Viviamo in uno Stato precario, ladro e indifferente; perdipiù sottoposto all’asfissiante censura dei signori del Tempio. Questo comporta che un cittadino non può decidere della propria sorte; quello che in altri Paesi viene concesso ad un malato terminale, in Italia è impossibile.
Il medievale concetto di potere assoluto, di controllo totale, di ingerenza ossessiva anche nella nostra quotidianità, fa sì che si debba morire fra atroci sofferenze, o peggio che mai, si debba “vivere” attaccati a delle macchine sanitarie, per tempi indeterminati, senza assolutamente tener conto della volontà di un singolo individuo, di colui che in pratica, sta subendo la malattia, di colui, cioè, che è e deve essere l’unico attore cosciente del suo stato e del suo futuro!
Illustri precedenti mi hanno quindi sconsigliato di rendere pubblica la decisione di Giulia.
Faccio il punto della situazione, circa 18 mesi dopo l’aver accertato la presenza della “bestia” nel devastato corpo della mia piccola protetta, quando ormai gli effetti collaterali delle terapie provate, non potevano più essere giustificati, inventandomi le balle più assurde; m’è toccato, per la seconda volta in pochi anni; dover dire ad una persona stupenda, che stava per morire; e che fosse “giusto” dovesse saperlo, per poter organizzare le sue cose, per poter “programmare” il futuro dei suoi cari, e non so cos’altro ho detto, prima a ……. e poi a Giulia, oramai maschera di se, maschera di vita.
Chiedo perdono a me stesso, con le parole ci so fare da una vita, ma tenere le mani di una persona cara e dirgli?"“non sappiamo quanto tempo ti resta, mesi? Settimane? Non lo sappiamo!”- È devastante per chi ti ascolta almeno quanto lo sia per te stesso.
Non ricordo per quanto tempo ho tenuto il suo fragile corpo stretto fra le mie braccia, scosso dai singhiozzi, scosso dal suo tremore per il panico mostruoso che prendeva possesso di quel fuscello di donna, di quella tremolante fiammella di candela.
In quell’abbraccio, fra quelle lacrime, Giulia mi ha chiesto di “aiutarla”, ho accennato di si con la testa, ben prima di capire cosa volesse intendere; poi, quando me l’ha detto chiaramente sono rimasto di sasso. Istintivamente ho rifiutato l’idea, le ho detto che in realtà poteva addirittura verificarsi un “miracolo”, che, se esisteva, quello lassù, poteva smettere di giocare alle belle statuine e magari farle una bella sorpresa!
È tipico di uno stupido come me, cercare di fare dell’ironia anche nei momenti più tragici.
Comunque ho cominciato a ruminare su quella richiesta, ho cominciato, con cautela, ad informarmi, coinvolgendo, e va detto, persone splendide, che inconsapevolmente ( a loro non ho mai chiaramente esposto il mio progetto) mi hanno dato indicazioni sul come poter mantenere la mia promessa. Non voglio e non posso fare i nomi di persone che mi hanno aiutato, sia sul piano psicologico, sia su quello organizzativo, oggi come oggi è considerato un “reato” quello che fanno queste associazioni, un “reato”! ! !
continua...