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L'omicidio dell'Ammiraglio Joseph Finley
Dopo quarant'anni di servizio nella Reale Marina d'Inghilterra, l'Ammiraglio Joseph Stanley comandava per l'ultima volta i suoi marinai perché quel giorno sarebbe andato in congedo. I suoi colleghi gli avevano preparato la festa d'addio al circolo velico proprio vicino alla villa. Aveva costruito la sua villa sul mare. Il giardino era visibile solo dal cancello, perché il muro, tranne la parte che dava sul mare, era circondata da alberi alti. Il circolo rappresentava per lui un luogo di ricordi, in quanto quel posto, quando era bambino suo padre, un Capitano di vascello, lo portava a vedere quei marinai che si davano da fare con le vele. Un giorno, suo padre si sentì male e fu portato in ospedale, Joseph promise a suo padre che avrebbe intrapreso anche lui la carriera nella marina reale, suo padre gli sorrise e poi spirò. Quella sera, in alta uniforme tenne il discorso d'addio. La festa sarebbe continuata fino a tardi, ma lui decise di andare via verso mezzanotte. La sua segretaria gli si avvicinò e gli disse: "Ammiraglio, va a casa?". Domandò. "Sì Kate, sono un po' stanco. Passerò dalla spiaggia, vorrei sentire il rumore del mare per l'ultima volta". Gli rispose. Quando la festa finì, la sua segretaria vide le luci della villa spente e non si preoccupò più di tanto e andò a casa. La mattina dopo due ragazzi che correvano sulla spiaggia videro una figura sdraiata. Il ragazzo si avvicinò e vide che era morto e chiamò la polizia. Il lunedì mattina è sempre traumatico dopo un fine settimana spensierato, eravamo appena entrati in ufficio quando chiamarono dalla portineria: "Dimmi tutto Fred". Risposi. "Commissario, ha chiamato l'Ispettore Finley dal dipartimento di Portsmouth e mi ha detto che due ragazzi questa mattina hanno trovato un cadavere sulla spiaggia". Mi disse Fred. "Non può occuparsene l'Ispettore Finley, in fondo sarà il solito ubriaco che dopo una notte si è sentito male ed è morto!". Gli dissi. "Mi ha detto se può chiamarlo". Mi disse. "Grazie Fred, lo richiamerò". Gli risposi. "Cos'è successo?". Mi domandò Thomas. "Sarà il solito morto dopo una sbronza, non capisco perché non può occuparsene John. Lo voglio chiamare per capire meglio". Gli risposi. "Ciao John sono Maurice, mi spieghi cosa è successo? in fondo un morto è sempre un morto, occupatene tu per favore". Gli domandai. "Potrei anche occuparmene, ma questa volta è diverso, il "morto" come lo definisci tu, non è un ubriacone un vicino lo ha riconosciuto e sai chi è?". Mi domandò. "E chi sarà mai!". Gli risposi un po' stufo. "È l'Ammiraglio Joseph Stanley!". Mi rispose. Stavo quasi per cadere dalla sedia quando me lo disse. "Sei proprio sicuro John?". Domandai. "Si, non ci sono dubbi lo ha riconosciuto anche la segretaria". Mi rispose. "Grazie John, saremo lì a breve". Gli risposi. "Allora cosa è successo e perché non può occuparsene John?". Mi domandò Thomas. "Il morto non è il solito morto, sai chi è? È l'Ammiraglio Joseph Stanley". Gli risposi. "Dobbiamo prendere l'elicottero perché con l'auto di servizio ci metteremo troppo, saremo lì in dieci minuti". Siamo saliti sul tetto e siamo e Charlie ci stava aspettando con l'elicottero già acceso. Ha chiesto il permesso alla torre di controllo di Heatrow e siamo decollati, dieci minuti dopo eravamo sulla spiaggia davanti alla residenza dell'Ammiraglio. Quando siamo atterrati, John ci stava aspettando, lo abbiamo seguito e siamo entrati nel giardino della villa. L'ingresso della villa era formato da due scaloni in pietra che portavano ad un portone in quercia. Al piano terra c'era la residenza della servitù. Siamo entrati nella villa. L'ingresso