L'aereo sta precipitando ma il pilota non vuole mollare il comando.
Oggi sono stato alcune ore a mare a leggere qualche pagina di Henry Miller. Miller piroetta col suo scrivere. È questo quello che fa: piroetta! Piroetta perché invita il lettore ad aggrovigliarsi su se stesso nel tentativo di delineare una trama che il più delle volte non esiste. Come nella vita. E il suo genio non è meramente contenutistico. È lo stile che incanta. Miller è un genio crudele che non ha paura di mostrare la sua crudeltà.
Oggi sono stato al mare dicevo. Bambini festanti, coppie silenziose, famiglie abbacchiate. La spiaggia è una parte del mondo dove il desiderio della pace ha il sopravvento su tutto il resto. Desiderio di riappacificarsi col mondo. Perché nessuno mai è veramente in pace col mondo. Mai. Ci si crede in pace col mondo quando non si sono prese delle vere batoste. Ma quella non è la vita. Il mondo non è un posto fatto per la pace. Ecco tutto.
Ho pensato alcune volte alla morte. La morte mia e quella dei miei cari. Arriverà. E su questo proprio non possiamo nulla. La morte in realtà non è terribile, è la mancanza quella che frega. Perdere qualcosa o qualcuno, questo è il brutto della vita. Ho perso troppe cose in troppi pochi anni. Ho perso tempo dietro cose prive d'importanza. Mi sono arreso? Forse non del tutto. Sento ancora il bisogno di guardare al futuro con occhio speranzoso.
Forse è triste essere troppo speranzosi. La speranza il più delle volte confina con l'illusione. Ma nonostante la tristezza bisogna sperare. Darsi coraggio. Crederci fino in fondo. Per mantenere accesa una piccola fiammella di positività. Questo è quel che penso oggi. E se non vi piace arrangiatevi.