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Adolescenza
Era nata femmina ma ancora non sapeva cosa significava.
L'infanzia triste, ma anche spensierata fatta di campi di margherite e distese di girasoli.
Giochi nei canneti nel sole di primavera, aquiloni che non volevano volare e dolci serate nella casa della contadina intorno al camino dove bolliva il paiolo delle patate per le mucche. Odore acre di stalla e dolci sapori di latte e zucchero.
Il fiume era tutto: il futuro, la gioia dell'avventura fatta di piedi nudi nell'acqua e muschi verdi sulle pietre rotonde. Lenzuola candide galleggiavano sulla corrente insieme a voci di donne e odori di saponi oleosi.
La siepe di glicine teneva compagnia mentre i fichi per terra emanavano un profumo gradevole ed eccitante.
La grande casa dalle lunghe scale buie incuteva paura e stuzzicava la curiosità, mentre, lassù in soffitta, la stanza del teatrino racchiudeva segreti bauli e minacciosi burattini. Con il pianto disperato, dietro la porta del camerone, la bambina provò la solitudine e avvertì la sua fragilità; quanto tempo ancora doveva trascorrere..? Ma la lunga attesa fatta di sogni e giochi fantastici, dolci attenzioni materne e aggressioni di sconosciuti, fu breve.
Tra giornate di attesa invase da libri, quaderni, compagne di scuola, sensazioni indefinite e desideri incerti, arriva la metamorfosi fatta di timori, dubbi, insicurezze profonde: "Lui" l'uomo cos'era? Ancora un mondo nuovo e misterioso! Come avvicinarlo? Come scoprirlo?
Forse i piccoli seni provocanti dal primo banco di scuola potevano servire a cominciare la scoperta, ma invece nel sole di un parco arriva il primo domandarsi.
Liuba scoprì le carezze maschili tanto vicine ai primi giochi infantili fatti di nascosto sul terrazzo di casa con quella bambina forte e bruna.
Tra scosse ed onde profonde la confusione pareva divenire chiarezza. Il profumo del bosco, i tappeti di erba calda, la pelle nuda al sole e l'incertezza ancora di cosa sarà.
Una figura candida, pura, esile e tenera arriva da un paese lontano fatto di neve e slitte, bambine di fiaba dai riccioli d'oro escono dai libri d'infanzia e lo accompagnano in quei movimenti lenti ed eleganti; nei silenzi il cuore sbatte e vuole uscire, ma la femmina Liuba si difende. Continua a soffrire e desiderare attraverso provocazioni fatte di parole ed atteggiamenti irritanti e così, e così e così, tra lacrime, segreti svelati, delusioni improvvise cresce questa donna inconsapevole di sè e della sua femminilità.
Il corpo comincia a svelarsi attraverso due grandi occhi neri, prima il desiderio, poi la fuga dopo la doccia calda avvolta nell'accappatoio: è troppo forte, così non lo credeva; ha paura.
La scoperta invece si rivela semplice e facile: l'unica vera sensazione è quella di sentire che finalmente è stata violata.
Oggi Liuba ricorda confusamente: alle passeggiate a cavallo, al calore dell'animale si associa l'odore forte del maschio che domina, fa piangere, tradisce ed ama. Ama con passione e rabbia e crudelmente scava dentro cicatrici piccole ma profonde, ogni atto d'amore diventa lotta per amare. Il tenero bene non trova spazio e continua a celarsi nell'essere più profondo: lo senti nascere nella pancia e salire nel petto, toccarti finalmente la mente come un colpo sordo e violento, forse nessuno lo vuole! Il corpo basta e a volte è fin troppo.
Liuba è in cerca di serenità e calore tenero, il suo femminino dice basta all'aggressione violenta del maschio in amore.
Attraverso paesaggi inondati di luce candida e pietre calde, dove il cielo è turchese come non mai, avviene la scoperta sempre cercata: la dolcezza disperata dell'uomo ragazzo arriva come il volo lento e costante di un uccello ad alta quota e invade quello spirito di donna che emerge e sale a galla tra sentimenti di disorientamento.
E così la generosa disposizione ad offrire a nessuna condizione prende il sopravvento e la filosofia spicciola del tutto per amore s'impone e perdura percorrendo una strada tortuosa e difficile.
Ora Liuba non vuole ricordare ma deve ricordare.
Il grano è già biondo, teneramente si dondola sotto una brezza fresca e rigeneratrice, il verde silenzio campestre rimanda inquietudine e irrequietezza, come ritrovare il bene perduto? Nella speranza di gesti ripetuti e costanti inviati da un'energia saggia e potente, l'allarme scatta. Il ticchettio del pendolo, i rami appesi tutt'intorno, le vecchie foto intense di sguardi lontani parlano.
Il potente vecchio insiste con sguardo divoratore, chiede vigore per la sua anima, invia una forza che aggredisce e succhia i sentimenti come un serpe il latte tiepido di un seno.
Dal petto arido potrebbero scaturire zampilli bianchi e zuccherosi se non fossero bagnati dalle lacrime sorde di Liuda umida del suo dolore e delle sue passioni.
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