era molto ampio. C'erano dei bei tappeti antichi e un grande tavolo, al centro della sala, con pareti in quercia, nella sala adiacente c'era lo studio. Abbiamo parlato con la servitù, che naturalmente non sapeva niente della morte dell'Ammiraglio. Dopo dieci minuti, siamo usciti, e io mi sono messo a passeggiare vicino al circolo velico in cerca d'indizi. Arrivai alla spiaggia, vidi una folla di persone circondate dal solito nastro giallo. Osservai la villa dalla parte posteriore per capire se c'era un ingresso posteriore attraverso il quale l'Ammiraglio potesse rientrare. Avevo la radio in mano e chiamai Thomas: "Thomas, chiamami subito Finley e fallo venire dietro la villa!". Poco dopo rispose: "Ricevuto Maurice". Mi rispose. Due minuti dopo lo vidi arrivare di corsa. "Mi dica Commissario". Mi disse. "Dov' è stato trovato l'Ammiraglio?". Gli domandai. "Venga Signore, le faccio vedere". Mi rispose. Siamo andati vicino ad una piccola scogliera, il corpo era ancora dove era stato trovato dai due ragazzi. "John, dove sono i due ragazzi che hanno trovato il corpo? Avrei bisogno di parlare con loro". Gli dissi. "Glieli chiamo subito". Andò verso la folla, che nel frattempo era diventata più numerosa, e chiamò i due ragazzi. Alzò il nastro e gli fece venire verso di me. "Buongiorno ragazzi, sono il Commissario Dawson di Scotland Yard, cosa facevate da queste parti?". Domandai ad entrambi. Il ragazzo mi rispose per primo e mi disse: "Erano le sei del mattino, d'estate veniamo qui per correre, ad un certo punto ho visto una figura distesa, volevo avvicinarmi ma avrei cancellato delle prove". Mi rispose. "Esatto, hai fatto bene a non avvicinarti, se avrò bisogno di voi vi chiamerò". Ci siamo salutati e sono tornato verso il corpo. Chiamai Thomas per radio e gli dissi: "Thomas, mandami George per effettuare i rilievi". Gli dissi. "Va bene Maurice". Poco dopo vidi arrivare George con i suoi uomini. "Ciao George, il corpo è la, fai tuoi rilievi a poi fammi rapporto". Gli dissi. "Va bene, ma non avere fretta". Mi rispose. Chiamai Thomas e decisi di andare al circolo velico per capire chi avesse organizzato la festa per il congedo dell'Ammiraglio e chi erano gli ospiti che parteciparono alla cena. Il mare in lontananza era fantastico, le vele dei corsisti andava col vento. Sulla spiaggia i vacanzieri si godevano il sole. Siamo entrati nell'ufficio che si trovava sulla strada. Abbiamo aperto la porta e il campanello ha suonato, poco dopo è arrivato un ragazzo e ci ha chiesto chi fossimo. "Sono il Commissario Dawson di Scotland Yard e lui è il Vice Commissario Hardy, siamo qui per indagare sulla morte dell'Ammiraglio Finley, lei ci sa dire qualcosa?". Domandai. "Le chiamo il titolare, è stato lui ad organizzare la festa". Mi rispose. Poco dopo arrivò un signore anziano con canottiera e pantaloncini. "Buongiorno signori sono Bill Brief, il presidente del circolo velico dite pure a me". Ci disse. "Vorremmo sapere da quanto tempo conosceva l'Ammiraglio Finley". Si mise seduto su una sedia e si versò del thè freddo perso dal frigorifero. "Conoscevo il padre che era Capitano di vascello nella marina Reale io ero il suo aiuto, lui si congedò un anno prima di me con i gradi di Retro ammiraglio, quando mi congedai, insieme ad un altro commilitone ho aperto questo circolo, qui portava sempre il figlio sperando che un giorno avesse seguito le sue orme e visti i risultati devo dire che c'è riuscito". Ci rispose. "Chi ha organizzato la festa per il congedo?". Domandò Thomas. Prese dal cassetto della scrivania un foglio e lesse il nome: "Capitano di vascello Patrick Thompson e il Tenente di Vascello Dick Billington". Rispose. La sede del comando operativo della Royal Navy