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Io Albina, ho compreso l’Uomo.
Albina!? ti stai abbronzando al sole? non ne avresti bisogno, sei già nera! Di natura. Guardandoti pensavo: e se fossimo tutti gatti? o cani? No no, meglio micetti. Stai sdraiata al sole. Ti sei ingozzata e ora dormi e stai sognando. Ogni tanto hai dei sussulti. Cosa sogni? Buh!? Sai qual è la differenza tra gli uomini e gli animali? Dormi dormi non svegliarti per queste quisquiglie. Facciamo così: non mi va di parlare da solo, mi fai da pubblico ma non preoccuparti di darmi ascolto! Anzi se ti dovessi dar fastidio avvisami. Fatta questa premessa, ritorniamo alla domanda. O meglio alla risposta. Ma la risposta non riguarda la differenza tra uomini e animali, ti stai agitando, siamo tutti animali anche gli uomini, ma ciò che hanno in comune. Ti stai agitando di nuovo. Cosa ti da fastidio? Il fatto che siamo tutti animali o che abbiamo elementi in comune? Cosa abbiamo in comune? Risposta secca: l'istinto di sopravvivenza! Albina, se noi dovessimo creare l'uomo come lo faremmo? Noi inteso io e non io e tu! Non ti voglio coinvolgere in questo disastro che sto per a fare! Partiamo quindi in generale, senza fare distinzioni tra uomo o un altro animale. Creiamo un essere che abbia un inizio e una fine: una nascita ed una morte! A questo essere lo dotiamo dei sensi per far si che possa interagire con l'ambiente circostante. Gli diamo allora la vista, il tatto, l'udito, l'olfatto e il sapore. Ora tocca dargli uno scopo da perseguire nella sua vita. Lo scopo deve essere la sopravvivenza. Per sopravvivere deve nutrirsi, poiché abbiamo deciso che ad un certo punto deve morire, gli diamo la possibilità di riprodursi. Forniamo inoltre questo essere di un organo nel quale è memorizzato lo scopo che gli abbiamo affidato, cioè la sopravvivenza, e che possa servire per memorizzare le esperienze ed in un certo senso rielaborarle. Questo organo lo chiamiamo cervello.
Albina, se non sbaglio abbiamo messo tutti gli "ingredienti". Non facciamo un unico essere ne facciamo molteplici e li distinguiamo fisicamente. In questo modo abbiamo la possibilità di valutare meglio il lavoro! Solo per inciso, Albina, una volta creati, noi non interferiremo con loro! Che facessero tutto quello che ritengano più opportuno per perseguire l'obbiettivo: la sopravvivenza.
Riepiloghiamo: questi esseri devono sopravvivere. Per farlo devono nutrirsi, ripararsi dalle intemperie e dai climi torridi, e riprodursi. Ora facciamo sì che ogni volta che soddisfano un bisogno, che rientra nell'obbiettivo, abbiano lo zuccherino, che in questo caso è una “sensazione” di piacere. Diciamo quindi che un bisogno soddisfatto e soprattutto in procinto di soddisfazione, produca fisicamente un sensazione di piacere. Albina, questa è la condizione importante affinché non si estinguano subito. Se le loro azioni compiute per sopravvivere non producessero un piacere, non avrebbero motivo di eseguirle. Albina, in questo modo abbiamo creato un meccanismo perverso. Perchè? Ora vedi cosa succede!
Ricorda che gli abbiamo fatti fisicamente diversi. Anche il loro cervello è diverso. Ad alcuni di loro diamo la possibilità di fare ragionamenti astratti. Ragionamenti cioè che non li conducano a qualcosa di concreto, di tangibile. E compiere ragionamenti astratti li può rendere vulnerabili.
Una volta soddisfatti i bisogni primari, cosa fanno gli esseri? Dormono. Tra parentesi, anche il sonno è una azione che dà piacere. Quando ci si risveglia si è riposati, probabilmente anche affamati e quindi inizia la necessità di soddisfare i bisogni primari. Ricomincia nuovamente il ciclo.
