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La gente pimpante (incontro tra due anime)
La gente pimpante la riconosci subito. È la gente che ha paura di invecchiare e che per questo cerca in tutto i modi, patti con il diavolo compresi, di sembrare giovane, giovane come la gente di cui si circonda per rubargli la gioventù.
A caratterizzare le cosiddette "persone pimpanti" è l'iperattività: vogliono sempre dare a vedere che loro fanno sempre qualcosa, qualcosa più degli altri, perché convinti del fatto che "chi si ferma è perduto", e per loro dev'essere certo così in quanto il fermarsi per loro equivarrebbe a riflettere, a guardarsi dentro, loro che un dentro nemmeno ce l'hanno, o se sì, è pieno di vuoto o di peccati (spesso veri e propri "cadaveri"!).
È anche per questo che la gente pimpante dev'essere circondata in continuazione da persone, di socializzare, di essere mondana, sennò ha una fifa tremenda di rimanere, essere o stare sola.
Ma quella di questa gente non è vera voglia di "stare in mezzo agli altri", in quanto, poi, di fatto, i rapporti che ha sono sempre superficiali, così come superficiali sono le emozioni e i sentimenti che prova, per non parlare dei piaceri, molto spesso simulati, come orgasmi.
E simulati anche i sorrisi, l'allegria.
Queste persone sono pratiche, dinamiche. Non sognano mai, perché si sa "chi dorme non piglia pesci". E i progetti li prendono in considerazione ma solo se a breve termine.
E tutto ciò per dire che la gente pimpante non può far altro che "nutrirsi" di tutto ciò che "pimpante" non lo è. Perché, del resto, queste sono le più elementari e banali leggi della natura. Ovviamente questo lo fa di nascosto per non farsi vedere dall'altra gente altrettanto pimpante e rispettabile. Ma come vampiri questa gente qua succhia il sangue all'altra "gentaglia" là, fatta di emarginanti, disagiati, vinti, timidi, e imbranati di ogni genere. La gente pimpante li maneggia, ma non con cura, non sa di avere in mano bombe ancora inesplose.
Alla gente pimpante risulta più evidente quel niente di cui è fatta.
La gente pimpante mette tristezza alla gioventù e a chi vorrebbe dalla vecchiaia prendere il meglio.
Il problema è molto più serio di quel che sembra e dovremmo scomodare la sociologia e poi la psicologia e via via tutte quelle scienze che finiscono per " ia ", ma a cosa servirebbe?
Serve sapere solamente che tutti i comportamenti sociali hanno un'origine voluta.
L'occidente capitalista e consumista ha ridicolizzato la vecchiaia per giustificare un'economia di mercato senza scrupoli; ha costruito il mito della gioventù a tutti i costi, in cui la vecchiaia ha le sembianze di una vecchia strega, brutta, piena di dolori, di orribili rughe, sempre fuori moda.
Quando una società mette al bando l'esperienza e la saggezza, è destinata ad autodistruggersi inevitabilmente e noi assistiamo, come passivi spettatori, a questa fine che si palesa anche e soprattutto in quei vecchi, che hanno perso la vecchiaia come valore aggiunto, come summa esperienziale di una vita, che rappresenta cento vite; ma anche nella gioventù, che ha perso la spensieratezza ed è invecchiata in fretta, disorientata e priva di futuro. Una gioventù che non ha capisaldi su cui contare, circondata com'è da questi fantocci, vampiri di sangue sempre fresco, i quali sono insopportabili anche alla sola vista.
Queste righe nascono dalla penna del mio giovane amico Francesco e nascono in forma di poesia e sono onorata che, nonostante sia una di quelle vecchie pimpanti, incontrate per via, lui abbia trovato in me una persona adulta, un'amica vetusta a cui chiedere un consiglio, con la quale farsi una risata, alla quale portare rispetto.
Finirò questo scritto a due mani con l'incipit di una poesia di Robin Morgan, poetessa americana classe 1941:
LA NUOVA VECCHIA
" La donna vecchia non è mai per intero colei che crede
perché è anche sempre tutte quelle che è stata -
sebbene mai davvero la donna che gli altri erano certi di conoscere.
Il volto che oggi mostra non lo ha mai visto il mondo:
un volto che sinora l'una nell'altra solo le vecchie
sospettavano, riconoscendo quei dolci sé segreti
che a noi davano gioia mentre altrui trasaliva: carnosa e nuda, della gioventù,
la trama sopra gli archi levigati delle ossa, ombre che si stendevano
incuranti degli abissi celati in cavità invisibili, blande superfici.
di pelle - tese un tempo a tamburo, che chiede colpi
per risuonare - libere finalmente di capire, ora,
ciò che il cervello sa da sempre: l'intelligenza cresce nelle rughe.
... "
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l'autore frivolous b. ha riportato queste note sull'opera
Questo scritto nasce tra l'incontro di due anime: la mia e quella della mia amica "Poeta" Silvia Leuzzi.
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2 recensioni:
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- Frivolous amico mio vedo che Vincenzo la pensa come noi. Sarebbe ora che in questo sito si cominciasse a parlare di cose serie e di reti di pensiero. Grazie Vincenzo sono contenta ti sia piaciuto il lavoro. Vedo come al solito che in questo sito si resta ignorati se si parla di cose serie... ma non è l'unico posto dove si reagisce così. Un abbraccio
- Qualcuno mi disse sei un cinetico.. un perpetuo movimento.. . così che percorsi il mondo troppo velocemente.. per poi ritrovarmi in un deserto.. Ottimo incontro.. Fri.. i poeti si danno ali tra di loro.. Amo la cucina piccante.. l'intelligenza cresce nella profondità dei solchi abissali..
- vero vero Silvia... anzi così vero che colgo l'occasione di salutare e ringraziare il buon Vincy!
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