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Pesci rossi, amore e infedeltà
Ero in ansia per lei. Ero stato in vacanza con il mio ragazzo due settimane. Al mio ritorno l'avevo ritrovata così. Oddio non sapevo ancora che era una femmina, ma lo sospettavo. Così, in ansia, decisi di scattarle una foto e postarla sul gruppo FB per avere un qualche parere.
Lui mi rispose subito. Lui era Cesare Corruzzi uno dei massimi esperti. Mi scrisse, su Orandapedia, che secondo lui alla mia piccola Dark Angel, la mia Oranda, nella fattispecie "una" Black Moor, ovvero quei pesciolini rossi di colore nero con occhi telescopici, era diventata la pancia quasi bianca (grigio chiaro-chiaro) a furia di prendere musate sul prominente ventre promettente uova. Mi chiese se avevo trovato pure piante maltrattate all'interno del mio acquario. "Cazzo dev'essere proprio un esperto!" pensai. Infatti i miei "bambini" con le piantine acquatiche sembrava avessero fatto un vero e proprio macello.
Cesare mi scrisse anche che probabilmente il danno era solo "esteriore", che nel giro di una settimana avrebbe "riacquistato" il suo nero naturale, ma che era anche meglio farle fare un bagnetto preventivo in acqua e sale (ovviamente sale da cucina non iodato!) per disinfettarla da eventuali danni meno esterni.
Era bello. Io gli scrivevo e Cesare mi rispondeva più che subito. Mi sentivo bene, capito, facente parte di una famiglia. Gli chiesi, già che c'era, di spiegarmi per filo e per segno come avveniva la riproduzione degli Oranda (per chi non lo sapesse varietà ornamentale di pesce rosso con coda a doppia pinna), perché, gli dissi, che quello che il mio ragazzo considerava un esperto di fiducia, ovvero, in realtà un normalissimo e qualsiasi negoziante, ci aveva detto che in cattività gli Oranda manco si riproducono!
Lui fu molto gentile e dettagliato. E mi scrisse che si sa i negozianti sarebbero disposti, pur di vendere, anche a dirti che un Oranda è un pesce marino, e che i suoi in acquario si riproducevano eccome, e che anzi erano molto ma molto prolifici.
Io gli risposi che lo sospettavo, ma aggiunsi anche, ironicamente, che mi dispiaceva per il mio ragazzo, perché per lui il negoziante in questione era una sorta di guru. Lui complice, molto complice, mi rispose di dire al mio ragazzo che d'ora in avanti quelli di Orandapedia sarebbero stati i nostri guru! Questa complicità mi piacque molto, così tanto che mi spinse ad andare a "ficcanasare" sul profilo di sto Cesare.
Guardando un po' di foto pensai che era proprio carino, il mio tipo, e che doveva essere frocio. Ma non ebbi molto tempo per fantasticare su ste cose, perché lui continuò a darmi informazioni utili e a raffica, sui miei adorati pesciotti. Mi spiegò pazientemente le differenze (davvero poche) tra gli esemplari maschi e femmine, che in realtà conoscevo già. Infatti gli dissi che tre dei miei pesciolini presentavano dei puntini bianchi sulle branchie, i cosiddetti "tubercoli nuziali", ovvero erano maschi.
Cesare rispose che ora capiva perché avevano ridotto così la povera "Darky" e ironicamente affermò che i miei pesci maschi erano degli "assassini". Mi fece ridere, come io feci ridere lui quando scrissi come commento "dei mostri pinnuti" al fatto che lui mi raccontò che non solo i maschi "carassi" prendono a testate sulla pancia le femmine per farle deporre, per poi affiancarle per fecondare le uova appena deposte, e magari mangiare le suddette uova subito dopo, ma mi informò anche del fatto che pure le femmine inseguivano "la portatrice sana" di uova, mettendosi sotto il suo ano per mangiargliele appena deposte.
Io a quel punto ammisi, vergognandomene, che effettivamente io e il mio boy avevamo un piccolo problema di "sovraffollamento" dell'acquario, ma cercai di buttarla sul ridere, nel seguente modo: "Abbiamo l'acquario un po' sovraffollato, ma purtroppo questa è un'altra cosa che non riesco a far capire al mio ragazzo!"
Lui mi rispose in un modo che mi fece morire dal ridere, ma non solo... mi scrisse: "Bé, allora dì al tuo ragazzo che gli sovraffolli il letto, così magari è la volta buona che capisce."
Pensai per tutto il resto della giornata alla conversazione con Cesare, a quanto mi avesse fatto piacere. A dire il vero non vedevo l'ora di risentirlo.