Non so Albina se sia chiaro dove voglio arrivare! Probabilmente no! Poiché per la sopravvivenza è necessario il soddisfacimento dei bisogni primari, per qualsiasi essere vivente, e poiché gli esseri viventi gli abbiamo creati diversi, e poiché alcuni di loro possono fare ragionamenti astratti allora quest’ultimi posso organizzarsi in modo tale che il soddisfacimento dei propri bisogni diventi facile e agevole e veloce. In che modo? Accumulare cibo, innanzitutto, accumulare fonti di calore (intendi vestiti e ripari), accumulare altri simili per la riproduzione. I ragionamenti di questi esseri, che da questo punto in poi li identifichiamo con il nome di uomini, tendono quindi ad orientarsi in una unica direzione. Per perseguire l’obbiettivo della sopravvivenza, l’uomo inizia a sfruttare in modo egoistico ciò che offre la natura! Ho introdotto un nuovo concetto, l’egoismo! L’uomo crede che tutto quello che lo circonda gli spetti di diritto. E quindi tutti i mezzi sono necessari per conservare e perseguire questo diritto! Perché l’uomo crede che tutto quello che lo circonda gli spetti di diritto? Per il fatto che fare ragionamenti astratti significa in qualche modo autodeterminarsi, avere coscienza di se! Ovviamente si può avere coscienza di se senza la necessità di sfruttare tutto ciò che è presente in natura. Riprendiamo dal concetto di accumulare beni. Un modo veloce e “semplice” per poterlo fare è quello di impossessarsi dei beni degli altri suoi simili cioè prendendo con forza ciò che appartiene ad altri. Attacco e difesa diventano i pensieri costanti dell’uomo. È da questo momento che l’uomo si allontana dagli altri animali e intraprende un viaggio che lo sta portando verso la propria estinzione! Paradossalmente l’obbiettivo della sopravvivenza lo porta inesorabilmente all’estinzione.
È da questo momento che l’uomo inventa leggi e comandamenti da utilizzare per attaccare e difendersi.
L’uomo acquisendo il concetto di se, riconoscendosi e individuandosi, per quale motivo deve ostinarsi a perseguire questa strada? Ti pongo questo paradosso: se i personaggi di un libro diventassero consapevoli del proprio stato, avrebbero la possibilità di cambiare il finale? Oltre a diventare consapevoli non potrebbero in nessun modo sostituirsi all’autore. Nemmeno immedesimandosi. Sono creazione, proiezioni dell’autore e basta.
L’uomo è consapevole di se e non può fare i conti senza la natura (l’autore). Il suo punto debole rimane l’istinto di conservazione. E qui imito il cane che si morde la coda! Lo so che ti piace questa scena! L’istinto di conservazione lo porta al soddisfacimento dei propri bisogni e la sua autodeterminazione lo porta all’esasperazione nel soddisfacimento dei propri bisogni.
L’uomo deve rispondere alle leggi di natura, anche le sue sensazioni sono qualcosa di naturale. Nel momento in cui l’uomo ragiona, che significa quindi la capacità di osservare ciò che lo circonda, osservazione che lo deve condurre ad una conclusione, ragionamento inteso quindi come una domanda che deve avere una risposta, dicevamo quindi, che nel momento in cui l’uomo ragiona, non più su come sopravvivere in modo comodo, ma su ciò che lo circonda: la terra il cielo il sole la luna le stelle il mare gli alberi gli altri animali, si pone degli interrogativi ai quali non sa dare una risposta o delle risposte da verificare tangibilmente. Inizia a fare supposizioni, crea teorie le persegue le cambia. Fa e disfà! Quando l’uomo si rende conto che la sua esistenza è identica al verme che striscia e vive nella terra, sente il bisogno di distinguersi. Albina, questo bisogno è istinto di sopravvivenza. Dicevamo quindi che si deve distinguersi da tutti gli altri esseri. In che modo?
L’uomo dimentica che è fatto di materia: tutti i suoi bisogni sono materiali. E la psicologia? Una scusa! Dire: sono triste, sono insoddisfatto, sono depresso rappresentano condizioni del suo stato d’animo! La risposta Albina è l’anima. È l’elemento di distinzione da gli altri animali e quindi ha deciso che lui, uomo, ha un’anima. Gli animali no!
