racconti » Racconti del mistero » nato sotto il segno dei pesci
nato sotto il segno dei pesci
Sono una persona che si attacca molto ai sogni, non quelli nel cassetto, ma quelli che si fanno di notte.
Nei miei sogni più belli compare sempre il mare o almeno l’acqua: anche quando sogno di annegare, il mare non permette mai che io muoia e inizio sempre a respirare. Quello che doveva essere un incubo diventa un sogno colmo di fantasia.
Ho sempre voluto poter respirare in acqua. Ricordo la prima volta che sperimentai le pinne, la maschera ed il boccaglio: mi sembrava di essere in uno dei miei sogni. In quella pace sottomarina dove sentire le voci trasformate in vere e proprie vibrazioni, quel suono inconfondibile. Dove essere sostenuti senza alcuno sforzo. Dove puoi scorgere una fetta di quel mondo misterioso che è l’oceano.
Certe cose che avrei dovuto ricordare sono completamente sparite, tipo quando ho imparato a nuotare: io ricordo solo che un giorno ci provai ed il giorno dopo già nuotavo come un pesce. Non ricordo quell’ arco di tempo che è tra la prima prova e il saper nuotare, non ricordo come sono maturato in quel breve periodo. E invece ricordo magari cosa ho mangiato il sette Ottobre del millenovecentonovantasei. Strano no?
Nei miei sogni ultimamente sono presenti persone e luoghi comuni: persone con cui non vado d’accordo sono nelle strade di Naro (cioè il mio paese), le persone a cui voglio bene e le uniche due donne che ho mai amato le vedo in spiaggia.
Le uniche due donne che ho mai amato … caspita! Chi ho amato più dell’altra? Mah, amare per me è già un verbo “superlativo assoluto”.
Le amo tuttora e non le ho mai toccate … cioè non le ho mai baciate o, almeno, non ho avuto con loro nessun tipo di rapporto sia fisico che sentimentale. Forse perché stando con loro non mi sento completamente sciolto, l’altro giorno ho detto ad una di loro “Stando con te mi sento a disagio, come se fossi in continua tensione!”. Che cosa mi ha risposto?
Niente! Non ha mai capito niente di me … ma alla fine : chi se ne frega!
Bene, il mio sogno preferito è uno che ho fatto una notte a Londra:
Ero nella solita spiaggia di Licata con i miei amici più cari. Il tempo scorreva lento e i miei amici giocavano a palla scambiandosi passaggi al rallentatore. Avevo abiti color arancio, sembravo un tassista indiano.
Una delle famose due, prendeva il sole sdraiata in acqua poco lontana dalla riva.
Era bellissima e il suo corpo proporzionato era in sintonia con la natura marina. Si, il suo corpo si muoveva col mare. Preso da un improvvisa voglia di scherzi, corsi verso di lei: quel tempo che sembrava stanco del suo moto tradizionale, era sempre più lento. Gli schizzi d’acqua arrivavano lenti sulla mia pelle e riuscivo ad assaporare a fondo la freschezza che mi regalavano.
Mi lanciai su di lei che si spostò bruscamente verso uno scoglio per non essere colpita.
Mise i piedi su alcune alghe, sapete come sono le donne: fanno maschere facciali all’estratto si alghe, mangiano le alghe fritte al ristorante cinese, bevono lozioni alle alghe, però …. Hanno paura delle alghe.
Quindi la presi in braccio e la allontanai. Allora mi guardò e mi disse “Peso tanto?” e tenendola in braccio e guardandola negli occhi risposi “Non importa. Resterei tutta la vita in questa posizione”.
Così lei mi accarezzò il viso e mi baciò.
Il tempo adesso si era fermato, anzi mi ero accorto che il tempo non è mai esistito.
Sapete cosa penso ora? Può una piccola stella oscurare l’intero sole?
Credo di si, specie se la piccola stella è una persona.
È questo che ho visto in uno dei miei ultimi sogni.
Il sole splendeva come mai e lentamente arrivava questa stella e si posizionava davanti a lui. Guardai bene e il sole cominciò ad eclissarsi: diventò buio e freddo.
Si può diventare aridi in un giorno, anzi in un attimo?
Certo che si! Ognuno di noi ha un mostro in catene dentro. Il mio ha persino un nome! Non ve lo dirò …
Questo mio mostro che con tanta rabbia cerca di uscire, approfitta di un minimo mio calo di umore evadere e manifestarsi. Non ho paura di lui, anzi mi libera. Credo che il mio io normale abbia più catene del mio alter ego.
Il mio mostro si muove per dare dolore, ma nel frattempo prova piacere.
Lo so, stavo bene ad essere lui.
Vorrei sempre essere lui. È arido, brutale ma raffinato, superiore, coraggioso, bello, ribelle e niente può scalfirlo.
Ma la vita è imprevedibile (non so perché do questa affermazione, un giorno è tutto chiaro e un altro niente è comprensibile).
Può Dio aiutare? Questo non lo so, ma non dubito di lui!
Sapete, sentivo il suo odore ieri mattina. L’ho sentito per tutto il giorno.
Era bellissimo e anche se ho deciso di allontanarla, mi rilassava sentirmela addosso.
Mai a parte con lei avevo provato tanto calore solo nel baciare.
Quel giorno non lo dimenticherò mai anche se ero ubriaco fradicio.
Rugiada, rugiada, rugiada.
Oggi sono più tranquillo, non lo so forse è Battiato che mi sorregge con le sue canzoni mistiche. Tutte le mie trance sono con la sua colonna sonora.
