Storia di Omega: introduzione.
Un gruppo di assidui esploratori extraterrestri, proveniente dal pianeta Albatros, decide di compiere un'importante missione: inviare uno speciale robot sul pianeta Terra, con la speranza di riuscire ad individuare delle curiosità fondamentali su una realtà, per loro, completamente inesplorata. Per far ciò, mette in campo le più avanzate tecnologie nel settore della cibernetica.
Il risultato di tanto lavoro è una creatura, dalle sembianze umane, capace di pensare e di riflettere in maniera a dir poco sbalorditiva. Viene chiamata Omega.
Una volta atterrato, l'umanoide si trova a fare i conti con una realtà inedita per lui, ma anche per molti aspetti affascinante.
Sotto certi versi, egli non accetta passivamente la sorte che il destino sembra avergli assegnato.
Difatti, non vede tanto di buon grado l'idea di essere stato creato, appositamente per adempiere ad uno scopo ben preciso. Avverte il bisogno di conservare una propria indipendenza e decide di combattere con tutte le sue forze una battaglia durissima.
Aspira alla libertà ed è disposto a tutto pur di ottenerla.
Sarà solo grazie all'astuzia e all'intraprendenza che riuscirà a conquistarsi l'autonomia tanto desiderata.
Ma, nonostante tutto, il suo compito non verrà mai messo in discussione.
A questo punto, non gli resta che adattarsi per condurre uno studio certosino sugli abitanti della Terra, tenendo conto di ogni loro pregio e difetto.
Storia di Omega
Capitolo primo: lo sbarco dell'umanoide.
Verso la fine del 2020, Omega, robot creato con cervello, cuore e polmoni di un essere umano morto da poco, viene mandato sulla Terra, con l'obiettivo di esaminare comportamenti e costumi dei terrestri.
Il 2 dicembre dello stesso anno, un'astronave atterra sul deserto del Nevada, depositando sulla roccia questo strano corpo, dotato di molteplici funzioni. Oltre che di un pulsante per l'auto disattivazione e di una cultura piuttosto generale della storia dell'uomo.
Immediatamente dopo, la navicella si volatilizza nello spazio cosmico, lasciandolo da solo nel bel mezzo del deserto.
Anche se un po' intontito, l'umanoide si mette subito all'azione.
A questo punto, correndo ad una velocità impressionante, raggiunge la città di New York in poco meno di un'ora, iniziando la sua missione di analisi.
A fargli da protettore nell'impresa è Cefeo, guardiano dell'intera galassia di cui anche l'umanoide fa parte.
Appena arrivato, va a trovarsi dei vestiti, affinché possa ben camuffarsi in mezzo alla gente.
Apre, in piena sera, la vetrina di un grosso negozio di abbigliamenti, facendovi un piccolo foro circolare con il semplice uso del dito. Si procura, in tal modo, il necessario per presentarsi alla società da comune cittadino, il giorno seguente.
Il mattino dopo, come prestabilito, inizia a fare i primi sondaggi.
"Che atmosfera stagnante!", dice tra sé. "Avverto un forte senso di solitudine attorno a me! Eppure, per loro dovrebbe essere la notte di Capodanno!
Esplodono fuochi in lontananza. Ma non c'è nessuno vicino a me, a darmi almeno un minimo di conforto!
Intravedo computer in ogni dove! E per fare conoscenze la gente sembra ridursi all'esclusivo utilizzo delle chat! Che triste realtà! Ma dove si arriverà andando di questo passo? Ad ogni modo, non posso scoraggiarmi per tutto questo. Devo assolutamente portare a compimento la mia missione!".
Riesce però, quasi immediatamente, a trovarsi un impiego da commesso in un negozio di musica.
Con il trascorrere dei giorni, ha modo di confrontarsi con varie personalità. Si rende presto conto che ci sono tante strane sfaccettature tra loro. La sensazione che prova è quella di trovarsi in un crogiolo di etnie e culture piuttosto variegato.
Lo sviluppo tecnologico, invece, non è ai livelli del suo pianeta e lo stesso vale per il tasso culturale. Ma egli ha lo sguardo proiettato, principalmente, verso l'introspezione psicologica degli umani che trova dinanzi.
Una di quelle sere ha anche occasione di conoscere, in mezzo alla strada, una persona che gli sarà di grandissimo aiuto. Difatti, è l'unico superstite in una metropoli così vuota e priva di spirito.
L'atmosfera, piuttosto incresciosa, non può che incutergli timore. Allora Omega si mette a correre, attraversando anfratti e strade che a mala pena s'intravedono, in una frenetica corsa contro il tempo.
Tutto questo finché non trova Angelo.
Nonostante l'insicurezza, Omega è costretto a dover affrontare la vita che è lì, dinanzi
ai suoi occhi e che aspetta solo di essere scoperta, sotto tutti i suoi aspetti.
Probabilmente, è proprio grazie a questo incontro che riesce a rassicurarsi continuando l'analisi, incurante dei pericoli che si proiettano all'orizzonte!
Questo perché, oltre a trattarsi di un incontro inaspettato, si dimostra anche molto provvidenziale.
Finiscono per trovarsi loro due, soli, per quella strada tanto fredda e buia.
Il veterano economista lo intravede per primo, quasi casualmente. Poi, subito ne approfitta per offrirgli un passaggio con la macchina, fino in albergo.
Per mezzo della sfacciataggine di Angelo, che gli chiede l'ora, i due hanno modo di parlarsi. Ma l'umanoide non immagina nemmeno cosa voglia significare questa domanda.
Così, per compensare quell'imbarazzante lacuna, risponde di non poter essere esaustivo.
Subito dopo entra in macchina.
"Come mai si trova da queste parti?", continua Angelo.
"Bé, sono un turista italiano e stavo facendo un semplice giro per esplorare la zona!", risponde Omega, trovandosi una scusa plausibile.
"Sei venuto da solo fino a New York?".
"Certo! In fondo, meglio soli che male accompagnati!".
"Capisco. Comunque, deve essere molto prudente quando passa di qui, potrebbero esserci criminali nei paraggi a quest'ora!".
"Ha ragione! Ma delle volte, quando agisco, non penso agli eventuali pericoli che si possono correre!".
"E fa un grosso errore! Comunque ecco, alla traversa alla sua destra c'è l'hotel Plaza. Può fermarsi lì!", suggerisce l'economista. "Quell'albergo ha davvero degli ottimi prezzi!".
"Perfetto!", esclama l'umanoide. "Allora la saluto e grazie mille per la gentilezza mostrata nei miei confronti!".
"Buona serata! Però mi raccomando, sia prudente!".
Queste parole fungono da provvidenziale monito, per il confuso ed ancora inesperto extraterrestre.
Capitolo secondo: la macchina del tempo.
Giunto in albergo, Omega risolve un po' di faccende. Ma, poco prima di andare a dormire, scambia un po' di chiacchiere a distanza con il suo protettore.
"Ora che mi trovo qui, cosa volete che faccia?", gli domanda. "Non chiedetemi l'impossibile però!".
"Non devi fare nulla al di fuori di ciò che ti è stato richiesto! Devi semplicemente lavorare con costanza, svolgendo l'incarico che ti abbiamo assegnato!
Annota quindi tutte le sensazioni che percepisci osservando, con attenzione, ciò che ti succede intorno. A noi, la cosa che interessa maggiormente è conoscere abitudini e comportamenti, che poi sottoporremo agli opportuni studi".
"Seguirò i vostri ordini! Ok, non preoccupatevi! Cercherò di agire al meglio!".
Così, il mattino seguente Omega riprende la sua attività.
Ma, purtroppo, proprio quando meno se l'aspetta, si mette a piovere violentemente. A quel punto, egli è costretto a correre ai ripari.
Trova subito rifugio sotto i portici di un gigantesco grattacielo dove è destinato a rimanerci per parecchio ed inizia a pensare tra sé:
-"Trascorro le ore a pensare in questi vicoli newyorkesi. Più il tempo passa e più rimango allibito da certe personalità così fredde e chiuse in se stesse"-.
Difatti, la scarsità di rapporto umano è la prima cosa che nota.
In seguito, girovagando sotto quei porticati, intravede un grosso magazzino. Una volta messo piede al suo interno, si dirige per un lungo corridoio che lo porta in un'enorme stanza, dove si sta svolgendo un concerto per l'inaugurazione del locale.
Così, si trova inaspettatamente ad esplorare una nuova realtà.
La sala è talmente piena da non riuscire neanche a distinguere le luci dagli esseri umani. La gente sembra muoversi euforica, dimostrando che è sempre la spontaneità a farla da padrona in certe circostanze.
Via gli orpelli, via tutte le sovrastrutture. È ora di dimenticare le preoccupazioni, per lasciare spazio ad un po' di adrenalina pura.
Ma, nonostante l'imbarazzante situazione, Omega riesce ad ottenere una certa considerazione. Forse perché sa bene come cavarsela. Ne è avvezzo, più che per esperienza, per un certo sesto senso.
Il concerto è guidato da Mario Torricelli, un vero blues man dei tempi moderni, dotato di una speciale capacità compositiva. Il fascino emanato dalla musica che produce è così profondo e trasversale, da coinvolgere subito gotici metropolitani, teste di metallo in crisi d'identità ed ascoltatori casuali.
Il luogo poi, è affollato da un'umanità alticcia, reduce da una stressante giornata di lavoro e desiderosa di ascoltare della musica ben suonata.
Ma, vista la situazione, Omega preferisce sedersi nella sala a fianco, per prendere un aperitivo in tranquillità.
"Salve! Cosa le porto?", chiede il cameriere.
"Una tequila grazie!".
Cinque minuti dopo, la bevanda viene servita. È più alcolica del previsto ma ciò, almeno, gli permette di rilassarsi. Quando, all'improvviso, spunta una donna sui trent'anni molto attraente e gli si siede di fronte.
Inizialmente gli mette un po' imbarazzo la sua presenza, ma lei subito rompe il ghiaccio, accarezzandogli delicatamente la gamba con la scarpa.
Omega rimane stupito da questo suo atteggiamento, infatti, non sa neanche come comportarsi. Anche perché è la prima volta che si trova in una situazione di questo tipo.
"Vuole un po' di vino?", le domanda poi.
Ma la donna non risponde.
A quel punto finisce velocemente di bere, si alza e se ne va, salutandola con vergognosa freddezza.
Poco più tardi però, si pente del comportamento adottato, perché si rende conto di essere stato troppo sbrigativo con lei.
"Perché mi emoziono sempre da lasciarmi sfuggire le occasioni migliori?
Possibile che non imparo mai dall'esperienza?", pensa tra sé.
Proprio allora Omega si accorge che forse, tutto ciò che si era prefissato nella calotta cranica è completamente da mettere in discussione. Per non correre il rischio di perdere il vero contatto con il reale.
In fondo è risaputo che, proprio quando ci sembra che le situazioni ci soffochino, è lì che ci si deve lanciare, se si vuole davvero progredire.
Nel frattempo, nella sala a fianco hanno cambiato genere e l'umanoide, incuriosito, decide di tornarci per dare un'occhiata. Si è passati al rock.
I riff di chitarra vibrano pesantissimi, quasi al punto da spaccare i timpani! La gente scatenata si mette a pogare e l'umanoide si trova improvvisamente gettato nella mischia, sballottato da un lato all'altro della sala.
Poi, per via della confusione generatasi, viene trascinato ingiustamente all'esterno del magazzino, da un buttafuori.
Così si trova di nuovo fuori, sulla strada, a riprendere l'attività ancor più agguerrito di prima.
"Che brutta situazione mi tocca sopportare!", esclama con se stesso.
Ma una volta ripresosi dallo spavento, s'incammina, con la speranza di trovare nuovamente qualche persona di fiducia con cui relazionarsi.
"Ormai, che mi piaccia o no, mi trovo in questa dura realtà!", continua subito dopo. "Forse è meglio tralasciare paure ed incertezze! Qui devo solo agire!".
Proprio in quel preciso istante, attorno al lui gli uccelli notturni cinguettano e quel poco di natura rimasta si fa sentire, in tutta la sua irruenza. Le nuvole meditano nelle loro statiche posizioni e tutto è silenzio, finalmente. Gli ritorna anche la voglia di curiosare.
Ma, poco più tardi, una massa di persone inizia a intravedersi all'orizzonte. Un'altra manifestazione si accinge dinanzi ai suoi occhi. Si tratta di un concerto all'aperto questa volta. Le illuminazioni creano un gran senso di vitalità dentro di lui e così inizia a farsi coraggio.
Rimane lì per un po' ad osservare i festeggiamenti. Poi, siccome si fa tardi, s'incammina per raggiungere la sua camera d'albergo.
Con il trascorrere dei giorni però, si rende presto conto che, tutto sommato, non c'è molto da scoprire. Del resto, intorno a lui vede solo desolazione e persone che hanno,
come fine ultimo, quello di coltivare il loro piccolo orticello. Nota tanta diffidenza, ma non trova amore. In un clima così, in grado di far scoraggiare e rabbrividire anche la persona più speranzosa, non se la sente di continuare a rimanere.
"Preferisco stare sul mio pianeta, piuttosto che su questo finto e vuoto teatrino di apparenze!", esclama tra sé.
Decide allora di tornarsene sulla navicella.
I colleghi sono molto irritati da questa presa di posizione e gli propongono, in alternativa, di fare un viaggio con la loro macchina del tempo, in un altro periodo storico: il 1970.
L'umanoide, affascinato dall'idea, seppur con titubanza accetta volentieri la proposta.
"Sarà anche un'impresa ardua, ma ci voglio provare!", esclama poi.
Stesso due giorni dopo entra nel macchinario, si fa agganciare da due tecnici alla struttura e parte.
Così, in poco meno di mezz'ora, si trova trapiantato in un'altra epoca.
Capitolo terzo: il 1970.
Una volta arrivato, le cinture di sicurezza si slacciano automaticamente, il portellone principale si apre ed Omega esce, finalmente, dalla gabbia metallica.
"Wow! Sembra a dir poco affascinante questo luogo!", dice poco dopo.
A tal punto, si dirige per una strada che lo conduce nella periferia di una Firenze d'altri tempi: castelli affascinanti, borghi antichi, cavalli che trainano carrozze, chiese affrescate e maestose architetture. Il concetto di bellezza in ogni sua forma.
Si modifica il suo stato d'animo e da pessimista qual era, inizia ad acquistare un po' di salutare ottimismo. Ciò, anche grazie a quell'atmosfera così pregna di arte.
"Non è stata una cattiva idea venire fin qui, tutto sommato!", esclama. "È veramente eccitante quest'epoca!".
Ad un certo punto, nota lo scroscio d'acqua di una fontana provenire da non molto lontano. Decide così di fermarsi lì, per abbeverarsi. Ma, inaspettatamente, gli si avvicina un branco di pecore guidate da un anziano pastore.
"Salve! Scusi il disturbo! Lei è nuovo di queste parti?", domanda costui, incuriosito dalla sua presenza. "Comunque, beva senza farsi problemi e stia tranquillo. Le mie pecore possono attendere!".
"Preferisco che ci diamo del tu. Mi chiamo Osvaldo Di Lauro e sono un forestiero!", dice l'umanoide, inventandosi un nome per non farsi riconoscere.
"Bene! Ho soddisfatto la mia sete. Diamo pure spazio a questi simpatici animali!". Così, lentamente le pecorelle si mettono in fila per abbeverarsi.
"Ed io con chi ho il piacere di fare la mia conoscenza?", chiede Omega.
"Il mio nome è Antonio e sono un pastore. La vita mi ha costretto a fare il nomade per lungo tempo. È solo da poco tempo che ho trovato residenza fissa qui a Firenze.
Prima svolgevo un'attività completamente diversa. Per quanto non possa sembrare, ero un notaio. Con il tempo, però, mi resi conto che c'era troppa corruzione in quel mondo. Troppi soprusi davanti ai miei occhi. I miei colleghi facevano di tutto, per guadagnarsi un posto di privilegio alla corte dei potenti!
E tu vuoi provare a cambiare le cose, ma ti rendi conto che, in fondo, non sei altro che l'ennesimo soggetto da manipolare!
Capii allora, che l'unico modo per andare avanti in quella situazione era annientare il mondo che mi stava marcendo dentro! Ad un certo punto della vita, presi la decisione di voltare pagina e di tornare ad una dimensione più umana, scrollandomi di dosso quel ruolo così ingombrante!
Ricordo che dissi a me stesso:
-<Non sono certo in grado di cambiare le cose, ma almeno posso trovare il modo per star fuori dalla corruzione, voltando pagina una volta per tutte!
Ho deciso che farò il dissidente! Almeno finché l'ultima palata di terra non mi avrà sepolto!>-.
Così, improvvisamente passai dalle stelle alle stalle!".
"Interessante! Ma questa zona è sempre così poco affollata?", domanda Omega, troncando involontariamente il suo discorso.
"Sì, è la parte più periferica e rurale della città!", dice Antonio.
"Comunque, andando in centro troverai molta più gente. Credo che ti convenga farci un giro. Per avere un'idea di ciò che può offrire Firenze!".
Omega segue il consiglio e, dopo averlo ringraziato, porge le sue scuse in quanto non può perdere altro tempo. Lo saluta e si avvia lungo il tragitto, per raggiungere il centro storico della città.
A fargli da guida, a questo punto, rimangono i consigli chiesti ai passanti. Ma giunto a metà strada, si accorge che la gente accorre in massa, per vedere lo spettacolo teatrale di un personaggio che puntualmente, ogni anno, mette in scena la sua parodia dei tempi moderni.
Incuriosito, anch'egli si ferma a dare un'occhiata.
Ciò che rende irresistibile questo improbabile giullare è il suo essere un fustigatore della deriva morale. Quasi un originale ed eccentrico Savonarola che, con i suoi spettacoli, mette in mostra l'orrore dell'animo umano, nella sua condizione attuale di asservimento al potere e al dio denaro.
Tutta la corruzione, che la società vorrebbe far finta di non vedere, viene mostrata sul palcoscenico, con l'ausilio dei suoi personaggi. Ogni anno, inconsciamente, la folla rimane attratta da tutto ciò, ritrovando in lui una grande guida spirituale.
"Ma cos'è questo spettacolare baraccone?", Omega esclama, colpito da quel nuovo modo di fare teatro.
In tutte le storie rappresentate, non traspare nessun perdono liberatorio, ma solo la piena consapevolezza dei peccati dell'uomo, irrinunciabili ed eterni come il mondo stesso.
"Non ho mai visto nulla del genere! Peccato che il tempo è tiranno e non posso fermarmi a guardare ancora. Comunque, deve essere un genio colui che ha ideato tutto ciò!".
Allora, anche se a malincuore, s'incammina nuovamente.
Ma, dopo aver fatto qualche chilometro, viene convertito, lungo <la via di Damasco>,
da un'insolita visione.
"Non riesco a capire di che si tratti!", pensa tra sé. "Eppure, di una cosa sola posso esserne certo! Non è un abbaglio!".
In realtà, è un angelo venuto a dargli dei consigli.
Omega rimane quasi pietrificato, per qualche secondo, per poi intraprendere una breve discussione con questa nuova entità.
"Per favore! Chiunque tu sia, non mi fare del male!", egli implora.
"Salve caro Omega! Non ti preoccupare! Non sono certo qui per condannarti, ma solamente per darti delle direttive!".
"Ma come! Conosci il mio nome?!".
