Per tutti noi era un fratello oltre che un compagno, un fratello che non esitava a mettere a rischio la propria vita per proteggere quella degli altri. Ho provato a contare le volte che ci ha salvati da morte certa ma ogni volta ho perso il conto. Le nostre non sono quasi mai operazioni rischiose ma è proprio per questo che quando arriva un nemico forte ed inaspettato ci troviamo impreparati. Ricordo la prima volta che abbiamo visto arrivare una di quelle barrette ai cereali, noi che al massimo avevamo avuto a che fare con qualche cornetto un po' duro del giorno prima. Eravamo terrorizzati, avremmo voluto scappare ma la paura ci paralizzava. Fu lui l'unico a gettarsi sul nemico e, dopo una lunga ed estenuante lotta, ne uscì vincitore. Come in tante altre occasioni ci aveva salvati. Ma l'episodio che più di ogni altro dimostra qual era la grandezza del suo coraggio accadde ieri sera mentre stavamo pattugliando l'area circostante l'accampamento. In un primo momento fummo attaccati da una soffice patata al vapore e da alcuni ceci bolliti, nessuno si aspettava che fossero solo un diversivo. All'improvviso, io per primo, urtai contro qualcosa che sembrava fatto di acciaio. Cercai di capire di cosa si trattasse provando a colpirlo ripetutamente. Dall'aspetto sembrava esattamente come tutti gli altri ceci ma non lo era. Solo dopo che la mia corazza fu danneggiata mi resi conto che si trattava del terribile "cece tardivo" caduto accidentalmente in pentola pochi secondi prima di essere scolato. Ero destinato a soccombere quando, nell'oscurità, lo vidi piombare con gli occhi iniettati di sangue addosso a quella sfera durissima. La spezzò in due, poi in quattro, fino a ridurla in una poltiglia informe. Lo vidi voltarsi verso di me per assicurarsi che stessi bene ma un istante dopo si lasciò cadere. Le radici, le sue tre radici erano completamente fratturate. Con le ultime forze che gli rimanevano sollevò la testa guardandomi negli occhi per l'ultima volta prima che i suoi si richiudessero per sempre. Aveva un sorriso stampato sullo smalto mentre io iniziai a piangere.
Questo era Frantumino.
Fratello, te ne sei andato troppo presto, ma su quest'arcata il tuo posto non sarà mai vuoto, perché la tua grinta e il tuo spirito combattivo saranno sempre con noi, a lottare insieme perché, come tu ci hai insegnato, "Lottare sempre, molare mai!"