Orazio scriveva "Grecia capta ferum victorem cepit", ossia che la Grecia, conquistata dai Romani con le armi, conquistò Roma con la sua cultura.
A sua volta Roma fu conquistata con le armi dai barbari ma alla fine prevalse su di loro con la sua cultura.
Tanta acqua è passata sotto i ponti ma la storia si ripete e i popoli si alternano sulla finestra della storia.
Oggi i cinesi, sorridenti e gentili, asciutti e determinati stanno conquistando l'Italia e l'Europa con la finanza e con tanti prodotti.
S'insediano in una strada di una città e gradatamente si espandono per l'intero quartiere, estromettendo gli indigeni. Lavorano silenziosi e costanti come formiche in un formicaio.
Si dice che i loro prodotti siano inaffidabili, che non sono conformi alle nostre specifiche tecniche, che fabbricano solo prodotti maturi (a bassa tecnologia). In tanto i loro prodotti vanno a ruba tra gli immigrati e nei mercatini rionali, dove i tanti poveri del progresso possono soddisfare i loro bisogni.
Ma quest'analisi a mio avviso è parziale, fotografa solo una parte della realtà.
Provate ad andare in un supermercato e troverete una percentuale altissima di oggetti cinesi, piccoli e grandi, di qualsiasi specie. Provate a entrare in un negozio cinese di oggettistica (è quella che più attira la mia attenzione, ma in un negozio di vestiti sarà lo stesso) e troverete oggetti di ogni tipo dall'elettronica alle lampadine a led, dagli arredi alle stoviglie per la casa.
Si diceva che ci avrebbero rubato il lavoro dei prodotti maturi (senza tecnologia), che noi avevamo il sapere, le professionalità, la scienza, lo stile.
Ed invece ci invadono con prodotti, magari non a norma (le nostre norme) ma ricchi di tecnologia, di uno stile frutto di un'inventiva sconosciuta a noi occidentali.
Ieri sono andato in un supermercato di grande tradizione a Salerno, la città delle luminarie, e mi sono soffermato nell'angolo del Natale, affascinato dai colori, dai disegni, dalle forme, dai tanti oggetti, dalle tante idee per addobbare dal presepe all'albero, dalla tavola alla casa, dall'interno all'esterno. Palle colorate di ogni forma, pupazzi, stelle, candele, serti di fiori, corone di bacche per adornare le candele, tovaglie colorate, vasi e tante luci.
Ho passato in rassegna tutti gli oggetti, con meticolosità maniacale, il 95% erano prodotti in Cina, d'italiano quasi niente.
Mi son detto: i cinesi si sono appropriati anche dell'idea del Natale, della cultura del Natale. Hanno rivestito questi valori millenari della nostra storia religiosa con i loro colori, il loro stile.
In quel super mercato ho visto sul Natale un mantello cinese, bello, luminoso, colorato ma rispettoso, delicato, poco invasivo.
Mi sono fermato in contemplazione, in quell'angolo c'era il nostro Natale ma anche lo spirito cinese. Questi disegnatori ed artigiani cinesi hanno saputo capire e reinterpretare il nostro Natale rivitalizzandolo con la loro creatività. L'hanno fatto con delicatezza, con rispetto.
Guardando quello spettacolo mi sono emozionato e sono tornato bambino.
E da bambino si può festeggiare il Natale insieme ai cinesi ed è molto più bello.