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Concorso di bellezza per le stagioni
Era da qualche tempo che ormai sulla Terra non succedeva più niente di interessante.
Guerre non ce n'erano più, il problema della fame nel mondo era stato brillantemente risolto, l'inquinamento era solo un brutto ricordo che riguardava il passato... insomma, tutto stava andando a gonfie vele.
Il buon Giove, vedendo che gli abitanti della Terra si stavano annoiavano a morte senza più nessun problema sul quale discutere o combattere, decise di chiamare a sé tutti gli altri esponenti dell'Olimpo e di indire un concorso di bellezza per stabilire quale stagione fosse la più bella.
Primavera, Estate, Autunno ed Inverno si misero all'opera per apparire piacenti ed invitanti.
Ognuna di loro, naturalmente, indì delle campagne elettorali, nelle quali nessun colpo basso venne escluso; ciascuna di loro, infatti, cercò di mettere in risalto non solo le proprie caratteristiche migliori, e questo è il peggio, anche e soprattutto, le deficienze delle altre concorrenti.
Ovunque apparivano striscioni acclamanti a questa o a quell'altra stagione; per ogni angolo della Terra i vari sostenitori si diedero un gran da fare per poter far ottenere il maggior numero di voti alla propria beniamina.
In breve, tutti i terrestri, lavorarono sodo per un anno intero.
Anche le candidate, però, dal canto loro, non si risparmiarono; fu un anno, quello, come non se ne videro mai. Tutto era assolutamente perfetto.
Venne, finalmente, il gran giorno. Giove stabilì che il verdetto fosse reso noto a Capodanno, durante il veglione di S. Silvestro quindi, una delle stagioni sarebbe stata premiata ed eletta come la più bella.
La prima a doversi presentare fu l'Autunno, non per favorirla e tantomeno per svantaggiarla, era solo per ovviare a polemiche e discussioni che sarebbero potute sorgere tra le quattro contendenti. Si decise, pertanto, di procedere per ordine alfabetico.
Al suo apparire molti trattennero il fiato per l'ammirazione; era bellissima. Aveva un lungo vestito variopinto, con stupendi colori caldi ed intensi ( un famoso stilista di grido si era occupato, infatti, degli abiti delle stagioni... e ci aveva proprio azzeccato!)
Si muoveva con eleganza e con sicurezza, lasciando dietro a sé una fragranza speciale che si adattava perfettamente alla sua persona.
Come il pubblico si fu zittito, iniziò a parlare. Anche la sua voce era calda e suadente.
" Io sono l'Autunno, vengo a rinfrescarvi dopo l'esasperante calura estiva; vi dono refrigerio ma non freddo. Dove ci sono io rallegro ogni cosa, creando un atmosfera di magica allegria. Il cielo non è più così fortemente celeste, il mare assume un potente colore blu, che gli conferisce un aspetto senz'altro imperioso. Il sole non è più così accecante come in estate... e i boschi... e i prati... che delizia di colori e di profumi, dal rosso vivo delle viti, al marrone dei funghi, dal verde malinconico dei campi, tra cui spiccano ancora dei fiori, alle sfumature di colore del giallo delle foglie sospese tra le fronde degli alberi... E i frutti? Mele e pere a volontà, con la profumata e generosa uva, tanto cara al dio Bacco. Eleggetemi, e per un intero anno vivrete nella magia dei colori e dei profumi che vi offro."
Subito dietro a lei venne, lenta e con un bellissimo svolazzante abito celeste, l'Estate.
Anche lei era un ' opera d'arte con i suoi lunghi capelli d'oro, colore del grano maturo, e gli occhi celesti nei quali ci si perdeva, come se si stesse volando tra le nuvole.
