la voce di Giulia, della mia Giulia, di Mirella, della mia Mirella... Ho resistito per più tre mesi, vale a dire per novantadue giorni. Molto più dell'eternità, credetemi. A voi sputasentenze non è mai capitato di conoscere notti con l'alba che non vuole saperne di arrivare mentre il buio è lì pronta ad arpionarti con i suoi spettri?"
" A che prezzo l'hai messa in vendita?"
" È questo il tuo modo di partecipare al mio dolore?"
" Dicevo tanto per dire..." Marcello si finge offeso. " Con te stasera non si può proprio discutere, accidenti. "
Mio fratello si è premurato di trasformare i miei incubi in metri quadrati da far fruttare. Di che cosa mi stupisco, benedetto ingenuo che sono, fratello & cognata sono sempre campati valutando le persone nell'ottica del loro conto in banca. Per la verità questa volta Barbara non aveva interferito manco con un " bah!... " tranne dei continui ed incomprensibili ammiccamenti ed un maldestro tentativo d'infilarsi nel dialogo. Barbara, lo ribadisco, è una donna inutile, insulsa, vuota, interessata al gossip ed alle creme per imbrogliare le rughe. Talvolta dubito che abbia ancora rapporti sessuali con mon frère. Ha tre anni meno di me, l'età esatta di Marcello; e dal momento che io ho compiuto i quarantadue... Mio nipote non si distingue da colei che l'ha tirato adulto anche se non lo allattò ( gli irritava i capezzoli, questa la giustificazione). Pur avendo compiuto i quattordici anni non gli ho mai inteso pronunciare il nome di una fanciulla. Temo che non si masturbi ancora, forse aspetta che paparino gl'insegni come si fa.
Consegno loro le chiavi dell'automobile. Che le utilizzino, l'assicurazione l'ho rinnovata da poco, con la revisione ed il bollo sono a posto, spese zero dunque, tranne il costo della benzina. " Per questo prenditela con il governo che avete votato," aggiungo cercando un'improponibile nota ironica.
" Fermati per riscaldare lo stomaco con la minestrina di Barbara, sono sicuro che allevierà il tuo fastidio."
Un nuovo diniego.
" Lascia almeno che ti accompagni in auto... "
" No, il metrò è comodissimo, mi scarica a meno di cinquecento metri da casa. Il viaggio mi distrarrà, osserverò l'umanità che è costretta ad utilizzarlo."
È l'ultimo assalto. Mi limito ad un abbraccio lungo e silenzioso, di quelli che sanno tanto di cinema melenso. Barbara non mi risparmia la decima strizzatina d'occhio, mi trattengo a fatica dal suggerirle una visita oculistica.
Sulla porta: " non contattatemi, mi farò vivo io, il cellulare l'ho buttato nel laghetto dei giardini pubblici vicini a casa, se chiamate vi risponderà un girino."
All'ennesimo saluto, con le manine che sventolano in sostituzione dei fazzoletti: " posso sperare che mi abbiate compreso? "
Mi rispondono tre cenni affermativi e tre sospiri.
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l'autore pierluigi ambrosini ha riportato queste note sull'opera
Ambientato nel mondo telev. e teatrale, con personaggi di fantasia con attori veri. Il protagonista, è un grande attore ma ha deciso di smettere di recitare in seguito alla morte della moglie e figli
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