"Certo! E non c'è affatto da stupirsi!", continua l'angelo.
"Immagino che in questo momento ti sentirai un po' come Alice che ruzzola nella tana del bian coniglio".
"L'esempio calza!".
"Lo leggo nei tuoi occhi! Hai lo sguardo di un uomo che accetta quello che vede solo perché aspetta di risvegliarsi. E curiosamente non sei lontano dalla verità.
Tu credi nel destino?".
"No!".
"Perché no?".
"Perché non mi piace l'idea di non poter gestire la mia vita!".
"Capisco perfettamente ciò che intendi! Adesso ti dico perché sei qui.
Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti. Senti solo che c'è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra nel mondo. Non sai bene di che si tratta ma l'avverti. È un chiodo fisso nel cervello. Da diventarci matto1!
È questa sensazione che ti fa sentire inquieto.
Ad ogni modo, il consiglio che voglio darti è di non lasciarti coinvolgere troppo da ciò che ti senti dire in giro! Svolgi solo ed unicamente il tuo compito, come ti ha già riassunto Cefeo!
Come tu stesso avrai notato, non vi è amore in questa civiltà. Ognuno è chiuso, con i paraocchi, nel suo individualismo. Questa sensazione la si percepisce subito. È nell'aria! È vero anche che sul piano tecnologico si son fatti enormi passi avanti! Ma dal punto di vista umano ne stanno risentendo tutti.
La tua è una missione quasi evangelizzatrice! Non so se mi spiego! Dovrai dimostrare all'umanità che non è l'unica ad abitare l'universo.
In passato, ci sono stati altri esperimenti come il tuo. Cinque umanoidi hanno già cercato di compiere la tua missione. Uno, purtroppo, è morto per una disfunzione di sistema, mentre gli altri si sono persi lungo la via, se così si può dire.
Ebbene, tu devi colmare l'insuccesso che costoro hanno arrecato! Ma, ovviamente, dipende sempre e solo da te!".
Omega rimane subito incantato da queste parole.
"È un incarico imponente quello che mi avete affidato! Sinceramente, non so se sarò davvero in grado di farcela! Io, dal canto mio, ce la metterò tutta! Altro non posso garantirvi".
"Ce la devi fare!", continua l'angelo. "È un obiettivo raggiungibile! E un altro
consiglio che mi sento di darti è di non perdere le speranze! Se perderai quelle, rischierai di non farcela!".
"Giusto! Il fatto è che, alcune volte, sono gli eventi esterni che mi scoraggiano!".
"Ma tu devi essere forte! Suvvia!
Tra l'altro, se sono venuto qui, è perché ho anche da chiederti un altro favore!".
"E cioè?", domanda subito l'umanoide preoccupato, perché si aspetta già l'arrivo di un incarico ancora più imponente.
"Devi convertire l'intera umanità, tramite il tuo esempio! È una missione evangelizzatrice questa a cui sei chiamato!".
"Quale onore! E proprio a me doveva capitare!!".
Poco dopo l'angelo scompare improvvisamente, lasciando Omega di nuovo solo, ma ancor più confuso di prima.
Appena staccatosi dalla presenza ultraterrena, quest'ultimo s'incammina verso la stradina buia che gli si apre dinanzi.
La notte è piuttosto tranquilla e ciò gli permette di tornare subito sui suoi passi.
Lungo la strada, si trova a riflettere su quanto è accaduto.
"Non è una missione facile! Chissà se riuscirò a farmi davvero valere uscendone a testa alta!".
Dopo circa mezz'ora, raggiunge il centro storico di Firenze. Ma, sentendosi stanco per via della lunga camminata, si ferma in un ostello a prendere una birra e a riposarsi.
Arrivato al bancone, al suo fianco trova una donna piuttosto avvenente, che sta sorseggiando un bibita. A quel punto, ne approfitta per instaurare un dialogo con lei.
"Salve! Anche lei è qui per distrarsi?", le chiede.
"Sì, mi fermo spesso in questo posto. Mi rassicura. Soprattutto dopo un'intensa giornata lavorativa. Qui sanno bene come intrattenerti!", risponde la donna.
"Comunque io mi chiamo Francesca, piacere!".
"Piacere, Osvaldo Di Lauro!".
"E lei che fa nella vita?", gli domanda la donna. "È la prima volta che la vedo!".
L'umanoide rimane un attimo in silenzio, per cercare d'inventarsi qualcosa di credibile, poi dice di essere un forestiero e di venire da un paesino non molto lontano da Firenze.
"Preferisco che ci diamo del tu! Io sono qui per compiere un incarico importante!", dice astutamente.
"Studiare la città e le sue architetture, nonché cercare dei reperti storici, appartenenti al suo remoto passato".
La donna ingenuamente ci casca. Rimane talmente incuriosita da queste sue parole, che decide d'invitarlo a fare un giro, per sentirlo parlare ancora e dargli qualche valido consiglio.
Omega contento accetta subito la proposta.
A questo punto, nonostante l'imbarazzo, i due s'incamminano.
Capitolo quarto: arrivo a teatro.
"Ma che strana sensazione!", egli esclama. "Non sono affatto abituato a vedere tutta questa gente!".
"È normale amministrazione, per me!".
Poco dopo, incontrano alcuni amici di Francesca e lei coglie subito l'occasione per fare le dovute presentazioni. Passano poi sotto l'insegna di un teatro e si fermano per vedere quale spettacolo è in programma.
Notano che si sta svolgendo una tragedia greca.
"Non mi sembra nulla di interessante!", dice la donna. "Possiamo anche andare!".
"No, aspetta!", continua Omega. "Vorrei restare. Tanto, visto che lo spettacolo è gratuito, sarebbe meglio fermarci a dare un'occhiata. Non credi?".
"Va bene. Visto che insisti, ti accontento senza problemi".
Ma, tra una constatazione e l'altra, finiscono per rimanere lì fino a notte fonda.
"Si è fatto tardi! È ora di rincasare!", ella esclama. "Che ne dici di venire a stare da me per un po'?".
L'umanoide accetta immediatamente, seguendola, anche se rimane ancora un po' titubante.
Francesca gli fa da guida, accompagnandolo per una strada di campagna che li porta fino alla sua abitazione.
Trascorsa mezz'ora finalmente arrivano.
"È una villetta molto graziosa ed accogliente, non trovi?".
"Sì, senza alcun dubbio!".
Non appena entrati, i due hanno modo di parlarsi più approfonditamente.
"C'è anche una bella piscina!", dice Francesca.
"Ah, bene! Più tardi sarebbe possibile farsi anche una doccia?", chiede l'umanoide.
"Certamente! Fa' come se fossi a casa tua!".
"Ok! Ti ringrazio! Ho davvero bisogno di un po' di ristoro! Anche se devo ammettere che non ti fai mancare nulla!".
"Diciamo che so come investire i miei soldi guadagnati col sacrificio!", ella risponde. "Ma perché ora mi guardi così?".
"Guarda! Mi sento di farti i complimenti per la forma smagliante! La tua pelle sembra non avere età!".
"Bé sì, è da un po' che ho deciso di cambiar vita e look!", esclama Francesca.
"Peccato che non posso modificare l'identità, altrimenti l'avrei già fatto, ah ah!".
"Guarda che andando avanti così, finirai per diventare una cavia da laboratorio! Dico sul serio! La tua casa sembra un circo equestre di palestre, lettini e creme di ogni genere. Sulla tua faccia non porti i segni del tempo. Sei troppo artificiosa per me! Ma che strana tortura è mai questa!".
"Grazie per il complimento! Ma non è come credi! Ci tengo solamente a stare in forma, ecco tutto".
"Qui non si tratta di sentirsi in forma! Dietro quelle cure certosine, non ti puoi immaginare che demone si nasconde!
Ormai il tempo si è arreso alla scienza! Ma ti prego! Fermati, ora che è ancora possibile! Scalare un cuore è ben più semplice!
La natura già sa! È lei che dovrà fare il suo corso, non tu!".
"Sono perfettamente d'accordo con te. La vanità mi porta a comportarmi così.
Come succede a tante donne, del resto!", risponde lei.
"Spesso gli uomini sono troppo meschini e corrotti, per capire dove sta la vera femminilità. Non farti ingannare da loro! Lasciali perdere! Affidali a me i tuoi difetti! Troverò il modo di valorizzarli!".
"Ci proverò!", ella risponde un po' sorpresa.
"Ecco! Se vuoi puoi riposare in questa stanza".
"Certo, per me va più che bene! L'importante è non arrecare grosso disturbo!
E tu dove dormirai?".
"In una camera al piano superiore".
"Capisco".
"A proposito! Cosa ti posso offrire?".
"Un po' d'acqua grazie".
"Vedo che c'è un crocifisso in questa stanza! Sei credente?".
"Certo!".
"Allora immagino anche che preghi molto!".
"Ovviamente! Scommetto che non te l'aspettavi!".
"Infatti!", esclama l'umanoide.
"Ma guarda che viene tutto dalla preghiera!", dice Francesca. "In essa Dio si manifesta e ti posso garantire che di nient'altro abbiamo bisogno! Senza Dio, le cose che abbiamo diventano aride! Per questo non lo dobbiamo mai abbandonare!
Come, del resto, non si abbandona mai un piccolo salvagente in mezzo ad una tempesta nell'oceano!".
"Ah sì?!".
"Questa constatazione mi solleva ogni giorno", continua la donna. "Mi dà sempre la forza di ricominciare, dopo giorni passati in percorsi illusori e faticosi
che, come si prevedeva, a nulla di sensato riescono a condurre!
Noi, in fondo, senza Dio non siamo che dei granellini di sabbia in mezzo al mare!
Quale altra tranquillità, se non quella derivante dalla preghiera, ci libera il cuore e ci dona la pace sempre?
È così bello il mondo visto con Dio! L'arte, la scienza, tutto prende la sua giusta conformazione. Anche l'amore, grazie a Lui, può diventar dolce e poetico, pregno di tenerezza e sacrificio.
È quando decidiamo di agire nell'ombra, di seguire le illusorie vie del mondo, che hanno origine i nostri problemi!
Del resto, una vita senza di Lui sarebbe come voler immaginare il giorno senza il sole!".
"Su questo concordo pienamente!", egli esclama.
"Allora! Parlami un po' di te! Sono curiosa di sentire la tua storia!".
A quel punto, Omega non se la sente di dire bugie e le svela tutta la verità.
"Devo riferirti una cosa molto pericolosa e delicata! Però mi raccomando, non giudicarmi immediatamente!".
"E chi ti giudica!".
"Ok, mi fido. Allora, io sono un alieno!".
"Cosa?".
"Esattamente! Hai capito molto bene! O, per meglio dire, un umanoide venuto da una galassia lontanissima. Omega è il mio vero nome!".
"Ma che dici?", esclama la donna.
"È la pura verità!".
"Allora vai via! Fuori da casa mia! Con i pazzi non ci posso stare! Guarda un po' che mi tocca sentire!".
Subito dopo, Francesca entra nella camera a fianco, piangendo e sbattendo violentemente la porta.
"E meno male che dici di essere credente!", grida l'umanoide indispettito.
Il povero Omega, a quel punto, esce dall'appartamento senza poter neppure dare le opportune spiegazioni.
"Che mi tocca subire!! La sincerità paga un caro prezzo! Si finisce molte volte per non essere creduti! A tal punto, non mi resta che continuare da solo nella mia missione".
Ma, dopo un centinaio di metri, ci ripensa. Si lascia prendere dal risentimento. Decide così di passare la notte fuori, su una panchina, per poi riprovarci il mattino dopo. Però, prima di addormentarsi, rielabora una serie di profonde riflessioni.
"Questa notte si susseguono strani enigmi dentro di me, come draghi infernali che devastano la mia mente. Queste paure mi urlano nel cuore", dice tra sé.
"Vogliono impossessarsi della mia anima! Ma non ci riusciranno! La felicità tornerà, ne sono certo!
Il solo ricordarmi di lei irradia luce sconfinata dentro di me, almeno al pari di questa miriade di stelle! Mi sembra così strano averla persa! Ma voglio sperare che arriverà il giorno in cui la rincontrerò!
Tace il mondo con i suoi fuochi che, dalle campagne, vengon su. La notte con le sue stelle che mute guardano la mia vita ed io ricordo tutti i passi che insieme facevamo, quando aspettavamo la sera calare sui nostri corpi.
Le case sembrano piangere assieme a me. Ma spero che i rami di questi alberi mi terranno compagnia. Anche la luna pare volermi osservare.
Eppure, come ridevamo fino a poco prima! Come ci stringevamo! Inevitabilmente, in
mutevoli cangianti forme la mia anima si sta drasticamente trasformando.
L'infinito che c'era tra noi si è svuotato in un secondo. Ma, nella stessa misura, si riempirà se riuscirò a rincontrarla.
Vedo le sue immagini nel perduto passato e sembra quasi che la mia vita stia per finire, nel momento stesso in cui penso che probabilmente non la rivedrò più.
Assomiglio ad un piccolo bambino che la guarda con occhi speranzosi, ignaro che tutto, prima o poi, finirà.
Nelle melodie tristi del mio cuore si dissolve e svanisce il suo ricordo, lasciando
un silenzio solenne che immobilizza l'anima, nella gelida rassegnazione dinanzi alla sua assenza. La semplicità del suo sorriso era tutta la mia ricchezza!
Queste costellazioni ora piangono stelle, per tanta infelicità. Eppure, la via della verità tornerà a risplendere, ne sono convinto! Devo solo pregare, affinché ciò accada!
In fondo, non sono altro che un banale atomo nell'infinito universo! Non siamo nulla senza Dio e questo me l'ha insegnato lei!
Non può finire così! Le sue parole mi hanno colpito! Posso riprovarci! Non ho fatto nulla di male in fondo. Ho solamente detto la verità! La mia verità!".
Subito dopo tali constatazioni, il cielo s'inscurisce ed il paesaggio diventa improvvisamente cupo e minaccioso. In quest'ambiente così malinconico, riesce però a ritrovare una certa pace, prima di addormentarsi, lungo i margini della strada.
Ma, proprio durante il sonno, l'umanoide ha una strana apparizione. Questa volta è il suo protettore a fargli visita!
"Non ti devi preoccupare caro mio! Devi solo insistere! Non ti rassegnare proprio adesso e vedrai che domani, se andrai da lei, ti farà parlare! E poi è normale che di primo acchito non ti abbia creduto! Tu fregatene e provaci di nuovo!".
"Bene! Farò quanto mi ha suggerito. Mi fido di lei!".
L'umanoide rimane molto colpito da quell'inaspettata apparizione. Ma si tranquillizza. Così, il mattino seguente, armatosi di coraggio, va a ribussare alla porta
di Francesca, sperando di poter chiarire la faccenda.
Capitolo quinto: la pura verità.
"Chi è che osa bussare a quest'ora?", domanda la donna.
"Sono sempre io", risponde Omega.
Ma Francesca fa finta di nulla e ritorna in salotto, come se nulla fosse accaduto.
Egli però insiste.
"Non ti preoccupare! Posso spiegarti tutto quanto! Non è come credi!".
"Non ci pensare neanche! Vattene e non farti vedere mai più da me!".
"Non me ne andrò finché non avrò avuto la possibilità di chiarire! Sono disposto a star qui anche per tutto il resto della mia vita, se non mi aprirai!".
Allora la donna, notando tanta insistenza, decide di farlo entrare.
"Finalmente! Ora ti posso spiegare la situazione! Se tu avessi conosciuto la mia vera storia, non ti saresti comportata come hai fatto!".
"Va bene! Ma ora, dato che hai la possibilità di chiarire, dimmi tutta la verità! Ti ascolto!".
"Ok! Io mi trovo qui grazie all'ausilio di una speciale macchina del tempo! Un
marchingegno molto avanzato, che voi terrestri ancora non avete inventato. Ah ah ah..!", egli esclama.
"E sentiamo! Se davvero è come dici, da quale pianeta provieni?".
"Da Albatros, il <Pianeta Rosso>! Viene nominato così per via del suo insolito colore, in quanto, il novanta per cento della sua superficie è formato da deserti. Infatti soltanto il restante dieci per cento è abitato!".
"Mmh! Interessante!".
"Sono venuto fin qui per analizzare i comportamenti e la storia di voi terrestri e c'è davvero tanto da conoscere, a quanto pare!".
"Bene, bene! Allora, ammesso che quanto tu dica corrisponda al vero, avrai l'occasione di poter esaminare, nel dettaglio, le ultime ore di un mondo morto e allo sbando! Alienato da cupidigia e armi da fuoco, dittatura e manipolazione massmediatica! Basta scandagliare su quali fondamenta si basa la società attuale, per capire!".
"Ossia?", chiede Omega.
"Bé, sull'avere la bella donna, la casa accogliente e la macchina di ultima generazione! Domina la cultura dell'avere, non dell'essere! Non so se mi spiego.
Ma, se vuoi, ti posso dare una mano, in questo difficile compito di analisi!".
"Con piacere!", egli risponde.
"Prima però, voglio sapere una cosa da te! Chi ti ha mandato fin qui?".
"La mia equipe! Un gruppo formidabile, esperto nei viaggi interplanetari.
Abbiamo visitato anche Marte ultimamente, dato che ci trovavamo a passare da lì!".
"Bene bene! Ora tutto mi risulta più chiaro!", esclama la donna.
"Tu vivi da sola?".
"No, mio marito è fuori in questo periodo per motivi di lavoro".
"Appena saputa questa notizia, il povero umanoide rimane quasi pietrificato.
Poi avverte un forte colpo al cuore".
"Lavora in una compagnia teatrale! Ma è sempre fuori per le sue lunghe tournée", continua lei.
"E di cosa trattano i suoi show?".
"Descrivono la situazione di questi tempi moderni, rielaborata però sotto le vesti del musical".
"Questa proprio non ci voleva!", pensa Omega tra sé. "Ed io che cominciavo ad illudermi! Purtroppo è la vita! Del resto non è la prima volta che mi succede una cosa del genere! Cerchiamo però di mantenere la calma, facendo finta di nulla!
Raccontami qualcosa del pianeta Terra! Almeno in linea sommaria. Può servire per i miei studi!".
"E cosa vuoi che ti racconti?! Avrai modo di scoprirlo da solo a breve.
Questo Paese è in preda ad una crisi di nervi e preferisce godersi in televisione lo spettacolo del mondo che va a rotoli! Ormai siamo avvezzi ad educare i nostri figli con la TV, per mancanza di tempo. Persino la lettura di un giornale è diventata qualcosa di riservato ad una ristretta cerchia di iniziati! Non c'è più rispetto, neanche per la cultura!
A proposito, tu sai cos'è un giornale, vero?".
"Certo, si usava da noi fino ad un secolo fa. Ora abbiamo la stampa digitale".
"Posso immaginare di cosa parli", riprende Francesca. "Mi sa che stiamo sulla stessa barca allora! Ci vorrebbe davvero una rivoluzione, per risvegliarci da tutto questo torpore!".
"Si! Una rivoluzione culturale!", continua Omega.
"Esattamente!".
"Comunque, io domani mi metto all'azione! Devo mantenere l'impegno preso con il negozio di musica!".
"Di musica!?".
"Certo! Ho da poco trovato un'attività da commesso che mi sta dando grandi soddisfazioni! Lì faccio solo il turno di mattina e non richiede neppure grande sforzo intellettivo!".
"Ma cambia vita! Te lo trovo io un lavoro più adatto! Puoi venire a lavorare da me! Sto in una fabbrica che produce yogurt.
