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E... sei parte di me
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Lei camminava con passo spedito sulla banchina della stazione. Era in ritardo ma non per colpa sua.
La mattina era iniziata col solito messaggio di saluto
- Buongiorno 😘
Poi
- Sto per prendere il treno non darmi buca.
Era tutto incredibilmente naturale, nessun timore, nessuna strana emozione. Voleva andare a quell'appuntamento voleva conoscerlo. Niente più.
Se c'era stata una titubanza lo era stata solo per come vestirsi...
Mettiti tacchi e autoreggenti nere mi raccomando ed una gonna... le aveva detto Marzia.
No, la gonna non l'avrebbe messa mai, il resto poteva starci.
Lei era lei nella sua totalità ed ogni cosa che poteva far immaginare il contrario le si sarebbe ritorta contro. Fingere mai, di questo non era capace.
Il treno era arrivato in orario, ma a metà percorso poi, a causa di uno sciopero, aveva dovuto aspettare una coincidenza...
"cavolo ora lo dovrò chiamare!"
- ciao, sono ferma ad arezzo, c'è lo sciopero, spero arrivi un altro treno presto.
- io sono già in stazione, quanto ci metterai?
- non lo so... Spero poco.
- muoviti non ti aspetto tutto il giorno!
Era sempre così gentile!
Ma a lei piaceva, sapeva che stava scherzando. Chi glielo avrebbe fatto fare ad un ragazzo di passare un'intera giornata con una donna tanto più grande di lui?
A questo però non pensava, con lui stava bene, rideva, ma soprattutto sognava.
Non aveva nulla da perdere, sognare non costa nulla.
Non chiedeva niente in cambio, sperava solo lui capisse.
- tra quanto arrivi? Qui c'è una cicciona che non mi toglie gli occhi di dosso!
- arrivo quando e se arriva il treno!
La coincidenza arrivò.
- sono ripartita ora. Tra un'ora dovrei essere la.
- non ho mai perso tanto tempo ad aspettare una donna, sappilo!
- non è colpa mia, quanta cattiveria hai!
Botta e risposta. Erano i più bravi del gruppo in questo.
Nessuno avrebbe mai immaginato che si sarebbero incontrati.
Nessuno del gruppo avrebbe saputo di loro.
Era una cosa privata, un mondo a parte il loro. Tutto il giorno passato a chattare raccontandosi e amandosi era il loro mondo parallelo, nessuno poteva capirlo.
Lei accettava tutto.
I suoi racconti di uscite con altre donne, le sue battute esagerate.
Sapeva che non sarebbe mai stato suo, non lo avrebbe mai permesso.
Troppi anni di differenza, troppo lontani, troppo pure il sentimento che sentiva crescere.
Se fosse stato amore questo lei non lo sapeva. In 47 anni non aveva però mai provato un sentimento così.
Si, forse era amore, ma non lo conosceva.
La sua idea dell'amore rispecchiava appieno la situazione. Lo diceva sempre: l'amore è libertà, è cercarsi e volersi quando si vuole, è non legare e non essere legati, è tutto il contrario di ciò che ho vissuto fino a questo momento.
Lui non lo sapeva, non lo avrebbe mai dovuto sapere.
Era perfetto così.
Lui, le sue bugie, le sue donne, la sua realtà. Lei pronta ogni volta che lui l'avesse voluta, ogni volta che avesse voluto anche solo parlare con lei.
Questo era perfetto, era perfetto lui per lei.
- Sono in stazione.
- Bene, segui la banchina fino in fondo ti aspetto li.
- La banchina? Io seguo il flusso di gente che scende! Speriamo venga dalla parte giusta! 😂😂😂
- Non sai cosa sia una banchina?
- Non sai che sarei capace di perdermi ovunque?
Si scrivevano mentre già era scesa dal treno.
- Inutile che mi scrivi io non risponderò!
Gli era difronte, lo aveva riconosciuto subito.
Un tipo normale nulla più.
Lo guardava mentre si stava avvicinando e continuava a pensare "non mi piace, non mi piace proprio" "ok, passiamo questa giornata serenamente... passerà..."
- Ciao.
- Ciao.
Era la prima volta che si guardavano negli occhi.
"Cavolo, questo uomo qualunque ha degli occhi stupendi"
Non era il colore degli occhi a piacerle tanto. Quegli occhi sorridevano, se li fissava per pochi secondi li sentiva entrare dentro, non sarebbe riuscita a nascondergli nulla se lui l'avesse fissata per qualche minuto.
- Hai messo i tacchi, come pensi di camminare tutto il giorno con quelle scarpe?
"😤 odioso, antipatico, saputone."
" Io ero venuta per fare sesso con un uomo non una passeggiata con un ragazzino".
Avrebbe voluto andarsene.
Non gli riusciva proprio di dire una parola gentile a quello li ma poi, la guardava con quegli occhi che dicevano altro, e lei non riusciva a non sorridere.
- Ci cammino benissimo, non preoccuparti per me!-
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