è a Eastbury, nella tenuta di Eastbury Park nella contea dello Hertfordshire, adiacente al sobborgo londinese di Northwood che è una località nel nord-ovest della Grande Londra, nel distretto di Hillingdon, nella storica contea del Middlesex. Presi un appuntamento Il Comandante della flotta Adam Williams. La mattina dopo, io e Thomas ci siamo presentati alla guardia davanti al cancello. "Buongiorno sono il Commissario Dawson e lui è il mio vice Hardy, avevamo un appuntamento con Comandante Williams". Dissi. La guardia aprì la scheda degli appuntamenti sul computer e poi ci disse: "Prego, potete salire il Comandante vi aspetta, il suo ufficio si trova al terzo piano, uscite dall'ascensore e andate a destra, la terza porta a destra è il suo ufficio, potete prendere l'ascensore in fondo al corridoio". Ci disse, e tornò al suo lavoro. "Grazie per l'informazione". Dopodiché ci siamo avviati verso l'ascensore. Siamo saliti e siamo arrivati al piano. Abbiamo seguito le istruzioni e siamo arrivati davanti all'ufficio. Siamo arrivati davanti all'ufficio e abbiamo bussato. Dall'altra parte abbiamo sentito: "Avanti!". Abbiamo aperto e ho detto: "Permesso! Buongiorno Comandante, come sta?" Domandai. "Tutto bene Commissario, grazie. Lei?". Mi domandò a sua volta. "Tutto bene, grazie". Risposi. "Lei voleva avere notizie dell'Ammiraglio Finley vero?". Mi domandò. "Si, sono qui per questo. Mi dica aveva dei nemici che lo volevano uccidere?". Gli domandai. "Che sappia io no. Dieci anni fa era il mio vice alla Reale Accademia della Marina. Lui era Tenente di Vascello e io ero Capitano di Fregata. Ogni giorno era impegnato ad addestrare due squadre di cinquanta uomini perché potessero essere imbarcati per la guerra nelle Falkland nel sud dell'Argentina". Mi rispose. "Aveva mai avuto problemi con qualche cadetto e Guardiamarina?". Gli domandai. Mi guardò e mi disse: "Mi faccia pensare... si, qualcuno c'era, a quel tempo c'era un allievo che, secondo me difficilmente avrebbe potuto diventare ufficiale, fu punito non so quante volte, tutte le volte che Finley era di servizio e addestrava i cadetti questo ragazzo non ubbidiva quasi mai e per questo veniva messo in punizione". Mi rispose. "Chi era questo cadetto, se posso chiederlo?". Gli domandai. "Glielo dico subito". Mi rispose. Si alzò dalla scrivania e andò allo schedario e prese un fascicolo. Lo mise sulla scrivania c'era scritto "Cadetto Dick Billington Anno Accademico 2013 - 2014". "Questo ragazzo". Mi disse. "Ha il più alto numero di punizioni dell'Accademia, in un anno è stato punito ben venti volte e per cinque volte ha perso la possibilità di diventare ufficiale della Marina". Mi disse. "Dick Billington ha detto?". Gli domandai. "Lo conosce Commissario?". Mi domandò. "Solo di nome, ho sentito il suo nome dal presidente del circolo velico che si trova vicino all'abitazione dell'Ammiraglio, il Signor Brief mi disse che erano stati il Capitano di vascello Patrick Thompson e il Tenente di Vascello Dick Billington ad organizzare la festa. Posso farle una domanda che mi è venuta adesso?". Si sedette più comodo sulla sedia e mi disse: "Mi dica pure" Mi rispose. "Se quel Cadetto aveva avuto tutte quelle punizioni e non era riuscito a diventare ufficiale ai tempi dell'Ammiraglio Finley come mai adesso è diventato Tenente di Vascello?". Domandai. Prese il fascicolo del Tenente di Vascello Joseph Finley e poi mi disse: "Un anno dopo Joseph Finley venne promosso al grado di Capitano di Corvetta e per i suoi meriti qui all'Accademia venne inviato come Comandante di una nave in Argentina e più precisamente un comando alle Falkland, dopo due anni tornò in patria con una medaglia e fu promosso al grado di Capitano di