Il mio compito è quello di controllare la quantità di glucosio nei prodotti.
Potresti occupare un posto da ragioniere al suo interno, che ne dici? Lì, posso assicurarti che c'è davvero tanto da esaminare!".
"Non saprei!", egli esclama.
"Dai! Se te lo dico, vuol dire che ti puoi fidare!
Ascoltami! Domani va' a chiedere le dimissioni in questo negozio, così potrai venire a lavorare con me!".
"Va bene, mi hai convinto!".
"Perfetto! Allora sveglia alle sei domani!".
"Proverò ad alzarmi per le sei! Anche se ho parecchio sonno da recuperare!".
"Allora ti sveglierò per le sei e mezza!", dice la donna. "Buona notte!".
"Buona notte e grazie davvero, per tutta la generosità che stai mostrando nei miei confronti!".
Capitolo sesto: i primi studi.
Durante il sonno, però, compare di nuovo il protettore di Omega, a fargli la solita "drizzata di orecchie".
"Salve! Come va?".
"Tutto bene, grazie!".
"Ti volevo solo ricordare di non dimenticare il compito per il quale sei lì!
Non devi farti condizionare più di tanto dagli eventi esterni!", esclama costui.
"Non c'è problema! So come comportarmi! Del resto, Francesca mi sta solo aiutando e di questo gliene sono molto grato!".
"Sì, ma non puoi perdere troppo tempo con lei! Non te lo puoi permettere! Tra l'altro, hai solo un mese a disposizione, per rimanere sulla Terra!".
"Ah! Non lo sapevo neanche!".
Tu sei lì per compiere una speciale missione! Tutti i dati che preleverai, da qui a breve, per noi sono fondamentali. Quindi cerca di fare del tuo meglio senza farti prendere dalle distrazioni! Me lo prometti?".
"Capisco! Ok, ci proverò! Ma ora fammi riposare tranquillo!".
"Va bene! Buona dormita!", Cefeo esclama fiducioso.
Il mattino seguente, Francesca e Omega fanno colazione e poi s'incamminano per la fabbrica tanto attesa.
"Però! Non è niente male Firenze!", dice quest'ultimo alla donna.
"Sì! Anche se spesso ho l'impressione di stare in una città sotto torchio, sempre in una corsa frenetica! Per cosa poi, ancora non l'ho capito. A volte, ho come la sensazione di essere circondata da nemici! Altre, invece, dalla noia di questi ritmi estenuanti!", continua Francesca.
"La gente fugge da se stessa per inseguire i propri ideali. Eppure sa già di essere costantemente in bilico! Mi piacerebbe cercare un posto lontano, da questo infinito caos di pendolari, realtà plastificate e futili insegne pubblicitarie!
Ci sono sere in cui mi sento pervasa da un poetico abbandono. A volte, mi vien quasi voglia di urlare, sperando che arrivi davvero un disco volante e mi porti via. Lontano
da questo mondo così assurdo!".
"Purtroppo ti trovi nell'ovile!", esclama Omega. "Secondo me, se uno vuole emigrare, allora è meglio che si abitui alla realtà che ha davanti! Perché penso che, in un altro contesto, le cose comunque non cambierebbero".
Alla fine di tali constatazioni, i due giungono alla fabbrica tanto attesa.
L'impressione che l'umanoide ha, di primo acchito, non è delle migliori.
Una volta entrati, ciò che gli si presenta dinanzi è ben più aberrante delle aspettative.
Innumerevoli e avanzati marchingegni, un esercito di persone a lavoro, ognuna con i propri incarichi. Tutto sembra rispecchiare una logica ben precisa.
Ma, una volta esaminato quel clima così alienante, Omega preferisce agire di testa propria e optare per un cambio di rotta.
"Ascolta mia cara Francesca! Io non me la sento di lavorare qui con te!
Perderei solo tempo prezioso!".
"Non ti preoccupare! Fidati di me! Non c'è da fare nulla di tanto complesso!
Ecco, loro sono alcuni addetti ai computer!", ella esclama, indicandoli con il dito. "Se vuoi, puoi occupare un posto come questo! Si tratta di un lavoro tranquillo, in fin dei conti!".
"Mia cara! Ti ringrazio per la tua premura, ma non posso permettermi di perdere altro tempo! Credimi! Tu fa pure il tuo mestiere e lasciami la libertà di agire! Non credo di esigere poi tanto, in fondo!
"Ma in che senso?".
"Nel senso che ora io me ne vado e tu prosegui la tua attività. Però, stasera, una volta finite le mie analisi, tornerò da te e ti racconterò un po' di cose. Del resto, credo
che sia la scelta più giusta! Ho solo un mese a disposizione per stare qui. Dopo, per via di ordini superiori, sarò costretto a ripartire".
"Capisco. Fa' come credi! Non voglio certo ostacolarti nella tua missione!", esclama Francesca.
"Ma mi auguro che tu possa comunque ospitarmi, almeno per questi trenta giorni!".
"Non c'è alcun problema!".
Omega così, dopo aver ricevuto la sua approvazione ed averla salutata affettuosamente, si distacca da lei, incamminandosi nuovamente per il centro della città.
Ma, durante il tragitto, i rimorsi lo assalgono.
Si trova a passare per una strada piuttosto mal ridotta, infestata da immondizia di ogni genere.
"Mamma mia che pattume!", egli esclama.
Trova anche alcune prostitute sul bordo della strada.
"Ciao bel giovane!", dice una di loro. "Vuoi venire a farti un viaggio in paradiso!".
"Grazie, ma non ne ho bisogno! In paradiso voglio andarci gratis!", risponde l'umanoide un po' irritato. "Ma guarda che mi tocca sentire! La gente si riduce in questo stato ma io proprio non la capisco! E poi, chi gliela fa fare, dico io! Ora purtroppo vado di fretta, ma un giorno vorrei parlare con una di queste persone.
Per capire che senso ha, adottare questo tipo di comportamento! Si svendono così, come merce da comprare e vendere! Ma è così difficile comprendere che il corpo è il tempio dell'anima!".
Poi, la sua mente si distrae e riprende a camminare. Ma antichi ricordi si annidano e vagano lungo la strada deserta.
"Ora lei è così lontana ed io sono solo!", pensa preoccupato tra sé. "Ho bisogno della sua luce per non morire! Nel piovere del mio cuore non c'è più posto per il sole!
I sogni tramontano nel mare dei miei ricordi più belli. Ma quest'angoscia non può frenarmi!".
Poi, dopo tante riflessioni, riesce a raggiungere il centro storico della città.
Giunto a destinazione, si ferma sotto i portici di un palazzo e osserva il fluire della vita che c'è intorno. Riprende a riflettere, mentre osserva le persone che passano, con la speranza di poter scambiare due confidenziali chiacchiere con qualcuno.
Ma questa volta, in breve tempo le sue attese vengono esaudite.
Capitolo settimo: il signore di mezza età.
Inaspettatamente, un signore sulla mezza età passa davanti a lui, appoggiandosi al pilastro lì vicino.
Indossa un vestito piuttosto elegante, ha una valigia di quelle che usano gli impiegati e fuma un grosso sigaro.
Omega lo guarda fisso per qualche minuto, finché i loro sguardi non s'incrociano.
"Salve!", esclama il signore. "Vuole favorire?".
"Mi dispiace, non fumo! Non ho di certo intenzione di iniziare a farlo adesso. Ma grazie ugualmente per la premura!".
"Peccato, non sa cosa si perde! Questi sono dei sigari speciali!
A proposito, mi chiamo Carmine Augusti, piacere!".
"Osvaldo Di Lauro, il piacere è tutto mio! Possiamo darci del tu?", chiede l'umanoide.
"Ma certo! Purtroppo, mio caro Osvaldo, in questo mondo non ci sono più valori! Non c'è più l'ardore vitale di un tempo, non ci sono più stimoli!
Da piccolo correvo spensierato per distese e praterie. Il tempo si mostrava così amico di quei giorni! Ero uno scalatore intrepido! Mi piaceva assorbire tutto dal mondo esterno per poi reinventarlo. Ma è maturata troppo presto la mia vita! Si è tramutata, con il tempo, in una piramide di affanni.
Peccato che non si può tornare indietro di qualche decennio, per gustare di nuovo il sapore di quegli anni!
Ecco poi come si finisce! Appoggiati ad un pilastro! Spettatori sfiduciati di chissà quale utopica realtà! Ma, per fortuna, la lampadina non si è ancora spenta nel mio cervello! La fantasia ed il ricordo non può cancellarmeli nessuno!
Ho cambiato spesso rotta nella vita e di ciò non me ne pento, anzi, ne vado fiero! Mi sono salvato in più di un'occasione! L'equilibrio e la generosità mi hanno davvero aiutato tanto. Davo tutto me stesso agli altri, anche se, a volte, spendevo invano il mio altruismo, perché le ragioni dei miei comportamenti non erano capite.
Ora non vorrei perdermi il prosieguo della storia, qualunque esso sia!
Ci hai mai fatto caso? Hai mai notato come sia diverso il destino delle persone, su un'ipotetica scacchiera umana?
C'è chi interpreta il pedone e chi la regina. È un gioco strano! I più indifesi rimangono sempre avanti. I portaborse stanno, impassibili, al fianco dei più potenti e l'alfiere, ovviamente, dietro al re.
Mangiare non farsi mangiare. Questa è la regola, caro mio! Che gioco scorretto! La vittoria dipende da te, solo da te! Se ti vuoi adeguare agli altri, devi dare l'idea che la partita è già tua! Non serve tanto la bontà, quanto la strategia! Il cuore è considerato come un peso in più ormai!
La religione, poi, ha sempre avuto un ruolo scomodo. Guarda caso, è stata messa in un angolo!
Però, la mia innocenza non si deve far corrompere! Preferisco starmene fuori gioco, ma non vendere l'anima al diavolo!".
"Questo ti fa onore!", esclama Omega.
"Chissà se in futuro ci basterà usare la parola, per poter comunicare i nostri sentimenti! Se poi morirà anche la voglia di fantasticare, che più ci resterà?", continua Carmine. "Ora avverto un gran freddo dentro l'anima!".
"Non farti tanti problemi, caro Augusti! Questa tua sofferenza e' soltanto un rifugio!".
"Ma sembra che il tempo giochi contro di me!".
"Guarda! Non c'è da impressionarsi se sei avvezzo alla situazione! Vorrei poter cancellare il rancore che hai dentro!", continua l'umanoide. "Io non ho mai messo limiti alla Provvidenza. Ma è normale che da certe persone non mi aspetti miracoli!
Ad un certo punto, però, qualcuno dovrà pure avere il coraggio di smuovere le coscienze? E in questo voglio darti una mano! Perché, per quanto non possa sembrare, la pensiamo in modo piuttosto simile".
"Eppure, scusa se insisto, qui mi sembra di essere circondato da una miriade di anime che girano per chissà dove e di macerie che vagano così, senza una meta precisa!", continua Augusti. "Anime che, spesso, sono talmente frastornate da non sapere neanche cosa ci stanno a fare su questa Terra! In un mondo poi che, se sei fortunato, ti regala quei dieci, quindici minuti di celebrità. E sempre ammesso che tu sia disposto ad assoggettarti alle sue stolte regole!".
"Giusto!", esclama il povero mendicante disteso per terra, proprio dietro di loro, in compagnia di sua figlia piccola e di un cagnolino.
"Solo nostro Signore conosce davvero le sofferenze che siamo costretti a sopportare ogni giorno! È angosciante! Stare in mezzo ai rifiuti e alla povertà non è bello! Qui puoi solo vedere l'oblio! Da noi non esiste il Natale! La noia, poi, non ci lascia tregua!
Morte dove sei?", si mette poi ad implorare. "Perché non vieni a liberarci da tanto dolore! Qui la sopravvivenza consiste in un pezzo di pane o in una misera monetina che strappiamo alla generosità di qualcuno! Siamo figli della strada ormai e non possiamo farci nulla!
Le difficoltà e gli ostacoli si sommano giornalmente, ma avremo anche noi un limite alla sopportazione!? Quanto potrò mai resistere con una bimba piccola in questa sconfortante condizione!!? Per portare in salvo la mia famiglia non so più cosa inventarmi! È una vita impossibile! Dio misericordioso!", esclama poi guardando in cielo. "Dietro questi stracci c'è un uomo e tu lo sai bene! Aiutaci ad alleviare tali sofferenze!
Siamo costantemente in bilico tra la vita e la morte! Come dei poveri eroi, in lotta per la sopravvivenza. Sotto questi portici, poi, ci viviamo noi, non di certo l'alta borghesia! Ci tocca perire ogni giorno un po', anime confuse in mezzo alla folla caotica!".
Nel frattempo, Carmine e Omega rimangono sbigottiti da tali dichiarazioni.
"Solo tu, mio fedele cagnolino, ci puoi capire!", continua il pover'uomo, rivolgendosi al suo cane. "Tu sorridi, piangi e soffri con noi. Spesso la tua innocenza ci fa dimenticare il mondo e il suo squallore!
Eppure, lunghi giorni scorrono senza un movente. Si cambia volto tutte le sere ma siamo sempre noi, uomini sfortunati alla ricerca di un po' di pane e di storie da poter raccontare! E voi che state al governo! Beati voi che non soffrite di tutto questo!
Ricordatevi che pure noi abbiamo il diritto di esistere! Dateci la forza! Dateci un ruolo! Un posto! Un avvenire! Non lasciateci crepare così!".
"Anima triste! Non disperarti tanto!", dice Omega. "Vivi la vita che Dio ti ha donato! Non farti vincere dalla paura!
Tu credi che per noi sia importante avere una macchina, tante case, una bella donna e un conto in banca da nababbo!? Siamo uomini pure noi, con le loro gioie, le amarezze e tanti problemi!
Questa è una guerra senza vinti, né vincitori! Ma se hai istruito bene il cuore, in tutti questi anni, niente può più ferirti ormai! Spesso moriamo, senza neppure accorgercene, sotto un mare di paure! Perché di timori si può anche morire! Lo sai? Non pensarci per un attimo!
Guarda! Ora si stanno raccogliendo le stelle e una luna così bella. La notte è splendida più che mai! Un momento di infinito si sta manifestando appositamente per noi.
Sembra quasi che Dio ci voglia parlare!
Fermiamoci per un attimo a pregare e a meditare!".
"Sì, ma la vita crudele si diverte alle nostre spalle! Dio si è dimenticato forse che noi esistiamo! Non so più come nutrire mia figlia! Siamo poveri ma, nonostante tutto, dobbiamo tirare avanti!".
"Ho capito! Voglio venirvi incontro!", esclama ad un certo punto Carmine,
rivolgendosi allo sfortunato mendicante. "Potete venire a stare da me per un po'! Almeno finché non avrete trovato una sistemazione migliore, cosa ne pensate?".
"Non so proprio come ringraziarvi!".
"È di che! Faccio solo il mio dovere! Di persona dotata ancora di un briciolo di umanità, nulla di più!".
Capitolo ottavo: "un insolito motociclista".
"Allora conviene che andiamo!", continua Carmine.
"Di sicuro, ci ritroveremo in qualche altra occasione!", dice poi ad Omega.
"Me lo auguro!", esclama l'umanoide. "Buona giornata e speriamo di ritrovarci presto!".
"Ok, a presto!".
Una volta rimasto solo, Omega ricomincia a camminare, imbattendosi per le affollate vie del centro storico.
La sua mente è popolata da molti pensieri, domande a cui non riesce a darsi risposta.
Ma, dopo circa mezz'ora di cammino, decide di fermarsi nuovamente sotto alcuni portici, per riprendere le forze.
Inaspettatamente, mentre guarda i passanti, gli arriva una pallonata sulla schiena. A quel punto si gira, mettendosi ad insultare il ragazzo che gli ha lanciato il pallone.
"Piccolo birbante! Ti rendi conto di cosa stai facendo?".
"Scusate, ma non l'ho fatto apposta!".
"Ti perdono. Però, ora, via di qui! C'è tanto di quel posto! Mettiti a giocare da
qualche altra parte!".
"No, non è vero! A Firenze non c'è molto spazio per poter giocare!", esclama il giovane.
"Allora, se proprio devi stare qui, cerca di prestare un po' di attenzione ai passanti!".
"Su questo avete ragione! Siete un volto nuovo, non vi ho mai visto prima!".
"Sono di fuori!", risponde Omega. "Questo, comunque, non giustifica il tuo comportamento! Io ci provo a mettermi nei tuoi panni! Un ragazzino inesperto che non sa ancora come funziona il mondo! Poi, con la tua innocenza, la realtà annienta la tua reale identità!
Rischi di perire ogni giorno un po', caro angioletto perduto per le affollate vie del centro!
"Sono appassionato di calcio e gioco in questo modo per divertirmi!", continua il ragazzo.
"È l'unico mezzo rimasto per svagare!".
"Come ti capisco! Va bene, allora io vado che si è fatto tardi. Ma ti auguro buona fortuna!".
"Ok, ciao!".
Ad un certo punto, però, l'umanoide decide di allontanarsi dalla strada principale, per starsene un po' più in disparte a meditare.
Il vento accarezza le foglie e alcune voci lontane catturano la sua attenzione. La mente vaga per boschi e piccoli ruscelli. È l'essenza della vita che sussurra!
Tutto è inalterato e pacifico, per quelle oscure vie. Ma i rintocchi della campana, ad un certo punto, vengono a ricordargli che esiste anche un'istituzione denominata chiesa. Non sapendo nello specifico di cosa si tratti, decide di fare visita al suo interno.
Appena giunto ai piedi dell'entrata, si trova davanti ad un portale enorme. Entra e trova una folta schiera di fedeli. A quel punto, si siede, per cercare di capire meglio cosa accade intorno.
La celebrazione ha subito inizio ed Omega ha modo di rendersi facilmente conto della solennità dell'evento.
Il sacerdote si avvicina lentamente all'altare. Poi, dopo essersi fatto il segno della croce, inizia a predicare.
La scena lo incuriosisce a tal punto, che decide di tornare subito da Francesca, per avere dei chiarimenti su quanto visto. Ma, poco prima di far ciò, decide di correre fino al centro, per raggiungere la cattedrale.
Avverte un sincero bisogno di parlare con don Giacomo, prete di media cultura, ma con una profonda conoscenza dei problemi umani derivante dalle molte ore passate nel confessionale, dal quale usciva, alcune volte, con un'espressione rattristata. Quasi si potevano intravedere i peccati che gli erano stati confidati.
Tutta la città lo conosce. Molti vanno da don Giacomo e lo rispettano.
Omega non vuole essere da meno, perché sa che può mettere una buona parola per ogni situazione, anche la più intricata.
Ogni nodo è per lui facile da sciogliere. Tra l'altro, affronta tutto con una serenità disarmante, soprattutto per i non credenti, che spesso, erroneamente, lo vedono come un uomo indifferente, il quale non si cura di nulla, se non di dir messa.
Lo trova pacato, come sempre, inginocchiato in preghiera sotto il crocifisso che sta nell'abside dietro l'altare. Lo raggiunge, gli accarezza la spalla lievemente, per cercare di non richiamarlo in modo brusco e lui si volta, per niente sorpreso, quasi come se già lo stesse aspettando.
"Ma non preghi figliolo?", don Giacomo gli domanda serafico.
