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Attenta ai lupi!
Attenta ai lupi!
Dramma
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Dalla metropolitana a casa sua erano poco più di un centinaio di metri ma doveva attraversare un logoro e buio sottopassaggio. Rientrava tutte le sere, dal lavoro, dopo le venti e mentre d'estate procedeva tranquillamente, nelle fredde serate invernali camminava speditamente e spesso ad ogni piccolo rumore si voltava indietro impaurita.
Ogni giorno la stessa storia, gli anziani genitori le raccomandavano di stare attenta perché lì intorno gironzolavano diversi ragazzi neri e a loro dire erano molto pericolosi. Benito il papà di Laura era stato una camicia nera ed aveva condiviso le idee di Hitler sulla purezza della razza. Anche Christine, la mamma, la pensava allo stesso modo.
Laura, una gran bella ragazza, alta dal fisico slanciato e con un seno prosperoso, aveva ormai superato i trent' anni, era single per colpa di una delusione d'amore e sembrava non avesse più intenzione di riviverne una storia.
Lavorava presso i grandi magazzini della città ormai da tantissimo tempo, i proprietari, che ormai la trattavano come una persona di famiglia, le avevano più volte consigliato l'acquisto di un'utilitaria, l'avrebbe portata fino a casa e tutti sarebbero stati più tranquilli. La città con il passare del tempo stava diventando invivibile, ad ogni angolo, ogni sera, si vedevano spacciatori e prostitute.
Le forze dell'ordine spesso intervenivano, era come tagliare la coda ad una lucertola. Gli arrestati od i fermati nell'arco di qualche giorno tornavano in strada.
Quel sabato sera Laura si era attardata un po' di più, un bizzarro cliente le aveva fatto perdere un sacco di tempo. Telefonò ai suoi per avvertirli del ritardo e prese la metropolitana delle venti e trenta.
Scese alla fermata, si tirò su il bavero del cappotto, la serata era abbastanza fredda, e incominciò a camminare a passi veloci.
La strada pareva deserta, illuminata dai pochi lampioni ancora funzionanti, a molti mancavano le lampade fatte oggetto del tiro a segno di qualche vandalo.
Entrò nel sottopassaggio con andatura veloce, dopo pochi metri le parve di sentire dei passi alle sue spalle, si voltò ed ebbe un brivido di paura. Un uomo con un giubbotto di pelle e con un berretto da baseball era dietro di lei. Forzò l'andatura e all'improvviso come sbucato dal nulla un altro uomo con un giubbotto ed un berretto simile le si parò davanti. Era terrorizzata, non sapeva cosa fare.
Cercò di afferrare il cellulare dalla borsa, ma uno dei due uomini gliela strappò di mano gettandola di lato.
L'afferrarono e minacciandola con dei coltelli le dissero che l'avrebbero uccisa se avesse urlato. Era inebetita, non sapeva cosa fare. Si sentì le mani addosso che la frugavano e cercavano di spogliarla.
Uno la teneva a terra ferma per le mani mentre l'altro le aveva strappato la gonna e cercava di strapparle le mutandine.
Fu tutto un attimo, un terzo uomo comparso dal nulla afferrò per le spalle il tizio che cercava di violentarla e lo buttò per terra colpendolo ripetutamente con dei pugni. Il delinquente che la teneva per le braccia la mollò per dare manforte all'amico. Laura ricomponendosi alla men peggio, tirandosi su i brandelli delle mutandine incominciò a scappare, guadagnò ben presto l'uscita proprio mentre passava una pattuglia di vigili urbani.
Urlando e attraversando la strada riuscì a fermarli e con la voce tremante gli raccontò l'accaduto. Uno dei vigili la fece accomodare in macchina mentre l'altro impugnando la pistola entrò nel sottopassaggio.
Uscì dopo pochi minuti, tenendo sottobraccio un ragazzo, indossava una felpa azzurra macchiata di sangue, aveva ricevuto una coltellata su una coscia che fortunatamente non aveva leso nessun'arteria.
Era il giovanotto che l'aveva salvata, Laura lo guardò, le vennero in mente i suoi genitori, gli sorrise e poi si mise a piangere. Era un eroe quel ragazzo nero.
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Chira il 04/01/2015 08:28
Incubi metropolitani. Grazie per il finale che per una volta regala sollievo.
Chiara

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