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Bubble

In seguito non si seppe mai se il bambino si stancò del gioco, o se la presa della sua mano paffutella si allentò per errore ma, fatto sta, che Bubble si ritrovò a volare libero nel cielo e a sorvolare il Luna Park, con le sue giostre e i suoi banchetti che vendevano zucchero filato, sogni e altri palloncini colorati uguali a lui.
Pensare che, poco meno di trenta minuti pima, egli non era altro che una vescica di plastica sgonfia, che se ne stava in un cassetto, in mezzo ad altri mille piccoli, flaccidi e colorati suoi fratelli gemelli, stipati alla rinfusa.
Poi, un uomo, perché certi miracoli li possono fare solamente gli uomini, gli soffiò dentro la vita, e disegnandogli con un pennarello due occhi felici e un gran sorriso, così tanta allegria che il filo con cui lo avevano legato, faceva fatica a trattenere.
Il vento di quel settembre inoltrato lo spingeva verso sud, e la brezza, leggero com'era, ci mise un attimo a fargli attraversare la città, e trasportarlo sin sopra i campi, che si stendevano a perdita d'occhio oltre la periferia del centro urbano.
Il sole lo riscaldava e, perciò, Bubble iniziò a prendere quota.
Sin ora aveva faticato a sollevarsi oltre l'altezza dei palazzi e dei condomini di città, e aveva rimbalzato tra finestra e finestra, sinché si era lasciato alle spalle l'abitato.
Bubble era felice.
Dal cassetto in cui l'avevano rinchiuso mai avrebbe immaginato che il mondo fosse tanto bello,
e poi, quando alla nascita ti stampano un sorriso in faccia e la prima cosa che incontri è il sorriso di un bambino... non è che hai tante altre alternative ad essere felice di natura, perché quello è decisamente un bel modo di venire al mondo.
Poi aveva scoperto che l'uomo gli aveva donato la magia del volo e, sin da quando il suo padroncino l'aveva tenuto al laccio per la prima volta, Bubble aveva cominciato a dare piccoli strattoni nel tentativo di salire su su nel cielo.
E ora!!!... che spettacolo!!!
Sotto di lui i campi, gli alberi, le fattorie... più in là un orizzonte così vicino da poterlo quasi toccare.
Sotto quell'orizzonte una sottile linea azzurra... forse il mare.
Mentre Bubble osservava con schietto entusiasmo quell'immensa quantità di meraviglia, qualcosa lo urtò facendolo scaracollare in là di qualche metro dalla sua rotta originaria... poi subito un altro urto, ed un altro ancora, sino a che cominciò a roteare su sé stesso, mentre andava alla deriva.
Uccelli... molti... uno stormo in volo verso sud... i migranti volanti.
Da migliaia e migliaia di anni, senza che nessuno gli abbia chiesto mai un permesso di soggiorno o uno straccio di passaporto, anche se a dire il vero, sono stati spesso presi a fucilate ancor prima di toccare terra.
Da migliaia di anni mai stranieri in nessuna terra, come dovrebbe essere per gli uomini, così come è per i palloncini volanti.
Uno di quei volatili, passandogli accanto gli grida:

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