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Bullismo

Sono quasi le sei del mattino ed è già da mezz'ora che ci troviamo nel mio ufficio. La osservo attentamente mentre è tutta intenta a sorseggiare un tè caldo, non ha voluto caffè né latte. Ora non trema più, evidentemente si sente al sicuro, lontana da ogni pericolo, ma, nonostante ciò, non smette di guardarsi intorno e sobbalzare ad ogni piccolo rumore. L'istinto non l'ha del tutto abbandonata. Lascio che finisca di bere il tè per poi continuare a interrogarla. Per la verità da quando è comparsa nel mio ufficio non è che abbia detto granché, tranne che si chiama Claire Watson ed è una studentessa alla Greyson University. Finì di bere il tè. "Torniamo al nostro interrogatorio Signorina. Mi racconti di nuovo com'è andata". Gli dissi. Quando glielo ricordai, lei mi disse solo un nome "È stato Gerard". accompagnato ogni volta da un sussulto. "È il tuo ragazzo, questo Gerard?". Domandai. Mi guardò e mi disse: "No. È il mio professore di latino all'Università". Mi rispose. "Raccontami ogni particolare, però questa volta dobbiamo registrare per avere una prova nel caso dovessimo arrestare questo professore". Le chiedo. "Va bene. Due giorni fa, alla fine della lezione chiedo al professore che ho bisogno di qualche lezione privata e, nel caso quando potevo vederlo. Lui mi disse: "Possiamo fare anche questo pomeriggio, qui in classe?". Mi domandò. "Va bene. Gli dissi. Ma mai avrei pensato che volesse violentarmi. Provai ad urlare, però lui mi mise una mano sulla bocca e mi disse: "Se provi ad urlare dico che sei stata tu a volerlo". Mi raccontò in modo lucido. "Che tu sappia, questo professore è sposato?" Domandai. "Si. Con una professoressa della stessa università. La figlia è una mia compagna di classe". Mi rispose. "Uhm!" Dissi, mettendomi le mani sulla bocca. "Questo è un particolare molto interessante". Le disse. La ringraziai per essere venuta e per aver deposto nelle sue condizioni. Chiamai un agente e la feci accompagnare a casa. Quando uscì chiamai Kimberly e gli chiesi: "Tu hai vent'anni vero?". "Si Maurice". Mi rispose. "Uhm! Ho una missione per te. Dovrai infiltrarti come studentessa alla Greyson nella facoltà di lettere e tenere d'occhio un certo professor Gerard. La ragazza che era qui poco fa è sfuggita ad una violenza sessuale proprio di quel professore". Le dissi. "Non sarai da sola, Thomas sarà un collaboratore scolastico e anche lui terrà d'occhio il professore. Ma ti dico fin d'ora che, se l'operazione andrà a buon fine il merito sarà tutto tuo. Sei d'accordo?". Le domandai. "Va bene. Farò del mio meglio". Mi disse. Chiamai il Rettore e spiegai a lui la faccenda, ed egli mi disse: "Commissario, farò il possibile perché il professor Gerard, se questa storia è vera, venga condannato. Sarà per me un piacere espellerlo dalla scuola". Il giorno dopo scattò "l'operazione liberazione". La notte andammo all'università e sistemammo le telecamere nella sala professori, dove spesso egli dava ripetizioni alle sue studentesse. Alla fine della lezione Kimberly chiese al professore qualche lezione privata visto che era nuova per quella facoltà, ed egli gli disse: "Certo. Vieni alle quattordici nella sala professori. Porta anche i miei libri!". All'ora fissata si fece trovare davanti alla porta. Thomas stava salendo le scale, la vide e si nascose nello stanzino dove viene tenuta l'attrezzatura per le pulizie. Il professore arrivò e tutti e due entrarono. Thomas, da un piccolo schermo, che aveva in tasca, visualizzava tutta la scena. Dopo un'ora, finirono di studiare e il professore iniziò a toccarla, Kimberly rimaneva impassibile. Thomas uscì dal nascondiglio facendo sempre finta di spazzare, ad un certo punto si avvicinò alla porta e bussò; dall'altra parte udì un "Chi è?", Thomas non rispose, bussò di nuovo e questa volta la porta si aprì. "Ma insomma, si può sapere chi è?". Thomas gli puntò la pistola sul viso e Kimberly lo fece cadere per terra. Con la pistola puntata sul viso non gli rimase che arrendersi. Thomas lo girò di schiena e gli mise le manette. Quando si rimise in piedi vidi il rettore, me e altri due agenti. Il rettore disse a Gerard: "Professor Gerard, lei è espulso da questo istituto per sempre e la farò espellere da tutte le scuole dello stato". Quando siamo usciti dall'istituto c'era il furgone "cellulare" ad aspettarci per portarlo in prigione.

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