Così, per non mancare di delicatezza, anche Omega si inginocchia. Il prete rimane insieme a lui, in silenzio per circa dieci minuti, senza muoversi minimamente. Subito dopo prende a dirgli con una sottile risata:
-<Spero che tu non voglia confessarti proprio ora!">-.
"No. Davvero! L'ho già fatto una settimana fa e non ci sarebbe tanto da dire!".
"Mi fa piacere. Bravo!!", continua il prete, dandogli una pacca sulla spalla.
"Sono venuto per chiederle un consiglio! Mi sento davvero molto triste ultimamente! Sembra che la luce non si manifesti più dentro di me, mi sento quasi come un morto! Non so davvero più cosa fare! La prego, mi aiuti lei!!", dice l'umanoide a voce bassa, quasi in tono di supplica.
"Osvaldo vedi, lo so che è strano, ma devi essere forte! Dopotutto, cosa non è controverso nella vita? Spesso guardo il cielo e mi chiedo che senso abbia tutto ciò!
E già, a volte anche chi ha fede si smarrisce. Però la luce ritorna sempre! Non te lo dimenticare mai!", dice concludendo e posizionando le mani in segno di preghiera.
"Cosa mi consiglia di fare allora?".
"Per ora va' a dormire e cerca di pensare ad altro!", risponde il prete sorridendo.
Poi Omega lo saluta, uscendo dalla chiesa già più rincuorato. Ma avverte come se un'insolita debolezza dei sensi lo riprendesse, al semplice e vago pensiero di un'accusa di colpevolezza.
Prima di uscire dalla chiesa, si trova a passare vicino a delle lunghe scale a chiocciola.
Una volta attraversate, si trova inconsapevolmente sul campanile della chiesa. Ma, proprio in quell'istante, inizia inaspettatamente a diluviare.
"Succede sempre l'imprevedibile! Mi sembra di volare in una sfera celeste dai riposanti colori e contemplare il cielo del tramonto con sguardo fisso. Tutto questo la mia anima lo fa in maniera piuttosto serena.
Dalle cattedrali gotiche promana una tiepida luce. Sembra che la pietra secolare stia silenziosa ad ascoltare la pioggia. Con il volto bagnato, non si riesce neppure a vedere la gente. È tutto un piovere continuo. Le persone, da quassù, sembrano uniformarsi tra una via e l'altra, per poi scomparire improvvisamente nel nulla.
Circondato da queste enormi strutture, devo adeguarmi inevitabilmente alla situazione.
È una strana sensazione!", esclama tra sé. "Credo sia meglio scendere, senza perdersi in questi onirici voli della mente. Anche se l'atmosfera mi sorprende per davvero! Fa sempre bene, ogni tanto, contemplare la realtà da qui in alto!".
Una volta fuori intravede, mentre si fa il segno della croce, un motociclista fermatosi appositamente davanti alla chiesa per prendere una birra al bar, nelle immediate vicinanze.
Indossa pantaloni in pelle nera aderente, stivali in stile cowboy, guanti da ciclista, giacchetta rigorosamente in pelle e una bandana rossa sulla fronte. Parcheggia la sua compagna di viaggi nella piazza centrale, incurante delle eventuali multe, si toglie poi il casco e s'infila una sigaro in bocca.
Subito dopo, con lentezza pachidermica, scende dalla moto, dirigendosi verso Omega.
"Scusa il disturbo, hai da accendere?", gli domanda, dopo averlo raggiunto.
"No. È già la seconda volta che me lo chiedono. Non fumo! Perché? Ho la faccia da fumatore io?", domanda Omega un po' irritato.
"Ho solo chiesto! Non c'è bisogno che ti scaldi tanto!", controbatte il motociclista.
"Comunque, io mi chiamo Osvaldo Di Lauro e tu?".
"Tutti mi chiamano Jack!".
"Jack? Ma qual è il tuo vero nome?".
"Guarda, è meglio che mi chiami Jack".
"Non è affatto un problema per me. Però! Molto bella la tua moto!".
"Ti piace? È una moto Guzzi, un vecchio modello. Comunque che ne dici di prenderci una birra assieme?", chiede il motociclista, già più rincuorato.
"Volentieri!".
Subito dopo, si apprestano al bar situato nei pressi della chiesa.
"Che birra prendi solitamente? Bionda o rossa?".
"Bionda, ti ringrazio".
"Vai sul leggero!".
"Bé, sì. E tu che fai nella vita?", continua Omega.
"Vivo con un gruppo di amici conosciuti durante l'infanzia.
Siamo tutti accomunati dalle stesse passioni. Non abbiamo residenza fissa e spesso vaghiamo senza una meta. Amiamo l'avventura e ci fa ribrezzo la vita che fanno molti di voi, pseudo borghesi.
Ormai, sono anni che viviamo così ed è veramente eccitante, te l'assicuro!".
"Ma dove dormite?".
"Bé, dove capita! Nel senso che, dove riusciamo ad arrivare, lì mettiamo tenda!".
"Mmh! La cosa mi incuriosisce non poco!".
"Allora vuoi diventare dei nostri?", chiede Jack.
"Perché no?! Anch'io avrei sempre voluto vivere senza un domani e senza una meta fissa. Esattamente come fanno gli zingari!".
"Bene! Allora salta pure sulla mia moto, che ti trovi in buona mani!", esclama il biker.
"Con piacere!".
Così, i due si avviano assieme.
Nella mente di Omega c'è ancora una gran confusione. Eppure non si scoraggia. Sa bene qual è la sua missione e quali sono i tempi da rispettare. Per questo preferisce andare avanti senza timore.
"Vai veloce!", egli esclama. "Potresti rallentare un po'?".
"Ma dai! Non vedi che gli altri veicoli ci stanno già superando?".
"Certo ma, sinceramente, non sono abituato alle alte velocità! Fino a quanto può arrivare questa moto?".
"Fino a centoventi? E tu, invece, che mezzo guidi solitamente?".
"Cosa?".
"Una macchina, una moto, un maledetto mezzo lo guiderai??", urla il motociclista.
"Veramente no!
O diamine! Mi sono dimenticato di avvisare Francesca! Dobbiamo assolutamente tornare!".
"E me lo dici solo adesso che siamo quasi arrivati?!", esclama Jack.
"Purtroppo, solo ora me ne sono ricordato".
"Ma chi è questa Francesca?".
"È la mia coinquilina! Possiamo tornare indietro per favore?".
"Troppo tardi! Dovevi dirmelo prima!".
"Ti prego! È una questione di vita o di morte!".
"Va bene! Se proprio ci tieni!".
A questo punto, il biker rallenta e cambia subito direzione.
Capitolo nono: l'arrivo nella tendopoli.
Nel giro di mezz'ora giungono sotto casa di Francesca.
"Forse è meglio che salga da solo! Tu aspetta qui!", esclama Omega.
"Non c'è problema!", dice il motociclista.
Subito dopo, Omega entra in casa. Ma, stranamente, trova la porta già aperta.
"C'è qualcuno?", domanda quasi con timore.
"Sì, sono qui!", risponde Francesca dalla cucina.
Così, egli si dirige subito da lei. "Ciao! Ti avevo visto arrivare! Ed è per questo che ti ho fatto trovare la porta già aperta!", dice Francesca. "Ma chi è l'uomo laggiù?".
"Chi?? Ahh..! Quello in motocicletta?".
"Esattamente!".
"Un amico conosciuto da poco. Si chiama Jack.
Vuoi che lo faccia salire?".
"Sì, perché no!".
A quel punto Omega, affacciandosi dalla finestra, grida:
-<"Jack! Sali un attimo a vedere la casa!">-.
"Credo sia meglio di no, altrimenti si fa tardi!".
"Bé, se così ha deciso, non posso certo costringerlo!", dice l'umanoide, rivolgendosi alla donna.
Così, finisce per spiegargli l'intera situazione e Francesca la prende anche abbastanza bene.
"Se questa tua scelta può davvero esserti utile, per la missione che stai compiendo, non voglio assolutamente essere da intralcio!", gli dice la donna. Poi i due si salutano con un abbraccio, prima di lasciarsi.
"Sapevo che avresti avuto fiducia in me e te ne sono davvero grato!", esclama l'umanoide.
"Non ti preoccupare! Hai i tuoi problemi da affrontare! E non mi permetterei mai di fare da intralcio ad una missione così complicata!".
Subito dopo essersi salutati, l'umanoide raggiunge il biker.
"Possiamo anche andare, Jack!".
A tal punto, i due ripartono senza perdere altro tempo.
"Convincere Francesca è stato ben più semplice di quanto immaginassi!".
"Bé! Dipende sempre dalla donna che hai davanti!".
"Questo è anche vero! Ma ora è meglio non pensarci!", dice il motociclista. Anzi, conviene che accelero un po', altrimenti non arriviamo neanche per domani!".
"Meglio di no!", esclama Omega.
"Non ti preoccupare! È tutto sotto controllo!".
Improvvisamente il contachilometri s'impenna. Cento, centocinquanta, duecento.
Omega non riesce a reggere per la paura, così, per non vedere, nasconde la testa dietro le spalle di Jack.
Dopo circa mezz'ora di corsa ininterrotta, finalmente i due arrivano a destinazione.
Arrivato sul posto, l'umanoide rimane molto stupito, in quanto si trova dinanzi
ad una tendopoli vera e propria.
"Allora, che te ne pare?".
"Non mi aspettavo affatto un posto del genere! Ma non si vive sacrificati in queste tende?".
"Tutt'altro!", risponde Jack. "Viviamo solamente dell'essenziale e non ce ne lamentiamo affatto! Se rimarrai una sola settimana qui con noi, sono sicuro che ti ci abituerai!".
"Me lo auguro!".
Così, i due si dirigono nei pressi della tendopoli e l'umanoide trova subito la giusta accoglienza.
"Signori! Vi presento un caro amico! Omega!", esclama il biker ai suoi compagni di ventura che lo accolgono molto bene, invitandolo a prendere una birra assieme.
Si tratta di una birra particolare, una vera specialità della casa. Ma l'umanoide, tra un discorso e l'altro, finisce per ubriacarsi.
Con il trascorrere del tempo, purtroppo, si accorge che sono quasi tutti viziosi in questo posto.
Una sera Jack si trova nella sua tenda, a fumare marijuana, ma appena entrato Omega, preso dallo spavento, nasconde la polverina sotto una vecchia foto di Marilyn Monroe.
Troppo tardi! Omega ha già visto tutto.
"Ma che diavolo stai facendo?".
"Niente di grave! Si tratta solo di un momento di relax!".
"Guarda che ti ho visto! Sai?! Chi credi di prendere in giro?!".
"Ok, ok! Se ti dico la verità però, non te la prendere!
Diciamo che siamo un po' viziosi noi della tendopoli! Provane un po' anche tu!
Del resto, se non l'hai ancora sperimentata, come fai a dire che fa male?".
"Ma provoca dipendenza! Lo sanno tutti!".
"Non è così! Saprei benissimo farne a meno! Ho un controllo perfetto della mia persona!".
"Dai! Provane un po'! Non è niente di pericoloso! Tranquillo! Tanto, per una volta soltanto, che ti costa?".
"Ok, mi fido!".
Così, persino Omega inizia a farsi trascinare.
"Com'è?".
"Non sembra poi tanto negativa come sostanza!".
"Lo vedi che mi devi ascoltare!".
Ma, poco dopo, l'umanoide finisce per perdere lucidità e per confessargli tutto, annebbiato dall'effetto della polverina.
"Sai, io provengo da un altro pianeta!", afferma.
"Cosa?!".
"Vengo da un altro pianeta, ho detto!".
"Davvero? Vorresti dirmi che non sei un essere umano!?".
"Esatto!".
"E come potrei crederti?". "Che tu ci creda o no, si tratta della realtà pura e semplice!".
"Ma allora, perché ti trovi qui?".
"Per compiere una particolare missione!".
"E cioè?".
"Cercare di comprendere la vostra storia, per poi riportarla sulla navicella. Non so se mi spiego!".
"È un compito ambizioso, non credi?", riprende Jack, con un'espressione tra il serio ed il faceto.
"Sì, lo so! Ma le grandi imprese fanno i grandi uomini! Anche se io non credo di esserlo!!"
"E fammi capire, cosa vorresti analizzare di noi terrestri?".
"Il vostro DNA, la vostra essenza in parole povere! Da dove potrei partire secondo te?".
"Da noi, ovviamente! Quale punto di riferimento migliore potresti trovare?".
"Certamente! Ma il vostro è solo una parte di mondo. Non il mondo nella sua globalità!".
"Non preoccuparti! La nostra esistenza è vissuta fino in fondo! Per analizzare le abitudini dei terrestri, devi trovarti in condizioni estreme! Anche di disagio, se vuoi! La cosa importante è mettersi sempre in discussione, caro mio!
Io ad esempio, per vivere, faccio un lavoro che mi tiene sempre in contatto con tante persone!".
"E cioè?".
"Faccio l'addetto alle pulizie in una scuola. Si tratta di un'attività piuttosto stressante, sai?".
"Immagino!", esclama l'umanoide.
"Mi sono spesso trovato a dialogare col gentiluomo e con lo scorbutico, ma sono sempre riuscito a trattare con tutti, per mia fortuna!".
Nel frattempo, cala il sole dietro le montagne e scivola l'ombra lungo le pareti della tenda. Presto diviene sera anche nella sua umile dimora. È sera fra i sentieri del bosco, dove si chetano gli uccelli, per dar spazio alle cicale. È sera lungo le vie della tendopoli, in cui i bagliori dei lampioni appena accesi indicano la strada che conduce nelle varie dimore. Allora Omega acquista coraggio e inizia a contemplare le rondini, i mandorli, le siepi e i sentieri boschivi.
A tal punto, si mettono tutti seduti, a semicerchio, davanti a un focolare.
"Allora, come ti sembra questa vita?".
"Niente male, tutto sommato! Mi sa proprio che avevi ragione! In effetti non vi manca nulla! Chi vi può più turbare ormai!?".
"Capisco perfettamente ciò che intendi!", continua Jack. "Sei un tipo in gamba!
Devo proprio ammetterlo! Volendo fare un paragone un po' azzardato, è come quando
ci s'innamora di una donna! Non può interessarti solo l'aspetto esteriore! Si tratta di un legame che trascende la semplice materia! Allo stesso modo, è sorto il mio amore
per questo stile di vita!".
Hai mai notato?".
"Cosa?", domanda Omega.
"Quanto siamo minuscoli nell'universo! Guarda quella stella, come brilla da così in alto! Quasi più di tutte le altre messe assieme! E pensare che dista milioni di anni luce da qui! La sua grandezza può essere comparabile a quella di mille pianeti messi insieme! Almeno credo!
Dietro tanto splendore deve esserci per forza un Dio creatore! Non riesco a darmi altra spiegazione!
Chi, se non un Dio, può aver generato tutto questo?", esclama Jack.
"Non è detto! Può essere che l'universo sia infinito, ma è vero anche che la scienza sta facendo grossi passi in avanti!", controbatte Omega. "Come puoi essere così convinto della tua tesi? Non potrebbe essere che tutto sia esistito da sempre? O si sia generato da sé?
Secondo me è sbagliato precludersi altre possibilità! Io, proprio per questo motivo, preferisco essere agnostico! E poi, nello spazio cosmico ci sono infiniti anfratti che si devono ancora esplorare! È tutto ancora da chiarire! Eh eh..! La natura è davvero un bel rompicapo!".
"Comunque, sto notando che inizio a sviluppare una sorta di sesto senso, sai?!", continua l'umanoide. "Riesco a prevedere le mosse di chi mi sta intorno, il che
non è da tutti. È un buon metodo per non farsi illusioni! Mi basta un semplice sguardo o una parolina per riuscire a comprendere le persone oramai. E a volte, anche il più piccolo movimento facciale riesce ad essere più esemplificativo di mille parole! Sembra quasi inspiegabile, ma è la pura realtà! Il problema si manifesta quando ti trovi a dover fare delle scelte drastiche! A decidere seriamente cosa vuoi fare nella vita! Da che parte vuoi stare! Il bianco o il nero? Quando ti trovi ad assumere la piena responsabilità della strada che stai percorrendo. È proprio così che funziona qui, da quanto mi sembra di aver capito!
Un altro contrasto enorme che sto riscontrando è l'indifferenza. A volte puoi trovarti in un posto pieno di persone, eppure sentirti ugualmente solo. Altre invece, proprio quando sei da solo, ti sembra di trovare l'armonia perfetta con il creato".
"Il vero problema, secondo me, è che in tutti noi c'è un forte bisogno d'amore, di sentirsi apprezzati per ciò che facciamo!", prosegue il biker. "Il nostro talento, in fondo, è solo un mezzo, ma non può mai diventare il pretesto per imporre il nostro io sugli altri, al solo scopo di primeggiare! Se no, corriamo il rischio di rimanere sempre più isolati!".
"Vedi, mio caro Jack! Che non ci sia amore in questo mondo, lo si avverte sulla pelle! Se ci fai caso, viene concesso tutto e niente! A cosa serve la tecnica senza lo spirito?
Ecco la verità! Siamo in una prigione senza sbarre! Viviamo o, forse, è meglio dire sopravviviamo! C'è una gran bella differenza! Ma ho sempre la speranza che, in questo momento, possa subentrare qualcosa di nuovo e assolutamente straordinario, in grado di sconvolgere il naturale corso degli eventi!", riprende Omega. "Si tratta di mettersi a riflettere sulla vita, anche solo per un attimo. È fondamentale quest'esercizio, sai?".
"Interessante la tua riflessione!", esclama Jack. "Ma ora si è fatto tardi e non mi resta che rincasare!".
"Aspetta! Devo riconoscere che è proprio bella la vostra abitudine di riunirvi dinanzi ad un focolare, per uno scambio di opinioni! Giuste o sbagliate che siano poi, è assolutamente relativo!
È un lavoro che ti apre gli occhi, l'anima ed il cuore. Che ti amplia le prospettive mentali! Un momento di assoluta tranquillità, oltre che un modo per distillare e confrontare le proprie esperienze di vita e le proprie fantasie!
D'altronde, da quanto ho potuto notare, lo scambio di opinioni si sta un po' perdendo in questa civiltà! Soprattutto tra le nuove generazioni!".
"Concordo pienamente! Allora avrai pane da masticare le prossime sere! Dato che, per noi, è abitudine fissa quella di fermarci, sul finire del giorno, dinanzi a un focolare per un semplice e genuino scambio di pensieri", dice Jack. "E, a onor del vero, sotto lo splendore di questa notte stellata, di rado si osservano scenari così evocativi! Del resto, sempre meglio che stare dinanzi alla tv!".
L'umanoide sembra conformizzarsi facilmente. In fondo, è questa la vita da lui
sempre desiderata. Oltretutto, non è il tipo da arrendersi alle prime difficoltà.
La tenda è modesta ma, nonostante la semplicità di quel posto, c'è tutto il tempo per analizzare i comportamenti dei suoi abitanti.
Così, circondato da un'aria molto familiare, Omega non fa fatica ad ambientarsi nell'affiatato, seppur modesto gruppetto di amici. Costoro, oltretutto, sono contenti di ospitarlo.
Il tempo trascorre e l'umanoide indaga, scruta in continuazione e a furia di scrutare, scopre tante interessanti novità.
Ha anche modo di interagire con una vera e propria rockstar! Un perfetto testimonial della Los Angeles da bene, dei primi anni 60. La stessa Los Angeles che, al di là delle insegne al neon, trasuda violenza, individualismo e disperazione.
