Amanti.
Lo eravamo stati, dal primo incontro distratto nei miei sedici anni scapestrati; io dalla sigaretta accesa quanto la mia irrequietezza e lui, fuoco sulle mie braci, sapeva calarsi nelle ripide spire della mia coscienza con il sussiego lento del suo sguardo di cristallo, scivolando in me a piccole dosi, fino ad avvincermi, irrimediabilmente. E allora, giovane e sciagurata, avevo ancora poco da voler dimenticare.
Di lì, l'inesorabile condanna incidersi ad ogni occhiata col sorriso rubicondo ogni qualvolta ne scorgessi il capriccio affacciarsi sulla mia inconsapevole mania. Dipendenza.
Ci siamo stretti, ci siamo baciati sull'orlo di silenzi vitrei, trattenuti fra le mie labbra più inclini alle bestemmie che alle dolcezze: di quelle, non ne avevamo bisogno, incontrandoci al limite di ciascuno, come risacca sulla riva, e lui era la spuma frizzante che mi lambiva. Poi m'abbandonava, fino al suo ritorno.
O forse ero io, a cacciarlo dal mio possesso esasperato che arrivava a bruciarmi la gola, gli occhi, lo stomaco. Tormentata, dal nostro amore alle volte corrisposto e più spesso no.
È così lo dannavo, col sangue ubriaco che non sapeva far a meno di lui, nelle notti barbare, tanto era invincibile il suo desiderio.
Tentatore di colpe restate a sfregiarmi la fede, morale e legale e confessore, di verità mai pronunciate, è l'unico a conoscermi così nel profondo, nei miei pensieri più inconfessabili e i gesti precisi ogni volta che lo lascio insinuarsi nella mia anima, nel mio corpo, tanto che s' intridono del suo sapore tannico: un tocco sapiente, districa i nodi dei miei crucci ogni sera, abbandonati sul divano con la penombra complice d'un attico di sobborgo inglese e m'avvolge, come in fiumi di lava ardente, alleviandomi dissolta dal primo all'ultimo ricordo.
La mia pace, non v'è che in lui. "Il Vino. Mi ama e mi seduce fino al punto in cui il suo e il mio spirito si intrattengono in amorevole conversazione".