" Io sono l'Estate, stagione cara a tutti quanti; è con me che avrete le vacanze assicurate per un anno intero. Vi potrete godere l'azzurro del cielo, il blu intenso del mare, il verde brillante dei prati, ammirare una miriade di variopinti e profumati fiori ovunque; tutto, con me, è una girandola di colori e di festa. E che frutti succosi vi potrete gustare : pesche a non finire, e albicocche, ciliegie, fragole, more, lamponi, prugne... e anche voi sarete freschi e dolci come ciò che vi offro."
Dopo di lei fece la sua entrata trionfale l'Inverno. Tutta vestita di bianco, bella come una sposa, con gli occhi di un grigio gelido, come le vette innevate dei monti.
Quando iniziò a parlare molte persone ebbero i brividi; anche la sua voce aveva un'intonazione gelida e quasi impersonale.
" Molti mi reputano una stagione orribile e, addirittura, deleteria ; altri mi dipingono fantastica, altri ancora mi paragonano alla morte. Eppure, senza di me, non riuscireste ad avere raccolti abbondanti se non ricoprissi con un soffice strato di neve i vostri terreni; e neppure acqua avreste, se le vette dei monti non fossero ricoperte dal mio ghiaccio... e poi, non avete mai pensato all'intimità che creo? Quanti in inverno si riuniscono davanti ad un allegro fuoco a passare le serate in compagnia, perché fuori fa freddo! Nonostante tutto anch'io posso offrire dei frutti profumati e sugosi: pensate alle arance, ai mandarini. Guardate gli occhi dei vostri bambini quando cade la prima neve: luccicano di gioia, perché pensano a quante battaglie a palla di neve potranno fare... e quanti pupazzi creare con la loro fantasia.
Anche gli sciatori hanno un debole per me... è solo grazie a me che ci si può sbizzarrire a salire e scendere lungo i candidi pendii delle montagne. È anche vero che, a volte, mi faccio prendere un po' la mano... ma questo può capitare a tutti..."
E, così dicendo, si allontanò imperiosa ed impenetrabile, così come era arrivata, seguita immediatamente dalla Primavera. Anche lei non era da meno delle tre rivali che l'avevano preceduta. Aveva un bellissimo vestito verde su cui spiccavano dei magnifici disegni floreali. Da tutta la sua persona sprizzava una voglia di vivere, un entusiasmo semplicemente strabiliante, che contrastava apertamente con la sua collega che l'aveva preceduta.. Anche la sua voce era una dolce melodia, allegra e trillante come un fresco torrente di montagna.
" Io sono la Primavera, la stagione del risveglio. Sono io che vi scuoto dal torpore invernale. Tutto, con me, torna alla vita, i prati, i fiori; io spazzo dal cielo quegli uggiosi e tristi nuvoloni neri; la terra si riveste di una nuova e stupenda vita. Pensate agli alberi che piano piano si riscuotono dal lungo riposo invernale, osservate il verde tenero dei germogli... e i primi fiori che sbocciano qua e là, inneggiando alla ripresa della vita. Guardate tutti gli animali che si rimettono, festosi, a lavorare per riprendere là dove avevano smesso. Che musica per le orecchie sentire nell'aria le gioiose melodie degli uccelli che, ad uno ad uno, fanno ritorno ai loro nidi per creare nuove vite. Eleggetemi e, per un intero anno, vivrete nella gioia e nell'allegria per tutto ciò che è vita e amore."
Dopo aver vagliato attentamente tutte le generose offerte delle stagioni, il compito si presentava assai arduo. Era difficile dire quale fosse la più bella. Prese singolarmente erano stupende ma, messe assieme, diventavano semplicemente fantastiche. Così, alla fine, si concordò che non esisteva la stagione più bella ma che tutte erano meravigliose e che, con la loro unione, tutto diventava più importante.
Vennero quindi premiate tutte quante e Giove, felice per aver movimentato, almeno per un anno, la monotona vita dei terrestri, si ritirò, sollevato, nei suoi appartamenti dell'Olimpo, escogitando qualche altro espediente per far divertire l'umanità.
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