racconti » Racconti sulla natura » Ancora un attimo
Ancora un attimo
Il ramarro origliava con sottigliezza dal basso delle ortiche. C'era Mario e c'era Antonio con lui. Armato di rastrello, Antonio radunava l'erba secca e le foglie vecchie per farne un falò. Sebbene lo seguisse col forcone, Mario pareva distratto, e ad ogni rintocco del lontano campanile, il suo cuore indaffarato gioiva. Tosto giungeva il suo dipartire; tornava veloce a Nuova York quel bel cravattino, e la camicia di seta, e la bella giacca firmata. Antonio, silente e contento, rastrellava le sterpaglie del giardino e bestemmiava con leggerezza ad ogni sasso, roteando la lingua sulla erre, che al rastrello non dava agevole passaggio.
-A' pulì ess!, ripeteva con tono canzonatorio, indicando un punto del giardino.
Mario, distratto dal giovane rettile non sentì le parole dell'amico, ma si avvicinò piano e chiese:
-Antò, ch è chess?
- È na salesctra. La vì com' scappa! R' facém la pell?*, rispose Antonio impaziente.
Alché il ramarro parve capire e si allontanò veloce tra le foglie. Oltrepassò i sassi aguzzi e le felci, s'arrampicò su un ramo del pero e vi ricadde, piombando di nuovo nell'erba dabbasso.
Mario, però, smarrito tra i taxi di Manhattan, se ne infischiava del piccolo animaletto. Perso nell'aria fresca di quel lungo e silente pomeriggio, non badava alla montagna maestosa che li guardava dall'alto. Non adocchiava la vallata che scendeva e s'inerpicava tra i faggi e tra i pioppi. Proprio là, dove il torrente e le sue trote, i suoi barbi baffuti e fumosi, le risciole e tutti gli altri pesci trascorrevano le loro giornate. Non si specchiava nella calma del cielo, terso e silenzioso, ma chino sul forcone rimestava in mezzo all'erba il suo vortice di pensieri.
-Chieav 'ngenta e Martìn dentr'!**, esclamò di colpo Antonio, rompendo il silenzio. Alla soglia dei trent'anni sorrideva con la grazia senile di chi sa dire tutto e niente.
- Che significa, Antò?
Antonio rispose fissandolo con un sorriso. Mario si fermò a guardare alcuni rami caduti, pensando al caffè dell'aeroporto.
- Chessa è verde!, lo riprese subito Antonio, indicando la legna a pieno palmo.
Poi di nuovo giù tra l'erbaccia, prese a fischiettare un brano di Cocciante che aveva sentito qualche ora prima in Radio. Le viole sembravano smarrite tra i cardi e più in là il ramarro guadagnava un cerchio di sole tra le foglie crenate del prato.
- Un giro di mazza, ecco cosa serve. Tu dài una botta forte al ramo con la mazza e vedi se i crugnali cadono, riprese Antonio, come per concludere un vecchio discorso lasciato a metà.
- Cioè, potresti pure calarti sul lato basso della via, ma ti puoi tagliare vicino alle spine della pianta. E comunque non sarebbe la stessa cosa. Il bello viene quando cadono, aggiunse.
Fissandolo con il sole negli occhi, Mario era già all'incrocio tra la quinta e la centoquarantaduesima, ad Harlem. E mentre l'immagine di quegli acerbi frutti rossi sfumava, il fuoco bruciava e puliva, rosolando il terreno in pochi minuti. L'erba secca si disfaceva in una veloce fiammata, lasciando nell'aria un odore acre e pungente.
Antonio, intanto, sorrideva guardando il legno duro, anzi durissimo del suo ramo di corniolo. Era il legno più duro che c'è, pensava. Aveva ornato quel bastone intagliando accuratamente a fasce la corteccia con il coltellino giallo del portachiavi. Poi aggiunse:
- Sì capit? Tu pigli la mazza mia, questa qua. E ce la meni sopra alle frasche, con tutta la forza.
Mario non rispose e continuò a pensare al biglietto, all'aereo, al lungo viaggio che lo attendeva. L'ora dell'addio si avvicinava e i due amici lavorarono ancora un po', in silenzio. Si lasciarono portare via dalla musica della campagna, tra i pollini dei pioppi e il roteare lento e greve delle nubi. Chiacchierarono ancora un po'; brevi disquisizioni filosofiche sulla pulizia di uno scambiatore per caldaie.
"Domani", pensò Mario, "forse questo mi mancherà".
12
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0