Ovviamente non basta aver qualcosa in più rispetto agli altri! L’uomo non si accontenta di poco! Si è attribuito un’anima e ora deve decidere cosa deve farsene e come utilizzarla! Innanzitutto l’anima gli è data da un essere superiore: dio. L’uomo decide l’esistenza di un essere superiore che lo ha dotato di una anima! Ma perché gli ha dato l’anima! Albina, ancora una volta l’uomo ha deciso che una volta morto, in realtà, non muore. Cioè, muore si fisicamente, ma la sua anima il suo spirito continuano a vivere! Ci sono poi le vari forme di vita dell’anima. Ogni uomo ha poi deciso come. C’è chi non crede alla vita dopo la morte, chi crede che la propria anima vaga sulla terra, chi crede che dopo la morte si reincarna in un altro essere, chi poi crede che dopo la morte va a giudizio di dio e questi lo giudica, i buoni da una parte (con lui) i birichini a purgarsi e i cattivi a bruciare. Questi ultimi uomini sono i più bisognosi!
L’uomo non accetta di essere uguale agli altri esseri viventi. Crede di essere superiore! E questa sua presunta superiorità lo rende vulnerabile! E la vulnerabilità lo rende pauroso. Ha paura perché si sente in pericolo. Pericolo di perdere la propria esistenza e i propri privilegi. La paura attiva l’istinto di sopravvivenza. Sopravvivere oltre la morte! Se non è possibile fisicamente almeno spiritualmente! E una vita dopo la morte diventa il suo obiettivo da perseguire! E poiché la vita dopo la morte non deve essere per tutti, decide quindi che ci deve essere una giustizia divina che possa dividere i buoni dai cattivi. All’uomo non va proprio l’idea dell’uguaglianza. Non riesce a sopportare che tutti siano uguali, uguali nella diversità di manifestare gli stessi bisogni. Quindi l’essere divino superiore all’uomo deve decidere chi, ricompensare con cosa! Quella giustizia, che l’uomo predica essere uguale per tutti e che in realtà non sa applicarla né conseguirla, l’attende dopo la morte! L’attesa diventa una consolazione la consolazione è una sensazione di piacere dovuta all’istinto di sopravvivenza. La sopravvivenza deve essere conseguita, per istinto, con qualsiasi mezzo! Anche con il suicidio. Il suicidio visto come l’ultimo strumento paradossale per liberarlo dall’angoscia di sopravvivere (sopravvivere senza angoscia) che ha come unico risultato la perdita della vita.
L’uomo si è così incatenato scrivendo leggi e comandamenti, e queste sue catene gli sembrano ormai normali. Come l'elefante che ha una piccola palla la piede e non scappa. Quando era piccolo la palla era enorme. Lui è diventato grande e la palla è rimasta sempre delle stesse dimensioni, solo che per l'elefante è rimasta grande!
Albina, è importante mettersi sempre in discussione. Diffida da chi dice cha ha trovato l'equilibrio! Perchè? A me una persona che dice di aver trovato l'equilibrio ricorda colui che sta su una corda! Non può correre, non può saltare, può solo muoversi lentissimamente sempre con l'angoscia di perdere lo stato precario nel quale si è immobilizzato per paura di cadere. No, dire di essere una persona equilibrata, significa dire aver rinunciato a percorrere la vita. Come colui che si chiude in un giardino! Puoi vivere in un giardino, ma per quanto grande possa essere, non potrà mai contenere il mondo.
Io non cammino su una corda tesa con un'asta per bilanciarmi! Non posso sempre correre non posso sempre riposarmi non posso sempre camminare non posso sempre cadere non posso sempre strisciare posso fare tutto perchè non mi sono incatenato ai pregiudizi ai preconcetti ai formalismi alle leggi ai comandamenti.
Albina, l’uomo con la scoperta di se, si è incatenato! Non ha utilizzato questa sua scoperta per vivere meglio, ma solo per limitare la propria esistenza! Ma c'è veramente bisogno di leggi e comandamenti? L'uomo può fare tutto ciò che vuole nel rispetto del suo prossimo! Fai tutto cìò che non dia fastidio all'altrui sensibilità! Nessuno ti chiede di amare il tuo prossimo! L'unica cosa da seguire è il rispetto per il prossimo! E questo non è né una legge né un comandamento. Lo sai che cosa è Albina? È seguire l'istinto di sopravvivenza! Hai mai visto gli animali darsi fastidio? Nessun animale importuna un'altro per il piacere di farlo! Nota bene: per il piacere di farlo! Ti ricorda niente? Ciò che non da' come risultato finale il piacere non rientra negli istinti! Perchè l'uomo non riesce a rispettare il suo simile? Perchè non riesce a vedere se stesso in un altro! Se cerchi te stesso, mescolati tra gli altri, ognuno rivelerà una parte di te!
