Dopo l'angioplastica fui sistemato in terapia intensiva. Di fronte al mio letto Giuseppe 1, un uomo di 55 anni che aveva subito il mio stesso trattamento, di fronte sulla destra Giuseppe 2, 59 anni che stava ricoverato per delle aritmie causate da un cuore leggermente dilatato. Di fronte sulla sinistra, un letto vuoto. Poi, arriva un uomo piccolo sulla ottantina, trasportato da molti infemieri e qualche medico. Usano i defribillatori e ad ogni scarica l'uomo esclama. "Aiuto!".
Viene sistemato nel letto vuoto di fronte a sinistra e gli infermieri chiudono le tende, tranne uno spiraglio che mi permette di vedere. Intorno all'uomo si radunano cinque infermieri e tre medici. Il monitor sembra impazzito. La dottoressa è sulla cinquantina, capelli corti biondo scuro, magra e bassina. Il medico più anziano, sulla sessantina. Un'infermiera in bianco, meno di trent'anni, carina ma risoluta, con dei capelli lunghi, lisci e neri, raccolti in una coda di cavallo sottile, esile. Un'altra con occhiali spessi, capelli più folti e uno strano maglioncino sistemato sopra la divisa. Un altro giovane infermiere dalla faccia tonda, in verde.
Si alternano tutti con il massaggio cardiaco, mentre la dottoressa usa di tanto in tanto i defibrillatori. Ad un certo punto chiede all'uomo: Come si sente? e l'uomo risponde: Sto bene.
Poi l'uomo perde i sensi, mentre per un tempo che sembra infinito, i sanitari si alternano con massaggio e defibrillatore. Dal monitor, il cuore sembra ripartire e la dottoressa esclama: sembra che stia ripartendo! Nella bocca dell'uomo viene inserito un tubicino aspira liquido. Poi, per un tempo che non so quantificare mi distraggo.
Quando ritorno alla realtà, gli infermieri hanno già staccato tutti i fili, il monitor è spento e tutti quanti sembrano tranquilli e rilassati, parlano di un nuovo dispositivo, un catetere credo, la cui caratteristica innovativa sarebbero i colori, l'infermiera con la coda lunga e sottile sembra molto interessata alle parole del medico più anziano. Infine vanno tutti via e la salma rimane sul letto silenzioso, sembra non esserci. Più tardi arriva un uomo sulla cinquantina, che si lascia andare in un pianto nervoso, convulso.
Quella stessa sera, mi addormentai verso le dieci, il battito cardiaco sui 70. A mezzanotte mi svegliai in un'altra dimensione, il monitor urlava e il battito 120-140-160... Giuseppe, Giuseppe, chiama qualcuno, sto male. I sanitari stavano nell'altra stanza. Quando arrivano, dopo pochi secondi, un medico sui trent'anni alto e bellissimo, accompagnato da un infermiere basso, biondo e bruttino, sembrano spaventati ma dopo aver dato un'occhiata allo schermo l'aitante dottore esclama: Questa è solo una tachicardia, di sicuro avrai fatto un brutto sogno!