Quando raccontai le mie "nuove scoperte" al mio ragazzo, lui non diede, né alle notizie né a me, molta importanza. Non gli parlai molto di Cesare. Non potevo, mi piaceva già troppo, anche se ovviamente, non lo ammettevo ancora, nemmeno con me stesso. Però provai molto nitidamente un senso di incomprensione molto forte. I pesci che io amavo alla follia, _ perché non so perché ma uno quando si porta in casa un oggetto come un acquario, come se fosse un qualcosa di magico, poi esso ti rapisce, ti assorbe_, dovevano essere il nostro nuovo punto di incontro, per "ricominciare". E invece non riuscivo a percepire quel senso di condivisione che tanto avrei voluto provare. Del resto in quel periodo il mio ragazzo aveva la mente troppo occupata a fare progetti, dai quali, per quanto riguardava molti di essi, io ero escluso. C'è da dire che quest' "esclusione" era anche un po' colpa mia. Da molti mi ero autoescluso.
Forse per questo Cesare mi colpì così tanto. Perché con lui, quel giorno, in cui avevamo facebookato sui pesci rossi ornamentali, avevo sentito condivisione, e quella complicità...
Passò un po' di tempo. Il mio ragazzo era preso da un nuovo progetto che anche se non in modo diretto mi coinvolgeva e coinvolgeva i miei amatissimi pesci d'acqua fredda. Così anche se per conto di suo padre, per il quale il mio ragazzo stava "costruendo" un laghetto ornamentale in giardino, ricominciammo a frequentare i negozi di animali, con mia enorme gioia.
"Darky" nel frattempo si era ripresa. Dopo quasi una settimana la pancia le era tornata quasi completamente nera, come aveva previsto Cesare l'esperto, già, Cesare...
Su Orandapedia, invece, per farla breve, Cesare non mi cagava più. Così io un giorno mi misi di nuovo a dare un'occhiata al suo profilo FB. Già dalla foto, soprattutto quelle dove sfoggiava una barba lunghina e grigiastra, sembrava più grande di me, una tredicina di anni, forse di più. Ma questo non era un problema. A me i maschi più grandi erano sempre piaciuti. Anche il mio ragazzo aveva tredici anni più di me, che ne avevo ventotto.
Cesare era di Parma, dell'Emilia quindi, una zona d'italia, che fino a quel momento non mi aveva mai "interessato" sentimentalmente. Da quello che potei capire e carpire dal suo profilo, Cesare sembrava una sorta di genio folle, un tipo sia "saggio" che "pazzerello". Allora pensai che uno così poteva essere il classico che avrebbe potuto farsi dei problemi a "relazionarsi" con uno più giovane, o più che problemi, degli scrupoli.
Così pensai che forse era il caso di farsi coraggio e fare io la prima mossa. Gli inviai una richiesta d'amicizia. Lo so era rischioso, avrebbe potuto non accettarmela. Ma Cesare l'accettò. Un giorno che lo beccai in chat decisi di scrivergli.
In genere il mio miglior pregio che poi è anche il mio peggior difetto è che "attacco" sempre con l'autenticità.
E così iniziai con: "Sai non ci contavo molto che tu accettassi la mia amicizia?!"
"Come va con la tua pesciotta?"
"Con "Darky"? Bene, come avevi detto tu nel giro di una settimana ha ripreso colore..."
"Bene, bene... le hai fatto il "bagnetto" in acqua e sale?"
"No, lo so che è "sicuro" ma io ho paura lo stesso a farglielo... comunque tempo fa non mi sembravi così freddo?"
"Freddo? ma che vuoi dire?!"
Qui non sapevo come continuare. Sapevo che mi stavo giocando il tutto e per tutto. E sapevo anche benissimo cosa volevo, avevo solo un po' meno le idee chiare su come ottenerlo. Il problema è che non sono mai stato bravo a flirtare. Perchè quando decido di farlo mi sembra di non avere i mezzi per portare avanti la cosa. Sennò mi parte in automatico quando magari non mi interesserebbe flirtare. Inoltre per me l'"approccio" virtuale era una completa e assoluta novità. Così gli diedi una risposta del cazzo, che nemmeno ricordo più, e feci morire la cosa lì.
Fu lui a contattarmi qualche giorno dopo, con mia enorme sorpresa. Disse che c'era un raduno di quelli di Orandapedia nella mia regione, la Lombardia, aggiunse che lui ci sarebbe stato, e mi invitò a parteciparvi.
All'inizio ero molto seccato dalla cosa. L'invito mi era sembrato fin troppo formale. Ma poi mi dissi che ad andarci avevo tutto da guadagnarci, ovvero l'avrei conosciuto di persona, e inoltre avrei avuto modo di saperne qualcosa di più sui miei adorati animaletti domestici.
Al mio ragazzo dissi tutto, per non trovarmi in situazioni imbarazzanti dopo, tanto ero sicuro che non si sarebbe offerto volontario per accompagnarmi.
