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Perche più lei non esiste
In certe cose non si sa mai.
Se si, se no. Perché?
E poi, il perché del perché ?
Si viene assorbiti in un vortice, in una spirale di spiegazioni che estenuano chi le da, confondono chi le riceve, e lasciano il mondo stanco e malinconico come lo hanno trovato.
Eppure sono li, le spiegazioni. Se ne sente il bisogno, quasi a nutrirsi della tristezza che producono.
Vedersela emettere davanti agli occhi, la sentenza, la condanna.
Per poi potersi piangere un po’ addosso, per potersi compatire, per sperare che la pietà o la buona vecchia compassione mutino il verdetto.
È una speranza vana, quasi sempre vana.
È sempre ignobile ispirare pena quando non se ne ha il diritto, è un abuso.
Un abuso maledetto che dovrebbe essere punito al pari dello stupro.
Perché è una violenza dell’anima, a cui molti non sanno ribellarsi, ne cadono vittima miseri e compassionevoli e ritraggono il piede paurosi.
E allora? Che fare?
No non sarà la pena, che andrò ad ispirare.
Però sono qui e lei mi manca.
Mi manca in una maniera sottile, appena palpabile, ma costante, come uno stillicidio.
Mi mancherebbe anche se ce l’avessi a fianco.
Mi mancherebbe il noi, che si dice quando si è in due.
Perché in effetti non esistiamo, non siamo un plurale degno di nota.
Siamo un filmetto un po’ erotico un po’ commedia, squallidamente cascante verso il grottesco, verso il cinema di serie ‘b’, verso la parodia, la truffa da botteghino, l’inutile, il già dimenticato.
Provare a stringere?
Si perderebbe anche quel poco che ci si è sudato.
Tenere sciolta la briglia, largo il capestro, aperta la gabbia?
Nulla, per dio, la possa far pensare ad una prigionia!
Si rischia d’improvviso la fuga.
E lo sai bene, lo sai fin troppo bene, che se solo accenna ad una fuga è già sparita.
E allora non basteranno mute e mute di cani, con i musi incollati al fango, per trovare il suo odore. Non serviranno squadre di ricerca e posti di blocco, elicotteri e identikit, perché lei sarà un fantasma della tua disperazione.
Non la troveranno perché non sarà fuggita dalla tua testa ma mutata in altro, sempre nel tuo pensare. Mostrare a lei la sua foto e chiederle:
-Signorina, l’ha vista questa ragazza?
Eh?
L’ha vista?
È bella, ha i colori del bosco, cammina leggera.
No, non è vero, cammina pesante e corre male ma se non ci sto attento sembra che non tocchi terra.
L’ha vista?-
E lei che ti guarda da dietro alla sua foto e ti dice:
-guardi che questa donna non esiste. Ne sono certa, questa donna non esiste-
E ti si apre un sorriso amaro sulla faccia, come una ferita di pugnale.
Ti prende in giro.
Tutto il mondo si prende gioco di te, del fatto che sei perso come un bambino nella piazza di una grande città, con i genitori a guardare una vetrina un metro più in là.
Ma tu non li vedi, e sei già orfano.
Esiste, esiste, passi oltre, perché sai che esiste.
C’e l’avevi tra le mani pochi giorni fa: calda e sinuosa, profumata e sorridente.
Passi oltre e lei rimane, ti guarda passare.
Tu con la sua foto in mano. La foto di lei, che nessuno riconoscerà più, perché più non esiste.
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0 recensioni:
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- bello, toccante, vero. Emozioni vissute e rivissute nelle tue parole.
- Si nella vita succede anche questo, tutto quello che per noi era scontato, all'improvviso svanisce. Forse non era scontato per altri.

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