Erano appena trascorse le feste Natalizie, quando, Maria, collega ed amica mi propone un'impresa epica: dimagrire!
Forse qualcuno sorriderà all'idea e penserà: da quando in quando il dimagrimento è considerato un'impresa epica?
Io e Maria siamo due dipendenti di Poste Italiane e in quanto tali avvezzi alle prove più dure; prove che farebbero raggelare il sangue nelle vene ai più folli e lascerebbero senza fiato i più coraggiosi.
Come ex-portalettere, eravamo abituati alla fatica, addestrati alla condivisione degli obiettivi, allenati ad essere innovazione, progresso, civiltà.
Un famoso pubblicitario, abbagliato dai nostri curriculum e da quelli dei nostri colleghi di recapito, decise di lanciare una campagna pubblicitaria da brividi: "Il cambiamento. . . Siamo Noi!"
E sì che i brividi arrivavano da tutte le parti! E sì che l'orgoglio di appartenenza al Gruppo ci colmavano gli occhi, le orecchie, la testa. Finalmente, qualcuno si accorgeva di noi!
Dopo le abbuffate Natalizie avevo deciso di mettermi a dieta. Ero motivato, determinato, carico come una bomba dell'Isis. Pronto ad esplodere. E Maria era la mia miccia!
Dimagriremo molti chilogrammi, scenderemo diverse taglie. Maria era la mia alleata naturale. Avevamo gli stessi obiettivi. Riuscire sarebbe stato come eguagliare l'impresa che nel luglio del 2015 portò una manciata di eroici colleghi sulla vetta del Monte Rosa a 4. 556 metri d'altezza.
"Ogni montagna è grande come la facciamo noi" fu il principio che mosse quella iniziativa. "Ogni chilo perso sarà come lo facciamo noi" diventò presto il nostro motto.
Dimagrire oltre 40 chilogrammi divisi in due, poteva sembrare folle e visionario. La bandiera di Poste Italiane svettava sul Monte Rosa e ci suggeriva che qualsiasi risultato era possibile. Bastava non pensarci troppo e poi il resto sarebbe venuto da sé.
Pensammo che prima o poi avremmo trovato un imbecille che avrebbe parlato di noi. Magari uno che sembrava normale, tanto per rendere la storia più credibile. Forse ci sarebbe scappato pure il libro da distribuire ad ogni collega.
Con il tempo io e Maria ci eravamo trasformati: da distributori di corrispondenza, a spacciatori di cibo. Bastava raggiungere le macchine erogatrici, far scivolare una monetina nella feritoia del distributore automatico, invitare il collega a servirsi e, subito saremmo diventati spacciatori di cibo spazzatura!
Ma ora tale ruolo ci stava stretto. Volevamo fare di più! Simultaneamente l'Azienda ci venne incontro, proponendoci un ruolo inedito: lo spacciatore di tecnologia. Furono innalzati enormi pannelli come muri che toglievano aria e visuale. Qualche dirigente sostenne che il colore azzurro, avrebbe aiutato le maestranze a trovare la propria identità spirituale.
Vennero installati nuovi miscelatori di suono e furono distribuite nuove cuffie agli operatori telefonici, ma i clienti non riuscivano a sentire gli addetti. Nuovi telefoni, non ancora funzionanti facevano bella figura sulle postazioni.
Tutto era bello. Tutto era splendente. Tutto era tragicamente inutilizzabile o malfunzionante. Io e Maria ci guardammo e sorridendo con fiducia ci dicemmo: "Ma che ci importa! Poste Italiane è sul tetto d'Italia!".