racconti » Riflessioni » Il bivio e la scelta
Il bivio e la scelta
Il verbo greco krino sta per separare, cernere, in pratica giudicare o valutare. Da esso deriva la parola Crisi la cui accezione negativa, assunta nel tempo, ci fa pensare ad un periodo buio e difficile.
Crisi vista come momento positivo, di riflessione, attimi durante i quali la nostra sensibilità acuisce e ci svela continuamente segreti troppo spesso nascosti dietro una coltre di fumo alimentata dal nostro vivere frenetico e compulsivo.
Ho 36 anni, quella se n'è andata di casa da 6 mesi ormai, libera di vivere la sua più o meno nuova storia di amore. Come si fa con il telefonino quando proprio non vuole riprendere a funzionare, ho avviato da tempo il mio "hard reset" minato però dai suoi tentativi futili di ricucire lo strappo.
Scelte importanti e definitive mi si pongono costantemente davanti. Il mio loop di pensieri è interminabile, la mia mente si è fatta energivora, così come la mia anima.
Ho fame, e non in senso metaforico, ho proprio una fame bestiale! Ho boxato tanto e bene, devo nutrirmi assolutamente, qui, in questo dehor vicino alla palestra.
Seduto ad un tavolino, per fortuna non di quelli odiosi di plastica, aspetto la mia ordinazione.
Alla mia sinistra due ragazzine, massimo vent'anni, intente ad inzuppare le patatine nelle salsine, a ciucciarsi le dita facendo attenzione a non infilarsi in bocca i capelli, sciolti, voluminosi, mossi dal vento. Una t-shirt gialla con i classici disegnini davanti, un paio di jeans attillati, o una gonnellina abbinata ad una camicetta bianca scollata.
È giugno, è estate, finalmente fa caldo e la carica del sole si fa sentire.
- Comunque secondo me Marco ti fa il filo -
- Dici? Ma chi quello? Ma è un sfigato! - Esclama sgranando gli occhi un attimo prima di riempirsi la bocca di carne e pane.
- Sì che ti viene dietro, secondo te perché ci ha invitate una sera da lui, quando non ci sono i suoi? E poi che casa spaziale ha??? -
- Ho capito ma non mi piace, è proprio bimbo! -
- Dai ma andiamoci che te ne frega, ci facciamo serata, ci sono anche Luca ed Ezio! -
- Non lo so, io sto già pensando a cosa fare questa estate. Ci sarebbe quell'opportunità in Sicilia, da Chiara ed il suo tipo, come si chiama? Francesco? Ma se i miei mi finanziano me ne vado all'estero!-
- ah io ci sono eh? Ti seguo! Dai che ci divertiamo! -
Quegli sguardi, quella vitalità, quella forza tipica di chi ha tutta una vita davanti ed ha da poco terminato un periodo di stress, come quello della maturità o del primo anno di università.
Non riesco a smettere di guardare quelle ragazze: la loro energia è contagiosa e mi proietta a quella che è stata la mia epoca dorata.
Alla mia destra, sempre molto vicina a me, un'altra coppia. Un uomo sui 45 anni tiene la mano della sua compagna, forse coetanea. Anche loro sono già stati serviti, i piatti sono lì, ancora caldi, le posate rimangono nella confezione di carta, così come il tovagliolino. Abiti scuri, jeans, magliette, tutto buio.
- Lo so hai ragione, ed è per questo che te ne parlo, voglio chiarire questa mia posizione -
- Devi fare chiarezza prima in te stesso, Dario - Gli risponde la donna ferma, impassibile, seduta come da manuale, con la schiena dritta.
- Esatto, ma tu non c'entri, e te lo voglio ribadire. Mi devi dare del tempo, non voglio perderti. -
- è una situazione complicata per me, non so come comportarmi -
- Lo so Mirella, lo so. Sto male dentro ed il punto principale è ristabilire il rapporto con mia figlia. Continua a non parlarmi. Il mio analista mi ha dato questo come primo obiettivo per riprendere a stare bene, soffro la sua mancanza. -
- Sì ma l'altro giorno siete andati a prendere un gelato insieme, no? -
- Sì, ci siamo scambiati praticamente dei convenevoli, come due estranei svogliati. Certo è un inizio, per questo ti chiedo del tempo Mirella, tu sei davvero importante per me.
L'ultimo porto dove approdare con la sua nave carica di traumi ed irrisolti. L'ultimo punto verso il quale indirizzare le residue energie, prima di abbandonarsi definitivamente ad una vita scialba, fatta di conti alla rovescia.
Questa ambivalenza derivante da emozioni così contrastanti, mi inquieta. Da una parte ho la luce, dall'altra l'oblio.
La sensazione che sto vivendo è la stessa che provo quando finisce un forte temporale estivo: il vento ha accumulato tutto il nero delle nuvole cariche di pioggia e grandine da un lato, lasciando splendere il sole dall'altro, con una luce intensa e pulita che ti riscalda la pelle recandoti un immenso sollievo.
Sono esattamente in mezzo, inchiodato sulla mia linea di partenza, e devo scegliere: sto fermo e guardo indietro, al passato, come un asino? Oppure come un cavallo intraprendo la mia sgroppata in avanti, verso nuovi orizzonti. Quante carte potrò ancora giocarmi? A quante mani di questa partita chiamata vita, posso ancora partecipare?
E quest'è.
12
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
1 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
- Una lettura interessante, una mano ferma. Guardarsi intorno è il primo passo che ci conduce verso una soluzione.
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0