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Notte
Notte
"Notte, che avvolgi il mio corpo nel buio, nel freddo, nel silenzio.
Notte che, se Lei non è qui con me, diventi interminabile.
Notte, che muori con l'arrivare del giorno, portami via con te,
perchè non esiste più il giorno, per me, senza di Lei."
Questi versi sono esplosi nella mia testa un sabato mattina, alle 6, al risveglio da un ennesimo venerdì trascorso da solo, perchè il mio Amore, il venerdì ed il sabato, lavora in un locale fino a tardi. Non che io sia contento di ciò, ma purtroppo le spese incombenti non Le permettono di "riposare su due guanciali" e, quindi, per adesso deve essere così.
Ma tra un anno, quando finirà il corso di estetista che sta frequentando a Roma, comincierà ad esercitare la professione e metteremo una croce su quel locale!
Il mio Amore si chiama Alla, è Moldava, ed io l'amo più della mia vita.
Sono già 5 anni e 5 mesi che abbiamo iniziato la nostra relazione ed io ancora mi stupisco, giorno dopo giorno, di scoprire quanto immenso sia l'amore mio per Lei.
Era una fredda serata di fine novembre quando, grazie ad un mio collega, la conobbi.
Ricordo che andai a Roma con la mia Honda Civic e che indossavo l'uniforme da bancario: giacca e cravatta ed un bel cappotto grigio.
Ricordo benissimo la prima volta che la vidi, usciva da un portone in una strada semibuia, era vestita leggera (jeans e maglia che lasciava intravedere un body rosso) e rimasi folgorato dai suoi occhi: un bellissimo taglio e un colore chiaro che non riuscivo però a vedere bene. Entrammo in auto e io guidavo con un occhio alla strada e uno ai suoi occhi, per vedere il colore, un azzurro chiaro che mi ricordava il cielo e il mare.
La portai da un Mc Donald, ci sedemmo e Lei mangiava, e io ero affascinato da quei due meravigliosi occhi che mi scrutavano.
Rimasi colpito e mi fece molta tenerezza l'appetito che aveva, percui il bis fu d'obbligo!
Tornato a casa ero sicuro di aver conosciuto una persona che sarebbe diventata importante per me, ma non avrei mai immagginato fino a che punto.
Il secondo incontro fu nell'appartamento dove alloggiava, di un medico che per fortuna era sempre fuori.
Ricordo che, prima di salire nell'appartamento, mi fermai in una farmacia e acquistai un profilattico, ma rimase tutta la sera nella tasca dove l'avevo messo!
Fu allora che la invitai a trasferirsi qualche giorno da me, almeno fino a quando non avesse trovato un lavoro da cosiddetta "fissa", cioè con vitto e alloggio.
Rimasi colpito dall'esiguità dei suoi bagagli, un paio di borsoni e una radio pià grande dei borsoni stessi.
La prima notte insieme fu un incubo per me: le diedi la mia parola d'onore che l'avrei sfiorata nemmeno con un dito e, da buon Siciliano, mantenni la promessa, ma quanta sofferenza!
Era la donna più bella che mai avevo avuto al fianco in un letto, e quella notte capìì che quella ragazza di 27 anni non l'avrei più dimenticata.
Resistetti fino alla terza notte, poi fu come scoprire un nuovo mondo fatto di passione, amore, bellezza.
Mi ero già innamorato.
Dopo varie ricerche, fu Lei a trovare il lavoro da fissa presso una simpaticissima famiglia di Roma, con due bambini pestiferi che mi odiavano! Ho ancora il segno di un morso nella manica di una mia giacca!
Quello è stato un periodo bellissimo, io andavo spesso, la sera, a trovarla in quella casa, e la famiglia era ben lieta che io venissi in casa loro.
Lei ci sapeva proprio fare con quei due bambini, era professionale e materna... e qualche mese dopo avrei scoperto perchè.
Arrivò Natale, era il 2001, e io andai a Milano dagli zii, e lì Le feci il primo regalo importante: un bel cappotto di renna acquistato in un bel negozio di una via principale di Milano!.
Il capodanno lo passammo insieme; ricordo che non aveva nulla di adatto per la serata e quindi le comprai qualcosa per l'occasione, con sopra l'immancabile cappotto nuovo!