Si tratta di Andrew Robinson, il cantante dei "The Mask". Il nome, a suo dire, rappresenta un po' la facciata di perbenismo che si respira nell'attuale società.
Senza ombra di dubbio, Robinson è un personaggio alquanto controverso, nonché tra i più originali di tutta la tendopoli.
"Heilà! Che fai?", domanda la rockstar. "Contempli le stelle?".
"Assolutamente no! Sto solo riflettendo!".
"Non voglio permettermi di criticarti! Ma hai l'aria di un extraterrestre appena sbarcato sulla Luna!", continua il rocker.
"E non sei molto distante dal vero, lo sai?".
"Tu invece! Con quella faccia da rockstar stralunata, cosa ci fai in questi territori così insoliti? Non pare che ti si addicano!".
"Ma infatti! Io sono un rocker! Un personaggio di quelli vecchio stile e forse neanche troppo! Anzi! Ti consiglio di venire ad uno dei miei concerti, prima di esprimere dei giudizi affrettati!".
"Bene bene! Ma quand'è che hai iniziato a cantare e a suonare?".
"Eh! In un periodo molto cupo della mia esistenza. In cui, forse, ho avuto troppa fretta nel fare esperienza!", continua Robinson.
"Ricordo che un giorno mi alzai di buon mattino, nonostante avessi dormito poco e male, a causa di uno strano flusso di pensieri. Lentamente scivolai giù dal letto in preda ad un'insolita apatia. Mi avvicinai alla finestra che mostrava un velato cielo grigio e le strade leggermente inumidite da un po' di pioggerella caduta durante le prime ore del mattino. I miei pensieri ricominciarono a presentarsi più incombenti di prima e la solitudine del mio cuore si faceva sempre meno sopportabile.
Era da molto che vivevo solo. I miei erano ormai morti, lasciandomi la casa.
Io, dopo aver conseguito una laurea in lettere, mi mantenevo con lezioni private ai ragazzi del liceo. Da anni però, ero senza nessuno. Né amici, né una donna. Niente di niente! Eravamo solo io ed i miei libri.
Dapprima, all'epoca dell'adolescenza, la solitudine non mi pesava molto, anzi quasi l'amavo! Non che disprezzassi la compagnia delle persone, ma nella solitudine ci vedevo davvero qualcosa di sacro! Notavo che, quando ero solo, il rapporto con me stesso arrivava nelle profondità. Mi pareva di toccare l'essenza della vita con le mie stesse mani!
Con il trascorrere del tempo, però, credo che un po' della mia forza intellettuale si smarrì e cominciai a sentirmi meno coinvolto da questi pensieri. Divenni più pragmatico e realista, capendo subito che, senza la compagnia di qualcuno, la mia vita non sarebbe valsa a nulla. Sarebbe stata solamente uno scorrere di giorni tutti uguali, uno in fila all'altro.
Mai niente che mi prendesse il cuore, niente che mi facesse cambiar punto di vista! Insomma, avevo capito che nella solitudine un uomo, a meno che non si tratti di un eremita, proprio non può rimanerci.
Ripresi a sfogliare un libro, sorseggiando una tazza di tè. Ma, pian piano, mi assalì un vecchio ricordo che cambiò di punto in bianco la mia giornata. Ricordai di una ragazza che nella mia adolescenza aveva significato molto per me. La sorte poi, è così miope da percorrere sempre strade contrarie, a quelle che noi progettiamo.
Abitava nella casa a fianco alla mia. Con lei passavo tutti i pomeriggi dopo la scuola, fra gli assurdi giochi che mi vergognavo quasi di nominare, per quanto fossero infantili e innocui.
Giulia si chiamava e per dirla tutta mi rapì, nella misura in cui un ragazzino può essere coinvolto, sul piano affettivo, da un'adolescente coetanea. La sua voce carezzava tutto attorno a sé! Come la brezza marina addolcisce i volti dei marinai stanchi al vespro. Nelle coccole che le facevo, ci mettevo tutta la mia cura, come chi, arpeggiando una dolce melodia, suona delicatamente le corde dell'anima, per arrivare al cuore di chi ascolta. Ero rimasto ingabbiato dal suo mondo, dai suoi capelli, dai suoi colori. Tutto mi colpiva di lei! Quando la vedevo era sempre una gioia per me. Mi aveva rapito come nessun'altra in vita mia. Ma fu un amore che esplose solo a metà.
Con quanta pazienza ho voluto studiare i suoi contorti ingranaggi, per comprendere quale olio usare per ridargli forza e ritmo! Fu così che mi conquistò!
Però solo Dio, dall'alto, sapeva quanti tormenti mi assalivano, quante lotte interiori e quanto amore affogava nel mio orgoglio.
Spesso, quando alcune notti non trovavo la sua presenza, tutto si ibernava! I flutti della mente si ghiacciavano e non c'era nessuno che riuscisse a smerciare panacee in grado di lenire le mie sofferenze! Tutto questo, finché non arrivava lei a rinfrancare il mio animo e a medicare le ferite di quei giorni.
Furono i primi occhi azzurri che guardai! I primi capelli biondi!
Questo stereotipo di ragazza mi aveva talmente coinvolto che mi restò impresso fino all'età adulta. Era un diamante di rara bellezza. Ancora adesso, quando si accende un sogno mi appare lei. Sembra proprio che la mia mente non voglia rassegnarsi!
Ma il suo difetto era che vestiva troppo alla moda, nonostante già fosse molto bella.
Al contrario, per quanto forse ora non possa sembrare, io sono semplice nel vestire e diciamo che mi sentivo, il più delle volte, inadeguato a lei.
Giulia era conosciuta in tutta la città. Del resto, dove s'era mai vista una tipa così?
Indossava sempre un vistoso cappello. Di uomini intorno ne aveva un'infinità. Così, la mia ambizione diventava sempre più un'utopia.
Non avevo speranze! E come potevo competere con lei, se si presentava sempre in quel modo così agghindato? Il consiglio che le davo era di eliminare gli orpelli. Le dicevo in continuazione:
-<la forma è importante, ma fino a che punto? Rimane sempre la persona a fare la differenza, non dimenticarlo mai!>-.
Purtroppo è anche vero che l'amore è cieco! Non guarda mai dove va!
Io insistevo con lei, perché ci tenevo!
Eppure, le cose andarono diversamente, purtroppo, o per mia fortuna.
<Tutti vedono quel che tu pari; pochi sentono quel che tu sei>, diceva il grande Machiavelli, secondo cui gli uomini sono portati a privilegiare la forma, finendo molto spesso per trascurare l'essenza delle cose. Questo problema è di grande attualità! Ora, più che mai, viviamo nella realtà dell'immagine.
Se prima si diceva che l'abito non fa il monaco, oggi sembra essere l'esatto contrario!
Comunque, io preferisco ancora indagare nella psicologia delle persone.
<A livello stilistico e di modi di fare, siamo lontani anni luce io e te! Ma ne vado fiero!>, ricordo che le dissi un giorno alterato. <Continua pure a credere che sia ciò che indossi a fare la differenza e buona fortuna!>.
Poi, da allora, non mi feci più né vedere né sentire da lei.
Oggi questa donna sarà sulla cinquantina. Non sarà più una ragazza ingenua! Ma che razza di donna è chi ti vuol solo illudere! Chi sa fingere! Chi vuole sfruttarti!
Dopo tanti anni, provo ancora un brivido ogni volta che penso a lei.
<Sciogliamo ogni riserva tra noi due!>, una volta le dissi. <Ho assecondato tutte le tue ambizioni, ma non ti accontenti mai!">
Nonostante questo, i molti sogni al mattino, gli incubi la sera, gli amori che verranno, quelli che sono stati. I suoi occhi, il suo profumo, non potranno mai mancare di esser vividi ricordi dentro me. Eppure, ora il silenzio lavora. Resto, infatti, costantemente legato al suo sorriso, come al sole, al cielo e alla mia stessa anima.
Se in quello strano gioco mi riusciva a trascinare, un trucco probabilmente doveva anche esserci!
Ero presente in ogni suo pensiero, in ogni sua incertezza. Ma è pur vero che certe frequentazioni ci modificano nel corso del tempo! E così, anche lei finì per rovinarsi, ancor più di quanto già non lo fosse. Alla fine incontrò il classico tipo furbo e superficiale, che riusciva a coinvolgerla maggiormente, andandosene a vivere con lui.
Ma fino a che punto può abbassarsi la dignità umana, mi chiedo? Allora, forse, meglio gli amici! Almeno loro rimangono sempre fedeli! E poi, lo sapevi?! Schopenhauer diceva che ci sarà una sola determinata donna che corrisponderà, nel modo più assoluto, ad un determinato uomo. Del resto, la vera passione è tanto rara quanto il caso che due persone si incontrino! Possibile che è così difficile trovare l'equilibrio giusto!? Ad un certo punto, però, fui io ad allontanarmi definitivamente da lei! Ora forse mi detesterà! Eppure penso di aver salvato sia lei che me. Continuo a credere che carattere, intuito e intelligenza rimangano la base per non perder tempo a percorrer strade morte o, peggio ancora, senza futuro! Ma, di certo, non dimenticherò mai il primo giorno che la conobbi! Era una folgore che oramai non tornerà più indietro. La mia frequentazione con Giulia durò due anni, dopodiché, una volta essermene allontanato completamente, non ne ebbi più notizie. L'esperienza vissuta, comunque, mi diede un dispiacere così forte, che cercai di rimuoverla del tutto dalla coscienza". "Purtroppo, s'incontreranno sempre gli estremi nella vita!", controbatte Omega. "Inevitabili manifestazioni di un disagio interiore!". "Eppure in questo preciso istante, anche solo con la mente, lei riesce ad esser vivida, come se fosse ancora tra le mie braccia!", continua il musicista.
Capitolo decimo: il grande concerto.
"Molti dicono che l'amore è cieco! Che non guardi dove va, ma io non sono d'accordo!".
"Questo è un problema valido per me, per te, per tutti in definitiva, ahimè!",
riprende Omega. "Del resto, sono situazioni che non si possono prevedere! Ti capisco! E quando si finisce per assecondarle troppo è la fine! Ma il tuo non è l'unico problema che si vive in questa città. Qui la gente ti guarda e ti squadra! Spesso vive con i paraocchi. E poi, ci hai mai fatto caso? Si dà la vita per il lavoro e cosa si ottiene in cambio? Finisci solo per ammazzarti per vivere!".
"È anche questo che condanno nei miei testi!", esclama il rocker. "In fondo, se ti guardi intorno, cosa noti? Se non paura, sofferenza e miseria! Non può esser questa la modalità con cui è stato concepito il mondo!! È una colpa che non possiamo comprendere!
Nella musica funziona così! Se metti in scena i sentimenti vali! Altrimenti non sei credibile! Da noi, la strada vuole alla ribalta l'anima! Esattamente questo rappresentano i miei concerti. Una costante ricerca della propria identità!
E poi, di sicuro, anche il timore può giocare brutti scherzi, quando il coraggio non si manifesta sul palco. Proprio così finiscono i talenti veri!".
"Io non riuscirei a fare ciò che fai!?", continua Omega.
"Non è difficile! Apri il cuore ed esprimiti! Interpreta veramente chi sei! E vedrai che sensazione stupenda riuscirai a percepire!
Ma bisogna agire senza sotterfugi! La verità riempie le arene, devi credermi! Un po' di sana ambizione, poi, può fare la sua parte".
"Le rockstar!! Quanto fascino esercitano sui giovani, ma non solo!", esclama l'umanoide. "Sfidate il giorno come tutti, poi la notte vi trasformate.
In fondo, siete dei continui ribelli! Ed è questo che mi piace di voi! Sono sicuro che un giorno il mondo intero s'inchinerà al suono di una chitarra elettrica!".
"Che ben venga! Sarebbe un buon modo per smuovere la vacuità del mondo di oggi! Quanta vita ci trasciniamo nella musica! In fin dei conti, non saremmo nulla senza l'energia che sprigioniamo sul palco! Comunque sappi caro mio che, tra gli aspiranti musicisti, va sempre di moda la voglia di emergere! Troppe comparse dalla massa non riescono ad imporsi, per il semplice fatto che, comunque, sono sempre i figli d'arte e i furbi ad avere la meglio!
In futuro comprenderai, caro mio, che ciò che ti ho detto corrisponde alla triste verità!".
"L'ho già compreso, seppure in minima parte!".
"Domani suonerò nelle immediate vicinanze! Nell'arena qui di fronte! Ci devi essere assolutamente! In particolare se sei appassionato di rock! Non ne rimarrai deluso, fidati!".
"Volentieri! Ma verso che ora?".
"Sempre di sera! Alle 22:00 circa".
"Ci verrò sicuramente!".
Così la sera dopo, come prestabilito, Omega va all'acclamato concerto.
Non rimane affatto deluso dalle aspettative e tra i due, molto presto, si viene a creare una bella amicizia.
Durante l'esibizione, la star aggredisce quasi il microfono, indirizzando le sue
detonanti invettive contro l'ipocrisia. Il tutto a suon di accordi aggressivi, luci accecanti, sgargianti vestiti di scena, testi da far invidia al più abile dei poeti maledetti e tanto di fuochi d'artificio di fine concerto, a completare l'opera. Una perfetta macchina da spettacolo.
L'unica nota di demerito rimane la leggera pioggia che cade sul pubblico. Facendo pulizia, come per i vetri infangati.
Alla fine, quando tutto si conclude, Omega, per non fossilizzarsi troppo, decide di esplorare nuove realtà.
Così saluta il rocker, facendogli i più sinceri auguri. Poi, stesso quella notte, si dirige lungo la strada oscura che si apre dinanzi ai suoi occhi. Ogni tanto, vede persone che gli passano davanti con indifferenza e pensa a quanto sia freddo il mondo senza l'affetto che s'instaura tra gli amanti. Scopre che l'unico modo possibile per venirsi incontro è formare dei gruppi che la pensino in modo affine. Ma rimane, comunque, un modo distorto di socializzare per lui.
Capitolo undicesimo: nuova esperienza di lavoro.
Lungo il tragitto, gli capita di trovare dei piccoli animaletti, mentre escono dal fitto della boscaglia notturna. Si tratta di strane creature a forma cuneiforme. Riflette poi sulla corruzione di molti esseri umani. Davanti sempre chiusi, freddi e distaccati ma, dietro le quinte, alcolizzati, tossicomani, viziati e puttanieri.
Persino nei rapporti umani, scopre che si è sempre alla ricerca di soddisfazioni fugaci. Gli sembra quasi che tutti gli uomini siano fatti della stessa pasta.
Così, alla fine di tutte le discussioni fatte con gli umani e le riflessioni affrontate da solo, Omega si rende conto che deve continuare a resistere.
Nel muoversi caotico di quell'atmosfera sempre più stagnante, si sente inevitabilmente attratto da un forte senso di malinconia, mista ad una buona dose di curiosità. Si stabilizza, per un breve periodo, in un ostello lì vicino, in modo da studiare le pose dei presenti al bancone. Gente allegra, dalla battuta facile, nonché dai modi pacati e gentili.
"Benvenuto caro signore!", esclama uno degli uomini lì presenti.
"È la prima volta che la vedo da queste parti! Comunque piacere! Mi chiamo Carmine Autilio e lei?"
"Io sono Osvaldo Di Lauro! Il piacere è tutto mio!", ricambia l'umanoide. "Sono qui di passaggio".
"Ha visto come sono ospitali qui da noi?", prosegue Carmine. "Appena entri, subito ti accolgono come se ti conoscessero da una vita! C'è un forte senso di familiarità qui, che è difficile trovare altrove. In altri posti, invece, sembra che di tutte le persone trovate, nessuna riesca davvero ad infonderti quello spirito di solidarietà di cui si ha bisogno!".
"A dire il vero, non so più a che situazione aggrapparmi per poter ampliare le mie conoscenze!", continua Omega. "Per assumere la consapevolezza dei requisiti umani ci vogliono, oltre alle conoscenze, enormi agganci e contesti socioculturali stratificati. Mi son reso conto che c'è un'eccessiva varietà di caratteri qui. Ci si trova spesso ad analizzare da quello più umile e semplice, al più controverso e schizzinoso.
Tu invece che lavoro fai?".
"L'impiegato per un ufficio qui vicino. Cercano nuovi addetti in questo periodo, vogliosi di farsi le ossa, nel senso più vero del termine. Ma si sa che ormai, dovunque tu vada, ricercano alti requisiti professionali. Per caso t'interessa venirne a far parte?".
"Quasi quasi, vista la precarietà della situazione, un pensiero ce lo vorrei fare!", esclama Omega. "Sono un uomo tutto fare e dalle mille risorse! Mi piacerebbe tanto analizzarvi tutti! Ma siete dei tipi davvero strani! Provo a spendermi per voi ma, spesso e volentieri, non vi vedo fiduciosi in me!".
"Io invece sono con te!", esclama Carmine. "E non mi stupisco se hai notato una certa ritrosia da parte nostra! Vieni con me! Usciamo da questo losco territorio!
Ti farò conoscere un po' di nuova gente! Sperando di esserti d'aiuto!".
"Penso che, delle volte, non c'entri granché il luogo geografico in cui ci si trova", continua Omega. "Bensì il carattere confidenziale o meno, delle persone che hai di fronte! Io, che amo sempre scrutare, mi baso principalmente su queste cose, o meglio, sul rapporto, spesso subdolo e poco lineare, che s'instaura tra voi esseri umani".
"Parli quasi come se provenissi da un altro pianeta!", riprende Carmine. "Come fai a dire <poco lineare>?".
"È ciò che ho potuto notare in tutti questi giorni di permanenza qui da voi!".
"Ma se tu venissi con me, anche solo per farti un giro nei paesi limitrofi, ti renderesti presto conto della differenza che si respira dalla mie parti! Le persone del mio paese, non a caso, sono molto meno fredde ed austere se confrontate a quelle di questa città".
"Bé, non mi resta che testare con mano?".
"Allora perché non vieni con me? Voglio portarti in un posto che, sicuramente, gradirai molto!".
"Con piacere!".
Così, senza perder tempo, prendono una carrozza e s'imbarcano per Spello, a circa dieci chilometri da Firenze.
"Ma quanto è lungo il tragitto?".
"Non è distante! Non ti preoccupare! Devi solo aver fede!".
"Fede mi sembra una parola inappropriata, comunque dai, ci proverò!".
La carrozza procede spedita e, senza intoppi, si riesce ad arrivare fino a Spello.
Dopo essere scesi dal mezzo, i due, sotto la guida di Carmine, si inoltrano immediatamente lungo una stradina dissestata che li porta, dopo una serie di lunghe discussioni, alla sua campagna.
Tutto sa di bucolico e di campestre. Carmine non perde tempo e gli presenta il resto della sua famiglia: il padre Antonio, uomo barbuto e di grande cultura, la madre Francesca, donna dall'encomiabile estro artistico, nonché famosa pittrice di affreschi. Infine il fratello minore, Davide. Alla sempiterna ricerca di un lavoro, che possa gratificarlo e renderlo autonomo, almeno dal punto di vista economico.
"È una famiglia molto semplice la nostra!", dice Carmine. "Di quelle che amano sempre ospitare qualche forestiero in casa! Siamo di tradizione tipicamente cattolica!".
"Fossero tutti come voi!", riprende l'umanoide.
