C'è un punto, quando inizia, ci si incammina verso una meta sconosciuta, così quando mi accorsi dei miei turbamenti, avevo tredici anni.
Ogni Domenica andavo in chiesa e ancora oggi lo faccio, ho ricevuto un'educazione cattolica, anche questa ha determinato la mia crescita, qualsiasi cosa che ho fatto o faccio nella vita lo confesso al prete.
Padre mi confessi ho molto peccato: "Dimmi figliolo", mi ero ripromesso, di raccontarVi altri periodi della mia vita e della mia crescita.
Mi ricordo che spesso ci riunivamo in posti isolati, tipo campagne o giardini recintati, dove era difficile che qualcuno ci potesse vedere, eravamo in zone nascoste dagli alberi; qui si scherzava, eravamo solo maschietti tredicenni al massimo quindicenni, di solito eravamo quattro o cinque, si rideva tutti insieme, io ascoltavo timidamente e ridevo di quello che si diceva.
Normalmente si iniziava con le barzellette e dopo si andava oltre, fin quando i ragazzi più grandi parlavano delle ragazzine e di cosa facevano con loro, quando giocavano al dottore e all'infermiera, allora tutti si eccitavano, mentre io ascoltavo in silenzio senza avere nessun tipo di emozione, i più grandi facevano vedere spudoratamente che erano eccitati, uscivano dai pantaloncini i loro membri dritti, in quell'istante, percepivo una scossa interna e allo stesso tempo un imbarazzo che mi faceva diventare rosso e trepidante, intanto loro incominciavano a masturbarsi, li guardavo, erano tutti rossi in viso e con la mano sul membro, andavano su e giù, sempre più veloci, si guardavano tutti eccitati, c'era un ragazzo vicino a me che aveva un membro più grande degli altri, mi diceva, dai segati anche tu, non vergognarti, anch'io ero rosso ma era la paura che mi prendeva dentro, sentivo impulsi che facendo leva sulla mia volontà, soffocavo, intanto, uno a uno i miei compagni godevano schizzando tutto il loro seme per terra e ripuliti le mani si ricomponevano, si allontanavano per riprendere la strada verso casa; rimasi solo insieme a quel ragazzo accanto a me che non riusciva a godere, aveva un membro dritto sembrava volesse scoppiargli, dopo accadde quello che non avrei mai immaginato, di colpo mi guardò e mi disse, ah che bello, guarda che duro, toccalo dai, non lo dico a nessuno, ti prego... fammela tu la sega, io non ci riesco, ho solo bisogno di un aiuto, ti prego dammi la mano non avere paura, mi prese la mano, istintivamente volevo ritirarla, ma lo lasciai fare, lo avvicinò al suo membro e me la fece chiudere avvolgendolo e dandogli un ritmo, io ero estasiato e impaurito allo stesso tempo, sentivo la sua carne era dura e grossa, lo guardavo ipnotizzato, non riuscivo a tenere la mano tutta chiusa era voluminoso, intanto mi sentivo eccitato, sentivo anch'io il membro indurirsi, ma non volevo fermarmi, avevo solo paura che mi vedessero gli altri, così aumentai il ritmo su quel membro che si bagnava, facendo colare piccole gocce che bagnavano il glande, a un certo punto lui mi disse, con voce rauca ed eccitata, non fermarti più che mi fai venire, sei un tesoro dai, ti prego, non ti fermare più, ahh si dai così ecco... ecco... vengo... ti vengo daiiii daiii... gli usci un piccolo urlo soffocato e mi schizzò tutto il suo seme e quello che colava bagnava la mia mano e me la riempì tutta di quel liquido che mi rendeva felice, ma allo stesso tempo, dentro di me, mi sentivo sporco di quello che avevo fatto e non ebbi il coraggio di guardare in viso il mio amico, audace e spregiudicato, mi saluto e mi lasciò solo.
Ecco Padre questo è un punto, mi assolve?