Fregata". Dopodiché gli fu affidato un comando in Scozia. Fu il nuovo Comandante a promuoverlo su raccomandazione dell'allora Tenente Thompson". Quando tornò non poté fare molto e lasciò la situazione così com'era. Gli venne offerto il comando dell'Accademia e lui accettò". Mi rispose. "Grazie Comandante è stato molto esaustivo e ho avuto molte risposte. Arrivederci". Ci siamo alzati e siamo andati via. La mattina dopo tornai al circolo velico per parlare con il Signor Brief. Ero appena arrivato, quando mi sentii chiamare. "Commissario Dawson, venga qui!". Mi disse. Era nell'area della rimessa delle barche. "Buongiorno Commissario, sta continuando le sue indagini?". Mi disse. "Certo Signor Brief, ieri mattina sono andato all'Accademia della marina Reale per parlare con l'Ammiraglio Williams, lei lo conosce?". Domandai. "Quando eravamo in servizio all'Accademia lui era Comandante dell'Accademia". Mi rispose. "Ha mai conosciuto il Cadetto Billington?". Domandai. Venne verso di me e mi disse: "Era il peggior Cadetto dell'Accademia, a me e a Joseph ha sempre dato problemi, non so quante volte lo abbiamo messo in punizione, per cinque volte ha perso la possibilità di diventare Sottotenente di Vascello, l'anno dopo sarebbe stato espulso". Mi disse. "Come se lo spiega che dopo la promozione del Comandante il suo superiore lo promosse a Sottotenente?". Gli domandai. Lasciò quello che stava facendo, venne verso di me e mi disse: "Lei si riferisce al Capitano Thompson, vero?". Io lo guardai e gli feci un cenno con il capo. "Domani venga qui, ho organizzato una piccola crociera solo per noi e parleremo senza che nessuno ci ascolti". Mi disse. La mattina dopo mi presentai in borghese, nessuno mi riconobbe e così mi diressi sulla spiaggia. In lontananza vidi il Signor Brief. Mi avvicinai piano e lui mi disse di salire. Il piccolo cabinato si chiamava "Orsa maggiore". Salii a bordo, e nel giro di un'ora ci siamo ritrovati vicino all'isola di White. Senza che nessuno ci potesse ascoltare abbiamo ripreso il discorso lasciato il giorno prima. "Allora Commissario, vede quei fascicoli sul tavolo? Si riferiscono al Cadetto Billington e l'allora Tenente di Vascello Thompson, e al Capitano di Fregata Finley. Dodici anni fa l'Ammiraglio Finley era Capitano di Vascello. Io ero il loro Comandante. Le racconto un fatto, un giorno il cadetto Billington rientrò tardi e ubriaco, venni a saperlo il giorno dopo e sia il Tenente Thompson, sia il cadetto vennero messi in punizione per dieci giorni nella piccola cella di punizione. Durante il processo, che ci fu il giorno dopo, vennero fuori molte cose e i due vennero degradati con compiti minori. I due giurarono di vendicarsi e per questo vennero trasferiti nel Galles. L'anno dopo mi congedai, e durante quella festa ci furono anche delle promozioni, Joseph Finley venne nominato Capitano di Vascello e Vice Comandante dell'Accademia Reale della Marina. Un giorno mi raccontò che ricevette una lettera in cui si chiedeva il reintegro dei due ufficiali, lui me lo riferì e io gli dissi di rivolgersi all'Ammiraglio Fleed un mio caro amico, il giorno dopo lo chiamò e poi mi riferì quello che gli aveva detto. "Decidi tu, il prossimo mese io sarò in congedo e tu sarai il nuovo comandante l'ho abbiamo deciso ieri in una riunione". Naturalmente decise perché il loro trasferimento fosse definitivo. Nel corso degli anni salì sempre di grado fino a diventare quello che oggi conosciamo". Mi disse. Rientriamo in porto al tramonto. Avrei voluto avere con me Denny perché a lei il tramonto è sempre piaciuto. La mattina dopo andai all'Accademia per parlare con il Tenente di Vascello Dick Billington. "Buongiorno, sono il Commissario Dawson di Scotland Yard vorrei