Ho dormito tutta la notte come un ghiro. È un pezzo che non succedeva. Oggi mi sento bene. Mi sento fantasticamente bene.
Ho in testa Dio da qualche giorno. Dio. Quest'ombra spaventosa che non mi lascia tregua. Dio è una specie di scacciapensieri da comari di paese, un amuleto atavico, una idea da bambini, forse solo un'immagine controproducente. Ma è anche qualcosa di più importante. Sembra strano agli occhi miei. Dio. Quando tutto mi dovrebbe fare pensare all'insensatezza più perfetta. E attenzione non che non ci pensi a quest'insensatezza, anzi no, ci penso eccome, ma, non lo so, da qualche giorno ho in testa questa virulenta figura che mi rapisce nel profondo. Non lo so che m'è successo. Qualcosa dev'essere successo. Mi muovo, cammino, inspiro ed espiro, ma non mi placo, ho in testa Dio, l'origine e le sorti del mondo. Si fa un gran casino a domandare. Qualcuno diceva che l'unico scopo non è la risposta, ma solo l'ingrandimento della domanda.
Dio mi guarda. Io lo guardo. Succede nei momenti più impensati. Una passeggiata attorno al lago o sotto la doccia. Guardo Dio, ho in testa Dio, tutto ruota attorno a Dio.
I santoni parlerebbero d'illuminazione, ma io no, io lo so che in questo andare incerto sto semplicemente cercando delle risposte. E Dio è una risposta, anzi no Dio è la risposta. Così mi sollazzo nella mia inguaribile ricerca, non ho certezze, le certezze sono una roba da cretini. Solo ipotesi, della serie "teniamoceli a tutti buoni".
Non c'è granché da dire su questo periodo, le cose si ripetono stantie ed ossequiose come sempre. C'è solo questo nuovo slancio nella mia testa, questa ricerca dell'Assoluto che si manifesta così, una mattina qualunque, mentre la gente indossa le scarpe per andare a lavorare. L'Assoluto, l'angoscia, la speranza. Tutto in questo momento mi parla di Dio.