37 giorni alla fine della scuola. Sbrighiamoci a dimenticare questo anno scolastico. Non sono poi tanto male a scuola…
Dopodomani grande serata del mio nuovo gruppo. Spero che sia il mio alter ego a cantare al posto mio. Farà un disastro.
Spezziamo i cuori come una volta. Nel mio cuore infranto ho travato la rabbia che ci vuole per andare avanti, la rabbia che mi fa forte e che mi da il potere della distruzione (non materiale naturalmente)
Ora vedo la donna che canta in arabo … potrebbe essere davvero bella: dubito che sia brutta con questa voce. È un angelo.
Ho un po’ detto qui sopra quello che pensavo sul momento. Il potere del genio: spaziare in attimi e rendere intelligentemente incoerente qualunque discorso. Se solo potessi ora riderei come un matto, ma forse un po’ lo sono.
Sapete cosa vedo ora?
Ci sono io con un mitra in mano, vestito in giacca e cravatta, che distruggo e uccido tutti ridendo. Non vedo morire nessuno e non vedo esplodere niente, vedo solo il mio viso in una risata psicologicamente corrotta e il mitra andare da destra a sinistra.
Che faccia! Che sfogo! Che felicità!
RICOMINCIO!
Prendo il treno per Tozeur!
Sono tra le montagne innevate, mi sembra di essere in un episodio di Heidi.
Il mio viso riflesso sul finestrino del treno che si confonde con gli alberi innevati che sfrecciano.
Viaggio di continuo. Certe volte vorrei che uno scienziato inventi una macchina per trasferire le immagini dalla mente ad un computer, così che tutti possano vedere quello che vedo io. Tanti incompresi si capirebbero.
Io non sono incompreso, io stesso mi capisco.
Il treno su cui sono va ancora a vapore. È vuoto, privo anche di macchinista, anche se ogni tanto fischia.
Volo
Strano come il rombo degli aerei da caccia un tempo,
Stonasse con il ritmo delle piante a sole sui balconi
E poi silenzio e poi lontano il tuono dei cannoni a freddo,
E dalle radio dei segnali in codice.
Un giorno in cielo fuochi di bengala,
La pace ritornò
Ma il re del mondo, ci tiene prigioniero il cuore.
Nei vestiti bianchi a ruota echi delle danze sufi,
Nelle metro giapponesi oggi macchine di ossigeno
Più diventa tutto inutile più credi che sia vero,
E il giorno della fine non ti servirà l’inglese
E sulle biciclette verso casa,
La vita ci sfiorò,
Ma il re del mondo ci tiene prigioniero il cuore.
Il fischio mentale ed artificiale del vento mi stona le orecchie ora.
Ho appena ripreso a girare col tempo. Va bene, anzi benissimo.
Meraviglioso e inspiegabile come può la scrittura far vedere cosa abbiamo dentro.
È facile! Se siete afflitti provateci. Avete l’esempio qui sopra.
Carta e penna e scrivete quello che vedete. Tutto questo non avrà un senso tranne che per voi, e se non lo avrà neanche per voi stessi, vi aiuterà a rilassarvi e a vedere la pace.
La pace bussa in me adesso …
ENTRA … ENTRA … ENTRA …
Sono inspiegabilmente felice e carico di energie. È come che se quello che avevo dentro fosse uscito o almeno si sia sistemato in quella libreria tarlata e disordinata che è la mente.
Allora viaggia stanotte mente, viaggia meglio di come hai fatto prima.
Libera, rilassata e insatura di tensioni.
Filosofia: amica di saggezza …
Credi che sia vero quello che provi?
Credi davvero che il mondo non sia più ai tuoi piedi?
Davvero credi di non avere più potere?
Davvero te ne frega all’improvviso di qualcuno?
So chi sei veramente
Ti conosco
Non nasconderti dietro ad uno specchio,
Non sei immagine
Sei puro spirito.
Come mai la felicità e la tristezza tornano sempre insieme?
L’energia
Credo che stasera al concerto la distruggerò. Sono le 1, 40 di mattina e già ci penso. Sarò bello lo so già, sperando che non piova.
Non pioverà … forse.
14/04/2007
Che cifra! Stupida.
Sarò proprio come piaccio a lei e non potrà avermi. Che demonio che sono!
Mi rendo conto che in questi giorni divento sempre più potente (a livello morale) e mi sento quasi indistruttibile: niente mi può scalfire!
Sono l’energia e la potenza in persona.
Non mi innamorerò più e so che ce la farò, già non provo più niente.
Oggi in palestra mi è arrivato un suo squillo: stavo per non rispondere ma poi mi sono guardato allo specchio e quell’uomo che tanto mi somigliava mi ha sorriso maliziosamente. E facciamo questo squillo! Non si sa mai!
Potrei anche farmela prima o poi!
Bla bla bla.
12345
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
- Altrettanto bello questo tuo racconto, mi ha fatto sorridere la prima parte narrativa. Invece riguardo quella diciamo così, introspettiva, sento di dirti una cosa: tutti abbiamo un alterego dentro di noi, che spesso riassume tutto ciò che non siamo, ma che vorremmo essere... Ma credo che alla fine essere noi stessi, ci avvicina veramente ai nostri sogni.. perchè ci vuole più coraggio. Sai, nelle righe finali mi hai ricordato un po' Lestat De Lioncurt (il vampiro di Anne Rice).. Inbastardirsi dentro però, ci da solo l'illusione di essere più forti... Un Sorriso. Sophie
- Mi piace un bel po' il tuo stile lieve!
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0