"Comunque fai come se fossi a casa tua! Ciò che è nostro è anche tuo e viceversa!".
Una volta assicurata la residenza, ad Omega non resta altro che esplorare al di fuori della famiglia. Per farlo, segue le orme di Carmine, mettendosi subito a lavorare con lui.
Il primo giorno di attività si trova piuttosto a suo agio. Si tratta di un lavoro tranquillo, anche se un po' ripetitivo. Sul posto, trova subito gente indaffarata a farsi i propri interessi, ad accaparrarsi i posti meno faticosi, oltre che a cercare di soggiogare il prossimo, sempre e comunque.
La tendenza è quella di lavorare il più possibile, con l'obiettivo di guadagnar tanto, anziché di fare del proprio meglio.
"Però! Siete sottoposti a dei meccanismi logoranti!", esclama Omega. "Dio mio! E chi me lo doveva dire!".
"Comunque non ti preoccupare! Ti abituerai presto!", riprende Carmine.
"Che tu lo voglia o no, ormai ci sei dentro!".
"In fondo, sono programmato per meccanismi di sopravvivenza ben peggiori!".
"E allora vedrai che non ti peserà! Ne sono certo!".
"In fondo, tentar non nuoce!".
"E allora tenta, caro mio! Visto che ci si trova sulla barca, non ci resta che procedere!".
"Ma toglimi una curiosità! Da quand'è che lavori in quest'ufficio?", chiede Omega.
"Sono 20 anni ormai, ma ti posso garantire che non è affatto semplice!".
"E come mai? Non ci vedo nulla di così difficile!".
"Devi sottostare sempre alle esigenze dei superiori. E poi, lo sai! Questa gente non va molto per il sottile!".
"In che senso?".
"Ebbene! Per renderti meglio l'idea, ti citerò le parole di uno dei dittatori più temuti della storia: <Il lavoro rende liberi!>. Era questo il motto che Adolf Hitler usava riportare nei campi di concentramento contro gli ebrei!".
"E questo cosa significa?", chiede l'umanoide.
"Significa semplicemente che, davanti ti vogliono far credere di essere libero ma, nella realtà dei fatti, ti tengono sempre in prigione.
Se continuerai a lavorare qui, con il tempo te ne accorgerai!".
"Ora ti chiederò una cosa scontata allora!".
"Cosa?".
"Tu lavori per vivere, o vivi per lavorare?".
"Per entrambi le cose!", risponde Carmine. "Non te l'aspettavi scommetto?".
"Esatto! La tua è una risposta troppo generica, caro mio!".
"A sì?.
Devi anche considerare che qui sono quasi tutti raccomandati.
Purtroppo, così funziona il mondo mio caro. Ma ricorda una cosa! Quando sei sotto le dipendenze di un capo, non puoi permetterti di decidere di testa tua! Resti sempre sotto la sua direzione! Quindi, anche se è lui a sbagliare, non ti puoi permettere di far valere le tue ragioni! Ogni parola di troppo rischia di essere a tuo rischio e pericolo. È questa la dura legge del lavoro, ahimè. Quindi mi raccomando, non demordere!".
Discussioni a parte, prima ancora di uscire dall'ufficio, scoppia un forte temporale. Il tempo diventa così grigio che i due, per poter rincasare, sono costretti a
fare una bella corsa fino al motorino di Carmine.
Una volta acceso il motore, il mezzo parte, facendo un leggero scoppiettio di marmitta e incanalandosi verso sentieri ignoti, almeno per Omega. Ma rimangono comunque immersi nel verde e oltremodo affascinanti.
Il tragitto è breve e si arriva subito a casa.
"Insomma! Come ti sembra questo lavoro?", chiede Carmine incuriosito.
"Molto interessante, devo dire! Anche se, oramai, è tutto computerizzato ahimè!".
"E non ti sembra una gran cosa?".
"Bé! Dipende! Se la metti sul piano delle agevolazioni prodotte dal punto di vista pratico, allora sì. Ma, se consideri tutta l'alienazione riversata sui giovani, che ormai prediligono la tecnologia alla vita reale, si può ben dire che ha prodotto effetti disastrosi, soprattutto sotto l'aspetto psicologico".
"Può anche darsi caro Omega, ma i tempi si evolvono, che ti piaccia o no!".
"Avrei preferito nascere nella preistoria, ad essere sincero!", continua l'umanoide. "Forse si viveva anche meglio e con meno problemi".
"Chissà, può darsi!".
"Comunque, c'è da dire che il tuo collega, Nicola, non sembra affatto il tipo che si lascia soggiogare con tanta facilità!".
"Mah! Guarda! Nicola è forse il più serio della compagnia!".
"Allegra per modo di dire! E Francesco!? Che ne parliamo a fare! Dal primo minuto che sono entrato, non sono riuscito a parlargli nemmeno una volta! Ostenta un'aria da superiore che mi dà veramente molto fastidio!".
"E che vuoi fare! Ti ci dovrai abituare! Tra l'altro, non hai ancora conosciuto Alfredo!".
"E chi è costui?", chiede Omega incuriosito.
"Un uomo o, per meglio dire, un essere a dir poco riprovevole!".
"Perché? Che fa di tanto malvagio?".
"C'è da dire che è reduce da una situazione familiare difficile. Entrambi i genitori sono morti pochi mesi fa e lui, ormai, vive solo. Non è sposato e non ha figli. Ma questa situazione si ripercuote pesantemente sul suo carattere a dir poco irritante.
Pensa che una volta ero davanti la mia scrivania d'ufficio, a lavorare in tranquillità. Praticamente, mi trovavo nel pieno della mia attività quando, d'improvviso, mi accorsi che la corrente dell'ufficio era venuta mancare.
Allora mi dissi:
-<Sarà stato sicuramente un cortocircuito!>-.
E invece no, non si trattava di questo! Era stato lui, con la sua stupidità. Riesce a danneggiare ogni cosa! Sembra che abbia una gran voglia di prendere a calci la sensibilità della gente!
Ad un certo punto, però, le persone non sono più disposte a sopportare simili situazioni! E ne troverai di gente così, lungo il tuo cammino!
Quindi, sii pronto al peggio!".
Il giorno dopo, di ritorno in ufficio, si decide di far collaborare l'umanoide con Rocco Masullo, veterano nel suo mestiere, in un certosino lavoro di trascrizione dati.
I due sembrano trovarsi presto in sintonia ed il loro lavoro scorre tranquillo.
Così, tornando a casa contento, Omega si rivolge a Carmine.
"Però! Devo proprio ammettere che il tuo amico Rocco è una persona rispettosa e gentile! Una delle poche, se non l'unica così!".
"Ah certo!", esclama Carmine. "Il carissimo Rocco Masullo! Pensa che, addirittura, fui io a coinvolgerlo ad entrare a far parte del nostro gruppo d'ufficio!".
"E come lo hai conosciuto?".
"È una lunga storia! Però, se proprio lo vuoi sapere!
Una sera, mi trovavo davanti casa di mia nonna quando, improvvisamente, mi accorsi che in lontananza si vedeva qualcosa di insolito. Si trattava di una strana struttura. Inizialmente irriconoscibile, eppure, dal fascino quasi irresistibile!
Così, nonostante il brutto tempo, la curiosità mi portò a scrutare quel nuovo pezzo di realtà.
Man mano che andavo avanti, mi rendevo conto che grosse colonne di marmo si estendevano lungo tutto il tragitto. In mezzo ad esse s'intravedeva il getto d'acqua di diverse fontane. Lì, mi accorsi che la struttura aveva la forma di un gigantesco piroscafo. L'impressione che inizialmente mi ero fatto era quella di stare su un enorme transatlantico! In realtà, invece, si trattava di una struttura molto originale. Era davvero evocativa. Sembrava ideata appositamente per stimolare l'immaginazione della gente che si trovava a passare di lì. Ma ormai sarà stata abbattuta, o sostituita da altre costruzioni.
Ad un certo punto, mi sedetti su una panchina, perché mi sentivo ormai stanco.
A fianco a me, si era seduto un signore sulla cinquantina. Si trattava, appunto, di Rocco e con lui ebbi modo di discernere di questioni, per così dire, esistenziali. Mi disse che si sentiva piuttosto depresso in quel periodo, perché non riusciva a trovare lavoro. Tra l'altro la moglie, con cui viveva da più di vent'anni, era molto malata. Così, gli proposi di venire a lavorare insieme con me, sperando di riuscire a infondere in lui un minimo di speranza nella vita. Egli, ovviamente, accettò.
Ormai sono due anni che lavora con noi e si trova anche piuttosto bene! Forse si tratta dell'unica persona onesta che abbia mai conosciuto! Non si dà molte arie, come fanno i più, e questa è già una gran fortuna per te che collabori con lui, fidati!
Non si farà certo problemi a darti una mano in situazioni di difficoltà sul lavoro!". "In effetti lo avevo notato!", riprende Omega.
"Appunto!", esclama Carmine. "Sei stato molto fortunato a conoscerlo! Nel momento del bisogno non viene mai meno, stanne pur certo! E poi, si sa che non è semplice per nessuno!
Molti qui ancora ragionano secondo l'antico motto: <occhio per occhio, dente per dente!>".
"E ti sembra giusto?".
"Certo che no, ma intanto ti devi adeguare!".
"Esistono dei meccanismi di sopravvivenza ben peggiori, a cui ormai sono abituato!".
"Bene! Allora, di sicuro, ti adatterai facilmente! Sei un tipo in gamba!
Dai, sono certo che ce la farai!", esclama Carmine.
"Me lo auguro con tutto il cuore!".
Nell'insicurezza dei tempi moderni, Omega si rende conto che ci sarebbe davvero bisogno di una rivoluzione, o forse, meglio ancora, di un diluvio universale, che possa spazzare via tutto il marcio che vive dietro la facciata di perbenismo del pianeta.
"Troppe ipocrisie sto riscontrando ahimè!", pensa tra sé. "Non pensavo certo che il genere umano potesse ridursi in uno stato talmente pietoso! Ma se non si ha rispetto di se stessi, come si può pretendere di averne per gli altri?
In fin dei conti, anche su Albatros si verificano situazioni di questo tipo. Ma non fino a tal punto! Qui tocchiamo davvero il fondo! Ho l'impressione di trovarmi in un mondo falso, finto sin dalle fondamenta. Sembra tutto completamente senza speranze! E non riesco a spiegarmi come facciano a riservare ancora fiducia in un Dio! Ci vuole veramente un coraggio ed una fede encomiabili!
Eppure, ammesso anche che un Dio esista, inizio a credere che non si tratti di quell'entità così bonaria come spesso viene loro descritta.
Sul mio pianeta almeno, il problema non sussiste, dato che non si usa credere. Ma il dubbio sulla veridicità o meno di un'entità soprannaturale e creatrice di tutto, persiste!".
Capitolo dodicesimo: problemi seri nella politica
internazionale.
I giorni passano velocemente e tutto sommato, sono sufficienti a fargli comprendere le varie tipologie di personalità esistenti. Trova molta meschinità in giro, ma riesce sempre a mantenere buoni rapporti con tutti, anche con le persone più arroganti. Ogni tanto poi, spunta qualche mosca bianca che gli permette quantomeno di non scoraggiarsi e di andare avanti, nonostante le difficoltà. Ma un giorno, guardando il telegiornale, tutti vengono a conoscenza di un episodio che finisce per sconvolgere, a livello planetario, l'intera opinione pubblica. Si preannuncia lo scoppio di una terza guerra mondiale. Ciò si verifica perché l'America ha stabilito di non voler più mandare aiuti economici ai paesi sottosviluppati. L'episodio viene a verificarsi in un periodo di forti squilibri tra i paesi progrediti e quelli sottosviluppati. Così, scoppia una protesta che finisce per coinvolgere quasi tutte le popolazioni appartenenti ai paesi del terzo mondo. Si tratta di una rivoluzione silente, che prende sempre più le pieghe di una ribellione, dapprima intellettuale, e poi d'azione. Striscioni, bandiere, slogan inneggianti cambiamenti seri nella politica internazionale. La gente dei paesi poveri di tutto il mondo scende nelle piazze e lungo le strade, per protestare e dimostrare ai governanti di essersi stancata delle solite false promesse. Il tutto a sottendere una voglia ed un entusiasmo di fondo nel cambiare le cose, assolutamente non indifferenti. I popoli coinvolti nella rivolta sono molto determinati, perché sanno che, oramai, ribellarsi è rimasta l'unica arma a loro disposizione. Protestare si, ma nel modo giusto. La gente riconosce che non è facile riuscire a cambiare lo stato delle cose. Eppure, quando ogni possibilità sembra ormai vana, per un puro istinto di sopravvivenza, o per mancato spirito di sopportazione, si decide di passare all'azione. In tutto il terzo mondo si verificano grosse manifestazioni, dalle più pacifiche, alle più violente. Si mobilitano opinione pubblica e mondo politico, per cercare di risolvere lo stato delle cose. Ma il nuovo presidente americano, Johnny Clark, ha già un'idea in mente per cercare di risolvere la triste situazione. Proposta che però nessuno vuole considerare, forse perché troppo rischiosa o impegnativa da mettere in atto. Vuole fare in modo che, le ricchezze di tutti i popoli della Terra vengano distribuite in maniera equa, a prescindere dalla categoria lavorativa che si viene ad occupare. Solo così facendo, secondo lui non si verificheranno più situazioni di distribuzione diseguale delle ricchezze e si risolverà, una volta per tutte, questa secolare problematica. Però, per attuare tale strategia c'è bisogno di tempo. Johnny Clark sa bene che bisogna, prima di tutto, mettere d'accordo i capi di stato delle nazioni più ricche e potenti della Terra, per riuscire ad ottenere almeno un minimo di credibilità. Così, decide di organizzare un convegno, in cui mettere a confronto qualsiasi proposta dei capi di stato dei paesi più influenti del mondo. Sa che non sarà affatto facile, ma ciò non lo scoraggia ugualmente. "In situazioni di questo tipo, o si decide di agire con riforme convincenti, o si è destinati a rimanere vittime in eterno di un sistema super corrotto. Indifferente a quelle che sono le primordiali esigenze di sopravvivenza degli uomini!", afferma con convinzione Clark, discutendo della situazione con il suo portavoce Malcom Anderson. "Concordo pienamente! Ma, intanto, una strategia va trovata e anche al più presto!", esclama Anderson. "Io già ce l'avrei!", continua Clark, finendo per descriverla in tutti i suoi dettagli. "Basta semplicemente cambiare approccio nella distribuzione delle ricchezze ai cittadini!". "E in che modo?", domanda Anderson incuriosito. "Distribuendo i guadagni in modo equo, a prescindere dal tipo di lavoro svolto! Non so se mi spiego! Solo così, il ricco non esisterà più, ma si tramuterà in un medio individuo, come tutti gli altri, mentre colui che prima era povero, acquisterà maggiore dignità. O meglio, la sua effettiva dignità di essere umano. Semplice tutto sommato! Non trovi?". "Ma è un'idea strepitosa!", esclama Malcom, dopo averlo ascoltato senza interruzioni. "Certamente! Altrimenti non starei qui a spiegarla! Il problema, adesso, è farla entrare nella testa degli altri che stanno al potere, con cui, inevitabilmente mi troverò a confrontare nelle decisioni!". "Lo so che non sarà facile! Ma tu non mollare, mi raccomando!", continua Anderson. Dopo tanta insistenza con i vari presidenti, nonostante tutto Clarck riesce ad avere la meglio. Così, seppur con difficoltà, il convegno si riesce a svolgere. Ha luogo nel palazzo di vetro dell'ONU, a New York. Anche se, prima di realizzare il tutto, passa più di un mese. Giunto il fatidico giorno però, non si riesce a concretizzare nulla di risolutivo, per via di opinioni troppo contrastanti tra i vari capi di stato che, seppur presenti al convegno, non considerano la proposta di Clark completamente accettabile. Il loro timore è di non sentirsi preparati ad attuare una svolta tanto radicale e per giunta in così poco tempo. "Non penso si possa nemmeno ideare una riforma di questo tipo!", afferma meravigliato il presidente francese Auguste Lemoine. "Non sono cose che si possono concretizzare dall'oggi al domani!", rincara la dose il premier inglese Alexander Wilson. "Ma, nonostante tutto, rimane un'idea da tenere in considerazione!". "Sta per scoppiare la terza guerra mondiale e voi vi permettete di ignorare simili proposte!", riprende Clark. "Allora diamo veramente i numeri! Fidatevi una volta tanto! Altrimenti, fra un po', neanche le armi nucleari potranno frenare ciò che sta succedendo! Vogliamo affrettarci o no, finché ne siamo in tempo?!". "È un ragionamento sensato!", esclama il premier giapponese Atsumori Yoshimoto. "Anzi, doveva mettersi in pratica già molto tempo prima! Perciò, io voglio stare dalla parte di Clark!". La caparbietà la spunta sempre e Clark riesce, dopo molta insistenza, a convincere la maggior parte dei governanti a mettere in atto il suo piano. A questo punto, una volta ottenuto il consenso dei più, senza perdere tempo si passa all'azione. Il mondo intero rimane senza parole, per una decisione che si sarebbe dovuta prendere già da un secolo, o giù di lì. "Secondo me, solo con questa strategia si riuscirà davvero a contrastare la triste situazione!", esclama Omega, rivolgendosi a Francesco. "Lo credo anch'io!". Difatti, poco dopo essere stato dato l'ok alla riforma, iniziano a riscontrarsi i primi buoni risultati e la rivolta incomincia, seppur lentamente, ad affievolirsi. La gente diventa più fiduciosa e prova a dare credibilità alla proposta di Clark. Incomincia così a far retrocedere la polemica, in modo da concedere spazio, affinché tutto prenda atto nel migliore dei modi possibile. Mille euro mensili a testa. Questa è la somma di denaro che si stabilisce di mettere a disposizione per ogni individuo sul pianeta e tutti dovranno, necessariamente, farseli bastare. È un'autentica dimostrazione che si può sopravvivere anche solo con l'essenziale. Il di più di fatto viene dal maligno. Questo perché, nella maggioranza dei casi, produce soltanto perversioni. "Spaventoso!", esclama Francesco mentre guarda l'oceanica folla scorrere sotto la finestra di casa. "Sembra quasi una marcia funebre blasfema ed antipatriottica!". "In che senso? Spiegati meglio!". "Voglio dire che assomiglia ad una processione di morti viventi! Mi sembrano tanti pecoroni che fanno le cose solo per imitazione. Non perché ci credono davvero! Ovviamente, potrei sempre sbagliarmi! Ma, se ci fai caso, nonostante siano stati presi dei provvedimenti, loro ancora non sono soddisfatti! Cosa pretendono? Che le cose cambino da un giorno all'altro?". "Guarda! Io penso che, dopo anni di negligenza da parte degli organi politici su numerose questioni, è naturale che la gente inizi a perdere la fiducia e ad agire di testa propria!", controbatte Omega. "D'altronde il prevedibile inferno mediatico, venutosi a creare intorno alla vicenda, ne fa da ideale risonanza. Ma penso che, se la decadenza e la sfiducia di tante persone ci lasci allibiti, noi non dovremmo farci impressionare! Siamo tutti sulla stessa barca in fin dei conti! O meglio, sulla cima di un ipotetico Titanic prossimo all'affondamento! E sapendo già di non avere altro da perdere, non ci resta che protestare. Protestare per poter vivere con dignità, o meglio, per poter sopravvivere! E poi, come si possono sopportare simili condizioni di vita per tanti lunghi anni, senza mai ribellarsi? Se può esserci un'ultima chances, perché non sfruttarla?". "Sono esattamente d'accordo con te!", dice Francesco. Intanto, la rivoluzione continua il suo corso, senza grossi intoppi, anche se in modo più ristretto rispetto a prima. Ma, proprio nel momento in cui tutti iniziano realmente ad avere uno stesso stipendio, ad accontentarsi di ciò che hanno e a farselo bastare, le cose cambiano. Solo allora in tanti, grazie a quel nuovo stile di vita, più sobrio e improntato al risparmio rispetto al precedente, iniziano a ritrovare un certo equilibrio. Finalmente le masse, politici in primis, arrivano a comprendere che si può vivere con molto meno ed essere ugualmente contenti. Anzi, forse anche più di prima. Difatti quando, per tutta una serie di motivi, si è costretti ad adeguarsi a certi meccanismi di vita, soltanto allora si viene seguiti ed è solo in quel momento che la gente incomincia a prendere coscienza dei propri errori. Tutto viene finalmente vissuto con moderazione. "Le persone, nella maggior parte dei casi, sono come san Tommaso!", riprende Francesco. "Hanno bisogno di vedere per credere! Altrimenti non si convincono facilmente!". "Eh, lo so, caro mio! Siamo ridotti male!", continua l'umanoide. "Ma dobbiamo adeguarci! La vita non è sempre rose e fiori, come ci piacerebbe dipingerla! Altrimenti, non si chiamerebbe vita! Si chiamerebbe mondo dei sogni!". "Può darsi anche!", esclama Francesco. "Ma rimango comunque dell'opinione che a tutto c'è un limite! Noi esseri umani, siamo molto fragili ed ogni cambiamento, ogni svolta radicale sulle nostre spalle rappresenta comunque un grosso sacrificio". "Ma io ti capisco! Mi rendo conto delle difficoltà che si possono presentare al varco! La vostra mela ormai è marcita completamente ed il domani, per voi, sembra esser sorto già morto. Le persone, poi, iniziano a bestemmiare contro una realtà che si trovano costretti a vivere. Si vede che hanno maturato un odio nei loro cuori, in tutti questi anni! Sono ormai stanche di essere minacciate e di ricevere ordini su cosa devono, o non devono fare! Eppure combatteranno il mondo finché non avranno avuto la meglio e l'amore non trionferà. Sì! Ne sono certo! E poi, guarda quella costellazione lassù! È la dimostrazione lampante che dobbiamo sempre fidarci di un'entità unica, immensa e sempiterna, chiamata Gesù Cristo! Fonte di tutte le cose, che si è tramutata in uomo per dare la dimostrazione a noi tutti, comuni mortali, che siamo esseri limitati. Per quanto, stesso noi ci sforziamo di negarlo". "Concordo pienamente!", dice Francesco. "E credo che solo quando si riuscirà a comprendere e accettare tutto ciò, si potranno dare dei giudizi sensati!". "Certo, ovviamente, io non pretendo di avere la verità in mano", continua Omega. "In base all'esperienza vissuta, posso presumere che sia così! Sul piano concreto invece, penso che ciò che realmente si sta modificando è la percezione del denaro! Esso ora è visto non più come mezzo di prepotenza e sopraffazione sugli altri, bensì come pretesto per la sopravvivenza ed il mantenimento di un tenore di vita equilibrato. Oltretutto, se ci fai caso, si sta modificando anche il modo di comportarsi tra gli umani! Meno tendente all'individualismo, ma più improntato all'altruismo e alla fratellanza. E questa, secondo me, è una vera e propria lezione di vita! Uno schiaffo morale a tutte le promesse non mantenute dai politici!". Con il passare dei giorni, la tempesta si placa in maniera definitiva e ciò che rimane nella testa delle persone è solo una grande nuvola nera. Un dubbio sempiterno, se così si dire. "Perché si agisce solo ora, che siamo ridotti sul lastrico?", si chiedono in tanti. "Non si poteva farlo da prima?". Intanto, coloro i quali erano avvezzi a ricevere diecimila euro mensili se ne trovano mille. Chi invece era abituato ad averne cinquecento, se ne trova altrettanti. Finalmente si sono aperte la porte ad una strategia geniale e innovativa, che finirà per modificare radicalmente la mentalità dei salariati di tutto il mondo.