La portai in una discoteca in Toscana, accompagnati da una coppia mia amica.
La serata fu molto piacevole, ma per la prima volta provai una punta di gelosia, perchè ballava anche con gli altri, ma mista a orgoglio, perchè la mia ragazza era, secondo me, la più bella, lì dentro!
Stavamo diventando ogni giorno di più una vera, bella coppia.
Arrivò il primo San Valentino e andammo in un locale vicino al suo posto di lavoro, e ci augurammo che quello sarebbe stato il primo di una lunga serie.
Era tutto troppo bello, mi sentivo ringiovanito (con i miei 40 anni) e felice.
Ma ecco che un pomeriggio, in auto, mi confessò una prima verità: era già madre e di ben tre figli!
Ricordo che mi sentiì il mondo crollare addosso; dopo averla lasciata al posto di lavoro, tornai in auto a casa con le lacrime che mi rigavano il viso.
Ma bastò quell'oretta di percorso per farmi capire che ero veramente innamorato di Lei e che avrei superato qualsiasi ostacolo si fosse presentato.
Ecco spiegato perchè era tanto brava con quei due bambini!
L'inverno trascorse e arrivò la primavera del 2002; era maggio quando Le proposi di venire a vivere da me e di lasciare quel lavoro.
Lei accettò e da quel momento diventammo una coppia vera e propria.
Purtroppo, il mio stipendio non mi permetteva di farla rimanere in casa, e Lei non era il tipo da farlo, per cui cominciammo la ricerca affannosa di un posto di lavoro.
Non era facile perchè Lei non aveva neanche il "permesso di soggiorno", quindi ci siamo arrangiati con lavoretti precari.
Poi l'estate, il primo viaggio in Sicilia, a Palermo, a presentarla ai miei familiari, con i commenti del tipo "che bella ragazza... ma attento alle straniere!"...
Io, ancora dopo 65 mesi, sono orgoglioso di aver iniziato una relazione con una straniera.
Settembre 2002, i giornali danno notizia di un "condono" per tutti gli stranieri senza permesso di soggiorno!
Mi adopero immediatamente e riesco a farle ottenere questo benedetto documento che Le permetterà di essere equiparata a una cittadina italiana e a trovare più facilmente un lavoro.
Nell'inverno del 2003, mi pare a marzo, apprendiamo, con una certa ansia, che la sorella di Alla è arrivata in Italia ma se ne sono perse le tracce.
Stabilito il primo contatto, le spieghiamo come arrivare dove viviamo e una sera la andiamo a prendere alla stazione:
sembrava uno spaventapasseri, con gli occhi spiritati, capelli scompigliati e magra come un grissino!
Naturalmente la portai a casa mia, era la sorella minore dell'Amore mio.
Rimase qualche settimana con noi, imparò le prime nozioni d'italiano con me, fino a quando non conobbe un ragazzo che le permise di prendere un appartamentino in affitto (di mia proprietà!) e staccarsi quindi da noi due.
Nel frattempo Alla stava crescendo, imparando sempre meglio la lingua italiana, a vestirsi meglio, a usare le borse abbinandole con le scarpe, insomma si stava italianizzando o, meglio, io La stavo.
Fino adesso non ho menzionato i miei due figli, ma se il grande (Mario) ha avuto un ruolo marginale fino adesso nella relazione con l'Amore mio, la piccola (Claudia) è stato un problema non facile da affrontare da noi due.
All'inizio del rapporto la gelosia di Claudia si tagliava a fette; poi, pian piano, e per grande merito di Alla, il rapporto tra le due è diventato amichevole, fino ad un certo momento...
Purtroppo il problema del lavoro per Alla era sempre in primo piano, con i soldi da mandare ai suoi genitori che accudivano due dei suoi figli (i fratellini) e altri soldi da mandare alla ex suocera che accudiva alla terza figlia, Sandra.
Nel 2004, pressato dalla necessità di denaro e dalla penuria di lavori ben remunerati per Lei, la sciagurata decisione:
l'accordo di lasciarle provare il lavoro di intrattenitrice in un night club.
E quella decisione pesa adesso come un macigno sulla mia testa.
