La lama di luce che filtra dal verde tendone di velluto le deposita un lieve contatto sul viso e colpisce un occhio ancora chiuso. Il tepore le regala una sensazione piacevole, come sempre, ma soprattutto ora, quando l'età è avanzata e le ossa sono ghiacciate e dolenti.
Apre un occhio, poi l'altro ed è abbagliata dalla striscia di luce. La vista è confusa, lo è da tempo per via della cataratta. Però oggi c'è qualcosa di strano: una volta assuefatta alla luminosità, quando riesce a mettere ben a fuoco la camera che la circonda, si accorge di poter cogliere non solo il pulviscolo che danza, ma anche i minimi dettagli dell'intarsio della specchiera dorata. Quella che proviene dalla sua vecchia camera matrimoniale, quella stanza calda e gradevole, arredata con mobili di famiglia da cui è stata sloggiata per necessità di spazio con un doloroso totale e rapido oblio del suo passato di moglie, madre, nonna. Allora si strofina gli occhi, ma la sorpresa permane. Volge gli occhi alla sveglia sul cassettone. Le cifre, appena ieri confuse, le balzano contro con una nitidezza incredibile. Cos'è successo? Ha indosso degli invisibili occhiali? Mentre in gran fretta volge tra sè questi pensieri, senza sapersi decidere ad uscire dalie coltri il suo stupore raddoppia quando invece delle dita rattrappite dall'artrosi le si offre lo spettacolo di due mani bianche, levigate, con le dita affusolate di una volta. Anche le macchie che ne cospargevano il dorso, infinite come le stelle della via lattea, sono svanite. E sembrano svaniti i dolori alla schiena che la tormentavano da anni. Si gira cautamente su un fianco - deve muoversi dolcemente, per non far infuriare la sua osteoporosi- trovando il movimento stranamente agevole, ed allunga un piede. Non lo riconosce come suo: i calli ed i duroni non ci sono più, ed anche le unghie giallastre sono diventate perlescenti.
Non fa nessuno sforzo ad infilare la pantofola adagiata ai piedi del letto, anzi, atterra sullo scendiletto con un piccolo balzo felino. Da dove le viene tanta agilità?
Si dirige spedita al tendone della finestra dimenticando la stampella accanto al comodino. Lo tira da parte e si lascia accarezzare dalla luce del mattino. Guarda giù dalla finestra: tutto come al solito, la strada si sta risvegliando in quella mattinata di tarda primavera. Nel tornare verso il letto getta un'occhiata alla specchiera ed incrocia lo sguardo della sconosciuta. Anzi, no, la ben conosciuta lei di tanti anni fa. Le rughe sono scomparse, i capelli (ancora sciolti, alla guisa notturna) fiammeggiano di quel bel rosso di cui aveva solo un vago ricordo, gli occhi hanno una luce, uno splendore da adolescente.
"Che avverrebbe se io dormissi ancora un poco e dimenticassi ogni pazzia?" si chiede
Sente vociare nella stanza accanto, il nipote si sta preparando rumorosamente per andare al lavoro. Anche sua moglie rumoreggia, anzi, fa un baccano incredibile, come al solito, senza nessun rispetto per la nonna che spesso trascorre notti inquiete. Anche se ha cercato di illudersi. di attenuare la tristezza della situazione, vede ogni giorno più chiaro nelle cose. Oramai non fingono nemmeno più di tenere a lei, la sopportano con palese fastidio e non le risparmiano sgarbi e prevaricazioni. Poco conta che il nipote e la moglie abitino nella sua casa, quella che aveva acquistato a costo di mille sacrifici per sè ed i figli.
Ed ora... ora che questa notte cos' insensata l'ha sorpresa alle spalle, così insensata; ora che la metamorfosi chissà come si è compiuta; ora che ha riacquistato per incanto la giovinezza perduta; ora che la vita le si apre nuovamente innanzi, piena di sorprese,...
... ora come potrà superare il senso di colpa e spiegare che purtroppo non si è trasformata in uno scarafaggio da poter facilmente schiacciare senza il minimo scrupolo di coscienza? Come potrà presentarsi splendente a chi aspetta con impazienza la sua sparizione?