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Complice la pioggia
Laura
Erano passate da poco le 21 Laura scese nel seminterrato del palazzo dove lavorava, fece l'occhiolino a Michele il guardiano notturno che sorvegliava l'immobile, entrò nella sua auto e si mise in moto per rientrare a casa.
A metà rampa si accorse che il temporale che aveva flagellato tutto il giorno ancora non si era attenuato, azionò i tergicristalli al massimo e notevolmente impensierita si immise nel traffico, doveva attraversare tutto il centro per prendere la statale che l'avrebbe riportata casa.
Adorava la sua casa di campagna, ma in giornate come quella avrebbe preferito risiedere in centro storico, in un bel monolocale servito da mezzi pubblici, invece ogni sera doveva affrontare circa 15 chilometri di una strada poco illuminata, poco trafficata e parecchio dissestata che congiungeva l'inferno al paradiso.
Ed era proprio un paradiso il piccolo rustico che avevano ristrutturato, rimaneva completamente riparato da alcuni alberi dall'alto fusto che lo nascondevano alla vista e tutto intorno era circondato da un prato rigoglioso e selvaggio che lo rendeva suggestivo e magico.
Era felice lì quando al rientro dal lavoro poteva sedersi accanto a Matteo sul divano di fronte al camino e, sorseggiando una tisana bollente, assaporare insieme a lui il silenzio della notte.
Dopo tanti sacrifici e rinunce, finalmente avevano realizzato il sogno di una vita.
Pioveva abbondantemente e Laura era notevolmente in ansia aveva fatto tardi, il Sig. Mancini, il suo ultimo cliente di quella sera, l'aveva trattenuta più del dovuto e mentre ripensava al suo appuntamento con l'aitante Sig. Mancini le scappò un sorrisetto malizioso, che occhi penetranti aveva e per tutto il tempo il suo sguardo l'aveva perforata come una radiografia, ma adesso era tardi e avrebbe dovuto avvertire Matteo, altrimenti si sarebbe preoccupato troppo sapeva che non le piaceva guidare con la pioggia.
Cercò con la mano destra il cellulare nella borsa senza staccare gli occhi dalla strada e quando finalmente lo trovò, impresa non certo semplice, si accorse che era spento, completamente giù di batteria,
- vabbè tanto ormai manca poco e sono a casa uffa però che stress
e proprio mentre la sua mente articolava quel pensiero di stizza l'auto cominciò a sobbalzare quasi un singhiozzo fino a che si spense completamente...
- mannaggia ma che ti succede ho fatto il pieno stamani quindi la benzina non può essere, uffa e adesso che faccio,
parlava a voce alta per farsi coraggio e non sottostare alla paura per tutto quel silenzio, bagnato e nero.
Aprì il cofano e scese dalla macchina, l'ombrellino che di solito teneva in borsa a malapena le copriva il capo cercò di sbirciare il motore sperando di trovare... e che sperava di trovare, quasi le veniva da piangere, l'unica cosa era chiamare il soccorso stradale
- già e con cosa lo chiamo il cell è morto e con tutta sta pioggia manco i segnali di fumo posso fare.
Ora cominciava ad agitarsi sul serio, poteva tornare a casa a piedi tanto mancavo 5 forse 7 kilometri ed era proprio quello che si apprestava a fare quando il chiarore dei fari di una macchina dietro di la fece voltare, avrebbe potuto chiedere un passaggio...
-oddio l'ultimo autostop che ho fatto... quando è stato? Avrò avuto forse 16 anni, 16 anni di sconsiderata irresponsabilità.
Dario
-Ragazzi io per stasera mi chiamo fuori, la prossima volta giuro rimango fino alla fine ma stasera...,
- Ok Dario vai pure qui finiamo noi tanto il tuo contributo l'hai dato ai dettagli pensiamo noi
- Grazie Giorgio a domani
Prese il suo giubbotto di pelle e uscì dallo studio ringraziando ancora il suo capo per averlo liberato, aveva un appuntamento quella sera doveva andare a casa di un amico che si era trasferito da poco in campagna, e gli aveva chiesto un parere su come trasformare la zona living del casale che aveva appena acquistato.
Aveva preso tutti i riferimenti del caso ma non conosceva la zona e sperava solo che Andrea fosse stato preciso nella spiegazione delle indicazioni.