Da quel momento la nostra vita è cambiata, non eravamo più una coppia come tante, che aspetta il venerdì o il sabato sera per uscire insieme, andare a cena fuori, al cinema, da amici.
Eravamo diventati dei complici.
Da quel momento le mie serate divennero un incubo, a pregare Iddio che non le succedesse mai niente e, soprattutto, che non "sbandasse" per qualcun altro.
Le cose andavano sicuramente meglio dal lato economico e io, piano piano, acquistavo sempre più fiducia verso di Lei.
L'estate di quell'anno è stata per me molto importante, perchè sono andato nel suo Paese a conoscere tutta la sua famiglia.
In questa maniera il nostro rapporto si rinforzava e si ufficializzava.
Non posso dimenticare come stato accolto da quella splendida famiglia, come mai mi era capitato.
Il papà e la mamma, due persone squisite che mi hanno subito trattato come un figlio; un fratello minore servizievole ed educatissimo.
E poi ho conosciuto finalmente i figli: tanta gelosia da parte dei maschietti, tanto affetto da parte della femminuccia.
Devo ammettere che presi uno per uno erano tenerissimi, un po' meno quando erano insieme!
Ho trascorso dieci giorni stupendi in quella città e so di aver lasciato un'ottima impressione a tutti loro.
L'anno successivo Alla cambiò locale, c'era il pericolo di imbattersi in qualcuno del paese dove viviamo.
Così iniziò a lavorare a Viterbo, appoggiandosi nell'appartamento della sorella che, nel frattempo, si era trasferita lì.
A dicembre del 2005 Alena parte per il suo Paese per prendere la figlia e portarla, clandestinamente, in Italia, d'accordo con me.
Arrivarono alle prime ore del mattino del 25 dicembre, in un pulmino stracarico di persone, dopo un viaggio allucinante di 3. 000 km.
La forza di questa ragazza non finiva mai di stupirmi!
Anch'io trascorsi una vigilia di Natale allucinante, solo soletto come mai mi era capitato, ma dovevo essere pronto ad andarle a prendere sull'autostrada.
E qui inizia una nuova fase della nostra vita di coppia.
Io avevo caldeggiato l'arrivo della figlia Sandra (dodicenne) al posto di uno dei due fratellini, ma col passare dei giorni pensai di aver fatto un grosso errore.
Sandra era completamente priva di educazione, disordinata e disubbidiente.
C'è voluta molta severità da parte mia prima che cominciasse a capire come doveva comportarsi, ma oggi posso dire che sono fiero di lei, e di averle dato in un anno quell'educazione che non aveva avuto prima.
Con Sandra adesso il rapporto è di padre-amico e penso che alcune cose che confida a me Alena neanche sa.
Purtroppo le continue mie sfuriate con Sandra hanno creato un allarme nella mente dell'Amore mio, portandola ad evitare di chiedermi di portare in Italia anche gli altri due figli.
Questo suo atteggiamento è stato da me frainteso, non ero cosciente del dolore che le stavo dando non proponendole di portare i fratellini.
Per un po' di tempo questo argomento fu evitato.
Ma il 2005 fu un anno maledetto:
di ritorno dal viaggio estivo nel suo Paese, l'andai a prendere all'aeroporto e quando la vidi ebbi un tuffo al cuore: era dimagrita, debole e con il corpo pieno di un'eruzione cutanea!
La portai subito a fare delle analisi e risultò che aveva un intossicazione da farmaci.
Ero preoccupatissimo, ma non potevo immagginare la triste verità, che Lei mi confessò soltanto dopo qualche giorno:
era sieropositiva all'HIV.
Per la seconda volta il mondo mi crollò addosso, ma l'amore che avevo ormai consolidato per Lei non mi lasciò incertezze: tutto sarebbe continuato come prima, con le dovute cautele.
Dovetti andare anch'io a fare il test ma risultai negativo.
Le trovai un ospedale che l'ha presa in cura e tuttora la rifornisce dei medicinali che hanno avuto dei benefici nel suo organismo.
Speravo nel cuor mio che quella sarebbe stata l'ultima prova d'amore che io dovevo darle, ma mi sbagliavo.
Le feci trovare un regalo nel nostro box, una Y10 nera, usata ma come nuova, che le avevo comprato a Roma.
Questo per spronarla a prendere la patente, altro mio grosso errore!