La paura ha fatto si che l'uomo indossasse l'abito per sentirsi monaco! Cerca di nascondere, non le proprie debolezze (nessuno è debole o forte) ma se stesso dagli sguardi altrui! Chi è il principale nemico dell'uomo! Se stesso! L'uomo utilizza la ragione per paragonarsi agli altri, non per confrontarsi, e se si sente di verso si suicida uniformandosi agli altri! Paradossalmente l’uomo non vuole essere uguale agli altri ma essere diverso lo angoscia. Ciò che sfugge all'uomo è che oltre a confrontarsi con gli altri deve confrontarsi con se stesso nel tempo! Non si è migliori o peggiori degli altri, si è migliori o peggiori di se stessi! Ognuno ha in mano pennello e tavolozza per dipingere la propria vita, ma perchè usare tutti gli stessi colori? o ancora, perchè non cambiare sempre disegno?
Se l’uomo imparasse dalle proprie e dalle altrui esperienze, vivrebbe meglio! Crede invece che le proprie esperienze siano uniche, e ripete gli stessi errori, e quelle degli altri non lo riguardano e ripete gli stessi errori. Non esistono esperienze positive o negative! Tutte le esperienze sono positive se l’uomo le facesse proprie! In natura non esiste il buono e il cattivo il bene e il male il bello e il brutto. È stato l’uomo che arbitrariamente ha attribuito un valore agli oggetti e alle azioni. L’attribuzione è dovuta al fatto che l’uomo si è imposto leggi e comandamenti perché è stato in grado di autodeterminarsi ma la sua attuale fisicità lo rende vulnerabile a se stesso perché non ha fiducia in se stesso e di conseguenza nemmeno nel suo prossimo e quindi si incatena nella speranza di non subire il male che può procurargli il suo prossimo! Albina, l’uomo con questo suo comportamento ancora una volta segue l’istinto di sopravvivenza!
Cosa sono leggi e comandamenti? Paletti che delimitano il percorso della vita! Ma c’è veramente il bisogno di delimitare la strada? Come può un uomo dire da un altro uomo quello che può e che non può fare? E nell’ambito dei comandamenti perché l’uomo deve imporre ad un altro uomo la propria visione religiosa? Albina, cercherò di dimostrarti utilizzando gli stessi enunciati della chiesa che dio non esiste! La chiesa dice che dio è amore e ci ha dato il libero arbitrio, la facoltà di credere o meno. Prima di continuare ti ricordo che la chiesa è formata da uomini. Questi due enunciati anche se non sono credente, li condivido! La chiesa afferma che dopo la morte dell’uomo lo può attendere in base a come si è comportato in vita (se ha seguito o meno i precetti della chiesa) l’inferno il purgatorio e il paradiso. La chiesa crede al diavolo. La chiesa dice che dio ha fatto l’uomo a propria immagine e somiglianza. La seconda parte della preghiera de il Padre nostro, recita:
dacci oggi il nostro pane quotidiano
rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori
non ci indurre in tentazione
ma liberaci da ogni male.