parlare con il Tenente di Vascello Dick Billington per una questione urgente se è possibile". Dissi alla receptionist. Aspettai nella sala d'aspetto. Pochi minuti dopo arrivò. "Il Commissario Dawson?". Mi domandò. "Sono io, lei deve essere il Tenente Billington, non è vero?". Gli domandai. "Sì sono io". Mi rispose. "C'è un luogo per parlare senza che nessuno ci dia fastidio?". Gli domandai. Siamo andati nella sala riunioni che era lì vicino. "Le dico subito che dovrò farle un sacco di domande in merito alla morte dell'Ammiraglio Finley". Gli dissi. "Va bene, non ho niente da nascondere". Mi rispose. "In che rapporti era con il Comandante Finley quando lei era cadetto?". Domandai. "Erano buoni, ogni tanto però mi metteva in punizione". Mi rispose. "C'era anche lei alla festa di congedo?". Domandai. "Si. C'ero anche io, eravamo tutti in alta uniforme, si fa così quando uno di noi si congeda". Mi rispose. "Chi organizzò la festa?". Domandai. "Fu il Capitano Thompson. Io gli diedi una mano". Mi rispose. "Quindi la organizzò anche lei, se così possiamo dire". Gli dissi. "Si, diciamo così". Mi rispose. "Com'è l'alta uniforme?". Domandai. È blu come questa, solo che i gradi e le mostrine sono di metallo e abbiamo una fascia azzurro con la nappa sempre azzurra a destra". Mi disse. "Posso vederla se non le dispiace?". Mi ha accompagnato fino agli alloggi degli ufficiali e aprì il suo armadio. "Questa è l'alta uniforme Commissario". Mi disse. Nel frattempo, venne chiamato da un cadetto che lo aveva visto arrivare. "Mi perdoni Commissario, sarà una cosa di cinque minuti". Mi disse mentre usciva dalla stanza. Grazie a questo imprevisto esaminai da vicino la divisa. Mi sembrava tutto in ordine tranne una cosa, mancava la fascia azzurra. Chi sa dov'era. dieci minuti dopo arrivò. "Tutto a posto Tenente?". Domandai. "Si. Niente di particolare". Mi rispose. "Mentre osservavo la divisa non ho visto la fascia azzurra, sa dove può essere?". Gli domandai. "Non saprei. Dovrebbe essere in lavanderia. Dopo ogni cerimonia portiamo le divise in lavanderia, sarà rimasta lì." Mi rispose. "Grazie Tenente, se avrò bisogno di lei la chiamerò". Gli dissi. Lo salutai e andai via. Al Cadetto all'uscita chiesi dov'era la lavanderia dell'Accademia. "Per i civili che lavorano qui l'entrata è quella la, dopo il nostro portone a destra". Mi rispose. "Grazie, molto gentile". Lo salutai e andai via. Lasciai passare qualche giorno per far calmare le acque. Una mattina mi recai proprio alla lavanderia, non in divisa ma in borghese. Con una scusa chiesi di poter vedere la divisa del Tenente Billington, dissi di essere l'aiuto del sarto dell'Accademica. Dopo cinque minuti, l'addetta alla lavanderia mi portò la divisa. "Scusi, la fascia azzurra dov'è? Il Tenente mi ha detto che si è un po' rovinata durante l'ultima cerimonia". Gli dissi. Andò nel retrobottega poco dopo uscì e mi disse: "Purtroppo non riesco a trovarla, può passare nei prossimi giorni?". Mi domandò. "Va bene, mi chiama lei se riesce a trovarla?". Gli domandai. "Va bene". Gli lasciai il mio numero e andai via. Tornai a Scotland Yard. Vidi Thomas alla scrivania e mi domandò: "Tutto bene Maurice? Come procedono le ricerche?". Mi domandò. "Sono stati tre giorni molto intensi, ma penso di aver capito chi ha ucciso l'Ammiraglio Finley". Gli risposi. "George è in ufficio?". Domandai a Thomas. "Si, in questi giorni ti ha cercato". Mi rispose. Mi alzai e andai al laboratorio. Bussai ed entrai. "Permesso!". Dissi entrando in laboratorio. "Ciao Maurice, dove sei stato in questi giorni?". Mi domandò. Ho fatto delle ricerche per l'omicidio dell'Ammiraglio". Gli rispose. "Sai già che è stato un omicidio?". Mi domandò. "No. O solo tirato ad