L'anno seguente, il 2006, me lo ricordo soprattutto per il primo piccolo tradimento da Lei poi confessato.
In estate io ero rimasto in Italia con sua figlia e Lei, andata al suo Paese, mi aveva dato adito a sospetti, non rispondendo al telefono, uscendo la sera.
Ed era prorpio come avevo temuto, usciva insieme ad un suo connazionale.
Ma anche allora la perdonai, anche per darle fiducia a raccontarmi tutto in futuro.
Un mio grosso errore avvenne una sera, quando, esasperato dalle continue disobbedienze della figlia, in un momento di rabbia, l'avevo invitata ad andarsene per un periodo a casa della sorella, a Viterbo, insieme alla figlia.
Mi pentii subito di quelle parole e la raggiunsi mezzora dopo a Viterbo, ma ormai l'errore era stato fatto e ci vollero parecchie settimane prima che tornassero a casa.
Nel frattempo le avevo aperto un conto nella banca dove lavoro, fatto avere una carta di credito, il bancomat e le avevo fatto un piccolo investimento da 100 euro al mese.
Così era una delle poche straniere con un conto in banca, carte, auto propria.
Sempre alla ricerca di una sistemazione per il futuro, la spronai ad iscriversi ad una scuola professionale, e concordammo per la scuola d'estetista.
Durante il mese di giugno, mentre Lei era nel suo Paese, mi sono recato a Roma, nella scuola individuata su internet, e ho pagato 2. 000 euro in contanti per iscriverla al primo anno.
Ad ottobre finalmente comincia la scuola, e Alla si alzava alle 5 per prendere il treno e tornare nel primo pomeriggio.
Nel frattempo aveva cambiato ancora locale, andando a finire in un paesino lontanissimo, ancora 50 km oltre Viterbo!
La mia speranza che abbandonasse il lavoro subì una grande delusione, perchè decise di andare il venerdì ed il sabato sera, facendomi pesare che io non potevo darle quello che guadagnava in quei due giorni settimanali.
A fine anno arriva l'auto nuova di zecca, da me consigliata e presa grazie alla mia cointestazione nel finanziamento.
Dopotutto per andare e tornare dal G. Nero (il nuovo locale) doveva fare quasi 200 km!
Quante notti in bianco aspettando che tornasse a casa il sabato e la domenica mattina.
E se poi i cellulari (ne ha due) risultavano spenti, era l'angoscia totale!
Il capodanno l'abbiamo passato, noi due da soli, a Rimini, e devo confessare che ho avuto una sensazione di distacco da parte sua mai provata prima. Ma adesso capisco...
Il San Valentino seguente me lo ricordo bene perchè non ho ricevuto nessun pensiero da Lei, ma sempre adesso capisco.
Nel frattempo stava diventando un'abitudine non rientrare il sabato mattina per restare a casa della sorella a Viterbo...
Il primo febbraio ho acquistato una casa, che è stata argomento di discussioni serie tra noi due, perchè Lei pretendeva fosse intestata a Lei pena la separazione, visto che fino a quel momento io non Le avevo dato nulla di concreto!
Ho accettato anche questo, ma due giorni prima dell'atto notarile mi chiama lo studio del notaio chiedendomi documenti, originali con traduzione, del suo stato civile.
Visto i tempi esigui Lei ha rinunciato, ma in cuor suo è rimasta convinta che sia stata una mia mossa... ma così non è.
Il mio progetto fu quindi di ristrutturare quella casa, andarci a vivere per un po' e poi rivenderla guadagnandoci sopra un bel po' di soldi da reinvestire in una casa a Viterbo cointestata a noi due.
Quindi sono iniziati i lavori di ristrutturazione che stanno terminado proprio in questi giorni, abbiamo scelto insieme i materiali e l'arredamento e iniziato il trasloco da una decina di giorni ad oggi.
Ma questo mese di aprile rimarrà indelebile nella mia mente e nel mio cuore.
Avremmo dovuto partire tutti insieme, noi due e le nostre figlie, per Palermo visto che la Pasqua quest'anno cadeva nel giorno del mio compleanno, ma pochi giorni prima di partire mi comunica che Lei non sarebbe venuta, visti gli impegni di scuola e un'importantissima visita dal dietologo!