Capitolo tredicesimo: il ritorno nella navicella.
Una volta resosi conto della condizione di maggiore vivibilità del pianeta, Omega decide di contattare Cefeo, per fargli notare che ci sono verificati dei considerevoli miglioramenti e che, fra qualche tempo, volendo, anche gli abitanti del loro pianeta potranno decidere di convivere in armonia con i terrestri. Così, appena si ritrova da solo nella sua stanza, inizia a conversare con il suo protettore il quale, stavolta, appare sotto le sembianze di un'insolita visione. "Caro Omega! Cosa mi racconti? Come ti stai trovando su questo pianeta?", domanda Cefeo. "Guarda, non mi va di parlarne male, ma mi sto rendendo conto che la Terra è un crogiolo. Trovi tante razze, modi di pensare e stili di vita differenti. Tutto sommato le persone che ne fanno parte, nonostante i propri limiti, hanno un'anima ed una loro autonomia. Penso che non sarebbe una cattiva idea provare a conviverci! Dico sul serio!". "Cosa vorresti dire con questo? Che davvero gli albatrosiani, un giorno, potrebbero convivere con i terrestri?". "Indovinato!", continua Omega. "Sembra un'utopia, ma fidati, è così! Sotto certi aspetti, i terrestri non sono per niente differenti da noi!". "Certamente!", esclama Cefeo. "Questa tua ipotesi è da tenere in considerazione! Ma l'unica cosa che posso fare, almeno per ora, è tenerla da parte. Poi, semmai, tirarla fuori nel momento più opportuno". "E no, caro mio!", continua l'umanoide. "Tu devi adottarla ora! È adesso che ce n'è bisogno! Dopo, potrebbe già essere troppo tardi! Non so se mi spiego". "Ebbene, mi hai convinto, oltre che incoraggiato!". "Allora voglio agire in questo modo, caro Omega. Domani farò atterrare la navicella numero cinquantadue, facendoti venire a prelevare da alcuni colleghi. Una volta arrivato da noi, ci onorerai di raccontarci nel dettaglio tutto quanto". "Non c'è problema. Però poi come farò con il lavoro?". "Prenditi una giornata di ferie!", controbatte Cefeo. "Ma non ti preoccupare perché, in fin dei conti, non ci vorrà molto!". "Ok, mi hai convinto!". Detto fatto. La sera stessa, Omega avvisa il suo capo e si fa concedere un giorno di libertà, con la scusa di dover andare a trovare un parente in gravi condizioni di salute. Così, all'alba del mattino seguente l'astronave passa sulla casa di Francesco ed Omega si fa trovare, come pattuito, sul pianerottolo a qualche centinaio di metri davanti all'abitazione, in modo da non esser visto da nessuno. Poi, in poco tempo, si lascia assorbire dalle onde elettromagnetiche che, senza risentire minimamente della forza di gravità, lo trasportano fino a bordo. Gli basta il tempo di arrivare sulla navicella per rendersi conto che molte cose sono cambiate. L'intera struttura è stata rinnovata. Ma gli amici lo accolgono con grande gioia e affetto. "Carissimo collega! Sono passate solo due settimane, eppure sembra che non ci vediamo da una vita!", dice Ilmuth, il suo amico fidato. "Eh, lo so! Ma, quando si lavora, non si pensa a tutto questo!". "Bene bene! Ora raccontaci pure quanto hai visto!". "Guardate! Credo che un giorno non basti per riuscire a dirvi tutto nel dettaglio! Ma siccome mi trovo qui, voglio provarci. Del resto, voi avete le vostre ragioni ed io non voglio venire meno ai miei impegni. Innanzitutto voi sbagliate a concepire i terrestri come degli esseri lontani anni luce dal nostro mondo! Non sono affatto differenti da noi! Anzi, hanno gli stessi nostri sentimenti: invidia, ira, gioia, amore. Non ci è voluto molto per accorgermene!". "E da cosa l'hai notato?", domanda il collega Demir. "Da come si sono comportati con me, almeno fin'ora. Alcuni mi hanno accolto in casa loro come un fratello. Altri, invece, sono stati scontrosi, in quanto sono intenti solo a soddisfare il loro sfrenato egoismo, infischiandosene dei problemi altrui. È una realtà in cui si mescolano, in modo esemplare, bene e male. Proprio come accade qui da noi! Quindi, se pensavate che vi avrei raccontato chissà cosa, mi spiace, vi sbagliavate di grosso! Comunque bisogna vedere con i propri occhi per credere! Altrimenti non si può capire! Io sarei a favore di una forma di collaborazione tra queste due realtà, per crescere insieme, ma anche per confrontarsi, imparando tante cose interessanti". "Bé, non voglio escludere questa tua proposta!", continua Demir. "Ma è un'idea che non si può attuare così, dall'oggi al domani!". "Lo so, ma considerate anche che c'è fin troppo sovraffollamento dalle nostre parti! Quindi, guardandola in questi termini, la mia teoria merita di essere considerata!". "È ovvio!" esclama Ilmuth. "Il problema è che bisogna dare tempo al tempo!". "Facciamo un passo alla volta allora!", riprende Cefeo. "Come prima cosa, te ne tornerai a compiere la missione per la quale sei stato mandato! Poi si vedrà!". "Aspettate un attimo! Non mi piace essere forzato nel fare le cose! Se è vero che siete stati voi a generarmi, non è detto che dobbiate impormi tutto con la forza! Altrimenti non va bene!", risponde Omega alterato. "A sì? E sentiamo! Cosa saresti capace di farci, se ciò accadesse?", continua il suo protettore. "Non sono sempre tenuto ad agire secondo quanto voi mi dettate! Se volessi, potrei anche rinunciare alla mia missione!". "Ma come! Ti sembra normale un atteggiamento del genere? Ti abbiamo dato la vita e questa è la ricompensa?". "Ma a quale scopo? Per usarmi secondo i vostri piani? Se mi trovo in questa realtà grigia e deprimente, è solo a causa vostra! Non mi sento di dover ringraziare nessuno! Ognuno deve sentirsi libero di agire con la propria testa e senza alcun condizionamento! Il bello di trovarmi sulla Terra è anche questo, in fin dei conti, o sbaglio?!". "Vorresti mollare proprio ora che sei nel bel mezzo della missione?", esclama Cefeo. "Mi dispiace caro mio, ma non te lo permetteremo!". "Non dico questo! Dico solo che esigo la mia libertà!". Allora Omega indispettito decide, senza far capire niente a nessuno, una volta sceso sulla Terra, di far perdere qualsiasi traccia di sé. Sa già di rischiare, ma non riesce proprio ad accettare l'idea di farsi trattare come una pedina, proprio da coloro che gli hanno dato la vita. Intanto, il giorno seguente come prestabilito viene fatto atterrare a Firenze, perché completi la sua missione. Una volta giunto a destinazione, Omega non sarà più lo stesso.
Capitolo quattordicesimo: famiglia uguale prigionia.
"Che fine hai fatto ieri?", gli chiedono subito Francesco e i suoi familiari appena lo vedono arrivare, irritati per la sua improvvisa assenza. "Niente! Non c'è nulla di cui preoccuparsi! Mi sono semplicemente preso un giorno di relax, se così si può dire!". "Potevi avvisarci perlomeno! Siamo stati molto in pensiero per te!", dice la madre di Francesco. "Finché starai in questa casa, resti comunque sotto il nostro controllo. E questo non te lo puoi dimenticare!". "Ma possibile che tutti mi vogliono alle loro dipendenze! Non sono una marionetta, volete capirlo o no?", esclama allora Omega, prima di andarsene sbattendo violentemente la porta. "È impazzito!", grida Francesco sbalordito. "Lo ospitiamo in casa, lo accudiamo e poi, questa è la ricompensa!". "Forse sarà un momento difficile per lui!", dice la madre. "Lasciamolo un po' tranquillo! È un tipo in gamba. Vedrai che si riprenderà da solo!". Nel frattempo, l'umanoide inizia a riflettere su quanto è accaduto, riconoscendo di aver sbagliato nell'aver reagito in quel modo eccessivamente brusco. Si sente eternamente combattuto, frastornato tra il senso di colpa e la paura. Ma indietro non si può tornare e l'unica cosa che può fare è andare da loro a chiedere scusa. Rimane solo da stabilire se realmente è convinto di farlo. Così, dopo una serie di estenuanti esami di coscienza, Omega si decide. Esce dalla camera e va a porgere le sue scuse all'intera famiglia. Tutti apprezzano il gesto, accettando le sue scuse. Sono troppo affezionati a lui, anche se ignorano la sua vera storia. Del resto, le incomprensioni rimangono normale amministrazione in quasi tutte le famiglie. L'importante è riuscire sempre a chiarirle. Così, si ripristina il quadretto familiare. Omega, a tal punto, se davvero vuole fermarsi sulla Terra, necessita di maggiore stabilità. Ha bisogno, prima di tutto, di crearsi un nucleo familiare autonomo. Avverte l'esigenza dell'affetto di una donna e ha già in mente una persona che possa fare al caso suo: Francesca. In fin dei conti, lei è stata l'unica ad averlo fatto davvero innamorare fin'ora. Prende in considerazione l'ipotesi di lasciare la tendopoli per tornare definitivamente da lei e spiegarle, in modo inequivocabile, quali sono le sue reali intenzioni. Per farlo, si avvale di una strategia a dir poco unica e geniale. Dice alla famiglia di Francesco di iniziare ad avvertire la nostalgia dei suoi cari, che non lo vedono ormai, da quasi un anno. "Credo che il poter vedere i propri familiari sia un diritto di tutti, o sbaglio?". "Certo! Ed infatti, nessuno qui ti obbliga a rimanere!", esclama Francesco. "Molto bene. Di questo ve ne sono grato! Vorrà dire che domani già mi metterò a fare le valige. Ma non vi preoccupate! Non starò via a lungo. Giusto il tempo di salutarli e assicurarmi che stiano bene!". Poco dopo, però, si pente di quanto detto e decide di dire loro tutta la verità. "Sentite! Non me la sento di fingere con voi! Siete stati così gentili nell'ospitarmi per tutto questo tempo! La verità è che vado a trovare la donna che amo, con la speranza di riuscire a riferirle le mie reali intenzioni!". "E cioè?". "Di voler convivere seriamente con lei, per creare una relazione stabile e duratura!". "Allora non possiamo far altro che augurarti buona fortuna! Ma, quando vorrai, potrai sempre passare a trovarci!", dice commossa la madre di Francesco. "Con enorme piacere!". Una volta giustificata la motivazione della dipartita, l'umanoide saluta la famiglia e si fa accompagnare da Francesco in casa della donna. Raggiunta la destinazione, i due si salutano con un forte abbraccio, prima di perdersi di vista definitivamente. Ma entrambi ricorderanno per sempre le esperienze vissute insieme. Ora, ad Omega non resta che affrontare la parte più difficile. Arriva dinanzi alla porta di casa di Francesca, si fa il segno della croce e bussa. Ma, per evitare di essere conosciuto, si posiziona sul lato sinistro della porta. Mossa provvidenziale, che gli permette di rivedere finalmente Francesca. Sentendo il rintocco del campanello, la donna si precipita a guardare dallo spioncino, ma non vede nessuno. Omega infatti si è nascosto. A quel punto, la donna apre la porta e se lo trova dinanzi. "Ciao! Come va?", domanda subito l'umanoide. "Ma che ci fai qui? E a quest'ora poi!". "Volevo farti una sorpresa, ecco tutto! Spero almeno che sia gradita!". "E con che coraggio ora ti fai vedere? Dopo essere sparito per tutto questo tempo?!". Allora Omega, accorgendosi di essere in torto, prova a rispondere aggirando l'ostacolo. "Con il coraggio di chi sa di aver affrontato un'esperienza nuova e fondamentale, per la propria vita! Ma anche con la presunzione di chi ha capito come davvero funziona questa vostra ipocrita civiltà!". "A sì?". "Certo! Comunque, aldilà delle esperienze fatte, ciò che mi preme farti sapere è che vorrei convivere con te per tutto il resto della mia esistenza. E non è uno scherzo! Perché ne ho abbastanza di egoistiche relazioni già morte sul nascere! Di gente che si limita a fare puro e semplice mercimonio del proprio corpo, concepito come semplice merce di scambio, da comprare e vendere, senza alcuno scrupolo. Per questo, avverto davvero l'esigenza di instaurare una relazione esemplare e coraggiosa, con una creatura femminile. All'insegna dell'amore puro e sincero! Ti dico che ci tengo molto a te!". "Potrei anche capire il tuo discorso, se tu fossi un umano!", risponde la donna. "Ma non lo sei! Allora, come puoi pretendere da me una cosa del genere!". "Ma infatti io non pretendo nulla da te! La mia è solo una proposta, poi resta a te decidere!". "Bé, come minimo! Ma sinceramente non me la sento! Non mi hai detto nemmeno cos'hai fatto durante tutto questo tempo!". "Eh eh! Sembra ch'io manchi da chissà quanto! Diciamo che ho avuto modo di analizzare una piacevole realtà! Piuttosto rurale, ma oltremodo affascinante!". "E racconta un po'! Cos'hai fatto di così interessante?". "Ho conosciuto persone vere! In tutta la loro spontaneità, perché senza quei filtri che, solitamente, voi della città vi create!". "Ma chi? Mica, per caso, quelle della tendopoli lungo la periferia degradata della città?", chiede subito Francesca. "Esattamente!". "Ah! Ora capisco tutto! Allora sono contenta per te! Hai fatto la migliore esperienza che si potesse affrontare! Ci sono vissuta anch'io lì, tanti anni fa, sai? E per quanto non possa sembrare, è a dir poco entusiasmante, credimi! Anche se all'inizio potrebbe creare smarrimento, lo so. Ma nulla è semplice su questa Terra! Tutto va conquistato con sacrificio e spirito di sopportazione!". "Si tratta di caratteristiche che mi appartengono, cara Francesca", dice Omega. "E, se vuoi, te ne darò ulteriori dimostrazioni". "Non c'è n'è bisogno!", continua la donna. "Ti ho già capita. Devo ammettere che sei un tipo in gamba! Si vede chiaramente che ami molto il rischio!". "E da cosa lo deduci, mia cara?". "Dal fatto che facilmente ti butti nelle novità!". "Infatti! Mi sento uno spirito libero io!", riprende l'umanoide. "Non amo la vita troppo comoda e tranquilla! Che senso ha, del resto, oziare di continuo? Non mi darebbe di certo gratificazioni! Meglio porsi degli obiettivi ambiziosi da raggiungere! Che poi si raggiungano o meno, questo ha poca importanza. L'importante è averci provato! E poi, credo che i soldi vadano guadagnati col sudore! Infatti non ho mai creduto in quelli che sperano di vincere con i giochi d'azzardo! Secondo me, idolatrano un mondo illusorio, che non esiste!". "Concordo perfettamente!", continua la donna. "Va bene! Mi hai convinta! Voglio assecondarti! In fin dei conti ragioni bene e poi mi stai simpatico! In fondo, se sei stato creato per compiere questa missione, non ne hai alcuna colpa!". "Brava Francesca!". "Anche se, inizialmente, non avevi detto che volevi intrattenerti qui soltanto per un mese?", continua Francesca. "All'inizio! Ma, come tu ben sai, le decisioni spesso cambiano di continuo! Ed è esattamente ciò che si è verificato nel mio caso!". Francesca, in fondo, ammira molto Omega. La sua storia l'ha veramente commossa. Lo comprende e proprio per questo vuole provare ad aiutarlo. Accetta quindi la sua proposta, pur sapendo di aver divorziato da poco da suo marito e spera di non trovarsene pentita in futuro. Così, seppur timidamente, il loro rapporto prende forma e procede senza intoppi. Almeno finché ordini superiori non richiamano il povero umanoide che, ormai, incomincia davvero a sentirsi con due piedi in una scarpa. "Allora! Hai visto che la mia proposta non era poi così malvagia?!", domanda Omega alla donna. "Ancora è presto per constatarlo! Ma di certo, per ora, non mi pento affatto di averti assecondato!". Difatti, con il trascorrere dei giorni, tra i due si viene a creare un certo feeling. Anche se l'umanoide si trova a fare i conti con la sua natura di extraterrestre, che lo porta, inevitabilmente, ad essere infertile. Nonostante questo inconveniente, i due hanno rapporti, anche intimi, giornalieri e costanti. Eppure Francesca sa di essere incoerente, peccando nei confronti di Dio, di se stessa e di Omega, nell'usare questo tipo di comportamento. Un comportamento, in sostanza, finalizzato soltanto al piacere egoistico, senza il raggiungimento di un fine ultimo che possa valorizzarli e responsabilizzarli, come esseri umani. Lentamente però, i due riescono a correggere il tiro, ritornando sulla retta via. Cercano, quindi, di limitare i loro rapporti ad occasioni sempre più sporadiche. Del resto, la felicità che provano nello stare assieme si manifesta, principalmente, nella stima che hanno l'uno dell'altro. Si rendono presto conto che è un peccato sciupare precocemente un sentimento così bello come l'amore, riducendolo soltanto a qualcosa di materiale ed effimero. Altrimenti sarebbe come chi, di una mela matura, si accontenta di contemplarne la corteccia. Senza mai riuscire ad arrivare a gustarne la parte più genuina e sostanziosa. Con il tempo iniziano a disciplinarsi perché capiscono stesso da soli come agire in maniera corretta ed equilibrata, per non continuare a fare sempre gli stessi sbagli. Infatti, per quanto si tenti di nasconderlo, proprio di sbagli si tratta.
