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Anni di piombo dentro e fuori- (Le Finestre di Mara)

Verso la fine degli anni ‘70 Mara aveva cambiato ancora una volta casa. Dopo essere stata, infatti, per qualche tempo in un paese delle valli di Lanzo, annoiata da una vita troppo tranquilla era tornata ad abitare nella grande Città del Nord. Il palazzo della nuova abitazione, esternamente di marmo con balconi in pietra bianca era una di quelle tipiche e belle costruzioni del periodo Liberty. Quasi tutte le abitazioni della zona erano sorte nel periodo dell’Art Nouveau e trasmettevano al quartiere un ‘aria di sofisticata eleganza.
Il vicino mercato di “Piazzetta Benefica” brulicante di gente e di colori era per Mara il suo sfogo. Si intratteneva lì per ore, gironzolando fra le bancarelle alla ricerca di qualcosa. Prediligeva i luoghi affollati, che illudessero la sua solitudine. Colmava così, con gli acquisti, un certa sensazione inspiegabile che talune volte sentiva dentro sé e che sulle prime non aveva saputo identificare. Ma maturando, cominciava a prendere sempre più coscienza delle sue reazioni emotive alle difficoltà del mondo esterno. Si rendeva conto che per difesa personale evitava di esaminare le sue emozioni, di guardarsi dentro. Spesso fingeva con se stessa di non vedere ciò che le faceva male soffermandosi più sugli aspetti concreti della vita. Cercava di non restare sola anche a costo di circondarsi di anime senza volto, visi anonimi che si incontrano per strada. A volte camminando canticchiava persino per non sentire il silenzio assordante della sua testa.. La si sarebbe presa per una donna molto spensierata e felice ma in realtà sentiva un vuoto dentro, un vuoto denso di emozioni non manifestate, di sensazioni non vissute che investono e colpiscono molto più di fiumi di pensieri o di parole urlate.
Mara si rendeva conto, in realtà, che la sua vita privata si era offuscata. I suoi sogni di ragazza ridimensionati pesantemente con la quotidianità e con il carattere sempre più spigoloso e chiuso di Andrea. Delle volte sembrava non si capissero affatto e la passione pareva esaurita. Non le piaceva subire il malessere senza dar sfogo in qualsiasi modo alle sue energie. Così per riempire i suoi vuoti affettivi si lanciò anima e corpo nel lavoro con la speranza di non pensare alla crisi tra loro due. Anzi si augurava in tal modo di superarla perché malgrado questa triste fase niente era riuscito a strapparle dal cuore il suo amore per la vita, per la leggerezza dell’essere.
In quegli anni c’era anche un ‘altra grossa crisi, quella economica e aleggiava un po’ in tutti una soffusa malinconia ma anche una grande voglia di esserci e di lottare per cambiare le cose. Si pensava così più a discutere dei problemi del Paese ed a cercare soluzioni che a divertirsi.
Ne risentì persino la manifestazione Cult della musica italiana il Festival di Sanremo. Il 75 fu una edizione senza grandi nomi che alla tv videro in pochi.. Anche le vendite dei 45 giri che prima compravano in molti andarono malissimo. I cantanti più ascoltati all’epoca erano altri. Molto amati erano gli Inti-Illimani e la loro celebre hacia la libertad. Faceva furore anche Stefano Rosso con la sua erre moscia che intonava Una storia disonesta e... E allora senti cosa fo. Molto ascoltata era anche l’opera rock Jesus Christ Superstar perché dava una diversa interpretazione dell’immagine del Cristo e di Giuda. Li vedeva come rivoluzionari del loro tempo pur se con ideali diversi tra loro.

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7 commenti:

  • MD L. il 21/06/2007 22:01
    Penso infatti che ci sia ancora molto da spiegare.. anche se chi ha vissuto da adulto quell'epoca forse qualche idea ce l'ha... Grazie
  • francesco gallina il 21/06/2007 21:30
    Periodo ancora da approfondire, il taglio di un racconto come questo può farlo più di analisi paludate.
  • Claudio Amicucci il 18/06/2007 22:37
    Ho la tua stessa età ed anch'io ho vissuto quei tempi a Roma. A causa di un equivoco ebbi pure una visita delle forze dell'ordine. Anch'io avevo sperato che quell'anno il Partito cela facesse. Poi iniziarono le morti: una famosa Giordana, ad una ventina di metri da dove ero io. Uscii dai movimenti e incontrai diversi amori: mi hai fatto tornare indietro. Brava (o bravo?). Ciao Claudio
  • MD L. il 14/06/2007 21:44
    Grazie per il commento Gio. Il seguito penso che lo scriverò questo inverno. Sarà un capitolo difficile...
  • Gian AR il 14/06/2007 20:24
    Hai descritto con sapiente maestria sentimenti e stati d'animo proprii di quell'epoca.
    Stupenda analisi di una crisi esistenziale inserita in un drammatico momento storico vissuto in una città fredda e colpita da crisi economica e covo di un terrorismo così inopportuno. Come sempre mi sono emozionato nel leggere il tuo racconto... l'incertezza e l'inquietitudine che aleggiava cupa in quel periodo la ricordo benissimo! Leggendo mi sono sentito riportato indietro nel tempo... belle emozioni! Attendo il seguito... Un caro saluto da Gio.
  • MD L. il 27/05/2007 12:16
    Ho parlato non solo di quella città del nord ma anche degli avvenimenti italiani. Comunque l'eskimo con le Br non centrava nulla e poi ormai non si usava più, solo tra ragazzi. Quello era il tempo del Loden per quelli della mia generazione. Un caro saluto

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