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Viaggio allucinato
Un giorno mi stavo avventurando per la sassosa mulattiera della montagna sopra il mio paese. Benchè fosse ancora settembre l'aria era frizzante, tirava una brezza continua e freschissima; e le nuvole si rincorrevano accarezzandomi con la loro ombra. Pensavo a tutti gli animali che non avevo mai visto di persona e che avrei voluto incontrare nel bosco. Pensavo ai lupi, alle linci, agli orsi, agli astori, agli sparvieri. Ma pensavo anche al gufo reale e al succiacapre. Chissà perchè pensavo che se avessi visto quest'ultimo non ne sarei stato abbastanza lieto. Quello strano pennuto aveva un aspetto decisamente inquietante e incontrarlo - cosa rara - mi avrebbe condotto verso una sorte intenzionalmente funesta.
Ad un tratto odo un frusciare di rami e scorgo una grossa sagoma dileguarsi sospesa. Mi sporgo oltre una piccola radura e riesco a scorgere un grosso uccello grigio che prosegue il suo volo senza produrre il minimo fruscio d'ali.
Dev'essere un gufo reale. Provo a seguirlo e mi metto quasi a correre tra gli alberi; senza accorgermi che i cerri hanno ceduto il posto a pini neri. I miei occhi non scorgono + il minimo movimento tra i rami alti. Ad un tratto però odo un ululato profondo e breve: dev'essere lui.
Seguo la fonte di quel richiamo e mi fa piacere sentirmi su un percorso ben definio. Tante di quelle volte mi ero irritato del fatto che un suono abbastanza vicino non mi rivelasse la direzione esatta da cui proveniva. Il tempo sembrava svanire sotto lo scricchiolare di rametti e foglie secche che i miei passi sempre più rapidi alternavano a mo' di pendola.
Giunto presso una radura mi sono fermato a riprendere fiato e solo allora ho notato quanto si fosse fatto scuro e quanto poco familiare fosse ormai la boscaglia. Ero decisamente oltre i confini dell'area che sin da piccolo frequentavo con mio padre.
La luce che il cielo coperto proiettava sul bosco era di uno spettrale grigio perla e mi pareva quasi di essere in uno di quei videogiochi gotici 3D ambientati in uno pseudomedioevo alla Tolkien. Sento all'improvviso un frusciare di foglie secche ed ecco che scorgo a terra, al centro della ratura un animale accovacciato. Era grigio. Mi avvicino e distinguo le piume. Era lui.
Comincio a riflettere... non poteva essere un gufo reale. Le dimensioni erano più o meno quelle ma è difficile fare stime dal vivo, su di un animale che hai visto finora solo nei libri.
PUF!!!... ecco che scopre la testa! Non è un gufo. È un succiacapre gigantesco. Non ho parole; si tratta di uccelli piuttosto piccoli. Quello che avevo davanti sembrava un tacchino per la mole. Ma la testa non lasciava dubbi.
Gli occhi erano socchiusi...
VUOOOOM... ecco che li apre! Sono due enormi biglie rosso porpora. Gira il capo e mi fissa con l'occhio sinistro. Quella minuscola pupilla mi fissa al centro di quella gigantesca iride magenta chiaro. Ho paura... sembra lo sguardo di un occhio umano.
Si gira, spalanca la bocca e comincia a cantare. Un pigolio baritonale PLIO'... PLIO'... PLIO'... PLIO'...
mai sentito in vita mia e mi piace quel suono, con quel ritmo costante e lento. Mi culla con quella cantilena mentre il vento aumenta d'intensità e la luce si abbassa. Ma ecco
VRIAAAAAAAAAAAAAAAAA...!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Quell'urlo improvviso sembrava quello di maiali sgozzati... Anzi no, quello di un diavolo della Tasmania.
Rimango di sasso e comincio a tremare; che sta succedendo?! Il pennuto spalanca le ali e riprende a fissarmi come volesse sbarrarmi la strada. Dovunque fossi arrivato non mi conveniva andare oltre; mi sembrava di leggerlo nei suoi occhi.