Capitolo quindicesimo: nuova vita.
Ma se la familiarità tra i due sembra essersi consolidata totalmente, non si può dire lo stesso per le relazioni che Omega prova a tessere con le altre persone, sempre più gelide, distaccate e chiuse nel loro bieco individualismo. "Sai, mia cara!? Sembra quasi che gli individui dell'estrema periferia, che ho avuto modo di conoscere, siano decisamente più umili di quelle qui presenti!". "E non ti sbagli affatto!", risponde Francesca. Intanto, per mantenersi, l'umanoide si decide a seguire il consiglio della sua amata, iniziando a lavorare in fabbrica come ragioniere. Attività che precedentemente aveva scartato. Ma, proprio quando Cefeo va a bussare alla porta del suo inconscio per invogliarlo, con le buone o con le cattive a tornare, sorgono i problemi. Omega preferisce riferirgli subito le sue intenzioni e che non è, per nessun motivo, disposto a cambiare idea. In fondo, se scegliesse di mantenere il segreto, i suoi colleghi se ne accorgerebbero comunque. "Caro Cefeo! È sempre un piacere rivederla!", egli esclama. "Comunque, è vero che mi ha messo al mondo, ma non me la sento di stare al suo gioco, per continuare a svolgere il ruolo di pedina da spostare a suo piacimento! Ho deciso, già da tempo, di rimanermene per sempre sulla Terra. Del resto, ho i miei affetti qui e mi sento completamente a mio agio!". "Non credo che ti convenga caro mio!", risponde il protettore. "Con le buone, o con le cattive, dovrai inevitabilmente tornare da noi!". Subito dopo tali parole, Cefeo, apparso sotto forma di visione, sparisce, come usa fare solitamente. Ma intuisce che dovrà studiarsi uno stratagemma, per far tornare Omega alla base. Sa bene che non sarà facile. Così, riflette a lungo sulla situazione, confidandosi con alcuni suoi colleghi. Ad un certo punto però, quasi per caso, si ricorda che stanno per essere sfornati altri due umanoidi nella navicella e che, probabilmente, solo per mezzo del loro aiuto potrà riuscire a riportarlo su Albatros. "Ho una bella carta da giocare!", dice tra sé. Intanto, Omega è perfettamente ignaro di quanto sta succedendo alle sue spalle e va avanti imperterrito, per la sua strada, proprio come se nulla stesse accadendo. Oramai, è innamorato perso di Francesca e per nessuna ragione al mondo vorrebbe perderla. Il suo lavoro in fabbrica è molto più stancante di quello precedente. Eppure, l'amore per Francesca gli permette di superare qualsiasi genere di ostacolo. L'idea di tornare a casa, di trovare una donna al suo fianco, capace di saperlo consolare, lo fa già star bene e ciò vale più di ogni altra cosa per lui. "Quando tra due persone c'è di mezzo l'amore, non si ha scampo!", dice tra sé. Intanto, i due nuovi umanoidi vengono sfornati e Cefeo li mette subito alla prova. Appena completati, vengono fatti scendere sul pianeta Terra, con l'unico obiettivo di recuperare Omega e riportarlo alla base. Esattamente il 28 giugno dell'anno 2021, Xetron ed Erixia sbarcano in una periferica ed isolata zona di Firenze. Si fanno trovare quel giorno stesso ad attenderlo proprio all'uscita della fabbrica, travestiti da normali esattori delle imposte. L'umanoide, essendo ignaro di quanto sta succedendo, come consuetudine alle 18:30, terminato l'orario di lavoro, esce dal suo ufficio e si dirige fuori dallo stabilimento. Ma, non appena mette piede fuori, intravede i due che gli vengono incontro. "Salve! Scusate il disturbo, ma abbiamo un problema alla macchina. Per caso potreste darci una mano?", domanda Xetron. "Dipende! Di cosa si tratta?". "Si è spezzato il pedale della frizione. Siccome il meccanico è qui vicino, potreste aiutarci a spingere la macchina fin da lui?". "Ma certo! Prima, però, vorrei vedere di persona il guasto!". I due si aspettavano già una risposta di questo tipo e così, lo accompagnano fino all'auto. Una volta arrivati, Xetron apre lo sportello, per dare la possibilità ad Omega di osservare la situazione. Non appena quest'ultimo si sporge, viene spinto, con violenza, al suo interno. Subito dopo, anche Xetron entra in macchina, occupando il posto di guida. Erixia invece si posiziona dietro, cercando di tenerlo bloccato, affinché non sfugga. "È inutile che provi a dimenarti! Non ti servirà a nulla!", dice poi. "E voi davvero credete di farmi paura? Poveri illusi! Conosco i vostri meccanismi! Non sono affatto lontani dai miei. I vostri giochi non funzionano con me!". "Ora mi hai stancato! Cerca di farlo stare zitto!", borbotta Xetron rivolgendosi ad Erixia. A quel punto, l'umanoide donna prende del nastro adesivo, giacente sul retro della macchina e cerca di imbavagliargli la bocca. Omega inizialmente oppone resistenza ma alla fine, capendo che qualunque suo tentativo di fuggire rischia di essere vano, decide di stare al loro gioco, arrendendosi. Nel frattempo, la macchina impenna ad alta velocità. Si cerca di raggiungere il prima possibile la navicella, per scrollarsi di dosso questa pesante responsabilità. Durante il tragitto, però, accade uno spaventoso incidente: la macchina slitta su un punto molto bagnato della strada, finendo per schiantarsi contro il guard rail. Miracolosamente l'umanoide rimane indenne. Ma non si può dire lo stesso per i due che, seppur senza riscontrare rilevanti danni fisici, rimangono molto scioccati per lo spavento. Omega, però, notando la situazione, ne approfitta trovando tutto il tempo di aprire lo sportello, oramai mezzo distrutto, e di fuggire ancor prima che i due si riprendano. Correndo, prende subito velocità. Questo finché non raggiunge l'abitazione di Francesca, desideroso di raccontarle tutto. Una volta giunto a destinazione, si precipita a cercare la donna. La trova in cucina, mentre è intenta a preparare il pranzo. "Ciao, mia cara Francesca!". "Ma cos'hai? Ti vedo un po' scosso!", ella esclama. "Ho le mie giuste motivazioni per esserlo! Considerato che volevano catturarmi!". "Cosa?". "Due albatrosiani, travestiti da terrestri, mi hanno adescato con una scusa, sbattendomi nella loro macchina. È solo per miracolo che sono riuscito a fuggire!". "Vorrà dire che, da ora in avanti, dovrai prestare più attenzione alle persone e ai posti che frequenterai!", la donna gli dice. "Intanto ora tranquillizzati e vedi di riposare! Visto che domani hai pure il turno di mattina!". "Vorrei provarci! Ma, con i rischi che corro, non è affatto semplice!". "Guarda! Io credo che, se hai fatto questa scelta, ti toccherà portarla avanti fino in fondo! Ormai ci sei dentro!". "Giusto! Hai ragione mia cara!". Purtroppo per Omega, poco più tardi, si mette in atto un nuovo tentativo di cattura. Questa volta, Xetron ed Erixia intuiscono che, per poterlo incastrare, devono coglierlo direttamente nella casa dove abita. Prevedono già che dovranno fare più di un tentativo, ma stavolta sono davvero determinati. Così, un tranquillo lunedì sera, i due vanno ad appostarsi, sempre con la stessa macchina, sotto l'abitazione di Francesca. Subito dopo, bussano alla porta travestiti, stavolta, da normali poliziotti. Dentro la casa si sta svolgendo una tranquilla cena, tra colleghi di lavoro. Oltre ad esserci Francesca e Omega, ci sono Massimo Petrocelli e Alessandra Grieco, loro fedeli collaboratori. "Chi è?", domanda Francesca, ancor prima di arrivare allo spioncino. "Siamo della polizia! Ci hanno inviati per compiere un'ispezione in casa vostra!". Allora, dopo aver visto dallo spioncino, la donna si rassicura, al punto da aprire la porta. Una volta entrati, i due iniziano a rivelare la loro identità e ad agire con violenza. Farebbero di tutto pur di catturare Omega. "Erixia! Tu vai a controllare al piano superiore!", dice Xetron alla sua collega. "Ma cosa volete?!", grida Francesca spaventata. "È un semplice controllo, nulla di che!", riprende Xetron. "Ci hanno riferito che c'è un individuo sospetto in questa casa". "O santo cielo! Vedete che vi sbagliate di grosso! Esclusi i miei ospiti, io vivo sola qui dentro! E da anni ormai!". "Ma a chi vuoi darla a bere?!". "Ora sono davvero guai per me! A meno che non accada un miracolo. Sempre ammesso che i miracoli esistano!", dice l'umanoide, mentre si trova seduto nella sua camera. "Ma se è vero che c'è un Dio, che mi aiuti! Se no, per me, stavolta è la fine!". Nel frattempo Erixia, dopo aver, invano, aperto le porte di tutte le stanze, si accinge a raggiungere l'ultima camera dove, di fatto, risiede l'umanoide. Dal canto suo Omega, colto dallo spavento, intuisce ciò che sta per accedere. Così si alza di soprassalto dalla poltrona su cui è seduto. Poi si butta, con un energico balzo, dalla finestra della sua camera che, casualmente, si trova già spalancata. "Ma si è ammazzato!", grida Erixia aprendo la porta. Dopo tale esclamazione, tutti si dirigono da lei, per cercare di capire cos'è accaduto. Il primo a raggiungerla è Xetron il quale, dopo essersi affacciato dalla finestra senza vederlo, scende al piano terra, per scrutare fuori dall'abitazione. Vorrebbe provare a rincorrerlo, ma sa già che sarà un'impresa complicata incastrarlo. "Chissà dove si sarà cacciato?", egli esclama alterato. Nell'abitazione sono tutti nel panico per quanto è accaduto. "Il semplice fatto che non si trovi a terra stecchito, già mi fa stare meglio!", pensa tra sé Francesca. "Del resto, quel tipo ne sa davvero una più del diavolo!". Di fatto Omega, per nascondersi, si è semplicemente arrampicato su un albero. Avverte una gran timore dentro di sé. Non sa se riuscirà davvero ad uscire vivo da questa brutta situazione. Ma cerca in tutti i modi di salvarsi. Ad un certo punto, colta dal panico, la donna grida in lacrime: -"<Guardate che vivo sola in casa! Come ve lo devo far capire!>"-. "No! È impossibile! Ci hanno detto che alloggia qui già da un bel po'!". "Ma cosa dite! Se sono sempre vissuta da sola! Volete informarvi come si deve, prima di agire in modo così brusco!? Sono una donna per bene io! Che lavora onestamente, pagando regolarmente le tasse. Come vi permettete a fare irruzione nella mia casa?! Sapete che potrei anche denunciarvi?!". I due, al sentire tali parole, iniziano seriamente a convincersi. "Guardi! Se è davvero come dice, ci deve scusare! Anche i poliziotti, a volte, si sbagliano!", dice Erixia. Subito dopo i due, irritati ma un po' sorpresi, escono dalla casa di Francesca. Sono molto dispiaciuti per lo sbaglio, vero o presunto, che credono di aver commesso, ma in particolare per la brutta figura. Omega, nel frattempo, scruta tra i rami dell'albero. Osservandoli passare, riesce a sentire tutto ciò che si dicono. "Mi sa che ci rinuncio! Ora mi son davvero stancata!", esclama Erixia. "Concordo con te! A tal punto, possiamo anche salircene sulla navicella!", Xetron continua rincarando la dose. "Direi proprio di sì! Non ha senso rimanere qui un secondo di più!". Così, il giorno successivo, dopo aver avvertito prontamente Cefeo, si fanno trovare in un punto isolato della città, per farsi prelevare, con l'astronave, dai loro colleghi. "Ci dispiace mio caro Cefeo!", dice Erixia. "Abbiamo fatto tutto il possibile per catturarlo, ma non c'è stato verso. Credo sia meglio che ti rassegni! Ormai non si sposterà più dalla Terra!". "Bé, in fin dei conti, è stato progettato ad immagine e somiglianza degli umani", dice Cefeo. "Quindi in parte posso comprenderlo. Lasciamo pure che si realizzi laggiù! Se ha preso questa decisione, vuol dire che lì si trova bene. E poi, è anche giusto che abbia la sua libertà! Almeno, a differenza dei suoi predecessori, ci è stato utile! In fin dei conti, ci ha permesso di sapere alcune importanti informazioni su questi terrestri! I cinque umanoidi che lo hanno preceduto, invece, non hanno fatto altro che gozzovigliare per tutto il tempo, senza portare alcun frutto. Al punto tale che, alla fine, noi stessi non ci siamo più preoccupati di ricontattarli, abbandonandoli praticamente a loro stessi. Adesso, chissà in quale parte del globo si troveranno! Cosa staranno facendo! Almeno, nonostante tutto, per mezzo di Omega qualcosa l'abbiamo saputa!". "E cosa?", domanda Erixia. "Sappiamo, ad esempio, che si può sperare in una forma di convivenza tra noi ed i terrestri. Ed era proprio questo quello che m'interessava capire! Non vi preoccupate! Va bene così! Almeno ora so che in un futuro, seppur remoto, se noi albatrosiani non dovessimo trovare più posto sul nostro pianeta, per via dell'eccessivo sovraffollamento, si potrà considerare l'ipotesi di una convivenza pacifica tra noi e gli abitanti della Terra". Dal canto suo Omega, una volta uscito allo scoperto, raggiunge Francesca, abbracciandola forte, quasi al punto da farla commuovere. "Mia cara! Come stai?". "Sarei potuta stare meglio", dice la donna. "Non puoi immaginare quanto ho dovuto penare per mandarli via! Sai che scusa mi sono dovuta trovare, per farli uscire di casa?". "No!". "Ho detto loro che vivo da sola e i due, dopo tanta insistenza, mi hanno creduta. Ma c'è voluto davvero tanto per convincerli!". "Non importa! La cosa importante è che ora siamo qui, entrambi sani e salvi!", riprende l'umanoide. Da quel momento, Omega, dopo aver concordato un patto d'alleanza con Francesca in cui decidono di mantenere il segreto sulla sua reale identità, finisce per stabilizzarsi sulla Terra, sia dal punto di vista affettivo, che lavorativo. Stabilisce, perciò, di vivere come un normale terrestre. Quella con Francesca rimarrà un'eterna convivenza, basata sempre sull'amore e sul rispetto reciproco. Nonostante consistenti problematiche, come il fatto di non poter darle dei figli, Francesca continuerà a stargli vicino. Questo fino al giorno della sua morte, che avverrà, per cause ancora misteriose, il 2 dicembre del 2029. Lo stesso giorno in cui mise piede per la prima volta sull'orbe terraqueo. L'umanoide resterà, inevitabilmente, per lungo tempo nel ricordo degli abitanti di Albatros. In particolare di chi lo ha progettato, venendo considerato come l'ennesimo esperimento non andato a buon fine. Esperimento che, nonostante tutto, ha comunque concesso loro la possibilità di comprendere i meccanismi di una nuova civiltà. Civiltà con la quale, considerato il numero spropositato di abitanti su Albatros, in un futuro non troppo lontano dovranno inevitabilmente finire per confrontarsi. Infatti, l'occasione non tarderà ad arrivare. Una volta raggiunti livelli di sovraffollamento spropositati, l'unica strategia che si presenterà valida rimarrà quella di far trasferire gli albatrosiani sulla Terra. Tale soluzione si attuerà dopo dieci anni dalla morte di Omega, tramite lo sbarco di intere flotte di astronavi, che finiranno per colonizzare il pianeta nel giro di pochi anni. "Non pretendo certamente di essere un esempio di vita, ma ho cercato comunque di svolgere il mio compito in modo personale. E ora, posso anche morire in pace!". Queste rimangono le ultime parole proferite dall'umanoide, poco prima di spegnersi nel letto della propria camera, sotto gli occhi languidi di Francesca. Un essere originale e controverso al tempo stesso che, seppure in assoluta autonomia, è riuscito a far risalire alla superficie le perplessità e le problematiche più recondite degli abitanti del suo pianeta. Ma la sua personalità lascerà un segno indelebile nella storia dell'umanità. La venuta di Omega sulla Terra, in fondo, ha scoperchiato un vaso di Pandora, dando la possibilità di far comprendere a tutti che esistono anche altre forme di vita nell'universo e che, per convivere in maniera dignitosa, non dobbiamo fare altro che stimarci un po' di più. Accettarci per quelli che siamo, in ogni nostro pregio e difetto. Solo l'accoglienza degli altri in maniera onesta e leale può farci capire che il prossimo non è un nemico da cui difenderci, ma una ricchezza in termini umani davvero preziosissima, da cui molto possiamo imparare e a cui anche noi possiamo trasmettere tanto. Solo così, forse, un giorno saremo in grado di accogliere senza farci troppi problemi chi ci sta intorno. Grazie al fatto che non verrà più concepito come un estraneo, ma come una creatura "altra", voluta da Dio che, al pari di tutti, necessita di essere valorizzata, amata e rispettata.
Giulio Ruggieri.
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