Arrivano silenziosamente. Solitamente, non fanno rumore, ma entrano sicuri, come la primavera.
Difficilmente sono più di uno e quindi li faccio passare senza attendere, tanto sanno che l'orario è solitamente quello.
Alle cinque.
Quatti s'intrufolano e si presentano, qualcuno ha bisogno di darsi una sistemata, a volte si presenta in un modo ma ne esce molto cambiato. Sono un dottore perfezionista con loro.
Mi somigliano? Beh, sì, abbastanza.
Li conosco. Magari all'inizio non li ricordo ma poi ascoltandoli capisco che molti li conosco; alcuni proprio bene.
C'è un gusto particolare nel sentirli raccontare, prima di capire chi sono e dove, magari, ci siamo conosciuti.
"Ah... venti... ventidue anni fa." "È vero, ora ricordo quell'occasione!"
Difficilmente devo fare grandi sforzi prolungati, dopo poco li colloco; magari non nell'anno giusto ma loro, subito, mi correggono.
E ci tengono a correggermi, ci mancherebbe!
A volte non le conosco e me lo dicono subito, comunque non per questo li mando via, non faccio questo solo per gli amici, magari lo diventeranno in seguito, sicuramente!
Si somigliano tra loro, per molti versi, anche se sono in prosa.
Arrivano alle cinque di mattina, i miei racconti.