Le patate venivano cotte nella cenere calda che scendeva dalla stufa a legna cotte con la buccia e tutto per far rimanere lo scarno sapore, per non farle impregnare di cenere e praticando dei tagli superficiali solo per evitare che scoppiassero.
Il suo essere gourmet lo dava l'atmosfera del tempo, il sapore dell'attesa, col silenzio rotto dal conversare di politica, di rivoluzioni mai vissute, di amori fatti di bevute e di carriere morte nel bicchiere.
Il segreto era proprio di dosare bene la picchiata che, se abbondantte, avrebbe reso le patate eccessivamente salate e se troppo leggera stupidamente sciocche come chiacchere di paese passate a vuoto nel cielo breve dell'estate.