La strada era buia e piena di buche per questo andava molto piano anche per rispetto della sua C Max nuova fiammante,
- ma che gli viene in mente alla gente di andare a vivere agli sprofondi del mondo?
Si domandava tra sé e sé quando lo squillo del cellulare lo fece trasalire
- ciao Sara no stasera non torno a cena sono da Andrea ricordi vado a dare un'occhiata al casale e a sentire che cosa ci vuol ricavare non preoccuparti spero di non fare tardi un bacio.
Sara, era con lei da più di due anni, e credeva stavolta di aver trovato la donna della vita, era felice, sereno, soddisfatto.
Fu mentre pensava sorridendo alla sua donna che lo aspettava a casa che vide sul ciglio della strada una macchina ferma e una persona con la testa quasi dentro il cofano e istintivamente rallentò poteva aver bisogno di aiuto.
Laura e Dario
Si accostò e abbassò il finestrino mentre Laura era ancora con la testa quasi dentro al cofano
- ha bisogno d'aiuto Signora?
- bhè la ringrazio se lei ci capisce qualcosa ho la macchina in panne e proprio non riesco a capire cos c'è che non va
- se mi permette do un'occhiata anche se non sono molto esperto
Scese dalla macchina e si avvicinò a lei, Laura lo guardò mentre si abbassava a controllare il motore dell'auto
- mi dispiace non ci capisco un granchè, credo proprio che dovrebbe chiamare il soccorso stradale
- certo l'avrei già fatto ma il mio cell è muto batteria KO, la tecnologia... uff quando ne hai bisogno ti abbandona,
- ahhahah è vero comunque può usare il mio prego
disse mentre le passava il cellulare.
Riuscì a contattarli quasi subito gli diede tutte le indicazioni e riattaccò
- la ringrazio davvero è stato molto gentile ora non mi resta che aspettarli grazie - e gli tese il cellulare lui le sfiorò la mano mentre prendeva il telefono, solo un attimo ma fu sufficiente i loro occhi si incrociarono subito e per un lungo secondo di silenzio si sfiorarono i pensieri reciprocamente
- hanno detto quanto tempo impiegheranno per arrivare?
si informò Dario
- no ma aspetterò in macchina, io non so davvero come ringraziarla è stato davvero gentile
- se mi permette aspetterò qui con lei, non me la sento di lasciarla qui da sola, venga salga in macchina,
le aprì la portiera e la invitò ad entrare.
Laura era agitata e nervosa chi era quell'uomo seppur gentile, era sempre uno sconosciuto, le sorrideva mentre aspettava che lei si decidesse ad entrare in macchina, era bello notò Laura gli occhi dolci e intelligenti, lunghi capelli castani e quel sorriso semplice che la convinse a fidarsi di lui.
- io non so davvero cosa dire la sua gentilezza...
- non c'è bisogno di continuare a ringraziarmi, l'ho vista in difficoltà mi ha fatto piacere aiutarla
La osservava con ammirazione era bella e la sua vicinanza gli faceva uno strano effetto la guardava e cercava di leggere al di là dei pensieri di lei, con una mano delicatamente le scostò una ciocca di capelli bagnati che le cadeva proprio davanti agli occhi, Laura era in silenzio mentre lo guardava e nell'abitacolo c'era solo mormorio di cuore accompagnato dal ticchettio della pioggia.
Il silenzio rotto solo dal rumore dei loro respiri gli occhi negli occhi, i loro visi erano vicinissimi e baciarsi fu inevitabile.
Mille baci al secondo o un unico bacio lungo mille minuti tra il silenzio e i sospiri non riuscivano a staccarsi l'uno dall'altra, mano nella mano in un vortice di seducente abbandono.
Il rumore del carro attrezzi che arrivava spezzò la magia di quel momento
-devo andare
disse laura in un soffio sfiorandogli il viso con una mano
- non so nemmeno come ti chiami
- Laura io sono Laura
- Dario
- Addio Dario e grazie di tutto
Scese dall'auto andando incontro all'autista del soccorso stradale, si voltò ancora una volta e lo salutò con un cenno della mano mentre lo vedeva ripartire ma tenne a mente la targa.
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