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La mia classe Pfi. Mi mancherete sempre
Dovrei essere lì con voi, adesso, a leggervi questa lettera...
Ma lo sapete più di me quanto è difficile dire di persona certe parole...
Quanto è difficile trattenere le lacrime per non scoppiare a piangere.
All'inizio hai coraggio, ma poi ti tiri indietro appena sei a due passi da quella porta.. con davanti le persone con cui hai riso e pianto per quattro anni.
Perciò lascerò parlare qualcuno di voi su cio' che c'è scritto...
È strano non riavervi qui.
Prima, bastava semplicemente girarsi e ritrovarvi al mio fianco, mentre adesso le cose sono cambiate.
Adesso non è più come prima.
Non posso aprire una porta per ritrovarvi tutti lì davanti.
Non sono riuscita a venire a trovarvi, perché mi creerebbe troppo dolore e troppa nostalgia.
Maggior parte di quelli che mi hanno conosciuta veramente, lo sanno come sono fatta... basta un ''niente'' e crollo.
Non ci riuscirei a dirvi di persona quello che c'è scritto in questa lettera, perché sapete meglio di me com'è il mio carattere.
Quello che mi riesce meglio è scrivervelo.
Sono sempre stata una di poche parole, che stava spesso in disparte,
ma è stato solo con alcuni di voi che sono riuscita a rinascere e ad essere veramente 'me stessa'.
Forse avrò dato l'impressione di essere stata un po' burbera con le professoresse, ma siamo esseri umani e Non ci si può dare una colpa per questo.
Le uniche cose di cui mi pento veramente è di non essere stata abbastanza presente in classe e di non avervi detto di persona quanto bene meritavate...
Mi dispiace di non essere stata l'amica perfetta.
Ma vorrei dire una cosa alle persone con le quali hanno condiviso con me un pezzo della loro vita...
a Emanuela, che è stata e sarà per sempre la mia migliore amica: Mi hai sempre tenuta vicino a te, anche quando c'erano delle litigate che ci separavano per giorni interi. Tu eri comunque presente, anche quando non avevi voglia di parlarmi perché eri troppo arrabbiata... Hai messo da parte l'orgoglio per non rinunciare al nostro bene... Hai messo da parte la rabbia per non veder andar via tutto quello che eravamo. Ne abbiamo affrontate tante insieme... Tra risate, litigate, lacrime, siamo ancora qui. Più unite di prima. Le persone nuove che ora sono lì dentro e che ti conosceranno, sapranno già cosa andranno a perdere.
A Dalila: Come posso dimenticare le nostre risate? Sai contagiare chiunque con la tua risata. Sai riempire di gioia e pazzia anche la giornata più irrecuperabile.
A Gabriele: È impossibile non volergli bene a quel ragazzo, sempre pronto ad aiutare il prossimo e a non farsi mai da parte per fare del bene.
Ho passato con te dei grandi e piccoli momenti. Ci siamo conosciuti grazie a Patrizio... una mattina che eravamo seduti vicino, tutti e tre, a ridere di quello che succedeva in classe. Si diventa così amici.
E a noi è bastato così poco per diventarlo. Posso dire che chi perde un amico come Gabriele, perde tutto.
Ebbene si... io ho perso tutto.
Mi fa strano scriverlo adesso... Adesso che il rapporto è concluso. Che l'amicizia è spezzata. Questa lettera l'avevo iniziata quando ancora ci parlavo con lui.
E adesso che non è qui davanti a me..
adesso che posso soltanto guardarlo dall'altra parte della strada senza potergli dire niente, fa un male assurdo.
Mi auguro solo che lui stia bene e che faccia la sua vita nel migliore dei modi. Non sono una persona che porta rancore o rabbia, tanto non serve. L'odio non è mai servito a niente.
A Patrizio: Beh, con lui dovrei scrivere un monologo. È il mio migliore amico. La mia seconda anima. Il pezzo di me che più mi assomiglia. Anche se ci sono stati dei litigi, non l'ho mai sostituito. Come posso sostituire una persona del genere? È bellissimo. Ha un'anima incantevole.
Persone così pure e belle... non ce ne sono molte in giro. E credetemi quando vi dico che il solo pensiero che lui possa andar via, mi fa piangere di dolore. Non voglio dire che gli altri siano meno rispetto a lui.. Ma lui è qualcosa di spettacolare.
Ci conoscevamo già, prima di rivederci in classe. Da prima delle medie ci parlavamo a stento. Lui voleva osare a parlarmi ma io ero la classica bambina che si rinchiudeva in classe per non essere guardata. Neanche lontanamente mi immaginavo che qualche essere umano potesse rivolgermi parola.
Ero una bambina insicura, rintanata nel mio mondo che trovavo perfetto.
Patrizio quel mondo l'aveva visto e lo trovava magnifico.
Ecco perché è speciale.
Perché quel mondo mio, da tutti giudicato, per lui era solo un bellissimo posto.
Sapeva capirmi, sapeva coinvolgermi, sapeva volermi bene nel modo giusto.
Un bel giorno me lo ritrovai in classe alle superiori... eccolo là il destino.
Con me, che avevo qualche cambiamento in più.. E con lui che era rimasto il solito viso d'angelo che mi guardava come se davvero fossi la persona più importante del mondo.
Sono gelosa, sì. Gelosa del cuore che ha. Mai vista tutta questa bontà in un solo cuore.
Questa lettera non voglio farla sembrare interminabile, poi, alle persone che non ho nominato, chiedo infinitamente Scusa.
Forse, un giorno, ci sarà una di quelle serate belle da morire dove ci rincontreremo tutti.. e dove nessuno svierà l'uscita.
Forse.. Forse... dico Forse perché probabilmente, anzi, sono sicura.. non accadrà.
Ma io ci spero lo stesso.
Gli addii fanno male. Gli addii sono fatica.
L'anima è a pezzi. Il corpo che te lo dico a fare..
Stai in piedi perché devi stare in piedi.
Mi mancate e mi mancherete sempre. Anche se un giorno smetteremo di sentirci.
Martina Di Toro
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