Oggi non ho voglia di essere definitivo. Ho scoperto la parte oscura della vita. L'ho lasciata scorrere su di me. L'ho lasciata scorrere e la subisco indefessamente, ma non voglio essere definitivo. C'è tanto da scoprire, tanto da mutare, tanto e tanto da sfruculiare immaginativamente. Quest'ineludibile andirivieni che è la vita, questo palcoscenico osceno, ma ricco, bisogna conoscerlo profondamente prima di sparare sentenze.
Mi lascio prendere dal mio inguaribile pessimismo. Ne ho ben donde di essere pessimista, ma questo può non giovare a ben ragionarci. C'è dell'altro. È tutto sepolto ed incelofanato sotto l'immobile posizionarsi delle cose, c'è un tempo per essere felici- lo siamo stati tutti- e uno per conoscere il morso vorace del dolore. Il magone lo si scopre stancamente, da un momento all'altro, ma con una dovizia ed una cura nell'agguantarti, nel renderti indifeso, nello sfinirti. Ma non è tutto. Si può sempre confondere il dolore con degli artifici minuziosi, si può, a ben guardare, riscoprire la felicità nella tristezza. Quest'ossimorica speranza di non cadere nel baratro io la chiamo forza di volontà.