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LA SOFFITTA DI ED
Sannyville era una piccola cerchia di anime nel Montana. Era perchè dopo gli eventi che vi andrò narrando di quel mucchio di case rimasero solo poche pietre disordinate.
Tutto ebbe inizio in un fatidico mercoledì pomeriggio nella mia soffitta. Erano circa le quattro quando Alan, Mike, George ed io facemmo un'insolita scoperta. Ci eravamo dati appuntamento a casa mia per rimettere in sesto la soffitta, volevo farci uno studio.
Abitavo in quella casa da quando ero nato, circa 33 anni prima, ed era logico che in tutti quegli anni la soffitta si fosse riempita di un considerevol numero di cianfrusaglie ed oggetti vari. Volevo liberarmene per ricavare qualche soldo, così da potermi pagare almeno i libri di testo per gli studi. Studiavo demonologia, ed i libri che mi servivano non erano certo roba che si tovava ovunque. Avevo bisogno di determinati manoscritti che dovevo far giungere dall'Europa. Comunque questo non è importante in questo punto del racconto.
Dicevo, che dovevamo liberare la soffitta. Quando i miei tre amici vennero all'ora che avevo stabilito, ci mettemmo al lavoro, non prima di esserci scolati due birre ed aver ascoltato l'ultima avventura amorosa di Alan.
Il nostro Alan Mayer era un donnaiolo, non perdeva tempo in preliminari, che considerava inutili per un incontro occasionale e per qualsiasi altro incontro, andava subito al sodo, in ogni faccenda che si trattasse di donne o meno. I resoconti delle sue serate in giro per i locali della città erano molto ricchi di particolari piccanti. Veri o fasulli che fossero.
Dopo quel breve preambolo ci mettemmos seriamente al lavoro. Salimmo in soffitta e cominciammo a spostare i primio sactoloni, ci eravamo così divisi il lavoro: io e Alan spostavamo l scatole mentre Mike e George le aprivano ed esaminavano il loro contenuto. La mia soffitta era molto ampia, appena aprii la porta i miei amic rimsero interdetti nel vedere la portata del lavoro che dovevamo fare, io li tranquilizzai dicendogli che non avremo fatto tutto in un giorno!
Le prime due ore passarono senza ritrovamenti particolari, solo qualche vecchia foto di famiglia e qualche libro moto datato. Devo rivelarvi un segreto a questo punto : in realtà il mio scopo non era solo quello di fare un mercatino dell'usato ma anche quello di rtrovare gli scritti di mia madre, una medium. Elsa Von Fuster, mia madre, catalogava ogni spirito o manifestazione paranormale di cui era testimone, nella sua lunga vita aveva assistito a numerosi fenomeni di quel tipo e i sui scritti erano ben dettagliati e molto utili per i miei studi. I mei compagni di studi mi consideravano un privilegiato, per loro mia madre era una specie di idolo. Lo era anche per me, ma la mia ammirazione per lei era diversa, io le volevo bene.
Sto divagando ancora, torniamo agli eventi che accaddero nella soffitta. Erano circa le sei del pomeriggioquando spostai uno scatolone e finalmente trovai ciò che avevo cercato per anni in casa. Uno scatolone con scritto "COSE DI ELSA". Lo aprii, i miei amici mi guardavano curiosi di sapere cosa contenesse di così prezioso. Rimasero delusi quando videro il mucchio di libri che vi era dentro. Ma sentivo che c'era dell'altro, tolsi i libri e vidi la Ouija Board di mia madre. La tirai fuori e ci soffiai sopra poichè era molto polverosa.
"Ed, che diavolo è quella cosa?" chiese Alan.
"Al è una tavola per gli spiriti" disse canzonandomi Mike " Che uomo di poca cultura morale!" poi si mise a ridere seguito dagli altri due.
Io non risi. Li guardai serio e dissi: "Vi va di provarla?"
"Ehi! andiamo amico! stai scrzando spero?" Chiese George tra il serio e il faceto.
"no" mi limitai a rispondere.
Vi chiederete come sia finita la diatriba sul provare o no la tavola. Bene, la provammo. Prendemmo quattro scatoloni ancora pieni e li sistemamo a mo di sostegno per la tavola, io presi il primo libro di mia madre che mi capitò tra le mani, e mi inginocchiai al fatiscente tavolo, gli altri mi imitarono.
"Ragazzi, chi volete invocare?" chiesi.
