Mia nonna ha novantasette anni: è nata nel 1918, anno in cui finì la prima Guerra Mondiale.
Il fatto di essere rimasta orfana di padre a dodici anni fu un dolore grande per lei ma aveva una madre forte e moderna che la fece studiare ritenendo che una donna colta potesse più facilmente mantenersi e essere autonoma a prescindere da un marito.
Così mia nonna si laureò, con Lode: nel 1941 vinse il suo primo concorso e incominciò a lavorare l'anno successivo, quando ormai anche l'Italia era entrata nella Seconda Guerra Mondiale. Grazie alle precipitose fughe nei rifugi antiaerei e alla fortuna scampò alle bombe e sopravvisse, con una gran fame, fino alla rovina finale e alla pace faticosamente ritrovata.
Negli anni della ricostruzione conobbe e si innamorò dell'unico uomo della sua vita, lo sposò e con lui mise in piedi casa e famiglia, contro il parere della madre che la metteva in guardia circa i dolori della vita matrimoniale.
Fu un matrimonio riuscito e mia nonna non si pentì mai della decisione presa, anche se dovette ammettere, nel corso degli anni e nel succedersi dei dolori, che sua mamma era stata una Cassandra: il marito, e anche i figli purtroppo, non le sono sopravvissuti.
Gli studi fatti e la cultura sempre rinfrescata e aggiornata hanno consentito a mia nonna di lavorare con sua soddisfazione economica e spirituale ben oltre l'età della pensione e, per la verità, tante sono state le persone che a lei sono ricorse conoscendone la puntigliosa preparazione e la grande disponibilità.
Questa era mia nonna fino a quando, un anno fa, si ruppe il femore.