I compleanni... non li sopporto. Non li ho mai sopportati. E so di non essere l'unico, ma almeno io ho il coraggio di ammetterlo apertamente.
Tagliare a fette quei quadretti rossi? No, grazie. E le torte? Non fanno per me. E poi, non ho voglia di sporcare la mascherina. Spegnere le candeline... che gesto patetico e così difficile.
Preferirei mangiare in silenzio. Magari scartando ricordi non ancora spenti. Fuori potrebbe anche nevicare, chissà...
Uso ancora i fiammiferi, sai? Quelli con la capocchia che racchiudeva un po' d'amore. Armi non ne ho, ma fantasmi? Oh, quelli sì. Ne ho tanti dentro di me, e li tengo stretti. Mi aiutano a vivere.
A volte mi meraviglio quando parlo con me stesso di giorni felici. Mi vedo su un letto vellutato, dove affiorano ricordi di compagni solitari, di risvegli notturni, tra improvvise onde di birra e sangue sulle ginocchia a rincorrere donne tra gli scogli.
E poi sorrido, preparando il mio prossimo viaggio. In solitaria, ovviamente. Proprio come sono nato, tra bende strappate e tanta, tanta speranza.
Mi parli della Luna. La luna? Per me è solo un'inerte spettatrice di notti improbabili. Poi ti dirigi verso il Sole. Il sole? Sempre pallido, là ad ovest di ogni cosa, rallentando ogni giorno il suo risveglio.
No, i compleanni non fanno per me. La mia anima è costantemente ripiegata sulla terra o sulla sponda di un fiume. Solo lì passano le verità. E forse, chissà, qualcuno tornerà. Magari a parlare di me.
Comunque vi ringrazio tutti, vi abbraccio. Ma resto consapevole dell'assurdità e della futilità delle celebrazioni. Di fronte all'indifferenza dell'universo, che senso ha tutto questo?