indovinare". Gli risposi. "Comunque hai avuto ragione, è omicidio. Durante l'autopsia ho trovato un taglio all'altezza del cuore che ha reciso l'arteria coronarica. La lama usata è un coltello da guerra". Mi rispose. "I tuoi uomini hanno fatto delle foto del corpo e del luogo vero?". Domandai. "Certo, puoi vederle nel computer sulla mia scrivania". Mi rispose. Mi misi alla scrivania e aprii il computer, aprii la scheda con le foto e iniziai a guardarle. Un particolare mi colpì, nella mano destra teneva un qualcosa simile ad una fascia". "Hei George, puoi venire qui?": domandai. Venne alla scrivania e gli domandai: "Cos'è quella cosa che tiene in mano?". Gli domandai. Guardò la foto e mi disse: "È un nastro azzurro, simile ad una fascia per cerimonia". Mi rispose. "Vado a prenderla così la vedi". Mi disse. Tornò dopo due minuti. "Eccola!". E la mise sul tavolo. "È proprio quella che stavo cercando. Forse non tutti sanno che qui in basso c'è scritto il nome di chi è, perché chi la indossa può essere alto o basso e viene fatta in base all'altezza, vedi qui?". Gli feci vedere il nome scritto in piccolo, "Dick Billington". Il giorno dopo, dopo aver raccolto tutti gli indizi e aver messo insieme tutti i pezzi del puzzle decisi di andare all'Accademia della Marina. Quando arrivai vidi il Tenente Billington che parlava con il Guardiamarina all'ingresso. "Buongiorno Tenente, proprio lei, ero venuto per parlarle dove possiamo andare?". Gli domandai. "Possiamo andare nella sala riunioni, venga". Siamo entrati nella sala riunione, ci siamo seduti e ha iniziato col dirmi: "Commissario cerchi di fare in fretta perché ho molto lavoro da fare". Mi disse. "Non le ruberò non più di cinque minuti, questo è quello che volevo dirle: domani al circolo velico vicino alla villa dell'Ammiraglio Finley, ci saranno i funerali di quest'ultimo, ho parlato con il suo comandante, ci vediamo domani! Sarà l'ultima volta che mi vedrà glielo prometto". La mattina dopo alle dieci una grande folla rendeva omaggio all'Ammiraglio Finley. La cerimonia durò due ore durante le quali qualcuno si commosse veramente e altre lacrime arrivarono dopo il discorso dell'Ammiraglio Williams. Io e Thomas eravamo in alta uniforme così come il piccolo battaglione dell'Accademia. Quest'ultimo veniva comandato dal Tenente Billington. Alla fine della cerimonia il Tenente Billington venne da me e mi disse: "Ieri lei è venuto da me e mi ha detto che aveva chiuso le indagini perché aveva trovato la persona che aveva ucciso l'Ammiraglio Finley". Mi disse. "Si, le confermo quanto le ho detto. Se vuole seguirmi glielo farò conoscere". Mi seguì dentro il circolo velico. Ad aspettarci c'erano l'Ammiraglio Williams, il Capitano Thompson e alcuni dei miei uomini. "Prego Signori, da questa parte e scoprirete chi ha ucciso l'Ammiraglio Finley". Siamo entrati e Thomas ha chiuso la porta. "Allora Signori". Dissi sfregando le mani. "Vi ho invitati qui perché le indagini sulla morte dell'Ammiraglio sono chiuse e oggi arresterò l'assassino". Dissi a tutti. L'Ammiraglio Williams prese la parola e mi domandò: "Ci può dire chi è questa persona?". Stavo mettendo il computer sul tavolo e stavo attaccando il proiettore. "Se ha un po' di pazienza glielo mostrerò Ammiraglio". Accesi il computer e aprii la scheda con le foto del ritrovamento. "Vedete queste foto Signori?". Domandai. "Sono state scattate il giorno del ritrovamento del corpo del povero Ammiraglio. Vi faccio notare una cosa, vedete questa cosa nella mano?". Domandai. Intervenne il Tenente. "sembra una fascia, giusto?". Mi domandò. "Ha una buona vista Tenente, complimenti. Si è proprio una fascia". Dissi io. "Vedete altri particolari?". Domandai. Tutti mi risposero