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Lo zainetto magico
Il tempo non prometteva nulla di buono e la mamma pregò Mirko di non uscire in moto quella sera.
Un gran bel giovanotto Mirko, appena ventenne, alto, di corporatura media, portava i capelli lunghi ed aveva degli occhi verdi bellissimi. Si era iscritto in Economia e Commercio e ne frequentava il secondo anno con ottimi risultati. Di famiglia agiata, il padre un affermato avvocato e la mamma una professoressa di matematica. Nonostante le possibilità non mancassero aveva sempre, nel tempo libero, cercato di espletare qualche lavoro per essere indipendente. Alcune sere faceva il cameriere per una pizzeria della zona e durante il periodo estivo amava fare l'animatore nei villaggi turistici. Era riuscito ad acquistare quella moto, di seconda mano, interamente con i suoi risparmi e tranne qualche giorno di pioggia o freddo intenso la utilizzava sempre.
" Mirko aspetta che torni papà e ti fai prestare l'auto" gli disse sua madre ma non riuscì a convincerlo, era già tardi ed in pizzeria lo aspettavano. La mamma si rassegnò e gli chiese se cortesemente avrebbe potuto consegnare alla sorella sposata, che abitava sulla stessa strada che doveva percorrere, uno zaino pieno di peluches. Erano alcuni orsetti e scimmiette dell'adorata nipotina che la sera prima aveva dimenticato dalla nonna.
Fu tentato a dirle di no, era una seccatura portarsi appresso quello zaino piuttosto ingombrante, non aveva un portapacchi, ma poi lo prese dicendole di stare tranquilla che lo avrebbe consegnato prima di arrivare in pizzeria.
Ci passava spesso dalla sorella, era di alcuni anni più grande e aveva una bambina di due anni che lo adorava ed anche lui era innamorato di quella bimba.
Mise lo zainetto in spalla, diede un bacio sulla guancia alla mamma ed imitandone la voce disse: " ti raccomando stai attento" poi ridendo la sollevò, facendosela girare intorno, la posò e le ridiede un bacio.
Scese la piccola rampa della villetta, aprì il garage e prese la moto, indossò il casco e partì Non andava molto veloce, era incominciata la pioggia, non era intensa ma abbastanza fastidiosa. Era ormai buio e la luce del fanale era attenuata dalle gocce di pioggia. Mancavano un centinaio di metri ormai dalla casa di sua sorella e all'improvviso, da un cespuglio, sbucò un piccolo gatto di colore bianco. Fece per scansarlo cercando di non frenare bruscamente, sarebbe stato molto pericoloso, ma perse l'equilibrio e scivolò sull'asfalto mentre il gattino che era rimasto immobile, nel centro della strada, lo guardava.
Fece diversi metri incastrato sotto la moto per poi finire a sbattere contro un vecchio platano sul bordo della strada. Un ' anziana signora, che stava per chiudere le imposte della finestra, vide la scena e chiamò subito il 118.
Per fortuna l'ospedale era abbastanza vicino e dopo pochi minuti l'ululato della sirena ne avvertì l'arrivo.
Si erano fermati alcuni automobilisti ma nessuno aveva avuto il coraggio di toccarlo, era rimasto sotto la moto e sembrava inerme. Gli addetti dell'ambulanza con notevole cura, dopo aver alzato e deposta la moto accanto all'albero, cercando di non creare ulteriori danni, riuscirono a sollevarlo per metterlo sulla lettiga. Il casco era slacciato ed era rotolato alcuni metri più in la, il viso di Mirko era una maschera di sangue.
Sull'ambulanza che parti velocemente gli vennero prestate le prime cure, in pochissimo tempo arrivò in ospedale: Mirko fu portato direttamente in sala operatoria. Per mezzo dei documenti rinvenuti negli abiti del ferito furono rintracciati i genitori che arrivarono poco dopo. Il papà di Mirko chiese subito notizie del figlio mentre la mamma seduta in un angolo piangeva e pregava. Gli fu detto che il ragazzo era stato
sottoposto ad un intervento e che appena possibile il chirurgo avrebbe comunicato l'esito dell'operazione.
L'intervento durò qualche ora, i genitori erano esausti ed esasperati dall'attesa. Finalmente il professore che lo aveva operato usci ed avvicinandosi al padre gli disse: " le condizioni sono gravi ma non è in pericolo di vita" poi aggiunse " ha sbattuto la testa ma è stato fortunato" . La mamma si rivolse al dottore chiedendogli se il casco lo avesse aiutato ed egli " cara signora, non aveva il casco suo figlio o meglio lo aveva messo senza allacciarlo, lo ha salvato lo zainetto che portava sulle spalle che prima dell'impatto si è trovato chissà come tra la testa di suo figlio e l'albero"
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