"Sei tu l'esperto, guidaci" Disse Mike in tono che doveva sembrare carico di suspance.
Mi misi a ridere, era inopportuno e forse fuori luogo, ma quando Mike faceva di queste cose non potevi non ridere. È una delle cose che più mi manca di lui.
Scorsi il libro, e trovai un nome Lisette. Un nome quasi inoffensivo per un fantasma o per qualsiasi altra cosa fosse. Decidemmo di invocarla, certi che il nostro tentativo fosse fallito, purtroppo ci sbagliammo.
Recitai la formula dell'invocazione che aveva scritto mia madre, e pronunciai il nome Lisette.
Lei apparve, era una giovane donna, bellissima con lunghi capelli biondi ed un voto dolce. credemmo fosse inoffensiva. Altro grave errore. Io gli dissi che se voleva poteva parlare, la cosa più stupida che potessi fare l'avevo fatta. Lei parlò. Anzi urlò così forte da farci sanguinare le orecchie. Ci guardammo tutti stupiti e terrorizzati, lei si stagliava sul tavolo aveva una veste bianca ornata di merletti e pizzi che fluttuavno attorno a lei. Era bellissima e non potevo smetter di guardala. Lei guardava Alan. lo fissva e lui ne era molto angosciato. Poi guardò Mike, lo fissò con la stess acattivri acon cui aveva fissato Al. Passò in rassegna anche George nel medesimo modo. Arrivò a me. E sparì. Non mi guardò minacciosamente, ne sentii atri brivi o altro. Io stavo bene. I mie amici no.
Decidemo di sigillare la scatola con la tavola, i libri li volevo tenere, ma conclusi che sarebbero stati molto pericolosi, così sigillai anche quelli. I miei amici se ne andarono. Io rimasi solo in quella casa che ora non mi sembrava più ia. Chiamai la mia ragazza, Jodie, le chiesi sepotevo stare da lei per la notte. Ci andai e le raccontai tutto, rimase turbata ma nonlo diede a vedere per non poreoccuparmi, ci mettemmo aletto e dormii, mi sentivo al sicuro con lei vicino.
La mattina dopo venni svegliato all'alba da alcune terrificanti telefonate. Prima mi chimao Joe Mayer, il padre d Al, mi disse che si era suicidato. Aveva preso un coltello da cucina e si era amputato i genitali, era morto dissanguato. Poi ricevetti l telefonat di Andy Sheffield il fretello di Mike, Anche lui era morto, si era infilato una forbice in gola fino abucarsi la nuca, morì dissanguato anche lui. L'ultima telefonata fu di Sindy Marcson, la fidanzata di George, era in lacrime mi disse che si era ammazzato. Nella vasca da bagno, si era cavato gli occhi.
Piansi, molto, e non andai a nessuno dei tre funerali. Avevo altro da fare, niche di benzina dei petardi. Raccolsi tutti i prodotiinfiammabili che conoscevo li caricai sul mio pickup e partii alle volte di casa mia. Entrai, salii in soffitta e cominci aa spargere benzina, poi passai all'alcool e infine a tutti i detersivi infiammabili che trovai. Buttai qualche petardo in giro. Uscii e accesi il mio accendino, lo gettai all'interno della casa e corsi via a bordo del mio pickup.
Ancora oggi dopo 20 anni mi chiedo acora perchè io sono stato salvato. Forse sono davvero un predestinato, o un preselto. So solo che il rimorso per le vite spezzate ai miei amici ancora oggi mi inupisce i sogni. Mesi dopo l'accaduto feci delle ricerche e scoprii la storia di Lisette. Era una donna sola, tradita costantemente al marito. Un giorno stanca di amare un uomo che le faceva del male, si armò di coltello e mentre il marito ubriaco, come al solito, dormiva sul divano, gli si avvicinò di soppiatto e lo trafisse proprio nella giugulare.
Ma la cosa più raccapricciante è che dopo la macabra esecuzione, infierì sul cadavere, mutilandolo in varie parti del corpo. Proprio cme aveva fatto con i miei amici.
Ora capivo. Io amavo, e amo, veramente Jodie non l'ho mai tradita ne ho intenzione di farlo. Forse questo mi ha salvato dalla morte. Io a differnza dei miei amici fedifraghi sono fedele.
UN consiglio: MAI SOTTOVALUTARE L'IRA DI UNA DONNA... ANCHE DA MORTA!
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