Lo portò via un sorpasso, "in una delle molte feritoie della notte", la notte della vigilia di Pasqua.
Aveva frequentato la scuola alberghiera ma era insofferente ai banchi, così aveva trovato lavoro come cuoco in un ristorante.
Quando finiva il turno, a notte inoltrata, veniva nella piazzetta della chiesa, ma tutti stavamo per andare a casa mentre lui voleva far finire le sue dita tra le corde della chitarra.
Sulla strada della Valle, con il Cortona, la strada impazzì e il nero cielo crollò.
Aveva raccontato a tutti di quanto fosse entusiasta all'idea di compiere diciotto anni, diventare finalmente maggiorenne come noi.
Lo diventò solo mentre era in coma.
Buio.
Centodieci drammatico