Nelle notti di luna calante il grillo viene a trovarmi. Le nostre conversazioni avvengono sempre in un misterioso chiaroscuro. Ogni volta è sempre più vecchio, canuto e impressionabile.
I suoi argomenti preferiti sono la scienza e le arti, ma anche la poesia.
Lui dice che per comporre una poesia bisogna prima sentire il dolce aroma dei prati umidi, dopo che una fitta pioggerellina li ha rinvigoriti.
Non bisogna mai dare per scontata una poesia-mi dice-perchè anche la più umile o la più ermetica possono nascondere la magia e svelarla nei momenti di smarrimento.
Una notte mi vide impaurito, gli occhi tradiscono ogni minimo dissesto.
Per vincere la paura, bisogna accettarla, mi disse. Accetta la paura, prendila in dono, distendila in ogni parte del tuo corpo, ne sentirai lo scorrere e dopo un po' sarà parte della notte, sentirai solo il caldo tepore dei tuoi sogni.
Una volta gli chiesi perchè avesse scelto proprio me e quale fosse la sua provenienza. Ti ho scelto-rispose-perchè sei un piccolo seme piantato da una mano provvida, hai solo bisogno di dare i tuoi frutti ma per fare questo devi aprirti e la vita si aprirà in te. Io vengo da laggiù, non si vede ma c'è una città di grilli. I miei fratelli sono molto occupati a erigere torri e fare denaro.
Il mio sguardo si riflette nello sguardo del grillo, mi vedo nei suoi occhi curiosi e ad ogni battito di ciglia il mio volto diviene sempre più vecchio, ruga dopo ruga somiglia al guscio di una noce. Cos'è questo tempo che trasforma il nostro volto nel guscio di una noce?-gli chiesi- Non è il tempo che ci trasforma, è la magia di ogni poesia che dimora in ciascuno di noi. Non devi preoccuparti se la magia ci deturpa il volto, perchè la vera bellezza sta impressa sul guscio di una noce.
Queste furono le ultime parole della notte.