Partiamo Albina dal commentare la preghiera per arrivare agli altri punti. L’uomo con quel: dacci oggi il nostro pane quotidiano, pretende da dio il proprio (dell’uomo) pane quotidiano. Cioè ogni giorno dio deve dare all’uomo
il pane che sembrerebbe aspettare all’uomo per diritto! Non si sa per quale motivo dio debba fare ciò! Probabilmente per amore! Poi l’uomo vuole rimessi i propri debiti come pretende di fare con i suoi debitori! Qui l’uomo mostra quanto è presuntuoso! Afferma di rimettere i debiti dei suoi debitori! Magari lo facesse! Se lo facesse veramente, l’uomo non starebbe a questo basso livello culturale e morale! E continuando, l’uomo ha la pretesa di chiedere a dio che gli rimetta i suoi debiti! Perché debba farlo? Per amore??!! L’alro verso della preghiera dice: non ci indurre in tentazione. Ma come? Ma se dio è amore perché dovrebbe indurre l’uomo i tentazione? E poi, quale tentazione? Albina, l’uomo scarica su dio le proprie debolezze! Dio è si amore, però tenta l’uomo! L’uomo non dice quali sono le tentazioni! E queste tentazioni chi le ha decise? L’uomo o dio? Ma se dio è amore come fa a creare le tentazioni? Se dio è visto come figura paterna non riesco proprio ad immaginare un padre che faccia delle trappole per il figlio! Non sarebbe un padre amorevole! E in ogni caso voler fare premeditamene del male è un qualcosa che non rientra in un comportamento amorevole e nemmeno con scopo educativo. E infine, l’uomo vuole essere liberato da ogni male! Ma quale male? Il male che fa l’uomo ad un altro uomo? Ma non ha appena detto che lui, uomo, rimette i debiti ai propri debitori? O il male che fa dio tentando l’uomo? E anche in questo caso ripeto, ma dio è o non amore!
Albina Albina, l’uomo ha creato la figura del diavolo per potersi giustificare ogni qual volta esce dai paletti che lui stesso ha messo per obbligarsi a seguire non la strada, ma una strada! Non dice forse la chiesa che dio ci ha lasciato il libero arbitrio! E se ciò è vero, perché l’uomo si è incatenato ai propri principi! L’uomo poi pretende di essere stato creato a immagine e assomiglianza di dio! Se fosse così anche l’uomo sarebbe amore! Ma così non è! Dire essere stato creato a immagine e assomiglianza di dio significa dire che ogni uomo rispecchia dio? O che dio rispecchia l’uomo? Se l’uomo è il riflesso di dio allora dio si riflette nell’uomo! Utilizzando allora la teoria dualistica della chiesa (il bene e il male) ci sono due conclusioni: o l’uomo è come dio e quindi è amore oppure dio è come l’uomo cioè vulnerabile e la vulnerabilità lo rende pauroso. Ha paura perché si sente in pericolo. Pericolo di perdere la propria esistenza e i propri privilegi. Se fosse vera la prima affermazione, l’uomo vivrebbe quindi in armonia con il suo prossimo. E oggettivamente così non è! Poiché Albina io voglio dimostrare che dio non esiste, affermerò quindi che dio è come l’uomo! E dirò di più: l’uomo ha creato dio a propria immagine e somiglianza! Ha creato una figura sulla quale scaricare le proprie paure, le proprie colpe i propri insuccessi! Dio non è altro che una valvola di sfogo da aprire per evitare di morire schiacciati dal peso dell’autodeterminazione di se. Questo Albina, è istinto di sopravvivenza! Non ha nulla a che fare con dio! Inferno purgatorio e paradiso non sono altro che luoghi che l’uomo ha immaginato per avere una “soddisfazione” . Tutto quello che non riesce fa fare tutti i torti che l’uomo subisce li proietta a dopo la morte credendo che dopo possa vivere bene! È una chanche che si da’ l’uomo: istinto di sopravvivenza! Se non funziona la giustizia dell’uomo allora l’uomo spera in quella divina!
L’uomo potrebbe seguire la strada con la esse maiuscola, se si togliesse l’abito della superiorità sugli altri uomini e sugli altri esseri viventi. Abito stretto, mal cucito, logoro. E indossasse l’abito che madre natura premurosa gli ha dato alla nascita!
Albina, mi spiace veramente vedere l’Uomo che cerca di percorrere la strada che lui stesso ha segnato con leggi e comandamenti credendo di essere superiore agli altri esseri viventi e credendo che ciò sia la missione imposta all’uomo da dio! Un essere superiore non ha una strada delimitata da seguire né tanto meno dio ha imposto all’uomo una strada seguire!
Io Albina, ho compreso l’Uomo, ma l’Uomo non ha compreso se stesso!
Albina stai ancora dormendo, meglio così significa che stai seguendo il tuo istinto di sopravvivenza!
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