Non tanto i giorni quanto i momenti.
Perchè i giorni hanno un limite, nascono, vivono, muoiono e rinascono e rivivono e rimuoiono, ogni volta, uno dopo l'altro.
Tu lo sai quando arriva il giorno, tu lo sai quando arriva la notte.
Perchè il punto è proprio questo, il giorno non ti coglie di sorpresa, sai quando arriva, sai quando finisce.
E ti adatti, ti mascheri, ti camuffi, diventi camaleontico.
Ti prepari al giorno, ti organizzi, riesci a difenderti o a godere di ciò che può contenere.
Ma quando arrivano i momenti, con quelli è tutta un'altra storia.
I momenti sono subdoli, sono improvvisi e per questo ti spiazzano.
E non puoi difenderti.
Te lo vivi tutto così come viene, il momento.
Buono, brutto, bello o cattivo, tu non lo sai mai prima.
E quindi, lasci che per un momento, ma proprio un momento, un piccolo pugno ti colpisca allo stomaco e, se il pugno è un poco più violento, il momento ti arriva su, fino agli occhi, che diventano lucidi.
Ogni tanto succede, almeno a me succede così, ogni volta che arriva quel momento a ricordarmi che qualcosa, nella mia vita, non c'è.
Per esempio Teo. O mio padre. O un amore sincero.
O l'Australia, dove ho lasciato un pezzo di cuore.
E allora di corsa mi voglio ricordare di quello che invece ho.
Ho Jack. Ho i miei affetti. Ho la mia libertà, che sempre più apprezzo e che sempre più vivo come un regalo.
E quindi, cari i miei momenti, venite pure.
Io sono libera, come voi.
Non ho limiti, come voi.
Sono improvvisa, come voi.
Sono fatta di momenti, come voi.