Per quel giorno optai per un ricercato look total grey. I colori scuri mi donavano, facevano un contrasto pazzesco con il bianco incarnato della mia pelle, anche se mi fanno sembrare ancora più magro di quello che sono. Ovviamente parlo di colori scuri perché scelsi con cura capi di varie tonalità di grigio, tutte però piuttosto scure.
Arrivai nella cittadina del varesotto proprio all'ora annunciata, ma lo stesso arrivai in leggero ritardo, perché come al mio solito, com'era risaputo, quando hanno distribuito in giro il "senso dell'orientamento" io ero assente, non riuscii a trovare il negozio nel quale l'incontro si sarebbe svolto.
C'era molta più gente di quanto mi aspettassi, ma non me ne importava niente; io avevo solo occhi per lui, e nonostante la folla lo individuai subito. Era vestito con un assurda giacchina bicolore gialla e verde, e una vistosa cravatta rossa, e per fortuna si era pure fatto la barba, rasato stava molto meglio. Aveva insomma un look che lo rendeva una sorta di "artistoide" irresistibile. Stavo giustappunto avvicinandomi a lui, quando mi accorsi che era quasi appartato, in un angolo... e mò chi era sta stronza mora e riccia?
Di punto in bianco, mentre io stavo annaffiando il nostro giardino, il mio ragazzo mi chiese: "E allora come è andata a quel coso che sei andato a vedere sugli Oranda?". Io, a dire il vero, piuttosto sorpreso gli risposi con tono gioviale: "Bene! Ho scoperto un sacco di cose...", "E sto Cesare?" mi chiesi lui; e io allora, a sto punto, mi preoccupai un pochetto, memore ancora della prima e ultima, quindi unica, scenata di gelosia che mi fece tempo fa. Ma decisi di non dar a vedere quel mio inizio di preoccupazione, che sennò sarei stato spacciato, e gli risposi con tutta tranquillità: "Sto Cesare cosa?". Lui: "L'hai conosciuto, alla fine?"
"Ma certo! È anche molto simpatico..."
"E ci hai fatto qualcosa?"
"Ma che sei scemo? Poi, scusa, in mezzo a tutta quella gente?"
Poi lui mi baciò appassionatamente e mi disse: "Bravo bambino!".
Già, ma io, bravo bambino, avevo la testa piena di pensieri impuri.
Sempre quel giorno mi scrisse un sms Cesare, che recitava: " Certo che quella scenata con Monica, la mia socia di una vita (con lei gestiva il gruppo su facebook, e altre attività più serie!) da dove ti è venuta?". E poi continuava con un invito a vederci.
Anche se mi ero rifiutato di vivere con lui, perché convinto del fatto, che alla fine nessuno dei due avrebbe saputo reggere una convivenza, spesso mi capitava di stare da solo nella casa del mio boy, ovviamente provvisto di chiavi. E così un pomeriggio di fine aprile, un fine aprile già afosetto, visto che il mio ragazzo non c'era, invitai a casa sua Cesare.
Cesare era uno di quegli uomini tutti d'un pezzo di una volta. Quelli che oppongono resistenza. Ma com'era prevedibile quel pomeriggio non ci limitammo a parlare solo di pesci. Facemmo quello che c'era da fare, quello che volevamo entrambi. E la cosa ci piacque molto.
Una volta capitò anche che mi spinsi verso Parma. C'ero già stato altre volte a dire il vero. La novità , questa volta, consisteva, nel fatto che non avevo avvisato Cesare prima, perché volevo fargli una sorpresa. La sorpresa però la fece lui a me. Spalancai la porta com'era di solito mia abitudine. E sta volta, lo trovai abbracciato a qualcuno. Non era la sua storica amica Monica, ma un giovane bel ragazzo dalla carnagione e pelle scura, così a occhio, mio coetaneo.
La situazione fu a dir poco imbarazzante, il silenzio calò su noi tre come una fitta e fastidiosa nebbia. Niente parole, ma loro due continuarono a rimanere abbracciati, a guardarsi un po' increduli. E fu lì che io pensai che tutto ciò non avesse senso. Che l'intera situazione fosse assurda. All'inizio provai una punta di gelosia verso quel tizio, ma poi mi chiesi chi cazzo ero mai io per far loro la morale?! Certo che da Cesare che fino all'altra giorno giurava di non essere, e non essere mai stato gay, questa proprio non me l'aspettavo. Ma il punto che "stonava" era un altro. Non potevo pretendere fedeltà a una persona alla quale io potevo offrire solo la mia infedeltà, il mio adulterio.
Continuai così a non dire niente. E così anche gli altri due. Uscii solo dalla porta. Cesare non mi corse dietro, e io sapevo cosa dovevo fare, tornare dal mio uomo e dimenticare tutto, del resto tutto mi sembrava così irreale, immaginato...
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1 recensioni:
- Ah, ok! grazie cara
- Ciao frivolus, sono antonina. Non so perchè, ogni tanto, non appare il nome di chi commenta.
- Grazie mille ma... chi sei?
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