negativamente. "Passiamo alle foto della cerimonia, la prima che il fotografo vi ha fatto è questa". Si vedevano tutti e tre in alta uniforme. "Vi riconoscete Signori?". Domandai. "Si, siamo noi". Disse il Capitano Thompson. "Esatto, siete voi!". Gli dissi. "Dopo le foto di rito ci fu la cena, giusto?". Domandai. "Si". Disse il Tenente. "Dopo ci fu la cerimonia e il discorso, vero?". Domandai di nuovo. E di nuovo mi rispose il Tenente. "Si, è vero anche questo". Mi avvicinai al computer e proseguii con le foto. "Queste foto sono state scattate dopo la cerimonia, non notate niente. Nella prima ci siete solo voi due, Capitano, lei e il Tenente. Qui però c'è un particolare che chiunque può notare anche chi non conosce la vita militare". Dissi "Avete individuato questo particolare Signori?". Domandai. Guardarono la foto e poi mi dissero: "No, non abbiamo notato niente Commissario". Mi rispose l'Ammiraglio. Li guardai e poi dissi: "Guardate qui!". Indicai la fascia. "Vede la sua fascia Tenente?". Domandai. "Si, la vedo Commissario. Mi rispose. "Ammiraglio Williams, mi dica secondo il regolamento prevede che sia corta così la fascia o la nappa deve arrivare sul fianco?". Domandai. Si giro per un secondo verso il Tenente e poi mi disse: "Deve stare sul fianco". Mi rispose. "Un'altra domanda, quando si diventa ufficiali cos'altro viene consegnato oltre la fascia, Ammiraglio?". Domandai. "La spada, un pugnale e i gradi a seconda del ruolo". Mi rispose. "Grazie per la risposta". Gli dissi. "In questa foto cosa manca al Tenente Billington, Ammiraglio?". Gli domandai. Guardò la foto e poi mi disse: "Gli manca il pugnale e poi la fascia è troppo corta per la sua altezza". Mi rispose. "L'ha capito finalmente Ammiraglio!". Gli dissi. "Forse non tutti sanno che dentro la fascia, poco sopra la nappa viene scritto il nome in piccolo e con colore dorato, vuole farcelo vedere il nome Tenente?". Gli domandai. Lui guardò tutti e, con un sorriso beffardo si alzò improvvisamente e cercò di andarsene. Io lo chiamai e gli dissi con voce autoritaria: "Tenente Billington, si sieda ormai non può più mentire si è accusato da solo". Gli dissi. "In che senso". Disse lui. "Nel senso che è lei l'assassino dell'Ammiraglio Finley". Dissi a tutti. "Mentre scorrevano le varie foto vedevo lei innervosirsi sempre di più e aprirsi per un attimo il colletto della camicia, e fare un colpo di tosse. Quando l'Ammiraglio Williams ha elencato ciò che le mancava alla divisa lei ha preso il suo fazzoletto e si è asciugato la fronte, anche questo segno di nervosismo". Gli dissi. "Tenente, dove sono le cose che ha indicato il suo superiore?". Gli domandai. Si alzò e poi si rimise a sedere. "Glielo dico io dove sono le sue insegne Tenente! Ammiraglio Williams vuole gentilmente aprire quella scatola?". Gli domandai. "Si, Commissario la apro subito". Prese la scatola e la aprì, dentro c'erano la fascia e il pugnale, poi mi guardò e mi disse: "Commissario cosa significa questo?". Mi domandò. "Che il Tenente Dick Billington è l'assassino dell'Ammiraglio Joseph Finley". Gli risposi. "Quelle cose le abbiamo trovate vicino al corpo, la fascia la stringeva nella mano desta infatti si vedono le piegature e il pugnale era vicino al cuore. Ammiraglio legga il nome che c'è scritto nella fascia e si convincerà". Gli dissi. "Guardi le foto Ammiraglio, si vede benissimo la fascia e il pugnale vicino al petto". Gli dissi nuovamente. Si girò verso lo schermo e guardò le foto e poi guardò il Tenente e, infine me. "Come sono avvenuti i fatti Commissario, è riuscito a ricostruire la scena?". Mi domandò. "Si. Abbiamo ricostruito tutta la scena. Ora le ricostruirò i fatti, si sieda Signore". Si mise seduto e io gli esposi i