Questa lettera tornerà nelle tue mani, una frase che mi ha rincorso per giorni, quasi fino a convincermi che una semplice lettera potesse avere un'anima. Sarà stanca dopo il lungo viaggio dalla Florida all'Italia, affamata ed esausta. Però si è messa il suo vestito più bello, francobolli variopinti e vivaci, fiori di pesco e chitarre di Jimi Hendrix.
Ti piace la musica? gli scrissi la prima volta.
Che strana coincidenza F. è nato lo stesso anno di mio padre, lunghi anni ci separano, chilometri e vite diverse. Lui vive nel "Death Row", il braccio della morte da quasi 40 anni.
Osservo le foto del suo arresto quando, all'incirca alla mia età, la vita stava appena fiorendo; la pelle ebano risplende sotto i flash delle macchine fotografiche, gocce di sudore luccicano nel caldo della Florida.
Guardo la sua foto segnaletica ora, piccole macchie indefinite ricoprono il suo volto indurito e spesso. Penso alle macchie di mio padre, che mi fanno sorridere di tenerezza quando scorgo le sue mani.
Conosco la sua storia, ma voglio lasciarla li, tra le fotografie in bianco e nero, tra ciò che sarebbe potuto accadere e non è successo. Lasciarla in quel preciso istante in cui un essere umano può scegliere.
Voglio sapere chi sei adesso, coi tuoi anni che pesano sulle spalle, sulle tue mani, capire come si possa vivere " in scadenza".
Lo siamo tutti, mi dice, ma io ho conosciuto qualcuno che da lassù mi guida e non mi abbandona mai.
In questo tempo di contatti telematici, sentire l'odore della carta, che ha viaggiato come un messia a portare le sue parole mi riempie; parole di un uomo che sente la linfa scorrere nelle sue vene nonostante tutto, la forza nascosta che non crediamo di avere e che esplode in vita anche quando vita non sembra essere.
Gli scrivo la prima volta con l'intento di aiutarlo, colmare nel mio piccolo il silenzio che immagino riempia quella cella, rendendomi conto poi, mentre chiudo la mia prossima busta, che in questo scambio non sono l'unica a donare qualcosa.
"Non è che la speranza si sbriciola, o prende il volo come una colombella nei vuoti tra una sbarra e l'altra a cercare fortuna; È che tutto a un certo punto si acquieta" mi dice. E dopo 40 anni spesi nel braccio della morte non urla più, ma bisbiglia tra le sue righe. E sbarre e righe del foglio sembrano la stessa cosa, imponenti, a volerci lontani "ma se io sono rinchiuso lo sei anche tu, e se tu sei libera lo sono anche io"
La Corte Suprema ha stabilito che chi ha un quoziente d'intelligenza inferiore a 70 non può essere giustiziato. Ma la Florida ha condannato ugualmente a morte F. per aver riportato un QI di 71.
Tre lunghi mesi e la mia cassetta delle lettere è un nido disabitato alla fine di aprile.
Lui vive o avrei saputo qualcosa.
Probabilmente la lettera è volata dalle sue mani nell'istante magico del perdono delle anime, è mutata in rondine e ora viaggia spedita verso le mie.
L. M.