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Il lampredotto di bronzo
Appena uscito dall'aeroporto Lorenzo fermò un taxi della compagnia dei taxi gialli. I taxi gialli li riconosci subito: sono di tutti i colori, tranne il giallo.
- Forse li chiamano così perché i conducenti sono cinesi - pensò - se è così me ne ritorno a Prato.
Il conducente non era cinese, e allora lui salì a bordo.
- Non sei cinese, vero? - chiese al conducente.
- Ti sembro cinese?
- Non so, non ho mai visto un cinese di New York.
- È la prima volta che ci vieni?
- Non ero mai venuto prima a New York perché non parlavo l'inglese.
- Ma stai parlando un ottimo inglese!
- Un giorno mi sono alzato e ho deciso di impararlo.
- E quanto tempo ci hai messo?
- Te l'ho appena detto: un giorno. Mi sono iscritto ad un corso accelerato, talmente accelerato che ho dovuto pagarlo prima che mi facessero firmare il modulo di iscrizione.
- Ma dopo l'hai firmato.
- Macché, quando ho finito di leggerlo il corso era già finito, comunque ho imparato che non bisogna mai firmare un modulo di iscrizione ad occhi chiusi.
- Perché, cosa c' era scritto che non ti ha convinto?
- E che ne so, il modulo era in inglese. È come se vai ad iscriverti al ku klux klan e il modulo te lo consegna una segretaria di colore.
- Ma lo vedi subito di che colore è la segretaria!
- Appunto, mai firmare ad occhi chiusi.
- Giusto. E cosa ti ha colpito quando sei arrivato a New York?
- M ha colpito il fatto che nessuno parlava in inglese.
- Io ti sto parlando in inglese.
- Tu sei di New York?
- No, sono di Prato.
- E perché sei venuto a vivere a New York?
- Perché non parlavo il cinese.
- Ma i cinesi sanno parlare anche l'inglese.
- Non quelli di Prato, loro parlano solo l'italiano.
- Anche io sono di Prato, come ti capisco!
- Allora possiamo parlare in italiano.
- Non parlo italiano, ho frequentato una scuola cinese.
- Allora dovresti avere imparato bene il cinese.
- E come facevo, la maestra parlava sempre in italiano.
- Ti capisco, anche la mia maestra parlava in italiano, altrimenti avrei potuto imparare il cinese, e sarei rimasto a Prato.
- Conosci un buon albergo dove si spenda poco?
- A New York o a Prato?
- Non lo so, non ho ancora deciso dove vivere.
- Ci penserò, per ora vieni a casa mia, mia moglie ha fatto degli ottimi spaghetti.
- Anche tua moglie è di Prato?
- No, è cinese.
- L'hai conosciuta qui?
- No, è nata a Prato.
- Fa sempre piacere quando sei all'estero trovare un connazionale e parlare la propria lingua - disse Lorenzo.
- Quando la smetterai di portarti il lavoro a casa! - la moglie del tassista sbatté sul tavolo i due piatti di spaghetti e ritornò in cucina.
- Non ce l'ha con te, fa così perché abbiamo litigato - gli spiegò il tassista - è sempre la stessa storia quando le chiedo di cucinare il lampredotto.
- Ti piace il lampredotto?
- Ne vado matto, pensa che una volta ho partecipato ad una gara fra mangiatori di lampredotto e sono arrivato terzo - gli disse il tassista mostrando con orgoglio il trofeo di bronzo sulla mensola.
- Quanti concorrenti eravate?
- Eravamo in tre: l'ho appena assaggiato, mi fa schifo il lampredotto.
- Lo sai che io non so nemmeno che sapore ha?
- Se vuoi ti porto ad una bancarella che ne fa uno ottimo.
- Qui a New York?
- Dimentico sempre che non siamo a Prato. Quasi quasi ritorno a Prato e la lascio qui dove l'ho trovata, quella la.
- Ma se mi hai detto che è nata a Prato!
- È nata a Prato, ma da piccola si è trasferita qui con la famiglia.
- Allora l'hai conosciuta qui?
- Ma se ti ho appena detto che è nata a Prato!
- Hai ragione, me ne ero dimenticato.
La moglie del tassista ritornò con un vassoio: - Ecco il vostro lampredotto - disse.
- Grazie, ma non ci piace il lampredotto - risposero i due all'unisono.
Lei se ne ritornò sbuffando in cucina.
I due la guardarono, senza comprendere il motivo di quella reazione.
- Te l'ho detto, è assurda quella lì ... ma vieni, che ti porto in albergo - disse il tassista, alzandosi da tavola.
- Fa sempre piacere quando sei all'estero trovare un connazionale e parlare la propria lingua - gli rispose Lorenzo.
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1 recensioni:
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- Da leggere ma anche, soprattutto, da mettere in scena. Molto divertente e saporito come un lampredotto.
- Bravissimo, degna certo di quel Campanile che metteva insieme dialoghi assurdi ed esilaranti come, appunto, è quello appena letto. Complimenti e saluti.
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