Nessuno merita di morire. Questo monito va rivolto sia al singolo sia ad una comunità fattasi stato.
Lo Stato deve garantire i diritti fondamentali a ogni suo cittadino. Il diritto alla salute e alla vita bastano di per se stessi a deprecare la pena capitale.
Di fronte al crimine lo stato deve garantire la sicurezza dei cittadini, pertanto i criminali devono essere messi nella situazione di non nuocere senza che gli altri loro diritti vengano meno.
La pena di morte legalizza la vendetta della collettività, che a sua volta infonde un tipo di sadismo proprio anche di coloro che delinquono.
Chi si considera cristiano non potrebbe sostenere la pena di morte, senza alcuna eccezione. I 10 comandamenti e il "porgi l'altra guancia" sono chiarissimi in merito. Eppure moltissimi cristiani confondo la giustizia divina con quella giuridica e dimenticano (basta guardare la situazione negli USA).
La giustizia può sbagliare e se viene condannato a morte un innocente non è più possibile rimediare.
Non è una punzione perchè non da una seconda chance.
I fatti confermano che la pena di morte non riduce il tasso di criminalità.
La soddisfazione che si prova nel veder morire il responsabile della morte di una persona amata è solo momentanea, poichè non serve a restituirci il morto.
La condanna a morte ci da degli individui su cui sfogare la nostra rabbia, tanto da portarci a dimenticare le nostre colpe quotidiane - che possono sembrarci tanto meno gravi da farci autoassolvere dall'accusa di violare le regole.
Se ci sembra giusto che per determinate colpe si paghi con la vita, lentamente si profila ai nostri occhi anche la giustezza della sofferenza che accompagnerebbe il reo alla condanna.
La morte di una persona orrenda non previene la nascita di altre persone ad essa simili.