Ignaro della verità, ho deciso di partire comunque portandomi anche Sandra e, quindi, lasciandola completamente da sola.
Gravissimo errore.
A Pasqua, il giorno del mio compleanno, a mala pena mi ha telefonato ad ora di pranzo per farmi gli auguri e dicendomi che si trovava in un agriturismo in compagnia delle colleghe... grossa bugia!
Al mio ritorno non immagginavo l'incubo che mi aspettava.
Domenica mattina scorsa, al rientro a casa, mi ha detto chiaro e tondo che voleva la sua libertà e che mi avrebbe lasciato (nel pieno del trasloco!) e, incalzata dalle mie domande, mi ha confessato un ennesimo tradimento, questa volta molto più serio, avvenuto qualche mese prima con un cliente di quel maledetto G. Nero... ricordate Rimini e San Valentino?
Da quel momento io sono morto dentro, ogni giorno che è passato ho cercato in tutti i modi di farla ricredere, mi sono annientato, violentato.
Dentro di me si è rotto qualcosa, la certezza di perderla mi sta facendo impazzire, il mio istinto mi porta all'annientamento totale, psichico e infine fisico, ma il pensiero di mia figlia mi trattiene, non potrei procurarle un dolore così grande, come invece Alla sta facendo con me.
In questi giorni ho scoperto quanto amore provo per questa donna, con tutti i difetti che può avere, e mi stupisco di essere capace di amare in questa maniera una persona.
Oramai nulla conta per me, soltanto la possibilità di non perderla mi tiene in vita.
Le darò tutto quello che Lei desidera, i suoi figli prima di tutto.
Ma la cosa più importante che le darò è l'immenso amore per Lei che ho scoperto dentro di me.
Dovrà essere certa che adesso, dentro di me, c'è un'altra persona, dopo questa terribile batosta.
E già posso dimostrarlo:
da ieri sera so che ha un'altra relazione con un altro cliente (o sarà sempre lo stesso?), che da due settimane non va più al locale, che questi due ultimi weekend è stata sempre con questa persona, anche in questo momento.
Lo avessi scoperto qualche tempo fa avrei fatto un macello; adesso soffro in silenzio, non le dico nulla, aspetto solamente che si renda conto chi sono io adesso e cosa potrò darle in futuro, qualcosa di cui non se ne pentirà, mai!
Adesso un'altra notte mi attende prima di rivederla.
Prego che passi in fretta.
È passata una settimana da quando ho iniziato a scrivere questo diario, è venerdì notte ed io sono qui, seduto al pc a scrivere ancora, per tirar fuori il mio dolore, la mia rabbia.
Alla non è qui con me, non è neanche al lavoro, è con lui.
In questa settimana abbiamo parlato tanto, ho pianto tanto.
Non so dire se è stato tutto inutile, la speranza forse non mi lascia vedere chiaramente la realtà, ma io mi illudo, ci credo, devo crederci se voglio continuare a sentirmi vivo, a sentirmi me stesso.
A volte ho rivisto l'Alla che conoscevo, dolcissima, ma a volte ritorna ad essere quella Alla dura, insensibile, che ho da poco scoperto nascondersi dietro quegli occhi stupendi che adoro.
Tutte le persone a Lei care, che le vogliono bene, le hanno parlato, dicendole che sta commettendo un grave errore e di ripensarci.
Ma Lei sembra accecata dalle promesse fattele da quella persona, da uno conosciuto in un night, da uno che sa offrire il denaro prima di se stesso... chissà a "quante" prima e a "quante" in futuro!
Io ho avuto forse il torto di offrire solo me stesso, l'amore, il rispetto.
Ma io sono o non sono un ariete? Si! E quindi sono testardo.
Combatterò questa guerra fino all'ultimo sangue; forse m'illudo, ma in Lei ho visto segnali positivi.
Sono sicuro che lotterò, soffrirò, ma il traguardo della felicità eterna lo posso raggiungere, non vedo altro futuro.
Se un giorno non dovessi esserci più su questo mondo, vorrei che l'epitaffio sulla mia tomba dicesse "qui riposa un uomo che conobbe il vero, grande amore, ma non ebbe il tempo di viverlo".
Francesco Scala
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