Mi allontano a gambero da lui e vedo che automaticamente richiude le ali. La mia congettura è confermata; torno indietro.
Il buio però si è insinuato fin troppo tra le fronde e a stento distinguo il sentiero. So di non avere più speranze. La mia paura è come narcotizzata dalla consapevolezza; e la dolcezza del sibilo del vento mi rende solo un po' triste. Risuonano dentro di me le note alte di un brano di pianoforte; che culla il mio pianto sommesso come un carillon. Decido di fermarmi e dormire; ormai è buio pesto. Domani andrò incontro all'atroce destino che mi attende e che meglio di tutti lo conosce il mio inconscio.
Si tratta di lui, dell'orco con la faccia di cinghiale. Mi pare già di vederlo mentre mi insegue sotto un sole di fuoco; in una boscaglia rada ed erosa dalla disperazione. I suoi urli di rabbia simili a quelli di una strega tumefatta nell'odio. Mi afferra per un caviglia e mi scuote; mi sbatte di qua e di là ed io non sento il dolore, sopraffatto dalla paura di scorgere chiaramente la sua faccia oripilante. E la vedo rossa sporca di calura, che mi acceca con quegli occhiacci arancioni e quella bocca suina spalancata che continua ad urlare contratta a ghigno; con quei canini gialli e unti di bava. Così ride il diavolo.
Comincia a mangiarmi dalla gamba. Sento le mie ossa scricchiolare fra i molari di quel mostro. Mi mastica tutto, un po' alla volta, ed io brucio come eroso dai suoi liquidi digestivi; mentre la mia testa impotente e contratta dal pianto resta fuori per ultima a udire il grugnito della sua sazietà. Ed infine ecco FIUCHH... Sono tutto dentro e i miei occhi friggono, il mio cranio si spappola mentre il cervello resiste per una manciata di secondi nella sua consapevolezza. Ancora ci riesco a cacciare un urlo ma forse è solo un effetto prodotto nella mia mente straziata, nella gola di quel suino umanoide.
MAI FIDARSI DI UN SUCCIACAPRE GIGANTE!!!
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0 recensioni:
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- Davvero notevole!
Anonimo il 16/04/2009 13:24
Racconto un po' ingenuo ma pieno di buona volontà. Meglio evitare parole onomatopeiche.
Anonimo il 12/01/2009 17:15
Bisogna leggere e assaporare. Ci sono spunti notevoli. Poe lasciamolo stare. Ogniuno e' scrittore dei suoi tempi.
Ciao!
- è un uccello notturno, comunque state tutti a leggere questo e mai gli altri 2
che palle!
Anonimo il 30/07/2008 15:57
scs mai fidarsi di un succiacapre gigante?
nn so neanke cos'e' ? cosa sarebbe?
bleah ke schifo!!!
- però luisa (poiché mi sembri esigente) potresti almeno sforzarti di leggere i 2 racconti sui quali ho speso + tempo e impegno, quelli li scavalcano tutti
e poi questo racconto risponde perfettamente a quello che presagisce il titolo, inoltre la leteratura horror non è solo un imitazione di Poe
- non capisco dove stiano la suspance e l'inquietudine, che dovrebbero farla da padrone in un racconto del terrore... rispolveriamo Edgar Allan Poe... meglio
- Ti ringrazio per il commento. La ragione della rapidità del racconto sta proprio nel fatto che l'ho scritto di getto, senza riflettere molto prima. Il tuo racconto l'ho criticato solo x l'argomento (il tema che ha ripreso), per il resto il tuo stile mi è piaciuto e sono certo che scriverai ottimi racconti.
- Bè... i miei vampiri sono omologazioni Holliwoodiane secondo il tuo parere. ora sono qui per darti il mio sulla tua opera.
Ecco il concetto di fondo è molto interessante, l'incontro con due creature mostruose... forse il ritmo del racconto è troppo veloce, a mio avviso, soprattutto nel finale... e' una mia opinione! sarò lieta se apprezzerai le mie future opere!
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