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Chiedimi se sono felice

Quanto è difficile farsi comprendere dalle persone che ami.
Dalle persone che ti vogliono bene.
Da quelle con cui hai un legame, di sangue e/o affettivo.
Qualche volta è proprio impossibile.
Forse perché, visto il legame, ci sono delle aspettative.
Tu, in quanto sorella, devi essere così,
oppure tu, in quanto madre, devi essere così
o ancora tu, in quanto compagna, devi essere così.
Devi essere così, come vuole il mondo.
Troppi filtri prima di arrivare all'anima.
Troppi.
Ci distraggono dall'obiettivo.
Ce lo fanno perdere di vista.
E poi diventa un percorso troppo difficile.
Ci si ferma prima.
E così si alzano i muri.
Quelli che ti amano (ma poi ti amano davvero?) e quelli che tu ami (ma poi li ami davvero?) non vogliono stare li a chiedersi nessun perchè, non si vogliono scomodare.
Rimangono dall'altra parte del muro. È più semplice.
È più semplice dire tu sei strana, sei aggressiva... non capisci.
Ed è così che diventano "la gente".
Si, è vero.
Io non capisco più niente.
Ormai ascolto solo me stessa.
Che non è la cosa più facile da fare.
Ma è quella che mi riesce meglio.
Ed è anche così che ci si allontana.
E poi ti chiedono perchè preferisci stare sola.
Perchè preferisco la compagnia di "un gatto" o quella "insana" di me stessa.
Perchè?
Perchè la gente ha la presunzione di conoscerti e invece non sa neanche di che colore sono i tuoi occhi.
Di quello che c'è dietro. Di quello che c'è dentro.
Perchè la gente conosce di te la parte che vuole vedere, non quella che veramente è.
Perchè non accetta quello che non capisce.
O meglio, quello che non è alla loro portata.
E allora ecco che sono presuntuosa io.
Perchè non credere che a me, per essere, basta uno sguardo, una poesia nata dalla mia anima, il silenzio delle carezze di "un gatto", le rocce sull'oceano... o le meravigliose assenze delle quali mi circondo, che mi riempiono il cuore fino a scoppiare?
Perchè?
Perchè la vita non è come la vivo io, mi dicono.
È fatta di concretezze. È fatta di certezze.
Bene, vivetevi le vostre certezze.
Ma lasciate stare le mie incertezze. Io vivo di dubbi.
Io ne ho una, di vita. La mia.
E voglio che sia la vita che sento. Quella che mi scorre dentro.
Quella che mi rende felice.
Anche se loro dicono che io non lo sono.
No, non è importante che io sia felice.
È importante che io sia.
Ed è questo che mi rende felice.
Non dover essere per forza ciò che non sono.
Ma essere me stessa sempre.
Senza filtri.
E se devo stare male, meglio farselo da soli, che farselo fare dagli altri.

 

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