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Boboli

"Lo vedevi arrivare vestito di stracci e stranezza" con la sua bici dal colore indefinito. Legata a essa una cassetta di legno nella quale erano sistemate le piantine che vendeva.
Con quelle faceva il giro del paese. Partiva dal giornalaio, poi dal macellaio, dalla verduraia e chi non gli comprava una piantina, gli dava qualcosa da mangiare.
Ciancicava tra parole e cibo mangiato in strada, nelle ore sbagliate.
Alla fine, affaticato come un grimpeur, si sedeva al bar "Roma", dopo aver appoggiato la bici al muro.
E beveva. Molto.

Un giorno, al barista che lo scherniva all'ennesimo bicchiere di liquore, rispose:
"Tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?"



Centodieci di paese

 

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1 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 16/12/2015 07:56
    Osservazione in chiusa encomiabile... Avallo fedele del profondo racconto. Lieta giornata.
  • Don Pompeo Mongiello il 15/12/2015 14:14
    Veramente non male in solo centodieci.

1 commenti:

  • Glauco Ballantini il 16/12/2015 08:20
    La frase virgolettata che apre il racconto è tratta dalla canzone "Il frate" di Guccini, quella che lo chiude è il finale de "Il suonatore Jones" di De Andrè.

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