fatti. "Dopo la cerimonia, l'Ammiraglio Finley, disse alla sua segretaria personale Kate Prince, che aveva sonno ed era stanco e voleva passare sulla spiaggia per ammirare il mare, sono parole che l'Ammiraglio gli aveva riferito. Fece esattamente come aveva detto. Uscì dal circolo velico e si diresse alla spiaggia. Poco dopo, senza essere visto, il tenente Billington uscì e seguì l'Ammiraglio. I due lottarono ricordando vecchi screzi, l'Ammiraglio lo prese per la fascia e gliela sfilò dalla spallina sinistra, in seguito il Tenente estrasse il pugnale e lo uccise, nella concitazione non si accorse di aver perso un bottone della divisa e siccome era buio non riuscì a trovare il pugnale, per non fare tardi rientrò da una porta sul retro si lavò le mani e tornò alla festa e, pensando che nessuno l'avesse visto. Tornò alla festa ma si dimenticò del fotografo, l'ultima foto che vi ho fatto vedere riassume proprio questo. Trovò una fascia e se la mise non notando che era più corta, quando si riprese, si accorse che non aveva più il pugnale ma per tornare indietro era troppo tardi. Poco dopo la festa finì e tutti se ne andarono. Nessuno si accorse di nulla". Dissi all'Ammiraglio. Quando terminai il racconto si alzò e disse al Tenente: "Tenente Dick Billington cosa ha da dire a sua discolpa? Sono vere le accuse che il Commissario Dawson le sta muovendo? E si metta sull'attenti quando parla con me!". Gli domandò. "Niente Ammiraglio, è tutto vero, ce l'avevo col Ammiraglio perché quando era comandante dell'Accademia mi dava sempre punizioni e per ben cinque volte non mi ha promosso a Sottotenente". Gli rispose. "Tenente, ho letto il suo fascicolo, e posso confermare le accuse che l'Ammiraglio Finley le muoveva. Da questo momento si consideri agli arresti e confinato nel suo alloggio fino alla fine del processo, dopodiché lei sarà espulso dall'Accademia". Chiamai Frank per portarlo via. "Aspetta Frank". Gli disse. "Devo leggerli i suoi diritti, ha il diritto a non parlare, tutto quello che dirà sarà usato contro di lei in tribunale, ha diritto ad una telefonata, ha diritto ad un avvocato, se non ne ha uno gliene verrà dato uno d'ufficio. Ha capito quali sono i suoi diritti Tenente?". Mi guardò e poi mi disse: "Sì Commissario, ho capito". Quando Frank lo portò fuori dissi all'ammiraglio: "Il Tenente Billington non era altro che una pedina nelle mani di un'altra persona". L'Ammiraglio mi guardò e disse: "Chi è questa persona, se posso saperlo?". Mi disse. "Il Capitano Thompson, Ammiraglio. "Queste sono accuse belle e buone". Mi disse Thompson. "Non credo Capitano, ho letto il suo fascicolo quando sono andato a trovare l'Ammiraglio, e anche lei ha avuto i suoi problemi". Gli risposi. "Continui pure Commissario". Mi disse l'Ammiraglio. "Quando Billington era Cadetto e lui era Sottotenente avevano in mente di uccidere l'allora Comandante Finley, perché anche Thompson venne punito e degradato una volta per insubordinazione, in seguito, dopo una missione portata a buon fine, il Comandante Finley colse le capacità di comando e lo promosse Capitano, ma a lui la voglia di ucciderlo rimase, cercava solo qualcuno su cui scaricare questi suoi sentimenti e scelse il Cadetto Billington, dal processo che seguirà verrà fuori anche questo mi creda, come ha letto il fascicolo del Tenente Billington legga anche quello del Capitano Thompson e poi mi dirà.". Chiamai Frank e feci portare via anche lui, non prima di averli letto i suoi diritti. "Grazie per le sue indagini, Commissario Dawson da questo episodio il regolamento all'interno dell'Accademia sarà rivisto. Grazie ancora.". mi disse. "Arrivederci Ammiraglio, grazie a lei".
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